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Sopravvivenza e vita eterna

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 Continua la mia testimonianza di fede e di speranza, nelle Associazioni di tutta Italia.

 

LA SOPRAVVIVENZA DOPO LA MORTE

 

(nei testi biblici)

 

Sopravvivenza dell’anima

 

1 Samuele 28,3-19: L’anima di Samuele, dopo la morte, parlò a Saul. Alcuni affermano che non si tratti di Samuele, ma del demonio che parla a Saul. Ora, il testo dice che è veramente Samuele. Le predizioni di Samuele si sono avverate, segno che non era un demone bugiardo.

Matteo 17,1-18: Mosè ed Elia apparvero a Gesù al momento della Trasfigurazione. E’ vero che, secondo la Bibbia, Elia non morì: egli fu rapito in cielo con il suo corpo (2 Re 2,1-13), Mosè, morì (Deuteronomio 34,5-7). E’ quindi l’anima di Mosè che apparve.

Luca 16,19-31: Le anime d’Abramo, del povero Lazzaro e del ricco malvagio esistono dopo la loro morte.

Luca 23,43: “In verità, ti dico, oggi sarai con me in paradiso”, disse Gesù al ladrone pentito sulla croce.

1 Pietro 3,18-20: L’anima di Gesù, tra la sua morte e la sua resurrezione, ha visitato le anime di coloro che morirono nel passato per annunciare la sua Venuta.

Apocalisse 6,9: Giovanni vede le anime dei martiri.

Resurrezione dei corpi

Matteo 27,52-53: I corpi di alcuni santi resuscitarono dai morti dopo la resurrezione di Gesù.

Luca 20,27-39: Gesù risponde ai sadducei, che non credevano nella resurrezione:

“Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti ma dei vivi”. Questo testo spiega la sopravvivenza dell’anima e la resurrezione del corpo.

Giovanni 5,28-29: La resurrezione dei morti rivelata da Gesù.

Giovanni 6,54: Gesù disse: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo resusciterò nell’ultimo giorno”.

1 Corinzi 15,12-57: “Come possono dire alcuni tra voi che non esiste la resurrezione dei morti! …etc”. Paolo spiega la resurrezione del corpo e biasima coloro che non ci credono.

Malgrado queste evidenti conferme bibliche sulla sopravvivenza dell’anima e sulla resurrezione del corpo, dopo la morte, alcuni che si dicono credenti, non ci credono. Le loro motivazioni sono un tessuto d’incoerenza.  

La nostra A.C.S.S.S.  

Con questo sito, oltre a rendere noto il nostro percorso, vuole far conoscere a tante Madri, a tutte le persone provate da lutti gravi, che “la morte non è un atto finale e la Vita prosegue” “in cammino verso l’Infinito”, verso cioè una sempre maggiore comprensione della Realtà e dell’Essere, una espansione cosmica di cui sono inimmaginabili vertici raggiungibili.

Edda CattaniSopravvivenza e vita eterna
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Ho contato i miei anni

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Ho contato i miei anni

 

“Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente.
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.
Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono.
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai”

 

MARIO ANDRADE – Poeta, romanziere, saggista e musicologo brasiliano

Edda CattaniHo contato i miei anni
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Aspettando i Re Magi

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Aspettando “alcuni maghi dall’Oriente…” (Mt 2,2)

  

   “ Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella , e siamo venuti per adorarlo”.

Ed ecco ancora una volta Padre Alberto Maggi, del Centro CENTRO STUDI BIBLICI “G. VANNUCCI” di Montefano, nel commento al Vangelo dell’Epifania:

Nella festa dell’Epifania la chiesa ci presenta il testo di Matteo nel quale si annunzia l’amore universale di Dio per tutta l’umanità. Questo amore universale non intende soltanto l’estensione, cioè ovunque, ma la qualità di questo amore, per tutti.

Vediamo allora il capitolo 2 di Matteo. “Nato Gesù a Betlemme di Giudea al tempo del Re Erode …”, e qui l’evangelista richiama l’attenzione. Infatti, con un avverbio, coglie la sorpresa di quanto avviene.

“Ecco”, quando l’evangelista adopera questo avverbio ‘ecco’ è sempre per una sorpresa, “alcuni maghi vennero da oriente”. Questo episodio è stato talmente sconcertante e talmente imbarazzante per la chiesa primitiva, che poi si è provveduto, man mano nel tempo, a trasformarlo quasi in un evento da fiaba, un evento folclorico, anziché di profonda ricchezza teologica.

 

 

Perché? Con il termine mago si indicavano gli ingannatori, i corruttori, era un’attività condannata dalla Bibbia e vista severamente dalla prima comunità cristiana. Per il dicaché, il primo catechismo della chiesa, l’attività del mago è proibita ed è collocata tra il divieto di rubare e il divieto di abortire, e anche nel Nuovo Testamento il mago viene visto in maniera negativa.

Eppure i primi che vengono per adorare Gesù, per accogliere Gesù, sono proprio dei maghi e per di più pagani, quindi le persone ritenute le più lontane da Dio. I pagani non sarebbero risuscitati, i pagani non erano degni della salvezza, e per di più sono dediti ad un’attività che la stessa Bibbia condanna. Ecco la sorpresa.

 

 

Questo fatto è stato talmente imbarazzante che poi, nella tradizione i maghi sono diventati l’innocuo termine ‘magi’, si è provveduto a dare loro dignità regale e a farli diventare re, in base ai doni stabilito il numero, e stabilito anche il nome. I personaggi del presepio erano pronti a discapito della ricchezza teologica di questo brano.

Vengono questi e dicono di aver visto spuntare la sua stella. Qual è il significato della stella? Era credenza comune che ogni individuo, quando nasceva, aveva una stella con lui e che poi scompariva con la sua morte. Usiamo anche noi l’espressione popolare “essere nato sotto una buona stella”, ma qui soprattutto l’evangelista si riferisce alla profezia di Balaam, nel libro dei Numeri al capitolo 24, dove si legge “un astro sorge da Giacobbe”, una stella, “e uno scettro si eleva da Israele”.

Era la profezia con la quale si indicava prima il re Davide e poi era passata ad indicare il messia, quindi l’evangelista vuol dire che questa è la stella che indica il segno divino della nascita del messia. Ebbene, “All’udire questo Erode restò turbato”, si capisce perché Erode era un re illegittimo, sospettoso di chiunque potesse togliergli il regno.

 

Quindi qui è venuto a sapere che è nato il re dei Giudei, lui che ha ucciso addirittura tre figli suoi, ma quello che è strano è che con lui si turba, si spaventa tutta Gerusalemme. Sia Erode che Gerusalemme hanno paura per quello che stanno per perdere, Erode il trono, e Gerusalemme il tempio, l’egemonia e l’esclusiva sulla figura di Dio.

Trono e tempio sono all’insegna del potere. Ebbene, dopo l’episodio dell’informazione sulla nascita di questo messia, con l’intento di Erode di arrivare a scoprire il luogo dove andare ad adorarlo … è la menzogna del potere, perché in effetti poi vedremo che deciderà di ammazzare – andiamo al versetto“Udito il re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva”.

 

 

La stella, segno divino, non brilla su Gerusalemme, che fin dall’inizio in questo vangelo, viene collocata in una luce tetra, in una luce negativa. Gerusalemme è la città di morte, quella che uccide i profeti e gli inviati da Dio, e la stella, segno divino, non brilla su Gerusalemme. Come Gesù risuscitato, in questo vangelo, non apparirà mai a Gerusalemme.

 

Così cari amici si chiudono le giornate di letizia che il Santo Natale, con l’incarnazione del Figlio di Dio ci ha portato.

Dialogo tra i Magi e Maria

 

Efrem Siro (306-373)

 

 

I magi: “Una stella ci ha annunciato

che Colui che è nato è il re dei cieli.

 

Tuo figlio comanda gli astri,

che sorgono solo al suo ordine”.

 

Maria: “E io vi rivelerò un altro segreto,

perché ne siate persuasi:

da vergine,  ho dato la luce a mio figlio.

Egli è figlio di Dio.

 

Andate, e annunciatelo alle genti!”

 

I magi: “Pure la stella ce l’aveva fatto conoscere,

che tuo figlio è figlio di Dio e Signore”.

 

Maria: “Mari e monti lo testimoniano;

tutti gli angeli e tutte le stelle:

Egli è il figlio di Dio e il Signore.

Datene l’annuncio nelle vostre terre,

che la pace si diffonda nel vostro paese”.

 

I magi: “Che la pace del tuo figlio

ci riporti nel nostro paese,

senza pericoli come siamo venuti,

e quando Egli dominerà il mondo,

che visiti e benedica la nostra terra”.

 

Maria: “Esulti la Chiesa e intoni gloria,

per la venuta del figlio dell’Altissimo,

la cui luce ha illuminato cielo e terra,

benedetto Colui la cui nascita

 

allieta il mondo!”

 

L’Epifania perciò è il Dio con noi, Colui che è nato e si fa riconoscere, anche nella nostra storia quotidiana. 

PENSIERO SPIRITUALE: Beata ELISABETTA della Trinità

«Ho visto brillare la stella luminosa che m’indicava la culla del mio Re.

Nella pace e nel mistero della notte,verso di me sembrava camminare.

Poi, colma d’incanto, udii la voce dell’Angelo di Dio che mi diceva:

“Raccogliti, il mistero si è compiuto,

proprio dentro di te, nella tua anima.

Gesù, splendore del Padre, in te s’è incarnato,

stringiti il tuo Diletto insieme alla Vergine Madre: è tuo”.»

 

  


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Maria Madre di Dio

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Maria Madre di Dio.

 

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Papa Francesco: abbiamo tutti bisogno di un cuore di madre

Da Internet: Avvenire 1 gennaio 2018

“Il dono di ogni madre e donna è tanto prezioso per la Chiesa” così papa Francesco nella solennità di Maria Madre di Dio. Al Te Deum: il 2017 è stato ferito con opere di morte, menzogne e ingiustizie

“L’anno si apre nel nome della Madre di Dio”. Con queste parole il Papa ha cominciato l’omelia della Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale e nella ricorrenza della 51.ma Giornata mondiale della Pace sul tema: “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”.

“Madre di Dio è il titolo più importante della Madonna”, ha ricordato il Papa, che si è chiesto: Perché diciamo Madre di Dio e non Madre di Gesù? “In queste parole – ha spiegato Francesco – è racchiusa una verità splendida su Dio e su di noi. E cioè che, da quando il Signore si è incarnato in Maria, da allora e per sempre, porta la nostra umanità attaccata addosso”. “Non c’è più Dio senza uomo”, ha affermato il Papa: “La carne che Gesù ha preso dalla Madre è sua anche ora e lo sarà per sempre”. “Dire Madre di Dio ci ricorda questo”, ha sintetizzato Francesco: “Dio è vicino all’umanità come un bimbo alla madre che lo porta in grembo”.

Perché la fede non sia solo dottrina, abbiamo bisogno tutti di un cuore di madre

Come Maria, la Madre, “firma d’autore di Dio sull’umanità”, “il dono di ogni madre e di ogni donna è tanto prezioso per la Chiesa, che è madre e donna. E mentre l’uomo spesso astrae, afferma e impone idee, la donna, la madre, sa custodire, collegare nel cuore, vivificare”. “Perché la fede – ha sottolineato il Papa – non si riduca solo a idea o dottrina – ha concluso -, abbiamo bisogno, tutti, di un cuore di madre, che sappia custodire la tenerezza di Dio e ascoltare i palpiti dell’uomo”.

“La Madre custodisca quest’anno e porti la pace di suo Figlio nei cuori e nel mondo”. Con questa invocazione papa Francesco ha concluso la sua omelia celebrata oggi primo gennaio, nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio.

“Anche noi, cristiani in cammino, all’inizio dell’anno – ha spiegato – sentiamo il bisogno di ripartire dal centro, di lasciare alle spalle i fardelli del passato e di ricominciare da ciò che conta. Ecco oggi davanti a noi il punto di partenza: la Madre di Dio. Perché Maria è esattamente come Dio ci vuole, come vuole la sua Chiesa: Madre tenera, umile, povera di cose e ricca di amore, libera dal peccato, unita a Gesù, che custodisce Dio nel cuore e il prossimo nella vita. Per ripartire, guardiamo alla Madre. Nel suo cuore batte il cuore della Chiesa”.

Edda CattaniMaria Madre di Dio
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Auguri 2025!

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AUGURI 2025 !!!

 

Per noi questo bellissimo augurio!

 

“Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticate che la tua vita è la più grande azienda al mondo. Solo tu puoi impedirle che vada in declino. In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice, non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.

 

Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.

Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell’anonimato. Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide,  incomprensioni e periodi di crisi. Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere.

Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia. È attraversare deserti  fuori di sé, ma essere in grado di trovare un’oasi nei recessi della nostra anima.

 

È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti.

È saper parlare di sé.

È aver coraggio per ascoltare un “No”.

È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.

È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono.

Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.

È aver la maturità per poter dire: “Mi sono sbagliato”.

È avere il coraggio di dire: “Perdonami”.

È  avere la sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”.

È avere la capacità di dire: “Ti amo”.

Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice …

Che nelle tue primavere sii amante della gioia.

Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza.

E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo.

Poiché così  sarai più appassionato per la vita.

E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta.Ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza.

 

Utilizzare le perdite per affinare la pazienza.

Utilizzare gli errori per scolpire la serenità.

Utilizzare il dolore per lapidare il piacere.

Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza.

Non mollare mai ….

Non rinunciare mai alle persone che ami.

Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!”

 

AUGURO A TUTTI VOI DI VIVERE UN FELICE ANNO NUOVO

 

 

Edda CattaniAuguri 2025!
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La Sagrada Familia

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La Sagrada Familia

Non dobbiamo mai dimenticare che la sinergia – grazia di Dio e collaborazione degli uomini – è il segreto della vita di una comunità cristiana come leggiamo alla fine del Vangelo di Marco: “Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano” (Me 16,20).

 

Chi non ha sentito parlare della chiesa della Sagrada Familia di Barcellona e del suo progettista – Gaudi – che vi lavorò dal 1883 al 1926, anno della sua morte?

Secondo il progetto che aveva in mente doveva essere grandiosa: mai visto niente di simile in terra spagnola. La Sagrada Familia doveva essere qualcosa che non aveva confronti, una chiesa grande, aperta a rutti. Gaudi era un grande credente la cui fede sfociava in contemplazione della bellezza di Dio.

Egli diceva: “Nei templi greci e nel loro recinto sacro potevano entrare solo i sacerdoti. Nei templi di Roma aveva accesso solo l’augure. La chiesa cristiana invece deve essere grande perché è aperta a tutti, accoglie e raccoglie l’assemblea dei figli di Dio”.

Quando morì, investito da un tram, nel 1926, aveva costruito appena la facciata della natività: una delle tre facciate.

E soltanto 4 torri-guglie delle 18 che aveva ideate.

La Sagrada Familia poteva rimanere un’opera incompiuta come è accaduto a molte altre imponenti costruzioni, pensiamo alla basilica di Santa Giustina in Padova. Invece è andata diversamente: la vera opera di Gaudi è nata proprio in quel momento in cui lui è scomparso.

Dopo di lui la grande sfida si metteva in marcia: costruire non la cattedrale, ma il popolo che vuole la cattedrale come progetto di Dio.

Infatti i lavori non si bloccarono anzi proseguirono in un lungo passa-bandiera di architetti, capomastri, capocantieri, tagliatori di pietre, ceramisti, giù giù fino ai semplici muratori e a questo si aggiungevano le elemosine di tutti i giorni, in un lungo elenco fatto di monetine, peseta, donazioni,… Venivano da Barcellona a vedere la cattedrale, poi da tutta la Spagna, poi da tutto il mondo. Anche oggi tutti i turisti che arrivano a Barcellona non rinunciano a vederla: ha due milioni di visitatori l’anno.

La sua forza e la sua bellezza sono costituite dal suo essere in perenne costruzione, dal suo non fermarsi: non importa quando sarà compiuta.

È la chiesa del dono, esempio massimo di quanto possa la volontà degli uomini quando si uniscono, partecipano e si donano in totale apertura al disegno di amore di Dio.

 

 

E a tal proposito queste sono le parole di Papa Francesco:

“Paolo non dice agli ateniesi: ‘Questa è la enciclopedia della verità. Studiate questo e avrete la verità, la verità!’. No! La verità non entra in un’enciclopedia. La verità è un incontro (…) Io ricordo quando ero bambino e si sentiva nelle famiglie cattoliche, nella mia: ‘No, a casa loro non possiamo andare, perché non sono sposati per la Chiesa, eh!’. Era come una esclusione. No, non potevi andare! O perché sono socialisti o atei, non possiamo andare. Adesso – grazie a Dio – no, non si dice quello, no? Non si dice! C’era come una difesa della fede, ma con i muri: il Signore ha fatto dei ponti .. I cristiani che hanno paura di fare ponti e preferiscono costruire muri sono cristiani non sicuri della propria fede, non sicuri di Gesù Cristo”.

 

(papa Francesco, omelia messa mattutina a Santa Marta )

 

Edda CattaniLa Sagrada Familia
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Figli di Luce: Gennaro Cafaro

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Nel giorno di Natale …il nostro pensiero e il nostro abbraccio…

 

Mamma Lucia Cafaro a Gennaro


 

Conosciuta in FB, come tante Mamme “speciali” dedica ogni giorno il suo saluto e il suo pensiero all’adorato Figlio, mancato il giorno di Natale 2011… mentre Gesù nasceva per dare speranza agli uomini sulla terra.

 

IL  SILENZIO

Ascolto il silenzio….
Mi parla di te…
Mi narra di un giovane meraviglioso
Le cui gesta varcarono
montagne  e attraversarono Oceani….
Col solo intento di essere utile al prossimo.
Il silenzio mi sussurra
il grande amore che nutrivi
per i tuoi  genitori e….
….e il desiderio di  “costruire”  una famiglia tua
Di essere padre e poi nonno….
Il silenzio non sa il mio dolore
Perche’ urlo dentro.
Implodo quasi per punirmi…
Dovevo esserci io  dove sei tu,
Da dove non si torna piu’…
Dove regna il silenzio….
Il silenzio
In silenzio
“Ormai  ha fatto i cuccioli dentro di me”

LucyGennyC.

 

Eri in me…
Prima ancora che nascessi
Eri in me…
Il mio cuore e il tuo battevano all’unisono…
Ti parlavo e ascoltavi…
Ammutolivo e tu scalciavi…
Eri in me…
Accarezzavo il pancione e col piedino seguivi la mia mano…
Eri in me…
Avevi fame
Avevo fame
Ogni gesto ogni emozione vissuta in due
Eri in me…
Ti amavo in un modo diverso poi…sei nato, e  li’  inizio’ l’amore fatto di  coccole, ninna nanna, baci e contatto  fisico.
Un amore grande ogni giorno di piu’,  sei cresciuto nell’amore con amore ma……..
Un bel giorno un fulmine ha folgorato  le nostre vite…
Sei volato via con un batter d’ali e io…ora…mi ritrovo qui’…
ad amarti  come allora, quando
Eri in me
E ancora una volta….
SEI  IN  ME………………………..
La tua  mamma 

 

Ti ricorderai di me,
Quando ci incontreremo in paradiso?
Dimmi  ci ritroveremo ???
Lo so, ora, devo essere forte
e andare avanti,
perché so che….
non e’ ancora giunto quel momento…..
La vita ci ha messo in ginocchio.
Il tempo ha  spezzato i nostri  cuori,
Abbiamo pianto , urlato e  implorato clemenza ….
Dici che non ci saranno più lacrime in paradiso,
Ma intanto siamo qui
Sospesi tra cielo e terra
Tra cielo e mare …..
Il tuo mare…..
Quel mare che ti ha cullato cosi’ a lungo….
Che ti ha visto navigare
E le stelle han segnato la rotta
Illuminandoti la via.
Sei figlio del vento,
Del sole,
Del cielo e del mare….
Ma sei prima d’ogni altra cosa …
FIGLIO MIO.
Devo essere forte e andare avanti,
Ma tu Gennaro sai che….
che non posso stare qui
Il mio posto ,
Mio e di tuo padre,
E’ con te…..in Paradiso !!!!
–LucyGennyC.–


 

Edda CattaniFigli di Luce: Gennaro Cafaro
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Natale da poveri

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Natale da poveri … e oltre!

C’era la Messa di Natale ma questa volta non accompagnavo Mentore nella sua carrozzina … c’erano gli altri, alcuni molto gravi, altri ancora sufficientemente autonomi. Sono tornata ancora, dopo quelle esequie così intime, così solitarie in una sofferenza non rivolta gli amici, parenti, conoscenti, ma condivisa solo con loro, i veri protagonisti della incarnazione vera di Cristo … Sono andata sola con me stessa, raccolta in una partecipata pienezza di “vera vita” perché la “vita” è questa, quando si è più soli, ammalati, abbandonati … Tutta l’atmosfera, anche questa volta, rispondeva al mio appello di speranza … Le luci, il Bambinello deposto nel presepe, le musiche, le parole del Vangelo … Guardavo nel banco vicino Danilo, ospite da poco tempo che continuava a ripetere il suo numero del telefono dicendo: “Quando andiamo a casa …”  intorno tanti parenti con un mesto sorriso … Improvvisamente, nel mio strazio ho visto un volto e ho pensato di sognare … era il Prof. Ben, vicario delle mie scuole, che mi ha accompagnato fino al pensionamento … un amico, un fratello che ricordo con immutato affetto. Che ci faceva in quella cappella, a quella messa? E perché mai, dovendosi spostare per lasciare spazio ad un ammalato è capitato proprio al mio fianco?   L’ho guardato con sorpresa e gratitudine perché lui stesso mi ha poi confermato di essere capitato lì, per caso, per la prima volta, senza immaginare di trovarmi … Un “segno” … uno dei tanti segni anche in questa occasione: Mentore non voleva lasciarmi sola, perché mi sarei commossa e avrei pianto … mi ha mandato lui, il mio Prof. Ben … con cui ho condiviso tanti anni della mia carriera scolastica! Ho potuto così prendere coraggiosamente per mano Danilo e portarlo a fare la comunione … Nulla era mutato … la stessa atmosfera delle Messe precedenti e festa e musica intorno … per me … da Mentore e da Andrea!

 

Eccoli i miei tesori … insieme in questo altare … finalmente uniti!

 

 

 

E per il mio Natale questo mi è giunto da V.S. una cara amica di FB: “Ciao carissima Edda, come per incanto ho sentito i tuoi angeli … ti invio il loro messaggio :

 

Mia dolce compagna di un cammino pieno di grande emozioni, a volte allegre altri tristi ma le nostri mani mai si sono staccate da quello che era il nostro compito. Gioiello migliore non potevo ricevere… colsi il tuo sorriso dentro lo scrigno del mio cuore. Oggi non potrò venire con te a vedere le meraviglie di presepi, ma tu non fermarti vai e io sarò la luce che illumina il tuo cammino. Mamma dolce creatura che hanno spezzato le ali. Li hai ricucite con il mio amore, non ti sei ami arresa e senza batter ciglio hai da subito sentito il mio cuore che batteva con colpi leggeri ma presenti per dirti son qui. Con il mio papà oggi incontriamo i tuoi pensieri li leghiamo con fili invisibili ma resistenti. La magia del Natale giunge per donare ad ognuno un nuovo cammino. La stella sarà luminosa, la via sarà un po’ stretta ma il cammino piacevole. La montagna si sbriciola pian piano per poi essere masso e a suo volta sarà un sassolino. Ecco noi ci siamo trasformati per essere sempre più piccoli ed entrare dentro di voi silenziosi. La tua pace mamma è la pace di chi con te riconosce il canto dell’amore Divino. Andrea

 

Cosa desiderare di più… per il mio “Natale da poveri”?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Edda CattaniNatale da poveri
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Gli Auguri più belli!

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A  Natale puoi …..

Come ogni anno a questo blog sono giunti i vostri affettuosi auguri sempre tanto graditi e con essi alcune pagine che desidero condividere.

Buon Natale e Buon Anno allora Cari Amici a Voi tutti e ai Vostri Cari per tanta serenità !!!  

 

NATALE : CELEBRO L’AMORE PER LA VITA

 

Natale dal verbo nascere: anch’io ho avuto una mamma, sono stato bambino.

La vita è un nascere continuo.

Ogni giorno nasce dalla notte, ogni respiro che viene nasce dal respiro che va, celebro la gratuità di ogni giorno e di ogni respiro.

 

Dal seno dell’aurora come rugiada sono stato generato.

Mi abbevero al ruscello della vita, alzo il capo

Cammino verso il futuro che Dio mi prepara

(Salmo 109)

 

Dal non esistere sono arrivato ad esistere, abito la vita,

sono arrivato vivo fino a questo punto!

Il respiro di questo istante si collega al primo respiro,

quando sono uscito dal grembo della mamma.

La vita è una processione continua di respiri, 24000 ogni giorno.

Che cosa respira in ciò che respira? Di che cosa è fatto il respiro?

Considera la leggera esplosione di fiato tra le labbra socchiuse.

La parola “re-spiro” imita il suono sottile dell’aria che esce dalle labbra.

 

Incessantemente il fiato colma e vuota il flauto:

è il mio corpo che respira.

Tu o Dio vi zufoli dentro

melodie sempre nuove,

e continui a versare il dono della vita

nelle mie piccole mani.

(Tagore)

 

È Natale quando il tuo sguardo vede in modo nuovo

lo straordinario nell’ordinario.

È natale quando diventi consapevole della luce con cui vedi, del fiato che

respiri, della linfa che abbevera le tue membra, del suolo che ti sostiene,

dello spazio che ti avvolge.

 

Il Natale di Gesù sveglia la consapevolezza di ospitare in te la luce interiore,

la dignità della coscienza.

Il Verbo (Pensiero eterno di Dio)

è luce di ogni uomo che vive in questo mondo (Gv. 1,9)

è in te che il Verbo deve nascere!

 

www.scuoladelvillaggio.it

 

 

Il paradosso del nostro tempo nella storia è che
abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse,
autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti.

Spendiamo di più, ma abbiamo meno,
comperiamo di più, ma godiamo meno.
Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole,
più comodità, ma meno tempo.

Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso,
più conoscenza, ma meno giudizio,
più esperti, e ancor più problemi,
più medicine, ma meno benessere.

Beviamo troppo, fumiamo troppo,
spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco,
guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo,
facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi,
vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.

Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà,
ma ridotto i nostri valori.
Parliamo troppo, amiamo troppo poco
e odiamo troppo spesso.
Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere,
ma non come vivere.
Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni.
Siamo andati e tornati dalla Luna,
ma non riusciamo ad attraversare la strada
per incontrare un nuovo vicino di casa.

Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.

Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo pulito
l’aria, ma inquinato l’anima. Abbiamo dominato l’atomo, ma non i
pregiudizi.

Scriviamo di più, ma impariamo meno.
Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno.
Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare.
Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni, per
produrre
più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.

Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta,
grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere
relazioni.

Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi,
case più belle ma famiglie distrutte.
Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e
getta, della moralità a perdere, delle relazioni di una notte, dei
corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto,
dal rallegrarti al calmarti, all’ucciderti.

E’ un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina
e niente in magazzino.
Un tempo in cui la tecnologia può farti arrivare questa
lettera, e in cui puoi scegliere di condividere queste
considerazioni con altri, o di cancellarle.

Ricordati di spendere del tempo con i tuoi cari ora, perchè
non saranno con te per sempre.
Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno
che ti guarda dal basso in soggezione,
perché quella piccola persona presto crescerà
e lascerà il tuo fianco.

Ricordati di dare un caloroso abbraccio
alla persona che ti sta a fianco,
perchè è l’unico tesoro che puoi dare con il cuore
e non costa nulla.
Ricordati di dire “vi amo” ai tuoi cari, ma soprattutto
pensalo.

Un bacio e un abbraccio possono curare ferite
che vengono dal profondo dell’anima.

Ricordati di tenerle le mani e godi di questi momenti,
perché un giorno quella persona non sarà più lì.

Dedica tempo all’amore, dedica tempo alla conversazione, e
dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente.

E RICORDA SEMPRE:
la vita non si misura da quanti respiri facciamo,
ma dai momenti che ci tolgono il respiro.

 

Dalai Lama

In lui era la vita,
e la vita era la luce degli uomini.
E la luce risplende tra le tenebre
E le tenebre non l’hanno mai spenta
.” (Giovanni I, 3-4)

Cara amica, caro amico,

se non riesci a vedere la luce, guarda la tenebra con coraggio e a un certo istante la luce emergerà dalla tenebra stessa. Se non riesci a far risuonare in te la vibrazione del Verbo, taci e dal silenzio nascerà il Suono.

Non hai bisogno di cercare con affanno Luce e Parola, entrambe sono già dentro di te. Lasciale nascere – o rinascere – e manifestarsi oggi, perché “A quanti lo accolsero, a quelli che credono nel suo nome, diede il potere di diventare figli di Dio.”

Dice Tagore: “Accenditi come lampada; nel tuo cammino dovrai essere luce.”

A te l’augurio di un 2018 di Luce!

 


 

DANZA LENTA

Hai mai guardato i bambini in un girotondo ?

O ascoltato il rumore della pioggia

quando cade a terra?

O seguito mai lo svolazzare

irregolare di una farfalla ?

O osservato il sole allo

svanire della notte?

Faresti meglio a rallentare.

Non danzare così veloce.

Il tempo è breve.

La musica non durerà.

Percorri ogni giorno in volo ?

Quando dici “Come stai?”

ascolti la risposta?

Quando la giornata è finita

ti stendi sul tuo letto

con centinaia di questioni successive

che ti passano per la testa ?

Faresti meglio a rallentare.

Non danzare così veloce

Il tempo è breve.

La musica non durerà.

Hai mai detto a tuo figlio,

“lo faremo domani?”

senza notare nella fretta,

il suo dispiacere ?

Mai perso il contatto,

con una buona amicizia

che poi finita perché

tu non avevi mai avuto tempo

di chiamare e dire “Ciao” ?

Faresti meglio a rallentare.

Non danzare così veloce

Il tempo è breve.

La musica non durerà.

Quando corri cosi veloce

per giungere da qualche parte

ti perdi la metà del piacere di andarci.

Quando ti preoccupi e corri tutto

il giorno, come un regalo mai aperto . . .

gettato via.

La vita non è una corsa.

Prendila piano.

Ascolta la musica.

Prof. Alessandro Cicognani

(poesia scritta da una bambina malata terminale)

Edda CattaniGli Auguri più belli!
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Natale pagano?

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Natale: fr. Semeraro (monaco benedettino), oggi c’è “un’atmosfera parallela”

 

M.Michela Nicolais

natale

Da una parte, i cristiani come “piccolo resto”. Dall’altra, un Natale “ri-paganizzato”. Fratel MichaelDavide Semeraro, monaco benedettino, ci spiega perché la festa cristiana per eccellenza può essere l’occasione per valorizzare “un’atmosfera parallela”. Con rispetto, e senza pregiudizi.

Il Natale rimane una festa cristiana, ma solo per “un piccolo resto”. Per chi non condivide la nostra fede, si è “ri-paganizzato”. Parola di fratel MichaelDavide Semeraro, monaco benedettino, che esorta ad andare oltre le polemiche che ogni anno risorgono valorizzando questa “atmosfera parallela”, in cui credenti e non credenti possono convivere tramite il rispetto. Anche quando non è reciproco. Il segreto? Imparare la differenza tra un Natale “ostentato” e un Natale “invitato”.

Michael Davide Semeraro

Se pensiamo al Natale di quando eravamo bambini, tutti noi ci ricordiamo la particolare atmosfera che ci circondava. Secondo lei si respira ancora, quell’aria di Natale, o se ne è perso il sapore?
L’atmosfera del Natale è cresciuta con noi e si è trasformata con le persone e con la storia. Sicuramente il Natale è cambiato, sono cambiati i luoghi e le abitudini con cui la gente vive le feste. Il Natale, allora come oggi, è anche una festa legata alla famiglia, all’intimità dei luoghi. Attualmente, è cambiato per l’aspetto commerciale e soprattutto perché

il Natale ha recuperato la sua origine pagana.

Noi non conosciamo il giorno in cui il Signore è nato, e abbiamo scelto la data del “sol invictus”, quando le giornate con il solstizio d’inverno ricominciano a crescere. Si trattava, dunque, di una festa nata per salutare l’accrescere della luce che poi i cristiani hanno trasformato nel Natale di Gesù. Oggi questo meccanismo si è invertito:

il Natale rimane una festa cristiana, ma soprattutto da quelli che non frequentano i nostri circuiti viene ripreso, rilanciato, anzi ancora più amplificato l’aspetto pagano.

Un fenomeno, questo, che però non va visto in senso negativo: gli umani hanno bisogno di riti, e anche la nostra civiltà secolarizzata e desacralizzata in realtà si “ri-sacralizza”, anche se a livello commerciale e mediatico.

Vuole dire che ci sono due modi di vivere il Natale?
Direi che siamo in presenza di un’atmosfera parallela: da una parte ci sono coloro che celebrano il mistero dell’incarnazione e i riti liturgici, dall’altra c’è una “ri-paganizzazione” della festa del solstizio d’inverno, come nell’antichità. Un fenomeno, questo, che va registrato con semplicità, senza pregiudizio o spavento. La nostra non è più, ormai da diversi decenni, una civiltà cristiana: è un dato di fatto che bisogna saper registrare e accogliere, comprendendo che il Natale è ridiventato pagano per molti, che lo vivono come una pausa durante l’inverno per ritrovarsi in famiglia o andare a sciare. I cristiani, come nei primi secoli, sono oggi un piccolo resto, che in questo contesto di ripaganizzazione della società continuano a celebrare la festa dell’incarnazione del Signore.

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Mentre prima il senso del Natale cristiano era diffuso, ora respiriamo un’atmosfera parallela

che chiama alla coesistenza, alla capacità d’integrarsi con grande semplicità e senza alcun giudizio negativo. Del resto, chi non condivide la nostra fede non può condividere il Natale cristiano. Anche i nostri padri celebravano la festa del “sol invictus”: noi, a nostra volta, possiamo partecipare o invitare alla festa del Natale, sapendo che l’elemento liturgico rituale continua ad appartenere a un piccolo resto.

È recente la provocazione del filosofo Massimo Cacciari per cui “sono i cristiani i primi ad aver abolito il Natale”. Si è smarrito il senso della “differenza” cristiana?
Ogni anno sorge una polemica sul Natale. Dobbiamo saper gestire sapientemente la possibilità di manifestare i segni della nostra fede, da una parte, ma anche la libertà di sapercene privare, quando viene fuori l’esigenza del rispetto della libertà altrui. Per noi cristiani il rispetto è sempre unilaterale, non ci aspettiamo niente in cambio. Se c’è una cosa che Gesù ci ha regalato, è la libertà davanti ai nostri usi religiosi: questa è la “differenza” evangelica, in confronto alle altre religioni.

Bisogna, di anno in anno, reimparare a riappropriarsi della differenza tra un Natale “ostentato” e un Natale “invitato”.

Eravamo abituati, nella nostra civiltà cristiana, a ostentare i nostri simboli cristiani: oggi la comunità cristiana dovrebbe invitare nella propria intimità gli amici, sapendo che nei luoghi pubblici sarà sempre più impossibile farlo. Ciò produrrà senza dubbio un guadagno, in termini di convinzione, perché ci aiuterà ad essere il soggetto delle nostre feste liturgiche: prima ci pensava la cultura e la società, oggi bisogna impegnarsi in prima persona con la nostra testimonianza. È una bella sfida.

Papa Francesco parla spesso del Natale associandolo alla speranza cristiana. È l’incarnazione di Gesù che, ancora oggi, dà senso alla storia, nonostante lo scenario plumbeo che incombe su di noi?
Il fatto che Dio si è incarnato, si è fatto uno di noi assumendo le nostre fragilità, dovrebbe darci la speranza che possiamo diventare un po’ più umani, se vogliamo e ce la mettiamo tutta. Se Dio si è incarnato, possiamo pensare a un’umanità sempre più affidabile e portatrice di speranza.

Gesù ci ha insegnato che tutto ciò che è umano non ci è estraneo, per questo i cristiani non rinunciano a essere lievito di umanità in qualunque situazione, anche in quelle più disumane.

È la fiducia che Dio ci ha dato, tramite l’incarnazione di suo figlio, che ci permette di sperare l’impossibile.

 

Edda CattaniNatale pagano?
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Tanta Luce nel presepe!

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Tanta luce anche nel mio presepe!

 

… e con dicembre si ripresentano tutte le ricorrenze … Anch’io e la mia famiglia le viviamo intensamente: ha appena girato l’angolo S.Andrea … eppure sembra ieri… poi il 5 dicembre, una data impressa nella mente e nel cuore con l’abbandono all’Immacolata, la Mamma Celeste che accoglie, protegge, impegna tutti i nostri Figli di Luce e il Convegno di Padova.

Fuori le Luminarie. Abano è un tripudio di colori, di profumi, di armonia… E’ ancora un piccolo centro questo, una cittadina a misura d’uomo; i bambini possono passeggiare tranquillamente, i vecchi guardano con occhi incantati, la gente cammina, non corre e ammira …  L’Ente Parco dei Colli Euganei ha posteggiato le sue casette di legno e troviamo prodotti naturali, commestibili, oggetti fatti a mano. Il “tutto a un euro” è ormai una prassi… c’è tanta crisi e non si può spendere, solo un simbolo per sentire l’armonia, la dolce delicatezza del Natale.

Ripropongo aggiornandolo il Natale “povero” che non possiamo fare mancare ai nostri Cari che ci guardano intorno a Gesù che nasce anche quest’anno per rinnovare i nostri cuori e donarci la sua innocenza, quella propria dei bimbi.

 

Ecco la Madonnina che ho messo sull’altarino con la natività nella cappellina del mio tenente “per sempre” che mi regala ancora boccioli di rosa in questi giorni freddi dell’inverno. Ho fatto anche l’alberello con la renna come lo scorso anno e uno ne ho posto nel portico della mia casa. Andrea è abbracciato al suo Papà quest’anno e tutti insieme aspetteremo la nascita del bambinello. Questo, Figlio mio, è il Natale del cuore e penso, che tante persone senza lavoro, senza salute, senza pane di cui vivere, la pensino come me. Proteggeteci Angeli tutti!

Anche Andrea ha il suo Natale!  

                                      

       Ora c’è anche lui, il suo Papà!

 

 

Andrea ha la foto sopra un altarino nella piccola cappella dove abbiamo riposto le sue bellissime membra. Dietro lui c’è un mosaico che è simile al simbolo del gagliardetto del suo Corpo nell’esercito: AQUILE.  La straordinarietà è nel fatto che  mostra un’aquila che infrange una stella… una sorta di premonizione!  Come dicevo, a destra della foto ho messo la Natività e in terra l’albero con la renna di Babbo Natale e un angioletto. Anche per Andrea… Natale è “presepe”!  Oggi c’è Papà… San Giuseppe “!

    Luci nel Presepe

 

 

Questo presepe porta la data del Natale 1995. Lo fece Mentore la sera della vigilia com’era nostra consuetudine e lo fografò. Guardate quante Luci! Quanti angioletti vennero a confortarci!

Fin da piccolo Andrea aveva molto amato l’arrivo del Natale anche per la costruzione del “suo” presepe. Papà gli aveva comperato le statuine essenziali e lui, con spirito artistico aveva ricavato e dipinto da sé, casette, torri, il castello di Erode, ricavandoli da materiale povero, quali rotoli di carta, sughero, compensato ritagliato al traforo… La notte di Natale ci si metteva d’impegno e voleva terminarlo prima che fosse mezzanotte. Mentore aveva continuato a ripetergli ogni anno: “Andrea, ormai sei grande… basta l’albero senza che non causi tutto questo ingombro!” Ma lui, testardamente ripeteva che senza il presepe non avrebbe sentito il Natale. Ecco allora che, anche dopo la sua dipartita, (era il 5 dicembre, con un Natale alle porte) Mentore continuò a costruire l’alberello sul terrazzino della mansarda “…vicino al cielo, così Andrea lo vedrà brillare…” e il “presepe di Andrea” con le sue casette sempre più fragili e le statuette di gesso. Un presepe in un “Natale da poveri” ci disse Andrea nel suo primo messaggio. Poi, qualche anno dopo, fotografando il presepe vennero fuori tutte queste lucine, di tanti colori, quasi una festa per tutti gli Angeli di Luce che avranno voluto manifestare la loro presenza con una testimonianza di conforto ai loro genitori.

Non dimentichiamo, anche in questo S.Natale, i nostri Cari ci vedono e gradiscono queste piccole cose e canteranno con tutti noi: “Hosanna, nell’alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà!”

                    

Natale ricordi del 2010

Quest’anno il mio Natale è molto diverso; vivo la solitudine nella casa ormai vuota, perchè Mentore non mi è più vicino e le sue condizioni sono di tale gravità che prego solo perchè possa raggiungere Andrea, al più presto, come del resto egli desidera ardentemente. Non vengo meno però alle abitudini consolidate in oltre 40 anni di convivenza ed allora, ieri sera, come ogni notte di Natale, ho ricostruito il “nostro presepe”. E’ lo stesso, con le vecchie statuine e le casette fatte da Andrea. L’ho fotografato. Guardate un po’:

     

E’ un piccolo presepe con le lucette minuscole, gli angioletti nel cielo di carta bianca e le casette fatte da Andrea… “un presepe da poveri” ma che contiene una storia… la storia della nostra vita.  Poi guardate la seconda foto: 

è un  primo piano della capannuccia con le stesse lucette piccolissime che non dovrebbero illuminare nulla, eppure…

 

  

QUANTA LUCE E QUANTI VOLTI NEL MIO PRESEPE!

       

   

Anche la mia cara amica EDY ha fatto il presepe:

ogni sasso ha il nome di un Angelo!

 6 Gennaio 2010: Epifania del Signore

Anche nel mio presepe sono arrivati i Re Magi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Edda CattaniTanta Luce nel presepe!
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