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L’illusione del vivere

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      Continuano le riflessioni di Mario, il Papà di Lene… espressioni d'amore tanto belle da essere raccolte insieme nella categoria "LE PERLE DI LENE"

l'illusione del vivere

 

Cosi pensiamo di controllare la nostra vita, possiamo controllare il volume dello stereo, l'aria condizionata, i nostri colleghi, controllare la camera dei deputati, il consiglio di quartiere e la velocità della nostra autovettura, viviamo in un finto-reale-benessere pensiamo che la nostra vita sia perfettamente sotto controllo, malattie, lavoro, vacanze, soldi.. poi di colpo ci scontriamo con persone che vivono in universo che è talmente lontano dal nostro che non riusciamo a capire, loro si muovono per istinto, non aspettano la pioggia per piangere piangono e basta e non credono nel futuro ma vivono intensamente ogni attimo della loro esistenza.. e così pensiamo di riuscire a possederli, a catturarli a dargli ciò che le loro anime perse e vagabonde cercano da anni.. ma non c'è distanza che possa essere coperta tra le nostre e le vostre anime.. siamo vagabondi, siamo gli zingari di questo mondo appositamente creato per chi ha l'illusione di avere il controllo, noi anime nere ci sediamo a guardare il riflesso nello specchio della vita senza aspettative.. cosi mi ritrovo a 50 anni e faccio il resoconto.. prima mi hanno portato via la dignità, poi la famiglia, poi il lavoro, poi gli amici, poi la mia bambina ed ora la mia identità eppure sono qui.. vivo la mia maledizione con dignità… ed è vero a volte piango…. e penso.. chissà forse tutto questo è un c…o di incubo.. domani mi risveglierò su di un letto di ospedale nel 1973 a Pompei.. sono stato colpito da una forte febbre dovuta al colera perché ho mangiato le cozze ma ora sto bene ed il mio corpo sta reagendo agli antibiotici.. le fotografie della mia bambina, le voci nel registratore o sul computer sono quelle di mia madre che mi dice di risvegliarmi dal coma.. sto vivendo in un probabile futuro che non è il mio… e poi penso.. c…o se cosi fosse mi ammazzerei prima di uscire dall'ospedale… rivivere tutto questo sarebbe la punizione più orribile che un essere umano possa subire, e poi mi fermo e penso…. rifarei tutti gli errori della mia vita per un altro giorno con lei, per il piacere di stringerla tra le mie braccia per dargli da mangiare ancora una volta, per fargli il massaggino alle gambe, per ridere su un campo da calcio con lei per la caduta che ho preso, per avere ancora una volta l'opportunità di accarezzarle il viso mentre dorme, e allora mi accorgo per un attimo cosa significa avere il controllo.. avere il potere… questo pseudo-possesso altri non è che la consapevolezza di vivere in un mondo di illusioni che possono svanire in una bolla di sapone appena il vento soffia più forte, è finzione.. tutto ciò che siamo è pura inutile finzione.. ci illudiamo di possedere la nostra vita.. ma è una finzione.. compriamo auto e case, telefoni e televisori, firmiamo scontrini e andiamo in vacanza.. ma è solo una mera illusione, perché noi non possiamo possedere un bel niente.. siamo burattini agitati dal dio denaro.. ed io ti vengo a cercare… perché il vero potere, il vero controllo è la consapevolezza di essere anima… pura energia scintillante.. sapete c'è una splendida canzone di cat stevens che Lene adorava.. registrai la canzone per l'ultimo natale.. fu il regalo più bello che lei mi disse di avere mai avuto.. conservo il cd nel suo diario ed ora è nella tomba con lei.. quella canzone dice:

e sono seguito dall'ombra della luna,

saltellando e cantando la sua ombra mi segue,

e se dovessi perdere le mie mani, il mio aratro e la mia terra,

non dovrei più lavorare,

e se dovessi perdere i miei occhi

e tutti i colori del mondo divenissero secchi

non dovrei più piangere,

 e se dovessi perdere le mie gambe non mi lamenterei

e nemmeno elemosinerei,

significa solo che non dovrò più camminare,

e se dovessi perdere la mia bocca e tutti i miei denti cadessero

 non urlerei, semplicemente non dovrei più parlare..

perché ci è voluto tempo per capire

ma saltellando con l'ombra della luna ti ho ritrovato…..

ed ora per me questo è ciò che conta, questo è il mio potere, questo è il mio controllo.. saltellando nell'ombra della luna ti ho ritrovato.. il tuo papà per sempre

 

 

Yusuf Islam, nato Steven Demetre Georgiou e a lungo conosciuto con il suo nome d'arte Cat Stevens (Marylebone, 21 luglio 1948), è un cantautore britannico.

Figlio di padre grecocipriota (Stavros Georgiou) e madre svedese (Ingrid Wickman), cresce a Shaftesbury Avenue, nel quartiere di Soho a Londra, sopra il ristorante di proprietà del padre dove veniva spesso suonata musica popolare greca, dalla quale verrà influenzato.

Lo stile musicale che ne esce fuori è quello che contraddistinguerà Cat Stevens per tutta la sua carriera: chitarre acustiche in primo piano, sonorità delicate, richiami alla tradizione greca, testi a metà strada tra la canzone d'amore ed il misticismo, il tutto condito dalla calda vocalità dello stesso Stevens.

Si trasferisce successivamente in Brasile per motivi di tasse, e comincia ad avvicinarsi a tematiche prettamente religiose. Nel 1976, suo fratello, di ritorno da un viaggio a Gerusalemme, gli regala una copia del Corano: avvenimento che segnerà la vita del cantautore.

 

Balza agli onori delle cronache nel 1989 quando apparentemente appoggia la fatwa lanciata contro lo scrittore Salman Rushdie per i suoi I versi satanici: in realtà Islam, il quale si trovava al Kingston Polytechnic di Londra per un incontro con gli studenti, si era limitato a spiegare il perché di quella condanna da parte del mondo musulmano senza mai invocare direttamente alcuna sanzione, precisando successivamente che non avrebbe appoggiato la richiesta dell'Ayatollah Khomeini in quanto lesiva della legislazione britannica. Questa controversia comunque gli avrebbe causato l'ostracismo di gran parte del mondo musicale per lungo tempo.

Da qualche anno a questa parte Islam è tornato a calcare le scene, collaborando di nuovo con Peter Gabriel in occasione di un concerto in onore di Nelson Mandela a Johannesburg nel 2003, duettando con Ronan Keating il brano Father and Son, e progettando un ritorno sulle scene a livello discografico.

 

 

 

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Edda CattaniL’illusione del vivere

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  • sabrinascimia - 8 luglio 2011 reply

    Caro papà di Lene,
    mi chiamo Sabrina ed ho perso la mia unica "bimba" Fabiola di 16 anni il 15 febbraio 2011, se n'è andata a causa di un cancro. E' da poco che sono iscritta a questo sito e ancora devo ambientarmi, però mi capita spesso di leggere qualche tuo scritto. Io non so cosa scriverti, perchè sento il tuo dolore che si "incolla" al mio per la perdita di mia figlia. Le nostre bimbe, le nostre vite, io non so dove sono, accanto o non accanto a noi. Quello che so è che il mio cuore è gonfio di lacrime, di lamenti, di sofferenza, proprio come il tuo.
    A volte mi sembra di non essere più capace di fare nulla, sono diventata un'altra donna. Non mi conosco e forse mi va bene così.
    Volevo solo mandarti un saluto, scusa per le chiacchiere, e complimentarmi con te per quello che riesci a trasmettere attraverso i tuoi scritti. Un bacio di luce alla tua splendida Lene (ho visto alcune sue foto) e un abbraccio di solidarietà a te e a tutta la tua famiglia. A presto
    Sabrina 
     

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