Solidarietà Partecipazione

La Casa Comune

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Perle di saggezza indiana

Ancor prima di Papa Francesco…

Vi e’ molto di folle nella vostra cosiddetta civilta’. Come pazzi voi uomini bianchi correte dietro al denaro,  fino a che non ne avete così tanto, che non potete vivere abbastanza a lungo per spenderlo.  Voi saccheggiate i boschi e la terra,  sprecate i combustibili naturali,  come se dopo di voi non venisse piu’ alcuna generazione, che ha altrettanto bisogno di tutto questo.  Voi parlate sempre di un mondo migliore, mentre costruite bombe sempre piu’ potenti, per distruggere quel mondo che ora avete.  (Bufalo che Cammina, Stoney)

«Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».

Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.

(da Laudato sì del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune)

 

 

 

Edda CattaniLa Casa Comune
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Stop al femminicidio!

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 25 Novembre: 

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

.. nel giorno delle donne vittime della violenza: “si vorrebbe essere balsamo per molte ferite” .. e togliere i loro corpi straziati dai pozzi profondi della nostra mostruosa miseria .. cantate il vostro ‘magnificat’ e danzate con arte d’amore, donne della vita, anche a nome di chi non ha voce, di chi non ha piedi per danzare, e di chi non ha un cuore che sa amare ..

 ROSSO. Il simbolo dell’energia vitale, della forza fisica e mentale, della volontà di opporsi ai maltrattamenti.

ROSSO: Il colore scelto dell’artista messicana Elina Chauvet per la sua installazione: “Zapatos rojos”, ossia “Scarpette rosse”.

Scarpe da donna di colore rosso o dipinte di rosso, sistemate per le vie, nelle piazze, vicino ai monumenti delle città per dire stop alla violenza di genere.

NON FINISCE CON UNA GIORNATA LA NOSTRA REALTA’!

Noi uomini (tutti) dovremmo prima vergognarci e poi riparare, riparare, riparare .. (fra Benito)

 

“Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le sue ali che avete tarpato, per tutto questo: in piedi, signori, davanti ad una donna.”

(Testo di Anonimo, erroneamente attribuito a W. Shakespeare)

 

 

“A voi Donne che per prime ci portate il gemito della vita e la luce della Risurrezione … a voi radici dei nostri sogni, gemme che vegliate sulle nostre primavere … a voi che, inascoltate, …ci fate cadere nell’amore come frutti maturi, e …che spesso sprecate per amare i profumi delle carezze e dei baci … a voi che date materne origini al buon Dio, che da voi ha imparato ad amare … a voi passi di danza accompagnino il vostro cuore tra la terra e il cielo … e solo l’amore canti i vostri sorrisi, amiche intime di un Dio che sa morire, che sa amare, che sa risorgere, per amore, solo per amore .. grazie a voi.” (Fra Benito Fusco)

 

E ANCHE OGGI:

“Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.” (Giovanni Paolo II)

Edda CattaniStop al femminicidio!
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Scetammece: terra dei fuochi

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SCETAMMECE !

 

TERRA DEI FUOCHI

Una giornata sulla Terra dei veleni per sensibilizzare tutta la popolazione che vorrà partecipare sul “PARCO VERDE” di Caivano e la Terra dei Fuochi. Interventi delle Mamme degli ANGELI GUERRIERI con Tina Zaccaria.

Intervento di Edda Cattani: “Angeli Guerrieri: Solidarietà e Speranza”.

 

aaa

 

…per chi si sta arrendendo o si è gia arreso
…per chi “aspetta” che gli altri risolvano il problema
…per chi critica e ridicolizza l’impegno di tanti
…per chi nega..”perché così si rovina l’economia campana e non si vende più niente”
…per chi “accussì vann’ e cos’ e nun ce putimm fa nient” 
…per chi “nun so fatt’ mie”
…per chi vive di “mi piace”( o di “non mi piace”) dietro una tastiera
…per chi non riesce a comprendere che il dramma di questa terra non ha bisogno di eroi ma della presa di coscienza, dell’impegno e dell’azione di TUTTI!
NON ABBASSIAMO LA GUARDIA, perché la LOTTA NON E’ FINITA… ed è ancora molto lunga! 
Teniamo alta l’attenzione e soprattutto NON LASCIAMO ASSOPIRE LE NOSTRE coscienze…
.cerchiamo insieme MODI e AZIONI NUOVE e DIVERSE per AGIRE, perché nessuno lo farà al posto nostro!
SCETAMMECE 
e “…non limitiamoci a sperare, ma organizziamo la speranza!”

 

terrafuochi

Edda CattaniScetammece: terra dei fuochi
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Noi Genitori di Tutti

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Esperienze da Cattolica

Noi Genitori di Tutti!

Questo il nome dell’Associazione e queste le Mamme Coraggio come Tina Zaccaria che ha fatto parte dell’iniziativa:  

Quando le Istituzioni non parlano c’è chi denuncia:

È una vergogna immensa. Uno scandalo senza fine. La situazione ambientale nella nostra zona sembra essere un pozzo di melma senza fondo. Ultime notizie. Per adesso. Solo per adesso. “ Veleni dagli scarichi ospedalieri” titola il quotidiano “ Avvenire”. E il caro Tony Mira inizia l’ articolo con queste parole: « Scarichi ospedalieri direttamente in fogna. Rifiuti ospedalieri sanitari pericolosi a rischio infettivo ammassati in modo irregolare, siringhe e garze usate, in mezzo ai rifiuti solidi urbani. Emissioni in atmosfera non autorizzate” Dove? Ad Aversa e a Marcianise. E pensare che ad Acerra, sabato, qualcuno ha tentato, ancora una volta, di gettare la colpa sui cittadini colpevoli di “ lanciare i sacchetti dai finestrini delle macchine”. Padre Maurizio Patriciello

Le Mamme della terra dei Fuochi

e “GLI ANGELI GUERRIERI”

…e la Mamma di Dalia Tina Zaccaria scrive:

Leggo le affermazioni della Lorenzin e una lama entra in una piaga mai rimarginata.Quando ho saputo del linfoma di mia fglia Dalia,per mesi ho spulciato tra le nostre abitudini e stili di vita alla ricerca d una causa che potesse averla fatta ammalare,mentre cio’ che accadeva da anni nella nostra terra era chiaro a tutti,tranne a noi cittadini.Come madre da vittima ora quelle parole circa stili di vita scorretti che portano un aumento di cancro nella nostra terra,mi spingono a sentirmi carnefice.Dalia uno stile di vita non ha fatto in tempo a sceglierlo,aveva solo 12 anni.E le mamme campane spero godano della stessa fiducia di tutte le altre madri che con amore allevano i loro figli,scegliendo per loro solo il meglio.Impossibile pensare che tutti i bimbi che hanno avuto la tua stessa sorte fossero alimentati con salsicce e soffritti tra una sigaretta e un’altra.Signora ministro,la prego,non ci appioppi pure il bollo di madri matrigne!Non lo meritiamo. Molte etichette attribuite alla mia gente,portano il marchio di uno stato assente e colluso,visto come nemico,sentito come ostile,certo!Se queste sono le prese di coscienza istituzionali ogni volta,sfido chiunque a no vedervi ostili. Certo a mia figlia non ho potuto evitare gli aereosol alla diossina che dal 2005 ad oggi hanno appestato l’aria che arrivava fin dentro casa o nell’abitacolo della mia auto mentre percorrevamo le strade provinciali. E non so cosa sia arrivato sulla mia tavola,non ne conosco la provenienza ne’ la sicurezza e genuinità. E non lo so perché non e’ mai stata e non e’ ancora vostra premura rendere tracciabili i prodotti in modo da tutelare la nostra salute e la nostra economia. So che nelle nostre campagne e’ stato sversato di tutto e non erano certo scarti prodotti dai nostri stili di vita. E so che oggi mentre le scrivo,su terreni interdetti all’agricoltura,ancora si coltiva e i prodotti entrano nella nostra catena alimentare e non possiamo scegliere se mangiarli o meno perché non li possiamo identificare. Capisce ministro queste cose?Andiamo,ha una licenza liceale,non dovrebbe esserle difficile,non bisogna essere scienziati per comprendere che la popolazione nostra e’ esposta a rischi seri di contrarre il cancro sia se fuma per scelta sia se respira l’aria ricca di diossina e veleno,sia se mangia fritti e soffritti sia se mangia verdure alimentate da fanghi e scorie…possibile che sia così complicato il discorso?La verità  e’ che il suo personale stile di vita e quello della politica di questi 30 anni non ci piace perché ci ha condannati a morte facendo credere al mondo intero che lo abbiamo scelto noi. Ma io non ci sto!io la verità la conosco e continuerò a gridarla. Dovstoieski afferma che la bellezza salverà il mondo e la foto di mia figlia insieme ai volti di troppi angeli per sempre bambini morti di cancro in questa terra più di mille parole spero la spingano ad un pentimento, prenda esempio dai camorristi….avrà pure il suo momento di gloria. Ma più che in un suo pentimento, spero che questo post induca tutte le madri a svegliarsi, a unirsi, ad indignarsi,a lottare per quel futuro che hanno promesso di dare ai loro figli e che qui da noi è ormai precario e incerto e per scelte vostre che non ci appartengono…..

 

 

Edda CattaniNoi Genitori di Tutti
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Terremoto L’Aquila: il ricordo

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La mia esperienza su FB mi ha portato anche a conoscere le tante Mamme dei ragazzi mancati tragicamente durante il terremoto in Abruzzo: autentiche Mamme Coraggio pronte a rinnovare le loro iniziative  nel ricordo delle loro splendide creature.

Anche quest’anno uniamoci alla fiaccolata cittadina del L’Aquila con un lume alla nostra finestra.

Oggi pensiamo anche

agli effetti sui bambini a 2 anni dal sisma

Cosa dicono gli esperti 

Sindrome Postraumatica da Stress: questa è la patologia della quale stanno ancora soffrendo, a due anni dalla tragedia del  terremoto,  i bambini aquilani.

I valori in questione sono emersi a seguito di una ricerca promossa dall’Ordine dei Ministri degli Infermi Camilliani, sostenuta dalla Caritas, e realizzata grazie agli specialisti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, e ai pediatri dell’Abruzzo.

Nella fattispecie, psicologi ed esperti hanno somministrato dei questionari a circa 2.000 bambini dell’area colpita dal sisma del 6 Aprile 2009. I piccoli sono stati suddivisi in due fasce d’età: 3-5 anni (500 soggetti), e 6-14 anni (1500 soggetti).

Dai risultati dei test, è emerso che i sintomi della Sindrome Postraumatica da Stress sono stati riscontrati prevalentemente nella seconda categoria di bambini: i più piccoli (3-5 anni), infatti, a parte alcuni casi sporadici, hanno registrato meno effetti traumatici, probabilmente anche in virtù della loro tenera età al momento dell’evento.

Più del 7% della fascia 6-14 anni (il 7,1%, vale a dire oltre un centinaio sul campione di 1.500 bambini), ha mostrato di rivivere spesso gli attimi vissuti alle 3 e 32 di due anni fa.
A tale Sindrome sono inoltre associati altri problemi, come il senso di impotenza e una forte paura.
Oltre l’11% del campione analizzato ha anche mostrato segni di ansia legati all’evento sismico. Poco meno di 8 bambini su 100 hanno invece evidenziato dei disturbi legati all’affettività, come fragilità e cambiamenti dell’umore e problemi connessi al contesto ambientale.

I risultati dell’inchiesta appena realizzata verranno utilizzati per cercare di curare i bambini colpiti fin da ora, per evitare ulteriori ripercussioni negli anni futuri; inoltre, il metodo utilizzato per lo studio in questione, verrà applicato anche per la popolazione cilena, anch’essa colpita da un grave terremoto il 27 febbraio del 2010.  

DOCUMENTO: 

Consulenza di Michele Pellegrini, psicologo e psicoterapeuta a contratto presso il servizio di psicologia dell’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari, esperto in psicologia dell’emergenza

In che modo comportarsi con i bambini che hanno vissuto il terremoto in prima persona? Come aiutarli ad affrontare la paura?
Innanzitutto, bisogna tentare di congiungere i nuclei familiari, quando possibile. Quindi, è essenziale non lasciare i bambini da soli. Farli giocare e aiutarli a esprimere le loro emozioni, in base alla loro età e maturità. Con quelli molto piccoli i mezzi più adatti sono il gioco e il disegno. Con i più grandicelli (di 6-7 anni) si possono utilizzare favole, storie oppure si può invitarli a raccontare. Con quelli di 8-9 anni, si può provare anche a chiedere di ricordare immagini, odori e suoni legati ai momenti drammatici. Nei campi attrezzati con le tende alcuni volontari si sono mobilitati con attività di clawnerie: può essere utile far partecipare i bambini, a patto che non occupino tutta la giornata. È essenziale, infatti, che riprendano contatto con l’esperienza vissuta e che, in questi momenti, vengano affiancati dai grandi.

Per quelli che si sono dovuti trasferire nelle tende perché hanno perso la casa, come aiutarli ad adattarsi alla nuova situazione?
Può essere di grande aiuto personalizzare il luogo in cui stanno. Attaccando, ad esempio, dei disegni vicino al letto, una macchinina di carta o una bambola, realizzati con materiali di recupero. Questi oggetti possono rassicurare molto i bambini.

Alcune mamme, per il trauma, hanno perso il latte. Come sostenerle?
Un evento di questa portata può creare un blocco nella produzione del latte. Le mamme non devono preoccuparsi eccessivamente ed essere fiduciose che l’alimento ricomparirà. L’importante, comunque, in questi casi, è mantenere lo stesso comportamento affettivo con il bambino al momento del pasto: abbracciarlo allo stesso modo quando gli si dà il biberon e guardarlo negli occhi, come quando gli si offriva il seno.

Con i bambini abruzzesi che non sono stati toccati dalla tragedia e quelli italiani che vedono le immagini drammatiche in tivù in che modo comportarsi?
Aiutandoli ad esprimere le proprie emozioni, come per i piccoli coinvolti direttamente in un evento tragico e imprevedibile. Sempre tenendo conto della loro età e maturità.

La questione più delicata: chi ha avuto uno o più lutti in famiglia quale atteggiamento deve mantenere con i piccoli?
È essenziale spiegare ciò che è successo, utilizzando un linguaggio adatto alla loro età e maturità. Il fatto di non riuscire a trovare una spiegazione per la scomparsa di una persona cara, infatti, va ad aggravare il trauma subìto. In questi casi, quindi, è meglio evitare di raccontare “storie”, come spiegare che un amico scomparso è partito per un viaggio. I piccoli si rendono conto della gravità della situazione e se anche l’intenzione è quella di proteggerli, si rischia, così facendo, di peggiorare la situazione. Il piccolo potrebbe sviluppare fantasie negative e pensare di perdere le persone che ha intorno pur stando in un contesto sicuro. Per questo, è bene essere sinceri.

Come comportarsi coi piccoli quando arriva una nuova scossa di terremoto?
Bisogna cercare di stargli accanto finché la scossa non si conclude. Tentare, poi, di rassicurarli facendogli notare che questa volta è stata meno intensa e più breve. Dire loro che non c’è nulla da temere perché la tenda (o il rifugio in cui ci si trova) è sicuro e non può crollare.

Edda CattaniTerremoto L’Aquila: il ricordo
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Il Canto del “dono”

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Il Canto del “dono”

(un  “grazie” francescano)

Ringraziare desidero il divino
Labirinto delle cause e degli effetti
Per la diversità delle creature
Che compongono questo universo singolare,
Per la ragione, che non cesserà di sognare
Un qualche disegno del labirinto,
Per il viso di Elena e la perseveranza di Ulisse,
Per l’amore, che ci fa vedere gli altri
Come li vede la divinità,
Per il saldo diamante e l’acqua libera,
Per l’algebra, palazzo di cristalli esatti,
Per le mistiche monete di Angelus Silesius,
Per Schopenhauer,
Che forse decifrò l’universo,
Per lo splendore del fuoco
Che nessun umano può guardare senza uno stupore antico

Per il mogano, il cedro e il sandalo,
Per il pane e il sale,
Per il mistero della rosa
Che dona il suo colore e non lo vede,
Per certe vigilie e giorni del 1955,
Per i duri mandriani che nella pianura
Aizzano le bestie e l’alba,
Per il mattino a Montevideo,
Per l’arte dell’amicizia,
Per l’ultimo giorno di Socrate,
Per le parole che in un crepuscolo furono dette
Da una croce all’altra,
Per quel sogno dell’Islam che abbracciò
Mille notti e una,
Per quell’altro sogno dell’inferno,
Della torre di fuoco che purifica,
E delle sfere gloriose,
Per Swedenborg,
Che conversava con gli angeli per le strade di Londra,
Per i fiumi segreti e immemorabili
Che convergono in me,
Per la lingua che, secoli fa, parlai nella Northumbria,
Per la spada e l’arpa dei sassoni,
Per il mare, che è un deserto risplendente
E un simbolo di cose che non sappiamo,
Per la musica verbale d’Inghilterra,
Per la musica verbale della Germania,
Per l’oro, che riluce nei versi,
Per l’epico inverno,
Per il nome di un libro che non ho letto: “Gesta Dei per Francos”,

Per Verlaine, innocente come gli uccelli,
Per il prisma di cristallo e il peso del bronzo,
Per le strisce della tigre,
Per le alte torri di San Francisco e dell’isola di Manhattan,
Per il mattino nel Texas,
Per quel sivigliano che stese l’Epistola Morale,
E il cui nome, com’egli avrebbe preferito, ignoriamo,
Per Seneca e Lucano, di Cordova,
Che prima dello spagnolo scrissero

Tutta la letteratura spagnola,
Per il geometrico e bizzarro gioco degli scacchi,
Per la tartaruga di Zenone e la mappa di Royce,
Per l’odore medicinale degli eucalipti,
Per il linguaggio, che può simulare la sapienza,
Per l’oblio, che annulla o modifica il passato,
Per l’abitudine,
Che ci ripete e ci conferma come uno specchio,
Per il mattino, che ci dà l’illusione di un principio,

 

Per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia,
Per il coraggio e la felicità degli altri,
Per la patria, sentita nei gelsomini
O in una vecchia spada,
Per Whitman e Francesco d’Assisi che già scrissero questa poesia,
Per il fatto che questa poesia è inesauribile
E si confonde con la somma delle creature
E non arriverà mai all’ultimo verso
E cambia secondo gli uomini,
Per Frances Haslam, che chiese perdono ai suoi figli
Perché moriva così lentamente,
Per i minuti che precedono il sonno,
Per il sonno e la morte,
Quei due tesori segreti,
Per gli intimi doni che non elenco,
Per la musica, misteriosa forma del tempo.

Jorge Luis BorgesAltra poesia dei doni, da L’altro, lo stesso (1964)

Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986) è stato uno scrittore, poeta, saggista, traduttore ed accademico argentino. È ritenuto uno dei più importanti e influenti scrittori del XX secolo, ispirato tra gli altri da Macedonio Fernández, Rafael Cansinos Assens, dalla letteratura inglese (Chesterton, Kipling, Stevenson, Wells, De Quincey, Shaw), da quella tedesca (Schopenhauer, Heine, Kafka) e dal taoismo. Narratore, poeta e saggista, è famoso sia per i suoi racconti fantastici, in cui ha saputo coniugare idee filosofiche e metafisiche con i classici temi del fantastico (quali: il doppio, le realtà parallele del sogno, i libri misteriosi e magici, gli slittamenti temporali), sia per la sua più ampia produzione poetica, dove, come afferma Claudio Magris, si manifesta “l’incanto di un attimo in cui le cose sembra stiano per dirci il loro segreto”.

 

Edda CattaniIl Canto del “dono”
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Giornata del Creato

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Giornata del Creato

terra

Il primo settembre è un appuntamento importante per la celebrazione della Giornata della Creazione. Si tratta di un’importante occasione di impegno ecumenico, di condivisione e di promozione del Vangelo nel mondo contemporaneo. Papa Francesco sullo sfondo dell’enciclica dedicata a questo tema e pubblicata poco più di un anno fa, ’Laudato sì’, l’ha fatta divenire un riferimento sia nel mondo cristiano che nel dialogo con altre fedi.

Tra i temi, l’attenzione ai poveri, il rapporto uomo-natura e il terremoto che ha sconvolto l’Italia centrale.

Meno di un anno fa, si è svolta a Parigi la Conferenza mondiale sull’ambiente e i cambiamenti climatici e anche in quell’occasione la voce delle chiese si è levata chiedendo ai potenti e ai grandi del mondo un’inversione di rotta per ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e il riscaldamento globale che sta mettendo in pericolo la vita di milioni di persone soprattutto in Africa e Asia. Il vertice di Parigi ha raggiunto un accordo positivo sottoscritto da 195 Paesi, che però ora dovrà essere ratificato e applicato, in tal senso le chiese chiede cristiane esigono anche che gli impegni presi a Parigi non vengano disattesi. 

Quest’anno, inoltre, Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE – cattolici) e la Conferenza delle Chiese Europee (CEC – protestanti, anglicani ortodossi), in occasione della Giornata della Creazione, hanno chiesto «preghiere comuni e un rafforzamento del lavoro ecumenico per la cura della Creazione». In un comunicato congiunto diffuso in questi giorni, si legge fra le altre cose: «Il Tempo per la Creazione, dal 1 settembre al 4 ottobre (la festa di San Francesco d’Assisi nella tradizione occidentale) è un periodo speciale nei calendari liturgici in un numero crescente di Chiese in Europa». 

Papa Francesco, durante l’angelus di domenica scorsa, aveva ricordato che «Giovedì prossimo, primo settembre celebreremo la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, insieme con i fratelli ortodossi e di altre Chiese: sarà un’occasione per rafforzare il comune impegno a salvaguardare la vita, rispettando l’ambiente e la natura». 

Infine da rilevare che nel nostro Paese la Giornata del Creato coincide con i giorni drammatici del terremoto che ha sconvolto l’Italia centrale causando circa 300 vittime, migliaia di sfollati, distruzioni di interi Paesi. In tal senso il segretario della Ccee, monsignor Duarte da Cunha, ha parlato sia della fragilità del Pianeta che delle responsabilità umane. «Se noi riconosciamo la nostra umiltà davanti al creato – ha detto monsignor Da Cunha -, non dobbiamo allora avere la pretesa di dominare, controllare, manipolare ma il rispetto di mettersi davanti a questo Mistero e la missione di servire. C’è una fragilità insita nel pianeta. L’uomo non è onnipotente. Non possiamo pensare che non ci saranno altri disastri o che altri disastri verranno solo dalla mano dell’uomo. Quello che però possiamo fare e possiamo chiedere al Signore è che tutti i disastri che ci sono nella natura possano avere una risposta anche di solidarietà e di sostegno, per accogliere e abbracciare chi ne è stato colpito e trovare soluzioni per ricostruire un futuro». Importanti anche le parole pronunciate dal vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, nel corso della messa per le vittime del terremoto celebrata ad Amatrice: «Il terremoto non uccide. Uccidono piuttosto le opere dell’uomo! I paesaggi che vediamo e che ci stupiscono per la loro bellezza sono dovuti alla sequenza dei terremoti».  

 

 

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P.Dall’Oglio a quattro anni…

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29 luglio 2013 – 29 luglio 2017

Riportiamo  un articolo dello scorso anno

Tre anni fa il rapimento di padre Paolo Dall’Oglio

 

Padre Dall'Oglio

Nico Veladiano·Mercoledì 27 luglio 2016

Non so cosa potrebbe dire l’amico padre Paolo Dall’Oglio dei tragici eventi che stanno insanguinando l’Europa e non solo. Da quando, il 29 luglio di tre anni, non si hanno più notizie di lui il mondo è cambiato rapidamente e certamente non nel modo che le persone di buona volontà si possono augurare. Certamente le sue sarebbero parole importanti, importanti quanto lo possono essere quelle di un profeta, di un uomo di Dio, quello vero s’intende. Paolo da oltre trent’anni è l’uomo del dialogo, un dialogo che lui ha creduto e crede sempre e comunque possibile, tra uomini di qualsiasi fede e di qualsiasi civiltà. Per questo i suoi amici, quanti pensano che le cose possano e debbano cambiare in meglio, continuano a sperare in un suo ritorno da quella prigione (Raqqa o chissà quale altro luogo) dove a sostenerlo c’è sicuramente la sua fede incrollabile, in Dio e negli uomini. I suoi amici, la sua famiglia lo pensano vivo. Tutti vogliamo continuare a pensarlo vivo. A tutti coloro che gli sono stati vicini e continuano ad esserlo, estendo il ringraziamento della mamma di padre Paolo che, con fede incrollabile, attende, assieme alla famiglia, il ritorno del figlio. Se qualcuno ha piacere di leggere qualche cosa su e di padre Paolo Dall’Oglio, aggiungo l’indirizzo di una pagina del mio sito internet dove ho raccolto tutte le pubblicazioni (di cui sono a conoscenza), che lo riguardano.

Eccolo: http://www.nicoveladiano.it/index.php/padre-paolo-dall-oglio/i-libri-di-padre-dall-oglio Aggiungo una foto di Paolo assieme e me, scattata nel monastero syriano di Deir Mar Musa di cui è il priore. Grazie a quanti condividono questa nota e la faranno girare.

 

Edda CattaniP.Dall’Oglio a quattro anni…
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Dalla Terra dei Fuochi

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E domani ci torno… fra queste Mamme che sanno manifestare con forza la loro disperazione…

La testimonianza delle Mamme Coraggio!

Da Facebook

Ieri a Porta a Porta ospiti in studio due mamme che vivono in Campania e hanno perso i loro figli per colpa di un tumore. Eppure il conduttore durante la trasmissione non ha mai usato la parola cancro. Marzia Caccioppoli: «In trasmissione per esempio non sono riuscita a parlare del problema dell’evasione fiscale o del fatto che in Campania non esiste la terapia del dolore. In queste terre la camorra esegue quello che lo Stato colluso le comanda».

Marzia Caccioppoli con suo figlio Antonio morto a nove anni e mezzo

Ieri in seconda serata è andata in onda una puntata di Porta a Porta dove si è parlato di Terra dei fuochi. Tra gli ospiti in studio Beppe Fiorello, protagonista della prima puntata della fiction andata in onda in prima serata, sempre su Rai1, “Io non mi arrendo” che nella mini-serie interpreta il ruolo di Roberto Mancini, il poliziotto che per primo indagò sulla questione dei rifiuti tossici in Campania, Loredana Musmeci dell’Istituto Superiore della Sanità e la moglie di Roberto Mancini Monika Dobrowolska. Poi due “mamme delle terra dei fuochi” che fanno parte dell’associazione “Noi genitori di Tutti”, Anna Magri e Marzia Caccioppoli; i loro figli sono morti a 22 mesi e nove anni e mezzo per colpa di un tumore.
Ma alle due mamme è stata davvero data la possibilità di denunciare tutto?
Vita.it intervista Marzia Caccioppoli che racconta quello che avrebbe voluto aggiungere…

Dopo la puntata di Porta a Porta si sono sollevate alcune polemiche. Prima tra tutte, il conduttore Bruno Vespa non ha mai utilizzato, neanche una volta, la parola cancro o tumore. Ha sempre parlato di malattia grave e ha sottolineato più volte che la percentuale della terra inquinata “è solo una piccolissima parte della Campania”…
Quando io e Anna Magri abbiamo accettato l’invito eravamo consapevoli che non avremmo avuto modo di ribattere molto o di raccontare la gravità dei fatti. Queste sono le regole di quel format televisivo.

Allora perché avete accettato lo stesso l’invito?
Per due ragioni. La prima è che se non fossimo andate noi avrebbero potuto invitare qualcuno dei medici negazionisti che non fa altro che peggiorare la nostra situazione. La seconda è che il nostro obiettivo è mantenere alta l’attenzione mediatica sulla tragedia che si consuma ogni giorno nella nostra terra. Saremmo volute andare in trasmissione con qualcuno dei dottori che collabora con l’associazione. Ma questo non è stato possibile.

Cosa avrebbe voluto aggiungere ieri sera?
Che quel 3% di cui tanto si parla e che si tende a banalizzare come una percentuale piccolissima non è poi così insignificante se si considera che è tutta concentrata tra i comuni a Nord tra Napoli e Caserta.
Che quello per cui ci stiamo battendo non è solo il numero di morti per tumore ma soprattutto il numero dei bambini morti per tumore. Sono due cose differenti. Ieri è stato ripetuto da Loredana Musmeci, dirigente di ricerca all’Istituto Superiore di Sanità, che ci sono altre zone d’Italia come Brescia, Gela, Taranto, nella stessa situazione della terra dei fuochi…Il problema è anche questo: la Campania non è una regione industrializzata. Qui si vive ancora di agricoltura. Com’è possibile che ci si ammali allo stesso modo? I rifiuti tossici sono stati sversati per 30 anni tutti i giorni in queste terre. La camorra ha eseguito ed esegue quello che lo Stato colluso le comanda.

Quale altra questione doveva essere approfondita?
Quella dei roghi. Che invece di diminuire aumentano. Avevano parlato di 800 militari da mandare nelle Terra dei Fuochi. Io non ne ho visto nemmeno uno. Però quello che penso io è che le forze dell’ordine devono essere rafforzate sul posto. E che quei soldi invece potrebbero essere investiti nella prevenzione della salute dei bambini.

TINA ZACCARIA

Io non mi arrendo seconda puntata
Una madre della terra dei fuochi e un corteo di altre madri rompe il discorso della propaganda politica dell’ avvocato della monnezza
Hanno tutte in mano le foto dei loro figli morti di cancro
Quei tredici anni per sempre riecheggiano nelle coscienze di tutti quelli che vogliono ascoltare
Per altri è solo una fiction
Ognuno di noi sceglierà da domani, come sempre, da che parte stare
Io sto con chi quei tredici anni avrebbe dovuto viverli, con chi avrebbe dovuto diventare grande e con tutte le madri e i padri che vivono senza i loro piccoli accanto
Io sto con Alessia Mancini, che ha dovuto rinunciare troppo presto al suo papi
Io sto con Monika Dobrowolska Mancini
che quel giorno ai funerali di Roberto era con la mia gente e già lottava con noi
Continuate a parlare di Roberto, non lo dimenticate, continuate a parlare dei nostri tredici anni per sempre, non dimenticate i nostri figli
Non li usate, vi supplico, ma non li dimenticate
Perché certe ferite non smetteranno mai di sanguinare
Perché i figli che ci restano hanno il diritto di conoscere la verità e di essere protetti affinché diventino grandi

ANTONIO MARFELLA

 

IO NON MI ARRENDO, NOI NON CI ARRENDIAMO…..MA RENDIAMOCI CONTO DI QUANTO SIA DURA , PERICOLOSA E GRANDE QUESTA GUERRA…….
ho finito di assistere alla seconda puntata della realtà di “IO NON MI ARRENDO” SULLA VITA , LA MALATTIA E LA MORTE del tenente Roberto Mancini e della sua meravigliosa famiglia. Sto ancora piangendo, ma sono felice che’ non sara’ sporcata di nuovo da Porta a Porta. Senza la voce delle nostre mamme, senza la voce dei nostri profeti come padre maurizio patriciello, Avvenire e la Chiesa tutta, “pazzi” come il tenente Roberto Mancini o il medico Marfella starebbero a morire nel silenzio del loro lavoro e del sacrificio supremo del rispetto dell’etica professionale chi come poliziotto, chi come medico. NON CI DEVONO SPORCARE LE NOSTRE MAMME, NE’ I NOSTRI PRETI. NON CI DEVONO PROVARE AD ANNACQUARE IL NOSTRO DOLORE PER LO SFACELO CERTO DELLA NOSTRA TERRA E QUINDI, OBBLIGATORIAMENTE, DELLA NOSTRA SALUTE…..NON LO TOLLERO….NON SMETTERO’ MAI DI COMBATTERE….pero’ rendiamoci conto tutti che il nostro principale nemico non sono quindi i camorristi, tra i quali qualcuno si pente, ma sono certamente i potentissimi imprenditori, che oggi lavorano e guadagnano almeno tre volte in piu’ di quando mancini indagava, e il nostro stesso Stato che non puo’ e non potra’ mai ammettere ne’ di essere stato e di essere ancora complice o colluso . vi prego di leggere il libro IO MORTO PER DOVERE perche’ ci troverete tutti i nomi veri . stiamo vivendo la guerra civile piu grande nella nostra regione dopo la seconda guerra mondiale, con danni di lunga portata di gran lunga maggiori di quelli dei bombardamenti nazisti ed alleati perche quasi tutto quello sversato non potrà piu’ essere bonificato realmente. dobbiamo riuscire a conviverci ma senza farci prendere in giro dai complici mai pentiti di quegli assassini…e i medici che non appaiono mai nel film sono ancora oggi i principali complici di fatto con la questione ormai del tutto irrilevante del nesso di causalità. il mio grazie imperituro e totale non solo al tenente mancini ed alla sua famiglia, ma anche al sacrificio delle nostre mamme, dei nostri preti, della nostra Chiesa….ma che non vadano mai in giro senza CAVALIERI DI SCORTA……specie A PORTA A PORTA…..un bacio di profonda gratitudine a tutti, stringiamoci insieme nella preghiera e nel ringraziamento per eroi che anche essi esistono oggi in rai solo grazie alla vostra lotta……asciughiamo il pianto e ridendo di sfida, alla mancini, affrontiamo tutti i nostri occulti o palesi nemici della nostra terra e dei nostri figli, negazionisti compresi…ormai possono solo cercare di evitare di sprofondare dalla vergogna….ma a quanto pare….NON HANNO VERGOGNA…..TOCCA A TUTTI NOI UNITI A COORTE…….OGNUNO NEL PROPRIO RUOLO, essere pronti alla morte, PER DIFENDERE LA VITA………..ITALIA SVERSO’!…….SI………che nessuna mamma vada in giro senza cavaliere di scorta……e rispettiamo l’appello della signora mancini “continuate la battaglia di roberto”….e specie cavalieri come me rispettino l’appello della figlia di roberto , come leggo tante volte ogni giorno negli occhi e nel silenzio di mia figlia : non deve accadere che anche io cada nella stessa debolezza che ha ucciso il tenente mancini…..non devono avere questa soddisfazione…..ognuno di noi serve in battaglia….

Edda CattaniDalla Terra dei Fuochi
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Tempo di famiglia

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Quello che pesa di più di tante cose è la mancanza di amore. Pesa non ricevere un sorriso, non essere accolti. Pesano certi silenzi, in famiglia, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli. Senza amore la fatica diventa più pesante, intollerabile.

Le tre parole magiche. Permesso: per non essere invadente nella vita dei coniugi. Permesso, ma cosa ti sembra? Permesso, mi permetto. Grazie: ringraziare il coniuge; grazie per quello che hai fatto per me, grazie di questo. Quella bellezza di rendere grazie! E siccome tutti noi sbagliamo, quell’altra parola che è un po’ difficile a dirla, ma bisogna dirla: scusa. Permesso, grazie e scusa.

E il segreto è che l’amore è più forte del momento nel quale si litiga e per questo io consiglio agli sposi sempre: non finire la giornata nella quale avete litigato senza fare la pace. Sempre!  (Papa Francesco)

 

Si è aperto oggi in Vaticano il Sinodo dei vescovi, un’assemblea rappresentativa di cardinali e vescovi della chiesa cattolica presieduta dal Papa (è in pratica un organo “consultivo” di cui dispone il Papa). È stato convocato in maniera “straordinaria” da Papa Francesco nell’ottobre del 2013 e avrà come titolo ”Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” (un altro Sinodo “ordinario” che tratterà lo stesso tema è previsto per il 2016). Si concluderà fra due settimane, il 19 ottobre. L’assemblea si occuperà di temi molto delicati per la chiesa, che negli ultimi anni sono stati oggetto di discussione: fra le altre cose, come spiega il documento preparatorio diffuso dalla segreteria del Sinodo, si parlerà del trattamento riservato all’interno della chiesa ai credenti divorziati, dell’atteggiamento da tenere nei confronti delle coppie omosessuali e in generale del rapporto fra chiesa e società sui concetti di famiglia e sessualità. Sarà integrato nella discussione anche un documento contenente le risposte a un “questionario” relativo ai temi del Sinodo inviato nel novembre del 2013 a tutte le parrocchie del mondo.

Edda CattaniTempo di famiglia
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