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I “Papa Boys”

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Questa lettera è stata scritta dopo il trapasso di Papa Giovanni Paolo II° . Ora la sento più che mai attuale, in un momento tanto difficile per l’umanità.

 

DAI “PAPA BOYS” AI “RAGAZZI DI LUCE”

 

 

Santità,

                          con il cuore colmo di tristezza guardo il tuo volto sofferente nella compostezza del corpo ormai esanime e ti rivedo negli innumerevoli messaggi giunti alle nostre case in questi lunghi anni in cui hai ricoperto il soglio pontificio. Ti ricordo giovane vigoroso, con il desiderio di bruciare le tappe della tua intensa attività e ad usare il tuo corpo per un contatto fisico diretto con la gente. Sei stato un papa sportivo, un elemento che esula dalla storia dei papi e poi l’eroismo, il primo, con l’attentato in cui hai dimostrato con quanta resistenza volevi superare il male e continuare la tua missione. Di quel corpo “hostia cum hostia” hai dato prova con il male incurabile da cui sei uscito vincente e successivamente, ancora, con il morbo sottile che ti ha attanagliato giorno dopo giorno.

Papa buono, con lo sguardo puntato alle vette delle montagne che scalavi con passo sicuro, papa determinato nella condanna della violenza e della guerra, papa amorevole nella carezza ai più deboli e indifesi: i bimbi e gli ammalati!  Ma qualcosa che ti contraddistingue e che è stato confermato nelle immagini di questi giorni è stata la tua presenza in mezzo ai giovani, che hai definito “Sentinelle del mattino in quest’alba del terzo millennio” da Torvergata al mondo intero. Da allora i tuoi “papa boys” sono giunti per tua espressa richiesta ovunque ed a loro hai chiesto: “Cosa cercate?” per riceverne la risposta più coerente di una fede indissolubile e di una militanza costante, negli ospedali, fra gli anziani, nel volontariato, testimoni della tua stessa certezza e speranza cristiana.

Questi giovani non ti hanno abbandonato mai, vorrei dire, che sono stati la presenza viva della chiesa ad ogni tua apparizione; hanno dichiarato sempre le promesse che ti avevano fatto all’inizio, in quel bagno di folla con “quel chiasso che Roma non dimenticherà mai!”.

Papa santo, li hai voluti tu, con le loro stranezze, i loro canti martellanti, le loro grida, il loro abbigliamento colorato e te li sei portati appresso al letto dove consumavi la tua “ultima cena”.

Si è detto che li hai ascoltati e li hai benedetti fino all’ultimo respiro, con quel segno impercettibile della mano e quell’”AMEN” pronunciato in un sussurro. Ma io, Padre buono, ho voluto interpretare diversamente quegli estremi istanti della tua esistenza e mi sono chiesta come fosse possibile che tu, che avevi ormai perso conoscenza, potessi rispondere alle voci dei giovani presenti in Piazza S.Pietro. Sono propensa a credere che, in quei momenti, una falange di angeli ti abbia raggiunto, giovani altrettanto belli, vivi e coloratissimi, splendenti di luce con la stessa esuberanza, gli stessi canti, la stessa dedizione dei giovani “papa boys”. Sono stati i nostri “Ragazzi di Luce” a venirti incontro perché quale altro messaggero Dio avrebbe voluto per te, per rassicurarti in un momento di grande debolezza, per rallegrarti e confermare la tua fiducia nei giovani, speranza della storia dell’umanità?  E’ in quel momento che tu li hai benedetti, i nostri Figli, che ti venivano incintro e tu, benedicendoli, hai pronunciato il tuo AMEN.

Non riesco a dare altra spiegazione e sono profondamente grata al Signore per il dono che ti ha fatto ed ha fatto a tutte noi madri della Speranza. Ringrazio Dio per averti avuto, “Giovanni Paolo IL GRANDE”, che hai preso su di te  il peso della Chiesa nella storia degli uomini; in te si compie un grande disegno ed il mistero della tua partecipazione al dolore e alle speranze della gente fino alla fine è un "luogo di speranza" per tutti noi.

NON ABBIATE PAURA! APRITE LE PORTE A CRISTO! Hai detto all’inizio del tuo pontificato ed infine hai raggiunto l’apice con il TOTUS TUUS! Questa nostra speranza diventa ora certezza nella Resurrezione che tu hai voluto celebrare sulla terra e compiere in cielo nel giorno dedicato alla Misericordia. Ora ti vediamo in mezzo ad una grande cerchia con tutti nostri Figli che ti acclamano e ti conducono verso quella Luce che tu hai desiderato raggiungere per tutta la tua vita terrena.

 

«Pace in terra agli uomini che sono amati da Dio» Pace e giustizia per i più deboli. Mai più in terra si udrà un “parlare” a Dio così perfetto, né un’invocazione più gran­de di questa che tu hai fatto e continuerai a trasmetterci.

 

Il tuo messaggio e quello dei nostri angeli  va lontano e ci fa sperare che per l’umanità sia in arrivo il vento della Misericordia di un Dio che ci ama e che ci indica la possibilità di sconfiggere la guerra e di conseguenza l’odio, le divisioni, le contese, e le vendette, come tu hai sempre predicato. Non è un sogno la pace. E’ un traguardo rag­giungibile, appena gli uomini voglia­no riconoscersi fratelli.

 

I nostri Ragazzi con te sono già in questo cammino. Te li affidiamo Papa buono, li affidiamo a te che hai tanto amato i giovani, di tutte le religioni, di tutte le razze. A te accompagnarli verso gli obiettivi della giusti­zia, della verità, della libertà e dell’amore. Ora siamo più sereni perché agli Angeli si è aggiunto un GRANDE che li ricolmerà del suo paterno affetto e canterà con loro un canto eterno di misericordia e di amore, oltre le nubi, accompagnato dalle corde dorate delle arpe celesti, lassù, in Paradiso.

 

                                                            Edda Cattani mamma di

                                                     Andrea “il tenente”

 

 

 

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