Edda Cattani

Buona estate!

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 Per augurarvi una serena estate vi dono le parole, i saluti e le immagini dei miei ultimi giorni di scuola.

 

LA VITA È BELLA COSÌ

Sorridi, senza ragione
Ama, come se fossi un bambino
Sorridi, non importa quel che ti dicono
Non ascoltare una sola parola
perché la vita è bella così

Lacrime, un'ondata di lacrime
Luce, che lentamente si affievolisce
Aspetta, prima di chiudere il sipario
C'è ancora un altro gioco da giocare
E la vita è bella così



Dalle immagini dei  prati fioriti

 

Qui, nei suoi occhi per sempre
Sarò sempre vicino come ricordi

Ora, che sei là fuori da solo
Ricorda, quel che è vero e quel che sogniamo è solo amore.

Tieni il sorriso nei tuoi occhi
Presto, il premio che aspettavi da tempo
Dimenticheremo il nostro dolore
E penseremo ad un giorno migliore
perché la vita è bella così



All'uscita dalla "Karol Woytjla" 

 

Dimenticheremo il nostro dolore
E penseremo ad un giorno migliore
perché la vita è bella così

C'è ancora un altro gioco da giocare
E la vita è bella così

 

Ai campi dei Giochi della "Papa Luciani"

 

Un sorriso a tutti per far bene al cuore…

Edda CattaniBuona estate!
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L’affettuosa amicizia del leone

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Buona Estate!

Godiamoci anche questo!!!

Il video più commovente

L'incredibile storia del leone Christian

Anche se la storia del Leone Christian ormai è straconosciuta in rete, mi piace riportarla. La cosa che mi ha sempre interessato è la domanda “gli animali non hanno un’anima”.  Conoscendo gli esseri umani, non so se possiamo affermare il contrario… ma ne parleremo nei successivi articoli.  La storia d’amore che questo documento ci racconta, potrebbe tornarci utile per capire che l’amicizia non ha confini.

Nel ’69 due giovani australiani comprarono un cucciolo di leone da Harrods, a Londra (allora era permesso vendere animali selvatici).

Il leoncino crebbe inizialmente nel cortile di un negozio di mobili a Chelsea, dove mangiava nei ristoranti della swingin’ London. Diventato troppo grande, Christian fu affidato ad una coppia del Surrey, dove dormiva in una roulotte ed aveva molto spazio per correre. Infine, nel ’72, fu portato in Kenya dove fu lentamente inserito nel suo ambiente naturale.
Nel ’73, John ed Ace andarono a trovare Christian in Kenya: il momento dell’incontro è fra le scene più commoventi del documentario che fu realizzato su questa storia. Da agosto, è stata vista più di 30 milioni di volte

 

Brambilla e Veronesi : la coscienza degli animali. (continua) 


Da il Giornale.it

Il primo a commuoversi fu Garibaldi. Era il 1870. Due vecchi muli ciechi erano attaccati a un mulino, costretti alla macina fino allo sfinimento. Il generale vide la disperazione e scrisse una lettera direttamente al re. L’Enpa, l’ente nazionale protezione animali, è nata così. Sono passati 140 anni e molti ancora pensano che quelli come Garibaldi siano un po’ troppo sensibili o esagerati. Gli animali soffrono, sentono, vivono, amano, sperano, piangono ma gli umani se ne fregano. È per questo che il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla e il professore Umberto Veronesi hanno pensato «alla coscienza degli animali», un’iniziativa per dare voce a chi non ce l’ha.
Gli animali stanno con noi in casa, una famiglia su tre ha un cane o un gatto, sono compagni di vita, partono per le vacanze e spesso trovano le porte chiuse. Serve una mappa. Il ministro del Turismo ha pensato a una guida per trovare alberghi o campeggi dove gli animali non vengono sbattuti fuori. Ci sono leggi severe per chi li abbandona o li fa combattere. Ci sono romanzi come </B>Mani nude</B> di Paola Barbato che raccontano cosa pensano i cani quando sono costretti a mordere per la vita e la morte. Il ministro Brambilla dice: «D’ora in poi saremo noi la coscienza degli animali. La civiltà di un Paese si misura anche da questo». È questo il progetto, presentato ieri a Milano. Un ciclo di incontri e conferenze per sensibilizzare gli umani. Una serie di focus su caccia, zoo, circhi, allevamenti, macellazione, vivisezione, maltrattamenti, abbandono. Non ci sono solo Brambilla e Veronesi, il ministro e il professore, a credere in questa battaglia. C’è il direttore del </B>Giornale</B>, Vittorio Feltri, innamorato di tutti i gatti del mondo, tanto che «se uno non ama gli animali come fa ad amare, che so, una zia?», Susanna Tamaro che racconta di Bianchina, il cane più brutto scelto al canile tra i più malati. Un atto d’amore puro, una sfida. «Data per spacciata, curata e amata ha vissuto altri sei anni. La cosa più commuovente è stata la sua gratitudine. Un sentimento che molti umani ormai non provano più». A riflettere invece sugli «animali da macello trasferiti in camion come gli uomini venivano portati nei campi di sterminio» è un’altra scrittrice, Dacia Maraini. Veronesi che con orgoglio racconta di come «sulle cavie da laboratorio abbiamo fatto passi da gigante, ormai utilizziamo il più possibile colture in vitro e in provetta». Ma l’importante è spostare sempre un po’ più in là l’asticella, muovendosi sempre di più verso la tutela e il rispetto degli animali. E allora viene quasi naturale parlare di macellazione, dei vitelli tenuti immobili per garantire le carni bianche. E si discute anche di caccia, dell’inutilità «di uccidere per sport», dice la Brambilla invocando l’abolizione della caccia. Dichiarazioni che ieri hanno fatto scoppiare il finimondo nel Pdl: l’assessore veneto alla famiglia Elena Donazzan le chiede di dimettersi.
Alla fine l’asticella dei limiti la sposta verso l’alto ancora Feltri, che dice: «E allora che dire della pesca, io voglio dare voce ai pesci, che notoriamente restano in silenzio, che si trovano questa spada conficcata in bocca e buttati nel cestino, sono condannati a morire lentamente».

 

 

Edda CattaniL’affettuosa amicizia del leone
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“I vecchi” che nessuno vuole

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Le mie riflessioni avvengono sempre in quel “giardino d’incanto” che è “Casa Madre Teresa”. Ormai non mi costa più tornarci ogni giorno perché ho scoperto quella che è la forza e la grande dignità dell’essere umano. Percosso da quelle che sono le grandi tragedie della vita, i “perché” non risolti, le risposte che la scienza non è in grado di dare,  ciascuno di noi finisce per accettare incondizionatamente il proprio stato e la realtà di essere “vecchio” . Si dice che la soglia della vecchiaia ha raggiunto cifre da record… ma come si giunge e come si vive la condizione di questa fase terminale della vita? Li vedo per le strade, accompagnati a volte dalle “badanti” questi “vecchi” più che ottuagenari, ma non trovo solidarietà, pazienza, aiuto nei loro confronti. Anche i bambini che una volta venivano educati al rispetto per le persone anziane di famiglia, si scostano con timore, a volte con atteggiamenti “schifati” a fronte di un tremolio, di un colpo di tosse un po’ accentuato, di una parola detta a sproposito.

A “Casa Madre Teresa” questo non avviene e ti par quasi di essere in un parco ove ognuno recita una parte. La malattia ha fatto perdere il senso del tempo, del luogo, della condizione… Poveri vecchi-bambini… le donne con i vestiti che andavano un tempo, le vecchie collane, i capelli abbelliti da un taglio corto e a volte “giovanile”, rincorrono un budino, un frutto, un sapore nuovo, una melodia, una canzone. Il colore e i bimbi in visita rappresentano uno sfumato spaccato di mondo che non sanno dove sia ubicato e le visite, accolte con gioia, non sempre lasciano individuare i ricordi…

I “vecchi” una condizione da scoprire, da non dimenticare, da amare!

 

 

"I vecchi" che non vuole nessuno

 

 

 

 

I  vecchi sulle panchine dei giardini
succhiano fili d'aria e un vento di ricordi
il segno del cappello sulle teste da pulcini
i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi
i vecchi che si addannano alle bocce
mattine lucide di festa che si può dormire
gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce
per una malattia difficile da dire
i vecchi tosse secca che non dormono di notte
seduti in pizzo al letto a riposare la stanchezza
si mangiano i sospiri e un po' di mele cotte
i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza
i vecchi un po' contadini
che nel cielo sperano e temono il cielo
voci bruciate dal fumo dai grappini di un'osteria
i vecchi vecchie canaglie
sempre pieni di sputi e consigli
i vecchi senza più figlie questi figli che non
chiamano mai
i vecchi che portano il mangiare per i gatti
e come i gatti frugano tra i rifiuti
le ossa piene di rumori e smorfie e versi un po' da
matti
i vecchi che non sono mai cresciuti
i vecchi anima bianca di calce in controluce
occhi annacquati dalla pioggia della vita
i vecchi soli come i pali della luce
e dover vivere fino alla morte che fatica
i vecchi cuori di pezza
un vecchio cane e una pena al guinzaglio
confusi inciampano di tenerezza e brontolando se
ne vanno via
i vecchi invecchiano piano
con una piccola busta della spesa
quelli che tornano in chiesa lasciano fuori
bestemmie e fanno pace con Dio
i vecchi povere stelle
i vecchi povere patte sbottonate
guance da spose arrossate di mal di cuore e di
nostalgia
i vecchi sempre tra i piedi
chiusi in cucina se viene qualcuno
i vecchi che non li vuole nessuno i vecchi da
buttare via
ma i vecchi, i vecchi, se avessi un'auto da
caricarne tanti
mi piacerebbe un giorno portarli al mare
arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio
tutti quanti
sedia sediola… oggi si vola… e attenti a non sudare

 

…ed ora un racconto da un mio libro di scuola…

La tazza

C'era una volta, all'inizio del secolo scorso, una famiglia composta da madre, padre, 4 figli e un nonno. Vivevano in campagna, il papà usciva ogni giorno all'alba per coltivare i campi, e tornava a sera; la mamma badava alla casa e ai 4 figli; il nonno aiutava in casa e faceva piccoli lavori di falegnameria che insegnò al nipote più grande. Ogni sera, all'ora di cena i figli più grandi aiutavano la mamma ad apparecchiare la tavola, e ogni sera venivano messe in tavola 6 ciotole. c'era poi una tazza, la tazza del nonno, che era solo per il nonno e veniva messa vicino alla sedia del nonno accanto al camino. Li, lui mangiava.

Un giorno il padre tornò prima dai campi e andò in laboratorio a vedere cosa stava facendo il figlio più grande e lo trovò tutto intento a lavorare un pezzo di legno. Incuriosito chiese cosa stava facendo, e il figlio prontamente rispose " una tazza, una tazza per te papà per quando sarai vecchio". Subito il padre capì e da quella sera in poi in tavola furono messe sette ciotole…

 

Non è un paese per vecchi

A Tellaro (Lerici), dovrebbe sorgere una casa di riposo. Apriti cielo! l'idea trova molti nemici tra i cultori della vacanza giovanilistica. (10-17/12/2009) Eugenio Manca

Davvero Tellaro non è un paese per vecchi? Davvero non può esserlo l’Italia? Chissà che cosa direbbe il vecchio Mario Soldati, che di Tellaro era considerato una sorta di genius loci, se venisse a sapere che qualcuno strenuamente si oppone all’idea di aprire una casa di riposo per anziani nel cuore del borgo tanto amato, proprio in quella piazzetta ove talvolta era possibile incontrarlo, col basco, il bastone, il mezzo toscano ad addolcire il ghigno delle labbra, lo sguardo perso tra i barbagli del Golfo dei Poeti. E chissà come giudicherebbe le motivazioni addotte dal “comitato” che si dice contrario all’insediamento. Ne ha riferito qualche giorno fa il “Corriere della Sera” dando conto di scambi polemici avvenuti anche nel Consiglio comunale di Lerici, di cui Tellaro è frazione. Uno avrebbe detto: “Nella piazzetta di Capri non ci sono ospizi, e a nessuno verrebbe in mente di aprirne uno. Così a Portofino”. Un altro ha soggiunto: “Ci hanno detto che verranno anziani autosufficienti, ma sappiamo che intorno a queste strutture finiscono per girare ambulanze, carrozzelle, non è proprio la vista che ci si aspetta in un luogo di vacanza… Al posto del ristorante che c’era in piazzetta, già sfrattato, adesso ci sarà la sala mensa…”.
MENSA. Eh sì, bisogna ammetterlo, la vista di un vecchio che si muove a fatica col suo bastone suscita disagio, mal si concilia con l’idea del turista giovane e spensierato, saldo sulle gambe, sorridente e armato di camera digitale. Se poi si intravede una mensa, questo evoca subito un’idea di indigenza che confligge con l’auspicio di un turismo facoltoso e magari d’élite che scende al Gran Hotel e prende posto nei locali alla moda.
Se aggiungiamo carrozzelle, ambulanze, e – Dio ne scampi – perfino un carro funebre, allora il disastro è totale: la pellicola si sgrana, la fiction perde i filtri rassicuranti, e ritorna – guarda guarda – la vita nel suo insopportabile bianco e nero: proprio la vita che Soldati – narratore, commediografo, giornalista, uomo di cinema – ha saputo raccontare in presa diretta per quasi tutti i suoi 93 anni con parole asciutte, spoglie di agiografia e di retorica. Del resto non è proprio quello che Lerici ha voluto ricordare nel 2006, centenario della nascita dello scrittore, con quegli appuntamenti racchiusi nel titolo rossiniano “Una voce poco fa”?
VOCE. A onor del vero, va detto che la prima a levarsi contro ogni insofferenza verso l’apertura della casa alloggio è stata la voce del sindaco di Lerici, Emanuele Fresco. Il quale ha detto: “Sostenere che ospitare persone anziane in piazzetta danneggia il marketing territoriale è una cosa che mi fa inorridire. Cosa significa: che gli anziani sono poco decorativi? Sono brutti? Questo è razzismo estetico, non so come altro chiamarlo. Gli anziani sono un patrimonio della collettività”. E a chi gli obiettava che sarebbe bastato spostarsi di cento metri più in là ha risposto: “Ah sì? Vogliamo il ghetto? Vogliamo mettere i confini, di qua i giovani e belli, di là i vecchi e i malati? Mi rifiuto. Salgo sulle barricate. E mi preoccupo anche di essere nello stesso partito di chi sostiene queste cose”.
Alleluia! Il partito cui si riferisce il sindaco Fresco è il Pd, e la sua filippica pare indirizzata anche verso esponenti della sua stessa maggioranza, uno dei quali in passato è stato assessore alla Cultura nonché promotore delle celebrazioni soldatiane. Che dietro la disputa si celi una ruggine personale è probabile, ma ciò non sgombra il campo dal sospetto che più profonde e diffuse siano le “ragioni culturali” che animano la campagna dei contrari. Sono – ha visto bene il sindaco – le ragioni di una sconcia, inconfessabile teoria secondo cui il vecchio non può che vedere ridotti i suoi diritti di cittadinanza in un mondo veloce, aggressivo, competitivo. Oltre a essere poco decorativo è poco decoroso, portatore di una immagine che stride coi canoni di bellezza, efficienza, armonia suggeriti dalla “modernità”. In piazza il vecchio è fuori posto. Specie se sofferente, lascia trasparire un’idea di precarietà, di fragilità, di caducità che contrasta col clima di vacanze frenetiche e vitalistiche. Le quali più sono vuote di pensiero meglio è. No, non le troveremo sancite in nessun codice queste regole: si sono impadronite del senso comune, semplicemente. Ci sono e basta.
INDIGENTI. Ci torna in mente la casa di riposo dei vecchi indigenti di Lecce, allora denominata “asilo di mendicità”. Ebbene per un tempo infinito quei poveretti sono stati rinchiusi dentro la cinta muraria del cimitero, luogo ritenuto più consono alla loro condizione di naufraghi. Cortei in gramaglie di giorno e fuochi fatui di notte: era tutto il loro mondo. Guido Piovene, nel suo “Viaggio in Italia”, non finì di stupirsi per questa orribile fantasia spagnolesca, per questa macabra anticipazione della morte. È durata fino ai Settanta, allorché furono traslocati in aperta campagna.
Personalmente siamo sempre più convinti che il livello di civiltà di un paese si misuri dal grado di considerazione che sa riservare ai suoi vecchi, la parte più fragile e indifesa. La conferma – paradossale – viene dalla sentenza incisa sui cancelli di quel cimitero salentino: “Noi fummo ciò che voi siete. Voi sarete ciò che noi siamo”.

Autunno

 

(…) Ora passa e declina,

in quest'autunno che incede

con lentezza indicibile,

il miglior tempo della nost ra vita

e lungamente ci dice addio.

 

Vincenzo Cardarelli in POESIE, Mondadori, 1976

 

 

da "il salvagente.it – rubriche" 

 

 

 

Edda Cattani“I vecchi” che nessuno vuole
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L’illusione del vivere

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      Continuano le riflessioni di Mario, il Papà di Lene… espressioni d'amore tanto belle da essere raccolte insieme nella categoria "LE PERLE DI LENE"

l'illusione del vivere

 

Cosi pensiamo di controllare la nostra vita, possiamo controllare il volume dello stereo, l'aria condizionata, i nostri colleghi, controllare la camera dei deputati, il consiglio di quartiere e la velocità della nostra autovettura, viviamo in un finto-reale-benessere pensiamo che la nostra vita sia perfettamente sotto controllo, malattie, lavoro, vacanze, soldi.. poi di colpo ci scontriamo con persone che vivono in universo che è talmente lontano dal nostro che non riusciamo a capire, loro si muovono per istinto, non aspettano la pioggia per piangere piangono e basta e non credono nel futuro ma vivono intensamente ogni attimo della loro esistenza.. e così pensiamo di riuscire a possederli, a catturarli a dargli ciò che le loro anime perse e vagabonde cercano da anni.. ma non c'è distanza che possa essere coperta tra le nostre e le vostre anime.. siamo vagabondi, siamo gli zingari di questo mondo appositamente creato per chi ha l'illusione di avere il controllo, noi anime nere ci sediamo a guardare il riflesso nello specchio della vita senza aspettative.. cosi mi ritrovo a 50 anni e faccio il resoconto.. prima mi hanno portato via la dignità, poi la famiglia, poi il lavoro, poi gli amici, poi la mia bambina ed ora la mia identità eppure sono qui.. vivo la mia maledizione con dignità… ed è vero a volte piango…. e penso.. chissà forse tutto questo è un c…o di incubo.. domani mi risveglierò su di un letto di ospedale nel 1973 a Pompei.. sono stato colpito da una forte febbre dovuta al colera perché ho mangiato le cozze ma ora sto bene ed il mio corpo sta reagendo agli antibiotici.. le fotografie della mia bambina, le voci nel registratore o sul computer sono quelle di mia madre che mi dice di risvegliarmi dal coma.. sto vivendo in un probabile futuro che non è il mio… e poi penso.. c…o se cosi fosse mi ammazzerei prima di uscire dall'ospedale… rivivere tutto questo sarebbe la punizione più orribile che un essere umano possa subire, e poi mi fermo e penso…. rifarei tutti gli errori della mia vita per un altro giorno con lei, per il piacere di stringerla tra le mie braccia per dargli da mangiare ancora una volta, per fargli il massaggino alle gambe, per ridere su un campo da calcio con lei per la caduta che ho preso, per avere ancora una volta l'opportunità di accarezzarle il viso mentre dorme, e allora mi accorgo per un attimo cosa significa avere il controllo.. avere il potere… questo pseudo-possesso altri non è che la consapevolezza di vivere in un mondo di illusioni che possono svanire in una bolla di sapone appena il vento soffia più forte, è finzione.. tutto ciò che siamo è pura inutile finzione.. ci illudiamo di possedere la nostra vita.. ma è una finzione.. compriamo auto e case, telefoni e televisori, firmiamo scontrini e andiamo in vacanza.. ma è solo una mera illusione, perché noi non possiamo possedere un bel niente.. siamo burattini agitati dal dio denaro.. ed io ti vengo a cercare… perché il vero potere, il vero controllo è la consapevolezza di essere anima… pura energia scintillante.. sapete c'è una splendida canzone di cat stevens che Lene adorava.. registrai la canzone per l'ultimo natale.. fu il regalo più bello che lei mi disse di avere mai avuto.. conservo il cd nel suo diario ed ora è nella tomba con lei.. quella canzone dice:

e sono seguito dall'ombra della luna,

saltellando e cantando la sua ombra mi segue,

e se dovessi perdere le mie mani, il mio aratro e la mia terra,

non dovrei più lavorare,

e se dovessi perdere i miei occhi

e tutti i colori del mondo divenissero secchi

non dovrei più piangere,

 e se dovessi perdere le mie gambe non mi lamenterei

e nemmeno elemosinerei,

significa solo che non dovrò più camminare,

e se dovessi perdere la mia bocca e tutti i miei denti cadessero

 non urlerei, semplicemente non dovrei più parlare..

perché ci è voluto tempo per capire

ma saltellando con l'ombra della luna ti ho ritrovato…..

ed ora per me questo è ciò che conta, questo è il mio potere, questo è il mio controllo.. saltellando nell'ombra della luna ti ho ritrovato.. il tuo papà per sempre

 

 

Yusuf Islam, nato Steven Demetre Georgiou e a lungo conosciuto con il suo nome d'arte Cat Stevens (Marylebone, 21 luglio 1948), è un cantautore britannico.

Figlio di padre grecocipriota (Stavros Georgiou) e madre svedese (Ingrid Wickman), cresce a Shaftesbury Avenue, nel quartiere di Soho a Londra, sopra il ristorante di proprietà del padre dove veniva spesso suonata musica popolare greca, dalla quale verrà influenzato.

Lo stile musicale che ne esce fuori è quello che contraddistinguerà Cat Stevens per tutta la sua carriera: chitarre acustiche in primo piano, sonorità delicate, richiami alla tradizione greca, testi a metà strada tra la canzone d'amore ed il misticismo, il tutto condito dalla calda vocalità dello stesso Stevens.

Si trasferisce successivamente in Brasile per motivi di tasse, e comincia ad avvicinarsi a tematiche prettamente religiose. Nel 1976, suo fratello, di ritorno da un viaggio a Gerusalemme, gli regala una copia del Corano: avvenimento che segnerà la vita del cantautore.

 

Balza agli onori delle cronache nel 1989 quando apparentemente appoggia la fatwa lanciata contro lo scrittore Salman Rushdie per i suoi I versi satanici: in realtà Islam, il quale si trovava al Kingston Polytechnic di Londra per un incontro con gli studenti, si era limitato a spiegare il perché di quella condanna da parte del mondo musulmano senza mai invocare direttamente alcuna sanzione, precisando successivamente che non avrebbe appoggiato la richiesta dell'Ayatollah Khomeini in quanto lesiva della legislazione britannica. Questa controversia comunque gli avrebbe causato l'ostracismo di gran parte del mondo musicale per lungo tempo.

Da qualche anno a questa parte Islam è tornato a calcare le scene, collaborando di nuovo con Peter Gabriel in occasione di un concerto in onore di Nelson Mandela a Johannesburg nel 2003, duettando con Ronan Keating il brano Father and Son, e progettando un ritorno sulle scene a livello discografico.

 

 

 

Edda CattaniL’illusione del vivere
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Non sai che il cielo è in te?

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“Dove corri? Non sai che il cielo è in te?”

Ricevo non appena deciso di pubblicare un articolo del Papà di Lene. E' tratto da un libro di Christiane Singer, “Dove corri? Non sai che il cielo è in te?”, edizioni Servitium, e questo brano sembra svelare ed esaltare il senso di tutti i passaggi che ci hanno portato a condividere questa esperienza: me, ad altri ancora:  “Non so se ho colpito colui al quale mi rivolgevo; poco importa, dato che il messaggio, anche quando non giunge a chi si è mirato, arriva sempre a qualche destinazione.  Nelle faccende di cuore e di spirito, ci si rivolge alla persona che si ha davanti e, di riflesso, è un altro che riceve il messaggio in pieno cuore: questo conta.
…La vita si rivela solo a coloro i cui sensi sono vigilanti e che si spingono in avanti, come felini tesi, verso il minimo segnale. Tutto sulla terra ci interpella, ci chiama, ma così lievemente che passiamo mille volte senza vedere alcunché. Camminiamo su dei gioielli senza notarli. I sensi ci restituiscono il senso. Quando l’istante scarica la sua linfa, la vita è sempre presente all’appuntamento” .

 

Vediamo cosa ha scritto oggi Mario e guardiamo nella pagina sotto cosa aveva scritto ieri… (Il "dono dei papà di FB)facciamolo lentamente… ci aiuterà a capire il senso del nostro vivere…

 

la chiave del tutto…ieri, anzi in questi giorni passati penso di avere raggiunto degli stati alterati di coscienza, stati alterati che mi hanno permesso però di capire, di approfondire di dare una ragione alla morte.

Premetto che stamane dopo aver fatto un sogno mi sono svegliato come se avessi avuto un'epifania, poi durante il giorno ho capito che dovevo cambiare, non posso più piangere cosi, soffro moltissimo, ma dopo stamane, ho iniziato a capire, e poi non so come né perché ho capito tutto quello che c'è da capire sul nostro mondo ed il loro, sull'anima e sul corpo, sulle fotografie, sulla vita e sulla mia sofferenza, prima di tutto mi sono spogliato di ogni cosa che mi ricordava lei, i suoi capelli appesi al mio collo non erano lì perché volevo ricordarla, ma perché volevo soffrire, ed è anche vero che la sofferenza ed il dolore  sono una cosa importante ed oramai faranno sempre parte della mia vita, ma ora è tempo per me di vivere tutto ciò in maniera diversa.

Dunque, partiamo ora dallo spiegare che cosa siamo noi, noi siamo l'insieme di atomi in perfetta sincronia, ogni piccola parte del nostro corpo è un universo a se stante, ed il nostro corpo interagisce in maniera perfetta con tutti questi miliardi e miliardi di universi, ma esiste una parte di noi che ci permette di provare emozioni, amore, odio, simpatia etc.. questa nostra parte interagisce con il nostro corpo ma ha una sua vita propria, una sua età, un suo ciclo, che a quanto pare risulta essere eterno, perché direte voi, per un motivo semplicissimo, vive e pulsa ad una velocità diversa da quella del nostro corpo.  capisco che posso apparire pazzo, ma è di una semplicità disarmante. tutto dipende dalla velocità di ricezione e codifica degli stimoli esterni.. ad esempio, vi siete mai chiesti perché spesso e volentieri le esperienze di pre-morte sono molto simili alle esperienze raccontate da genitori che hanno ricevuto la notizia della morte del proprio figlio? Perché il nostro corpo ad una notizia talmente orribile reagisce in maniera talmente violenta da accelerare tutte le funzioni vitali, al punto tale che riusciamo a sdoppiarci, ad uscire dal nostro corpo, a vivere un’esperienza di pre-morte, in alcuni casi può anche seguire un collasso cardiaco a notizie talmente sconvolgenti, non pensate che io sia un cinico a parlare di queste cose cosi, perché penso che sappiate che io sono uno di quei padri che ha ricevuto una simile notizia, ed è lì il segreto della comunicazione con i nostri angeli, del resto non li abbiamo sempre chiamati esseri di luce, provate ora a pensare alla velocità della luce?.. il ragionamento fino ad ora non fa una piega, giusto.. ora perché alcuni riescono a sentire le voci via radio, e perché in alcuni casi si mette la registrazione al contrario? è una questione di velocità di recezione.. se voi fate scorrere il nastro molto velocemente o molto lentamente potreste avere gli stessi risultati che invertendolo, ma ora passiamo alla manifestazione attraverso la fotografia.. se io riuscissi ad avere una macchina fotografica in grado di scattare delle fotografie alla velocità della luce, o magari basterebbe semplicemente alterarne di qualche nanosecondo lo scatto, potrei forse riuscire a catturare il mondo dell'invisibile, voi direte… ma che c…o stai dicendo?.. è semplice In fotografia, la velocità della pellicola, detta anche sensibilità o rapidità, indica la sensibilità di una pellicola fotografica (o del sensore in una fotocamera digitale) alla luce… Capite alla luce! questo significa che loro non sono da un'altra parte ma sono con noi e vivono ad una velocità diversa dalla nostra.. persone che come me riescono a mettersi in contatto con loro, non sono sensitive ma sempicemente  pensano in maniera più veloce, qualcuno lo sa e si rende conto, qualcun'altro no… l'anima vive nell'universo ad una velocità diversa dalla nostra… ecco perché a volte riusciamo a sentirli e a toccarli o ne percepiamo i profumi, o udiamo le voci.. perché rallentano per noi i loro ritmi vitali… per permetterci di sentirli o vederli… è solo una questione di velocità, le foto di Lene apparirebbero più chiare e nitide se la macchina fotografica avesse un tempo di esposizione più ridotto, cioè più veloce.. lei non è lontano in paradiso, nessuno trattiene nessuno, perché non c'è nulla da trattenere, lei vive una vita semplicemente più veloce della mia.. e a volte ci incontriamo… forse riescono a fare anche dei "miracoli" perché pensano più velocemente di noi, se io potessi correre come la luce.. saprei già cosa mi accadrebbe domani e potrei evitarlo.. ma siccome sono relegato in un corpo "lento" ho bisogno del mio spazio per percepire il futuro, ma se io altero il mio stato di coscienza, rallentando o accelerando il ritmo… posso sentirla, vederla e parlarle anche conversare con lei.. non è magia.. accendere una candela perché il raccolto vada bene non è magia, ma controllo del tempo e della velocità.. è un'alterazione della nostra percezione nei confronti del domani che a noi sembra incerto, più lentamente pensiamo e viviamo più incerto ci sembra il futuro, tutto dipende dal nostro rapporto di percezione con la realtà. Ecco perché ti voglio bene Lene ecco perché ieri ho chiamato il vento ed il vento è arrivato, non è magia bianca nera arancione o multicolor o treD è percezione rallentata o velocizzata della realtà… perché tu sei sempre con me… sempre con me…. è disarmante la semplicità di un simile ragionamento, sembra quasi logico. Non esiste una porta attraverso la quale si passa per raggiungere un universo parallelo, l'universo parallelo è già qui intorno a noi e solo una mera questione di velocità.

 Mario Farinato

 

 

Edda CattaniNon sai che il cielo è in te?
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Nel nome del cuore

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Nel Nome del Cuore 2011

Si ripete anche quest’anno e per l'occasione diversi artisti di primo piano metteranno la loro musica al servizio della solidarietà: lo scopo di Nel nome del cuore 2011, infatti, è quello di raccogliere fondi per le popolazioni povere del Burundi e dello Sri Lanka.

Gli artisti presenti a Nel nome del cuore 2011 saranno Renato Zero, Nek, Roberto Vecchioni, Raf, Noemi, Nair e Il Volo, con il coro dei bambini del Teatro Carlo Gesualdo a supportarli live.

Il ricavato della serata sarà devoluto totalmente a tre progetti benefici a favore delle poverissime popolazioni delle due nazioni africane. Verrà potenziata la struttura ospedaliera di Mutoy, in Burundi, mentre nello Sri Lanka arriveranno 100 biciclette per i bambini che devono recarsi nelle lontane e scarse scuole del paese. In più verranno sostenuti gli sfollati della guerra e saranno ricostruite 40 case distrutte dalle inondazioni.

Per finire con il ricavato di Nel nome del cuore 2011 verrà edificata la Casa di accoglienza San Francesco, una struttura per giovani nello Sri Lanka.

Per donare 2 euro basterà mandare un SMS al numero 45501, dal 10 al 22 giugno. Per maggiori informazioni rimandiamo al sito sanfrancesco.org.

 La solidarietà da Assisi 2010

 

 

 

L’appuntamento con l’edizione 2010 di “Nel nome del cuore” è per questa sera 4 giugno alle ore 21:10 su Rai1 con la diretta del concerto benefico che ogni anno si svolge dalla piazza inferiore della Basilica di Assisi, condotto da Carlo Conti. Una serata che vedrà sfilare sul palcoscenico alcune delle voci più belle del panorama artistico italiano: Renato Zero, Massimo Ranieri, Malika Ayane, Francesco Renga, Irene Fornaciari, I Nomadi e il tenore scoperto da “Amici di Maria De Filippi” Matteo Macchioni. Tante stelle tutte unite per solidarietà, l’intero ricavato della serata sarà infatti devoluto a due progetti benefici per l’assistenza all’infanzia.

 

 

 

A Grand Goâve, Haiti, sarà ricostruito un centro di accoglienza destinato a giovani e bambini, mentre in Colombia, a Corozal, sarà finanziata la ricostruzione di una mensa parrocchiale, posta al servizio di una delle comunità più povere del pianeta. Per partecipare attivamente alla causa basta telefonare il numero 45505 per donare 2 euro o inviare un messaggio allo stesso numero, donando 1 euro. Alla campagna di raccolta fondi telefonica aderiscono i gestori Telecom Italia, Vodafone, Wind e 3.

 

 

A proposito di questa manifestazione Padre Giuseppe Piemontese, Custode del Sacro Convento di Assisi a proposito dell’edizione di quest’anno e di quelle degli anni passati ha dichiarato :

 

“Nel Nome del Cuore, quella che abbiamo chiamato ‘ festa estiva di San Francesco’ rappresenta un momento di serenità e di sana allegria per i giovani, gli adulti e le famiglie. Quest’anno si preannuncia ricca di proposte culturali, di racconti francescani e di amicizia con la popolazione di Haiti e con le missioni francescane collegate alla Basilica di S. Francesco. Negli anni passati si è dato vita ad una gara di generosità, che ha permesso a tanti amici, che ci hanno seguito, di sostenere e realizzare progetti importanti a favore di popolazioni dell’Africa e dell’Asia, in Burkina Faso, Darfur, Kenya, Zimbawe, Uganda, Filippine, Vietnam, Malawi, Zambia. Quest’anno, “Nel Nome del Cuore” e nel nome di S. Francesco, contiamo di portare aiuto e solidarietà alle popolazioni terremotate di Haiti”.

 

Edda CattaniNel nome del cuore
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Il “dono” dei papà di FB

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 Questa pagina viene tenuta aggiornata con le note di Papà Mario che trovate di seguito alle precedenti…

Ricevuto come un dono

   Grazie Lene per aver dato al tuo Papà il "dono" di farti conoscere come "amore"

  

 

Oggi sei volata via

 

è un anno che sei andata via, ed ancora sento il tuo profumo sui miei vestiti..

io so che tu ora sei un angioletto e voli lbera da un universo all'altro come una farfallina vola da un fiorellino all'altro, dolcemente e lievemente, non fai rumore sbattendo le tue alucce di panna e zucchero a velo, ieri il tuo papà lo sapeva che avrebbe sentito la tua mancanza oggi piu che mai, allora è andato nel bosco ed ha raccolto fiori nuovi e vecchie pigne cadute dall'albero piu vecchio, con le mani poi ha lavorato cera bianca e nove spilli ha usato per inchiodare tutte le cattiverie del mondo, le ha inchiodate all'albero vecchio e bruciato i volti dei cattivi uomini neri, che stanno facendo tanto male alla tua mammina, un po fusa ultimamente ma sempre pronta a sorridere come facevi tu per dimenticare le brutture della vita.. ti ricordi, eravamo a Brighton quando quella stronza di Idy, la figlia di Charlie ti fece arrabbiare e stavi per piangere, ti ricordi cosa ti disse il tuo papà?

occhi per piangere devi avere sol per chi ami davvero, gli altri devono solo vederti ridere ed essere felice, perchè è solo cosi che li puoi distruggere, con tutta l'allegria che hai, dopo di che passeggiamo sulla spiaggia dai sassi bianchi bianchi e volammo sulla giostra colorata.. che buoni i sapori che c'erano quel giorno in quella piccola città inglese di mare cosi lontana dalla nostra terra. dopo quel giorno hai pianto solo un'altra volta, per colpa di Barbara.. ma solo qualche minuto poi hai smesso e mi hai preso la mano e mi hai detto:"pigna andiamo a giocare".. eri e sei tutto cio che la vita puo donare… ora è un anno che sei volata via, chissa come vivi, dove dormi, ogni tanto penso chissa cosa mangerà, spero che tu possa cucinare tutte le ricette che ti ho insegnato, il tuo diario di cucina e qui con me.. se vuoi dagli un'occhio.. e se non ti ricordi come si fa chiamami.. lo sai che per te io sono sempre all'erta

dolce piccola pulcetta.. saltavi come una pulce ridendo e mangiando leccornie rubate dal frigor..

cosi oggi ho acceso tre candele nere e le ho lasciate bruciare insieme ad incenso di pino nella fontana dove ci sono i pesciolini rossi, perchè la notte e fredda e nera… buia e lunga, allora ho pregato che la notte bruci in fretta nei prossimi mesi a venire, e sole risplenda nei nostri cuori tristi.. perchè da quando sei volata via, gioia è dificcile e allegria si è persa, solo le ombre dei tuoi ricordi toccano le ombre dei miei occhi vacui e pieni di lacrime per un angelo che ha amato la vita con tanta forza ed energia che ha deciso di scappare via un pò prima di me… mi batti sempre… ricordi scendevamo giu per la discesa col vecchio monopattino e Bella ci seguiva.. stavi per aver paura della velocità poi iniziasti a ridere che anche Bella nè fu coinvolta…

ora i fiori nuovi sono accanto alla tua foto, quella dove fai la farfalllina e pigne vecchie nella coppa di rame, la casa profuma di resina e fiori di campo e l'incenso bruciando nel giardino ha fatto arrivare anche gli uccellini, tra un pò andrò sulla tua barca ed insieme ascolteremo il vento come abbiamo sempre fatto, perchè hai imparato e ora sai che il vento è nostro amico, porta via il brutto tempo e fa arrivare la pioggia nei giorni di secca, muove le barche e fa cantare gli alberi, e cosi nel bosco dove la vecchia quercia ha visto milioni di anni scorregli sui rami, i cattivi uomini nutriranno con la loro anima nera le foglie dei noccioli per creare cose buone da cattivi umori e rabbie sopite…

perchè tu mi hai insegnato cosa vuol dire amare ed io nè sto facendo tesoro, anche se la tristezza come una sindone a volte avvolge il mio cuore che quasi smette di battere.. i miei occhi ti vedono ovunque, nei fiori di campo che tanto ti piacciono nelle pigne verdi e quelle secche che ancora portano la resina dell'autunno passato e nell'acqua di quel mare dalla quale tutti noi veniamo.. tu la vita la amavi sul serio ecco perchè ancora mi dai la forza ogni giorno di scrivere di te e dei fiori nuovi e delle pigne vecchie.. il tuo amore scalda il mio cuore nei giorni freddi ed i tuoi occhi mi guardano dall'alto, scommetto che non immaginavi che un uomo orso e stregone come il tuo pigna potesse piangere cosi tanto quando sei andata via.. sennò sono sicuro che avresti aspettato ancora.. ma il tempo cambia, ed i giorni scorrono e oggi luce nuova verrà perchè i cattivi sono morti ieri sera e la terra si è nutrita del miele che il tuo papà ha versato per farla felice.. miele e cristalli d'argento per colori nuovi e storie nuove da raccontarti… sempre ti racconterò le mie storie da orsone cicciottone… perchè ti sei il mio piccolo dolce e tenero fiore di campo da proteggere dal vento forte…

TVB con tutto il mio cuore il tuo papà per sempre…

Pigna

 

 

dai Commenti:

" io sono basito.. tutti questi bellissimi commenti mi si sono velati gli occhi di lacrime… Lene devi essere contentissima da lassù a vedere quanta gente ti vuole bene… io sono solo un piccolo blasfemo che arranca sulla strada della vita ma tu sei diventata un angelo stupendo.. ti abbraccio tanto tanto il tuo papà"

 

 

 

Ieri ero un pò stanco e non riuscivo a coordinare la mente ed il corpo, poi stamane ho riguardato il particolare che mi aveva fatto notare tiziana, ed ecco qui il video.. un abbraccio a tutti gli angeli, alla mia lenina e a tutte voi

 

Quel che fa paura

ci agitiamo nelle nostre piccole vite e cerchiamo sicurezze nei supermercati dove gli oggetti si affaticano ad apparire invece che essere.

quel che fa paura è cio che non riusciamo a vedere coi nostri occhi, ci allontaniamo, li chiudiamo.

quel che fa paura è la morte nera e brutta e le nostre anime che sentono ma non riescono a parlarci.

e paghiamo tre volte un litro di benzina per sentirci protetti e sicuri nelle nostre piccole scatole di metallo.

e siamo contenti delle nostre bombe intelligenti che allontanano i cattivi e ci mantengono al caldo nelle nostre grandi grandi case bianche bianche e senza finestre.

quel che fa paura è la mediocrità alla quale ci stiamo lentamente abituando, quel che fa paura sono i soldi da restituire per l'ultima cucina fatta con fiammiferi svedesi.

e paghiamo quattro volte per senitrci dire in televisione dai profeti del vuoto che c'è stata solo una leggera flessione nel mercato dei cambi ma tutto tornerà normale.

quel che fa paura è l'anormalità, il poeta che sogna, lo scultore che raccoglie pietre ai bordi dei fiumi.

perchè siamo anime sole ma ci sforziamo per restare isolati.

e si sognano isole verdi e mari azzurri ma il vento che potrebbe trasportarci al di la dei nostri confini ci spaventa.

ed allora preferiamo credere alle favole e rifiutiamo di credere negli angeli.

quando il mondo diventa insopportabile ci costerniamo nei nostri sensi di colpa e impariamo ad odiare con intensità e vanità nelle nostre pellicce firmate dai capi scout del modernismo ecologisti che ci assicurano che non è pelliccia vera, non li abbiamo scuoiati vivi e nemmeno torturati quei poveri animali, e poi del resto pensa a cosa metti nel tuo piatto quando mangi carne di pollo…

perchè abbiamo paura… e non riusciamo ad elevarci sopra questo letame che ci circonda, ci sommerge, ci affoga i sentimenti gli amori le storie

quel che fa paura è la voglia di vivere che si è persa dopo la lettura dei dieci comandamenti,

quelli che dicono di non rubare e non uccidere

ma giusto per essere sicuri che tutti li ascoltino sganciamo bombe con sorrisi lieti, sicuri nelle nostre timide camice bianche e profumate di fresco, proprio come le lavava mammà

quel che fa paura siamo noi allo specchio

e quando la morte ed il dolore ti preparano ad avere ai tuoi piedi il mondo…..

ancora qualcuno pensa a quel che fa paura….


 

 

Un miracolo d'amore: la storia di Mario Farinato

Una sera, aprendo la mail di Italia Parallela, ci siamo imbattuti in una lettera che ci ha commossi tutti. E' la storia di un padre, Mario, un fotografo professionista, che da pochi mesi ha perso la sua figlia minore, a causa di un collasso cardiorespiratorio. Ha voluto condividere con noi la sua esperienza, raccontandoci una storia che assomiglia tanto ad una favola.

Mario è autistico, soffre della sindrome di Asperger, e a causa di questa sua particolarità, in passato ha avuto molti problemi nell'intregrarsi con gli altri. Nato in una famiglia fortemente attaccata alle tradizioni del Sud Italia, fin da piccolo ha un dono: quello di poter vedere piccoli frammenti del futuro e comunicare con quelli che per lui sono molto più di semplici "amici immaginari".

I genitori non vedono di buon occhio questa sua particolarità e lo sottopongono ad un esorcismo, un esperienza traumatica che lui stesso fatica a ricordare con precisione. Da allora niente più visioni o premonizioni…. Finchè un giorno, anni dopo, accade qualcosa che lo rimette in gioco.

La notte di Halloween nasce la sua secondogenita Lene, una bimba di appena 900 grammi che quasi pare morta: non respira, non piange… Ma all'improvviso inizia a gridare. 

La madre Lucia ha un trauma post-partum a causa del quale vuole tenersi lontana dalla bambina: è convinta di aver dato alla luce un mostro. 

E' così che Mario inizia a prendersi cura in tutto e per tutto della bambina, allattandola artificialmente e aiutandola ad avere il suo primo contatto con il mondo esterno.

Lene è una bambina speciale: tutti le vogliono bene, tutti adorano questa creatura intelligente, curiosa e dolcissima. Una donnina. Riesce a capire chi le sta intorno con una semplicità disarmante.

Purtroppo un giorno a Mario viene diagnosticata una tremenda malattia: un tumore alla mascella causato da una mutazione genetica. La sua alterazione pare sia un fenomeno comune ai cosidetti bambini indaco, e Mario, facendo il cosiddetto uno più uno, si rende conto che tutti i doni avuti anni fa non erano solamente frutto di casualità o elevata sensibilità. Scopre inoltre che questa alterazione genetica è stata trasmessa anche a Lene ed alla primogenita Denise. 

 

Mario ricorda ancora l'ultima telefonata con la piccola Lene. "Le chiedo di passarmi la mamma, lei viveva con la mamma durante i periodi di scuola e con me i week-end ed il resto dell'anno, Lene si arrabbia e mi dice: Perché vuoi parlare con la mamma, hai tutto il tempo che vuoi per parlare con lei adesso stai ancora un po’ con me… immagino, nella mia ingenuità che sia uno sfogo per problemi con le amichette o per problemi a scuola, ma non c'è nulla di tutto questo, allora pazientemente le dico, Lene, non fare la stupidina passami la mamma, lei si arrabbia quasi e mi passa al telefono Lucia, la mamma, parliamo un paio di minuti e poi ritorno a parlare con Lene, ora Lene è più calma, ma mi parla in maniera strana, e la sento molto triste, quasi come se non potesse più rivedermi, come se quella fosse l'ultima telefonata … la stessa notte alle 5,55 Lene entra in collasso cardiorespiratorio i suoi polmoncini si riempiono di liquido e muore annegata…."

Possiamo immaginare il profondo dolore di un padre alla perdita di una figlia di appena 11 anni. Leggendo la sua mail mi cadono le lacrime sulla tastiera. Non si può rimanere impassibili di fronte ad un simile avvenimento. Mi metto nei panni di Mario, mi tremano le gambe. Durante il suo racconto ho vissuto gli sguardi di Lene, ho sentito la sua risata, mi ha contagiata.

Un giorno, mentre Mario si trova in fila dal dottore, la sua macchina fotografica del 1940 (che aveva con sé) scatta casualmente una foto. E quando quella foto viene sviluppata i suoi occhi si riempiono di stupore.  In translucido appare il volto di Lene!

Questa è solo la prima di una serie (casualissima) di foto in cui appare la sua bimba.  Sono foto che hanno un che di  sconvolgente. In ognuna di esse, più o o meno nitidamente, appare il volto di Lene. 

In seguito, Mario viene contattato da Alessandra Bertone, esperta di metafonia, ed assieme a lei riesce addirittura a stabilire un contatto verbale con la piccola, la quale, durante una seduta di metafonia, chiama distintamente il padre "Pii" e "Pigna", i due soprannomi che lei gli aveva dato.

Non posso non credere alle parole genuine di questo padre. Ho visto le foto, che lui mi ha inviato via mail, e le trovo assolutamente autentiche. Non me la sento di pubblicarle sul sito, perché mi sembrerebbe di gettare in pasto agli squali qualcosa di troppo privato e profondo. Tuttavia se qualcuno fosse interessato a vedere qualcosa ce lo dica e lo metteremo in contatto direttamente con Mario.

Non sono solita scrivere articoli inserendo così tanti interventi personali, ma questa commovente storia non mi ha dato alternative. Credo che questo sia un miracolo d'amore, il più grande di tutti. L'amore, quello vero, che non muore mai. 

 Monica Taddia 

Non volevo scrivere subito, ma ho il vizio di vivere   (5 maggio)

 

  A parte il fatto che leggendo i vostri commenti sono rimasto basito da tanto interesse,  poi mi sono incuriosito, perché a volte scrivo di botto velocemente e neanche mi rendo conto di quello che penso, a volte riesco a scrivere simultaneamente, nel senso che penso e scrivo.. e come essere all'unisono con il diavolo.. ti scotti, brucia ma vai avanti perché non riesci a fermarti, e rileggendomi … mi chiedo.. dovevo proprio star male un casino per scrivere e pensare queste cose…. allora mi capisco un po’ di più… vorrei raccontarvi una storia, vorrei raccontarvi di me, dei miei viaggi, del mio mondo fatto di assurdità e di effimero, vorrei poi mi rendo conto che raccontarmi sarebbe inutile, e sarebbe palare di me, del mio passato che ora non conta più niente… a parte i mie undici anni di felicità con quello scricciolo pestifero che sbottava se gli si pestavano i piedini, in fondo lei era la mia fotocopia… calma, tranquilla anche un po’ cicciottella, ma un uragano…. amava la cucina, amava la musica, amava i viaggi, ma quelli veri non da turista, quelli in cui prendi un tovagliolo gli butti dentro una pera e un po’ di pane e lo appendi ad un ramo lo metti sulla spalla e ti incammini… Lene era semplicemente più viva che mai.. aveva una forza ed un energia che nessuno, ma nessuno davvero ha, inoltre il fatto di essere ingenua gli permetteva di vedere il mondo a modo suo.. ma cazzo.. non si sbagliava mai…. la vita non la spaventava, e neanche il dolore la spaventava.. in qualche modo era come se sapesse che doveva approfittarne il più possibile dalla vita stessa, viverla come un fiume in piena, berla tutta senza remore, assaporarla, gustarla, toccarla e forse nel suo piccolo cuore di fatina bionda e peperina, sapeva di avere poco tempo per fare tutto ciò che voleva.. ma c'era una consapevolezza nel suo essere bimba che ti lasciava senza parole, lei era consapevole dei suoi limiti e dei suoi desideri, e te li metteva su di un piatto e ti diceva.. guarda, hai visto che bella è la vita se sai da che parte guardare :).. ricordo che una volta eravamo in macchina, e lei mi diceva, papà che bella la mustang decapottabile.. vero? l'avevamo noleggiata per attraversare la Florida, e poi mi disse, non riuscirò ad essere cosi ricca da comprarla.. ed io ridendo le dissi.. Lene… se davvero vuoi qualcosa basta chiudere gli occhi e desiderare intensamente quella cosa, e poi credere, credere con tutto il tuo cuore che quella cosa e tua..e lei mi rispose mentre guardava dal finestrino.. lo so pigna.. lo so e hai ragione, il problema è che dovresti ripetertelo più spesso… rimasi allibito… ora capisco anche perché mi disse quella frase.. io non so tra noi due chi fosse il maestro e chi l'allievo, ne tantomeno chi il padre e chi la figlia, ma ci bastavamo per essere felici. Ora mi guardo nello specchio ed ogni minuto, ogni istante della mia vita penso a quel suo sguardo… quasi distratto.. mentre con le mani toccava il finestrino dell'auto.. e i capelli biondi che scivolavano lentamente sulle sue spallucce da bambina… e quella frase talmente semplice e cosi piena di forza.. lo so pigna, lo so.. il problema e che dovresti ripetertelo più spesso…. ora me lo ripeto…. a volte ci sono situazioni difficili, a volte la vita ci mette di fronte a delle scelte obbligate, a volte ci sembra che nulla possa redimerci e niente salvarci… invece non è cosi, basterebbe fermarsi e dirsi "Tutto mi appartiene".. mica è facile, eppure è cosi, noi pensiamo che per andare da Milano a Como bisogna usare l'auto, e quindi pensiamo che abbiamo bisogno di un lavoro, e dopo qualche mese pensiamo che andando da un concessionario possiamo fare un prestito e comprare una macchina usata, e pagare le rate, e metterci la benzina e attaccare la cintura di sicurezza e chiudere bene le portiere e pagare l'autostrada, e mentre siamo in viaggio pensiamo, si ho lavorato tanto, ho fatto sacrifici e ho ancora qualche rata d appagare, ma tra meno di venti minuti sarò a Como con la mia auto.. ed improvvisamente l'auto si ferma e rimaniamo senza soldi, senza auto senza lavoro e dobbiamo scegliere se tornare a Milano a piedi o andare a piedi fino a Como… intanto il travestito che passeggia tutte le notti sotto casa nostra passa sfrecciando su una ford mustang decapottabile in direzione di Como…. Ecco questa è la vita.. noi pensiamo che esistano soluzioni logiche, perché ci hanno insegnato ad essere logici, a scuola ci dicono che la logica e la madre delle soluzioni, e noi ci crediamo , perché lo dice il prete, il maestro, la mamma ed il papà… poi quando cresciamo…. la logica e solo un gioco diabolico che non serve a nulla……… a volte basta solo chiudere gli occhi per essere liberi viziarsi vivendo…..

spero che non disturbi il fatto che pubblico i link alle mie note.. con affetto un abbraccio a tutti e tutte.. mammi e mamme   (12 maggio 2011)

 
 
 
 
  e mi sento completamente fuori luogo, fuori dal mio mondo, come se arrivassi da un pianeta sconosciuto e per una fortuita coincidenza sono approdato qui ed ora. Far finta di sentirsi come un uomo, far finta di camminare sotto la pioggia battente, un lampo rimbomba tra le nuvole lontano lontano.. ed io sono perso… faccio quel che faccio per pura necessità esistenziale, guardo i segnali stradali, mi sento in panne, come se guidassi sulla 66 con la macchina in riserva.. devo muovermi lentamente senza consumare troppo carburante altrimenti al prossimo distributore non ci arrivo.. e mi guardo nelle tasche per trovare i ciotoli di un passato cosi stranamente lontano da tutto cio che ora sono.. ed ora sono un nulla.. il niente… rumori di pentole che bollono sul fuoco, ora sono seduto in cucina a guardare uno schermo vuoto.. pieno di frasi distorte dal tempo e da un dolore lancinante che mi cattura il cuore e mi affonda strappandomi le vele… fuori dalla cucina uccelli volano cantano catturano insetti per il prossimo inverno, io mi guardo le mani,,, oramai invecchiate, unico segno della mia età che ora lentamente scorre tra le strofe di una canzone, ed il vento continua a soffiare fuori dalla finestra.. i miei occhi confondono le lettere della tastiera alterandole, distorcendole.. c'è il silenzio ora e iniziamo a camminare insieme io ed il silenzio.. mi affaccio sullo stagno e ti vedo riflessa tra le ninfee ed i pesci rossi, e-mails. lettere, parole, tutto resta in funzione del dopo.. di un domani senza domani.. soldi in tasca ma mi sento povero, abbandonato ad un rumore persistente ed incessante.. la fabbrica dei dolci si è chiusa dietro di me, non c'è piu odore di buono e di torta fresca da mangiare.. ed il sole mi brucia la pelle… ora sono in un deserto, un insetto tra la sabbia rovente che arranca alla ricerca di un buco dove nascondersi e trovare tenere gocce di umidità.. mentre scavalco l'ultimo gradino del piramide di vetro mi brucio le zampe.. mi giro.. mi accorgo che non sono piu io.. ma una parte di me stesso che si allontana nel vuoto dello spazio piu profondo, tra stelle e nebule bluastre.. soffio sulle mie mani alla ricerca di un'emozione e mi accingo a vivere ma il sogno si spegne… ora sono sveglio e mi manchi

l'aggiustatutto

 piccola. dimmi di cosa hai bisogno..io sono qui per amarti.. eccolo che arriva l'uomo tuttofare.. è questa la cosa che voglio dirti.. sono occupato 24 ore al giorno e 7 giorni su 7… aggiusto cuori rotti, metto a posto anime a pezzi.. mi lascio and…are e scivolo sulla vita.. poi mi fermo e sembro arrabbiato e forse lo sono.. ma tu non preoccuparti perché nulla mi spezza.. allora datti da fare e fai  una passeggiata nel parco, prendimi per mano e fammi volar con te.. sono l'uomo tuttofare.. aggiusto storie antiche.. le rimetto a posto dal nulla.. e faccio fiorire i gerani sulla tua veranda.. non sono uno di quelli che usa utensili non sono neanche capace di fare dei piani contorti e complicati.. .. io sussurro dolci parole al vento nella notte e i problemi scorrono via come acqua nei torrenti a primavera… dai .. non aver paura lo sai che sono il tuotuttofare.. ti metto a posto la vita. la rimetto in sesto.. e se il tuo cuore è rotto.. bhè allora chiamami… dillo anche ai tuoi amici cosi correranno da me.. questa è la cosa piò importante che volevo dirti.. io sono molto occupato ad aggiustare cuori.. ma chiamami io arriverò fosse anche dall'altra parte delle stelle.. dolce piccolo amore mio.. quante volte mi hai chiamato.. chissà chi aggiusterà il mio cuore ora.. ma sai che il mio amore non potrà mi fermarsi neanche di fronte alla morte nera.. allora chiamami se hai bisogno pulcetta mia.. io sono occupatissimo ad aggiustare cuori rotti.. ma per te.. per te.. troverò un astronave per attraversare il cielo e aggiustarti il cuore l'anima e la vita.. perché sono il tuo papà e lo  sai che farei tutto per te.. ma proprio tutto… il tuo pigna per sempre 

(17 giugno 2011) Un letto di piume ho sbagliato perché lo volevo, ho scelto di essere uomo e corro fino in fondo, i suoi capelli appesi al mio collo ricordano il suo profumo ed il suo tocco, scivolo sulle convenzioni sociali e mi abbandono ai miei errori, perché chi sono non è cosa sono.. io esisto tanto quanto lei.. e lei vive tanto quanto me.. non posso pentirmi di ciò che sono.. viaggio senza carburante… e non mi fermo alle stazioni per far rifornimento.. il deserto è il mio sentiero.. ma posso perdermi e so che lo farò tante e tante volte.. ma non voglio più fermarmi a pensare.. voglio essere demone di luce ed angelo di fuoco.. perché il deserto mi appartiene.. l'assenza è la mia partenza ed il mio arrivo.. vivo sospeso in una nuvola di ghiaccio al di là dello spazio.. tra freddo e calore che brucia pelle e capelli, galleggio su di me e sui miei pianti amari.. ma non mi chiedo più chi sono e cosa faccio.. perché devo scorrere giù per dare vita e che vita non sia in questo universo senza poli, il vuoto completo, non c'è attrazione né repulsione semplice assenza di gravità.. per ritornare a vivere ci vorrebbe un miracolo…  ma la gola brucia e le mani sono dentro le mie tasche vuote.. i mei documenti li ho persi un anno fa.. non sono perché ero, tantomeno potrei dire che  ero perche potessi essere, ma urlare al vento che io sono perché sono.. viaggio tra sogni incubi panico paure e certezze.. mi chiedo se tutto questo finisse ora.. la perderei ancora?… cosi mi sospendo sul tempo ed aspetto un'altro giorno.. tra delirio e coraggio a metà tra me stesso e lei stessa. dove porte non si aprono e finestre non si chiudono.. guardo le stelle da un letto di piume bianche al centro di un universo senza forza di gravità

 

 

poi ho pensato…

ma ho qualcosa da fare prima di partire anch'io.. devo dare pace alla sua anima.. perché pace sia guerra deve essere dicono è se guerra dovrà venire io combatterò con tutte le mie forze.. il buio non mi fa più cosi paura.. è l'assenza che mi terrorizza. perché l'assenza d'amore, l'assenza di vita è inferno.. è questo che non capiamo..l'inferno ed il paradiso cosi come lo descrivono non esiste.. ma esiste come assenza totale di amore.. senza quel legame che ci unisce da una parte all'altra di questo immenso universo siamo solo dei corpi riempiti di inutili parole che camminano come fantasmi in città vuote di vita e speranza… ma se una goccia beviamo.. allora crediamo e se crediamo viviamo.. ecco .. ora il giorno sta lentamente finendo dietro le gocce di pioggia che sull'asfalto formano ruscelli ed i fiori bevono…. ora che il giorno lentamente si sta spegnendo dietro le montagne.. dalla porta di casa mia vedo le nuvole… vedo quegli attimi di amore che mi hanno reso fiero, felice, gioioso con te.. e allora  resto con te… il tuo papà per sempre

 

 

Edda CattaniIl “dono” dei papà di FB
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La solidarietà fa gruppo

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Da quando leggo le pagine di FB mi sento di navigare in un mare di dolore, ma anche di solidarietà e di speranza… Dovremmo tutti conoscere la profondità dell'essere per scavare e ritrovare noi stessi, con tutte le nostre manchevolezze, ma anche con i tesori indefinibili dell'amore e della solidarietà.

 

 

Alessandra Bertone è la "postina" del gruppo  : "grazie Fabrizio per avermi aperto le porte dell'infinito !"

 

 

Scrive Maria Grazia: "…  Ti fa iniziare percorsi di riflessione che non avresti mai pensato di fare prima. Tramite questi percorsi dolorosi, la nostra anima diventa più limpida e più ricca. Si evolve . Di conseguenza è una occasione che ci viene data perchè tanto amati per diventare migliori. Ancora di più e sempre di più. "

 Mi chiamo Mary ed il mio Angelo Federica, ha solo 16 anni e da 4 è volata in Cielo. La nostra vita è stata in perfetta simbiosi ed insieme ci completavamo. Io mi calavo alla sua età quando ne aveva bisogno e Lei si elevava alla mia quando ero io a lanciare l'SOS. Da quando Lei è partita non faccio che ringraziare il Signore ogni sera perché il giorno giunto al tramonto è uno in meno lontano da Lei. Faccio parte di questo meraviglioso gruppo da appena qualche giorno e leggendo dei segni meravigliosi che i Vs Angeli vi lasciano mi dà gioia,ma al contempo di fa morire ulteriormente dentro. Cerco la mia bambina dal primo momento e lo faccio con ogni mezzo, ma soprattutto con la fede di chi ha la certezza che Lei oggi è al cospetto di Dio…e allora mi chiedo perché il Signore a me non concede almeno questo dono che a tante mamma regala? In cosa non sono degna? Vi chiedo perdono x l'amarezza delle mie parole e anticipando che sono felice x voi vi dico AIUTATEMI perché io senza Lei non vivo!!!!! Un abbraccio,mie compagne di questo amaro viaggio.

 

(Mamma, se dovesse succedermi qualcosa, dai anche le unghie per me!)

Care amiche ,oggi sono in una di quelle giornate no! di quelle che ti fanno impazzire. .Domani il mio angelo Giuseppe fa 3 mesi che è volato via…..le lacrime scendono senza poterle controllare , so che lui non lo vuole ….ma come si fa!!!!!Spero almeno che questa notte venga nei miei sogni per potergli dire anche se lo dico sempre … che lo Amo tantissimo ….So che Lui ora sta bene …ma c'è sempre un ma nella mia mente!!!!!!scusate il mio sfogo ma solo qui posso farlo perché si parla la stessa lingua e potete capire il mio momento di tristezza! vi auguro a tutti una buona notte!!!!!!!!!!!

 

Eccome se ti capisco cara Rossella…oggi è il mio compleanno il mio primo compleanno senza il mio amore…. ed ieri erano 6 mesi che Mirko è volato via…mi manca da morire…ma loro non vogliono le nostre lacrime, li fanno soffrire ed è per questo che cerco di pensarlo vivo e felice anche se non poterlo più vedere e toccare mi fa impazzire…..coraggio Rossella, insieme ce la faremo…tvb

 

 

3 mesi sono niente, sono pochissimi, è normalissimo che ti senti triste, che piangi, 3 mesi è troppo poco, il dolore ha bussato purtroppo da pochissimo nella tua vita. Lo so, tanti dicono di non piangere, non disperarsi, che a loro i nostri …i angeli non và di vederci cosi, ma come si fa? Non so se il tuo angelo Giuseppe era tuo figlio o l'amore della tua vita, ma ti abbraccio forte, solo chi ha provato la perdita di un essere che si amava tanto può capirti, noi ti capiamo.

ti comprendo mia cara Rossella sono date che rimarranno scolpite nella mente sino alla fine dei nostri giorni. Il 19 luglio saranno 3 anni dalla partenza della mia adorata figlia Vanessa in cielo. Bèh lo stesso giorno mio figlio minore compiva 18 anni. Oltre alla perdita di mia figlia ho anche il dispiacere di avere un figlio triste, che non vorrà più festeggiare i suoi compleanni…

 

Antonella sei nel giusto! E' un diverso modo di sentire ….bisogna cambiare lunghezza d'onda. Non la vedo più qui fisicamente ma questa è la parte meno importante se ci si pensa bene……non è facile in un primo momento cambiare il proprio modo di ragionare e di vedere le cose, ma io continuo a rapportarmi con lei normalmente nel senso che la sento vicina sempre dopo i suoi "segnali" iniziali ed i suoi messaggi ora con la metafonia

 

 

Mery come tutte noi fai gli stessi pensieri e provi tutta la disperazione di questo mondo, togliere un figlio a una mamma è la cosa più atroce che possa accadere….purtroppo a noi è accaduto, quella brutta parola che si chiama morte ha fatto di tutto per spezzarci in due, ma noi ci siamo piegate e non spezzate…tra alti e bassi, brutti pensieri, un po' di fede siamo qui, non è un caso…. ci tendiamo le mani, la nostra Sandra ci fa qualche registrazione e ci ossigeniamo, tentiamo di scrivere e descrivere tutto quello che proviamo, perché solo chi ha vissuto questo dolore sa……ora mia cara, pensa alla tua Federica un bellissimo angelo che non ti abbandona un istante, riprendi i tuoi discorsi da dove si sono stati interrotti, non ti preoccupare…..non sei pazza…., ci vorrà un po' di tempo per raggiungere questa consapevolezza, ma noi abbiamo una marcia in più….mia cara ti do la mia mano…

 

 

 

Mary come tutte,potrei dire la stessa cosa, ma la felicità di mio figlio per me e' priorità , la vita mia e' per lui ,ogni giorno e forse ogni istante e' nella mia mente ,ma con la certezza della sua Vita! Io per quasi due anni ho avuto so…lo la Fede che mi ha aiutato poi e' stato lui che ha voluto comunicare con vari segnali ! Tu già senti qualcosa ,Federica mai ti lascerà e' così vicina che non riesci a vederla , e' nel tuo cuore , quel cuore che Dio ci ha donato ,quel cuore che nacque innocente puro , si cresce e ci dimentichiamo che il Padre e' uno solo che i figli sono i figli del nostro Padre , ci vengono donati ma non abbiamo nessun potere su d loro solo l'amore e con l'amore incondizionato ritrovato ,con una strada così impervia e innaturale, la ritroverai e anche solo sentirti chiamare MAMMA SARA' UN DONO IMMENSO ! ACCADRA' E SARA LA PROVA DELLA CONTINUAZIONE DELLA VITA! LA FEDE NON CERCA PROVE MA ,A NOI DIO E I NOSTRI FIGLI I NOSTRI CARI , CI HANNO PERMESSO DI AVERE PROVE, FORSE ANCHE PER DIVULGARE UNA CONSAPEVOLEZZA CHE MOLTI RIPUDIAMO GETTANDOSI SOLO NEL MATERIALISMO CHE STA ROVINANDO QUESTO MONDO ! Un abbraccio immenso A TE E AL TUO ANGELO ! Emanuela la mamma di Gabriele.

 

 

… e Cristina ha fondato un'Associazione per Gianmarco

LA POESIA ESISTE PERCHE…' PERCHE' ESISTE L'AMORE…, L'AMORE ESISTE PERCHE' ESISTI TU FIGLIO MIO …TI AMO LA TUA INNAMORATISSIMA MAMMA ♥♥♥

 

Per riflettere da Gina:

Meraviglioso è il mondo da qui,vediamo le cose con occhi nuovi

La Sorgente della vita è sempre piena d'acqua per alimentare le vostre e le nostre anime

La Terra non è che un  puntino nella costruzione del Tutto e di Dio

Voi vi sentite invincibili,ma non è così non siete niente in confronto a tutto il sistema,la materia che è in voi è PONGO da modellare,il disegno viene bene se c'è fantasia e amore.

Che cos'è l'amore?

L'amore non è accettare tutto abbassando la testa,anche quello che sentiamo sbagliato,ma è la forza anche di dire NO e far capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato,questo è il vero amore,

un buon consiglio non lo da colui che ragiona con la testa,ma è colui che parla con la scintilla Divina che è in lui.

La nostra scintilla che è legata alla Sapienza Universale e cioè a Dio

Il cammino sulla terra non è che una scuola da frequentare e vivere  con la consapevolezza di imparare con umiltà,cercando poi di essere capaci a dare l'esame che sarà quassù al cospetto del Signore, che tanti maestri ci ha mandato per farci apprendere e il risultato sarà diventare LUCE PURA e vivere nell'eternità senza più dover scendere.

Nel vostro cammino aprite le vostre menti e le vostre orecchie,

beati coloro che  ascolteranno la propria scintilla Divina perché andranno avanti senza più paura.

Volete sapere chi siamo e io vi dico tutti e nessuno siamo l'insieme della luce dei ragazzi.

 

Un abbraccio dal cielo?       RAGAZZI  DI   LUCE

 

 

 

 

Edda CattaniLa solidarietà fa gruppo
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«Non dimenticate i bimbi scomparsi»

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«Non dimenticate i bimbi scomparsi»

In Italia 718 casi irrisolti in soli nove mesi

 

Appello di Telefono Azzurro nella Giornata internazionale dedicata ai minori spariti.

Solo una minoranza di casi fa notizia. Purtroppo. Bambini inghiottiti dal nulla, e spesso mai ritrovati. Roma, come molte altre capitali, partecipa alla Giornata Internazionale dei Bambini Scomparsi, in programma mercoledì 25 maggio. Un’iniziativa lanciata nel 1983 a New York per ricordare il piccolo Ethan Patz, rapito il 25 maggio del 1979.
A Roma, Telefono Azzurro ha organizzato un convegno – «Bambini scomparsi. Un fenomeno da conoscere e interpretare. Quali dimensioni, quale prevenzione e quali interventi?» – ospitato nella biblioteca del Senato «Giovanni Spadolini». I dati sono allarmanti anche in Italia. Tra il primo gennaio e il 30 settembre 2010, i minori italiani o stranieri scomparsi (e mai ritrovati) sono 718, secondo i dati riferiti dal commissario straordinario per le persone scomparse, Michele Penta.

AMNESTY INTERNATIONAL – E nel ventennale della ratifica dell’Italia della Convenzione sui diritti dell’infanzia, il 27 maggio 2011, sono in uscita le prime tre pubblicazioni della collana i Quadernoni di Amnesty, quaderni da leggere e colorare che insegnano ai bambini i loro diritti giocando. I quadernoni, editi da Notes edizioni, tornano in libreria in un’edizione riveduta e corretta: il numero 1, «per scoprire cosa sono i diritti dei bambini», è rivolto ai bambini di 6 e 7 anni, mentre il 2 è dedicato alla «scoperta degli altri intorno a noi» e si rivolge ai piccoli di 7 e 8 anni. Il Quadernone 3 di Amnesty, «storie fantastiche e fatti reali sulle bambine e i bambini del mondo», è invece rivolto ai bambini di 9-10 anni.

 

Voglio ripetervi quanto già sapete bene: voi siete i prediletti del Papa. Questa cosa l’ho detta tante volte a bambini come voi, di ogni Nazione.

Nella grande famiglia, che è la Chiesa cattolica, composta di tanti membri piccoli e grandi, i bambini sono i figli più cari. Sapete perché?

Perché in voi si rispecchia più pura, più limpida, più trasparente l’immagine di Dio, il nostro Padre celeste, che ci ha creati per amore.

E poi voi siete i piccoli amici di Gesù: cioè del Figlio eterno del Padre che si è fatto uomo, uno come noi, per la nostra salvezza: si è fatto bambino, uno come voi, per portare nel mondo i doni dell’amore, della bontà, della pace.

 

 

Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.

Se chiudesse gli occhi cadrebbero.

Solo il suo stupore li mantiene sospesi, la sua piccola mano li innalza, il suo cuore li muove e li allontana.

Senza un bambino appiccicato ai vetri, alle alte ringhiere di una terrazza adulta, gli aeroporti morirebbero d’orrore.

Un bambino non potrà mai pronunciare la parola “aeronautica”, ma da lui dipenderà l’imitazione dell’uccello.

Un bambino non saprà calcolare le distanze, ma è lui la garanzia del ritorno.

Ogni aeroporto deve avere un bambino incollato ai vetri, accanto agli altoparlanti, dovunque si acquatti la paura.

 Grazie a lui durerà meno lacrime il rientro di tutti, dorrà meno baci l’addio delle madri e le hostess potranno prescindere da avvisi insulsi.

Un aeroplano per aria … sono molti bambini che guardano l’orizzonte.

Alexis Diaz Pimienta  “ Occhi di bambino”

 

 

Edda Cattani«Non dimenticate i bimbi scomparsi»
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N.D.E. Testimonianze

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Dalle amiche di FB

Loredana Valente: Nell'anno 1996..Una mattina, mi sono alzata per svegliare le mie bambine che dovevano andare a scuola… Nell'uscire la mia stanza e raggiungere la loro… sono stata colta da un malore… Un fortissimo dolore al basso ventre…. Non ho fatto in tempo ad arrivare nella stanzetta delle mie bambine.. che sono svenuta….!! Dopo parecchio tempo sentivo le urla delle mie figlie che gridavano…. " Mamma Svegliati" e piangevano a dirotto…!!! Mi sono svegliata e trovata per terra…!!! La più piccola disse… Mamma mia… mi hai fatto spaventare…!!! Avevi gli occhi all'insù…. Mentre la più grande…(15 anni)… chiamò subito la guardia medica,… vennero subito sentendo piangere la bimba al telefono..!! Il medico mi misurò subito la pressione ed era 40 la minima – e -50 la massima… Mi dissero sig.ra è un collasso… Le piccola scese a chiamare l'amica che abitava al piano inferiore.. salì e mi misero in cucina seduta….!!! Beh'…. lì… ho visto una luce gialla e piano piano entravo in questo tunnel… Sì.. dico bene… Un tunnel lunghissimo color giallo oro… e..in fondo … il volto di GESU' CRISTO…!!! Dissi alla mia amica … Cecilia…!!! IO SONO MORTA… "STO IN PARADISO"… Ma che dici mi disse…!! Tu sei qui affianco a me.. seduta in cucina..!!! Così.. piano piano mi ripresi…!!.. Il giorno dopo fecero una trasmissione in televisione.. e.. parlarono proprio cosa si vede quando entri in coma.. Lo chiamarono… IL TUNNEL DELLA VITA… Mamma mia.. dissi… Lo stesso mio caso di ieri….. Quindi io non sapevo cosa fosse il "TUNNEL DELLA VITA".. Mai sentito in vita mia… !!! Quindi Amiche ed amici miei…Quello che ho visto è stato " BELLISSIMO.." STUPENDO "…. Ora sì che so il significato di quella parola…!!! ……………………..

 

N. D. E. TESTIMONIANZE

                              

Dopo l’esperienza del Convegno di Cattolica in cui Paola Giovetti ha raccontato alcune vicende presenti nel suo libro,  Alessio Tavecchio ospite del Convegno di Padova ha esposto ai presenti in modo semplice e spontaneo la sua “avventura”: l'incidente motociclistico. Questoaccadimento, drammatico dal punto di vista umano, gli ha rivelato il mistero della vita spingendolo a varcare quella soglia che chiamiamo morte, ma che invece gli si è rivelata come un passaggio della coscienza a un livello diverso da quello conosciuto nella dimensione fisica.

       

Near Death Experience può essere tradotto in italiano con "esperienza in punto di morte" o "esperienza di pre-morte", ma l'acronimo NDE è il termine più diffuso e riconosciuto per indicare questo tipo di esperienze. Le NDE classiche sono costituite da racconti o testimonianze di eventi "vissuti" da persone che si sono trovate, per un periodo più o meno breve o lungo, in uno stato di potenziale morte clinica riconosciuta, rispetto al quale sono state poi riportate in vita. Gli eventi narrati dovrebbero coincidere col periodo della morte clinica, anche se vengono avanzati dubbi al riguardo.

 

Durante gli ultimi 40 anni vari ricercatori hanno approfondito ed arricchito le conoscenze su questa nuovo campo di studi nato nell'ambito della tanatologia. Tra i pionieri figurano medici come Raymond Moody, Michael Sabom, Melvin Morse, psichiatri e psicologi come Elizabeth Kübler-Ross, Kenneth Ring, Peter Fenwick, Phyllis Atwater e molti altri. Da un'indagine Gallup del 1982 risultava che nei soli Stati Uniti circa 8 milioni di persone adulte avevano avuto una NDE. Sondaggi successivi hanno elevato tale cifra a quasi 12 milioni. Da uno studio pubblicato nel 2001 dal Dott. van Lommel è risultato che su 344 pazienti riportati in vita negli ospedali olandesi dopo un arresto cardiaco, circa il 18% era andato soggetto ad una NDE.

Le NDE hanno quasi sempre un profondo impatto su coloro che ne fanno esperienza, anche per quanto riguarda la loro vita successiva. Molti "sperimentatori" infatti tornano indietro con un bagaglio di esperienze e di convinzioni interiori sui principi che riguardano lo spirito ed il significato dell'esistenza umana, e ricominciano a vivere con una visione del mondo e del proprio impegno nella vita che in alcuni casi risulta completamente diversa da quella che avevano prima di "morire".

Molte di queste testimonianze sono pervase da un'aura numinosa per la presenza di un'energia la cui orgine viene percepita come divina, un'energia che si manifesta sotto forma di luce e di un amore immenso ed incondizionato. Ho pensato di dare evidenza alle testimonianze di NDE perché sono tante e provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Gli effetti di una NDE comprendono la drastica riduzione del timore della morte, la comprensione del significato dell'amore e l'incremento della capacità di amare senza condizioni e senza personalizzare l'amore, il sentimento che tutto l'esistente è un'unica entità e che la vita ha un significato profondo ed uno scopo, l'acccettazione e la compassione per gli altri esseri umani e l'accrescimento dell'interesse per lo spirito e per la sua evoluzione. Chi è passato attraverso quest'esperienza, in genere tende ad essere più incline ad una spiritualità universale, anziché assumere un atteggiamento "religioso" nel senso convenzionale del termine, e molti ne tornano convinti del fatto di essere "spiriti" temporaneamente ingabbiati in un corpo fisico.

Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che le NDE possano essere prodotte dall'attività cerebrale (in particolare da forme di attività che si produrrebbero nel nel cervello morente). Ma il dottor Peter Fenwick, neuropsichiatra inglese impegnato nel campo delle ricerche sulle NDE, pensa che tali ipotesi non reggano alla prova dei fatti. Il dottor Fenwick così descrive lo stato del cervello durante una NDE: «Il cervello non sta funzionando, non è là, è fuori gioco, può anche essere leso… Eppure queste esperienze, chiarissime, si verificano… Quando il cervello smette di funzionare, normalmente si ha uno stato di incoscienza. Per esempio, se voi avete uno svenimento, cadete al suolo senza sapere cosa sta accadendo, perché il cervello non funziona. I sistemi della memoria sono particolarmente sensibili all'incoscienza, e così non potrete ricordare nulla. Eppure, dopo una di queste NDE, i ricordi sono chiarissimi e lucidi… Questo è un vero rebus per la scienza. Non ho ancora trovato una sola spiegazione scientifica che possa dar conto di questi fatti».

In questa sezione sono riportate alcune testimonianze di NDE, tra le tante che provengono da milioni di esseri umani, donne e uomini che le hanno raccontate liberamente, talvolta superando il timore di non essere creduti o di venir derisi. Cliccando sui nomi della pulsantiera di destra si accede alle singole esperienze.

Nell'occuparmi di esperienze come le NDE il mio scopo non è quello di dimostrare l'esistenza di una vita dopo la morte – cosa che comunque non escludo – ma piuttosto di evidenziare un messaggio, un insieme di informazioni, relative ad una condizione che per molti aspetti appare diversa, quasi antitetica rispetto a quella umana. Per esempio, in molte di queste esperienze compare un essere luminoso che irradia amore, un amore di un'intensità che va oltre qualsiasi esperienza umana, un amore incondizionato che infonde sicurezza, immensa felicità e senso di appartenenza, un amore che fa sentire finalmente a casa. Un altro aspetto che si verifica di frequente è la revisione della propria vita in compagnia di questo essere di luce. Non vi è la sensazione di essere da lui giudicati, e meno che mai condannati. Vi prevale invece un senso di comprensione e di conforto, non disgiunto in qualche caso da un benevolo umorismo. Semmai è il soggetto stesso che, nel percepire quanto vi è stato di disarmonico nella propria vita, soprattutto in relazione alle sofferenze causate agli altri dai nostri atti, sente con rammarico l'inadeguatezza della propria capacità di controllare in modo positivo una condizione così difficile quale è quella dell'incarnazione.

Nella loro maggioranza, le esperienze narrate da chi è passato attraverso una NDE non vengono percepite come fantasie o avventure oniriche, ma hanno lo spessore e l'impatto di un vissuto reale, che non di rado presenta una qualità della realtà percepita come superiore a quella del nostro normale stato di veglia. Anche la registrazione nella memoria di tali eventi risulta profonda e duratura, almeno pari, se non superiore, a quella degli episodi della nostra vita che hanno determinato il maggior coinvolgimento emotivo e di significato. Pertanto, sempre alla luce dell'importanza dell'elaborazione e della trasmissione dell'informazione, possiamo affermare che tramite le NDE ci perviene un messaggio informativo da non sottovalutare. A mio avviso la questione se tale messaggio sia in tutti i casi di NDE un'elaborazione dovuta all'attività del cervello, come sostengono alcuni ricercatori, oppure venga trasmesso in qualche caso anche in assenza di attività cerebrale, come sostengono altri, pur essendo molto importante, non è essenziale.

In alcuni casi la sospensione delle funzioni vitali è stata determinata da esigenze di tecnica chirurgica strettamente controllata, che non dovrebbero lasciare dubbi sulla verifica delle condizioni di sospensione del funzionamento del cervello (per esempio, lunghi periodi di (encefalogramma piatto). Le testimonianze delle esperienze vissute dalle persone le cui funzioni vitali si trovavano in quello stato inducono alcuni ricercatori ad ipotizzare che la corrispondenza coscienza=stato mentale=attività cerebrale in alcune circostanze possa venir meno.

Coloro che sostengono la tesi che in ogni caso le NDE devono essere prodotte dall'attività del cervello, appartengono a due categorie: o si richiamano al fatto che, senza eccezioni, qualsiasi forma di consapevolezza e qualsiasi elemento di informazione ricevuto dagli esseri umani deve passare attraverso l'attività cerebrale – il che si risolve in una negazione a priori di altre alternative – oppure cercano di provare che le NDE non si verificano in condizioni di EEG piatto (pur se così potrebbe sembrare) ma prima o dopo tali stati, e che l'attività cerebrale anche in condizioni di ridotta efficienza può consentire il prodursi di tutte le esperienze delle NDE e la loro memorizzazione. I primi sostengono (logicamente, in base ai loro presupposti) che l'onere della dimostrazione del fatto che le NDE potrebbero non dipendere dall'attività cerebrale sia tutto a carico di chi sostiene tale tesi, mentre i secondi ritengono di aver dimostrato che le NDE sono prodotte dal cervello.

Per conto mio, ritengo che allo stato attuale le conoscenze scientifiche sul modo in cui il cervello elabora l'informazione – e soprattutto un tipo di informazione come quella presente in diverse NDE – siano insufficienti per poter trattare l'argomento con adeguata sicurezza, nonostante i recenti sviluppi delle neuroscienze: preferisco pertanto sospendere il giudizio. Credo inoltre che, quand'anche fosse dimostrato che le NDE siano in ogni caso un prodotto dell'attività cerebrale, questa specie di "canto del cigno" del cervello costituirebbe comunque un'esperienza della massima importanza, dato che può comportare fenomeni come l'uscita dal tempo e dallo spazio, la ricezione di informazioni appaganti e confortanti sul significato della vita, il coinvolgimento emotivamente intenso ed estatico in un'onda d'amore infinito ed onnicomprensivo, che possono essere considerati come significativi in relazione ad un possibile stato di transizione della consapevolezza. È inoltre mia convinzione che le NDE più significative abbiano una qualità del tutto diversa da quella delle esperienze ottenibili mediante l'uso di sostanze psicoattive.

Penso che vada sempre tenuta presente l'impostazione logica della teoria dell'informazione, in base alla quale l'informazione stessa, comunque elaborata, ha sempre un destinatario che deve essere in grado di decodificarla. Tutti gli sforzi della scienza sono orientati in questa direzione. Se così non fosse tutto l'universo sarebbe "assurdo" e qualsiasi nostro sforzo verso la sua conoscenza sarebbe vano (tesi che alcuni filosofi hanno sostenuto). Se noi non avessimo la facoltà di decodificare l'informazione presente nell'universo, la nostra condizione umana sarebbe quella di vittime, prive di difesa, di un'illusione, di un imbroglio colossale senza vie di uscita (una posizione simile a quella della maya della filosofia indiana). Ma proprio l'esistenza della possibilità di decodificare l'informazione ha come premessa inevitabile il fatto che essa sia stata codificata e trasmessa, anche tramite l'elaborazione compiuta dal cervello, generazione dopo generazione. In relazione all'informazione, dobbiamo sempre ipotizzare, per coerenza logica, una sorgente, un sistema di trasmissione e di elaborazione, ed un destinatario: in caso contrario, non vi potrebbe essere "significato" nella decodifica dell'informazione stessa.

Se il cervello è lo strumento di trasmissione e di elaborazione dell'informazione di cui disponiamo nella nostra dimensione fisica, non mi sembra che ci siano elementi nelle attuali conoscenze scientifiche che consentano di escludere la possibilità dell'esistenza di altri sistemi di trasmissione ed elaborazione dell'informazione in dimensioni diverse. La stessa fisica, non solo non esclude, ma anzi afferma la possibile esistenza di universi "paralleli" distinti da quello in cui viviamo, ma con esso coesistenti. Questo non significa che la morte debba di necessità implicare una transizione dall'uno all'altro di questi universi, ma può darsi che la coscienza possa disporre di sintonie diverse.

Quest'articolo di Paola Giovetti offre un quadro sintetico della storia delle ricerche nel campo delle NDE. In quest'altro articolo, sulle esperienze indotte da sostanze psicotrope, si esaminano testimonianze di esperienze prodotte dall'uso di allucinogeni (psilocibina) per metterle a confronto con le NDE.

 

 

 

 

Edda CattaniN.D.E. Testimonianze
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