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Nostalgia: l’amore che rimane

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Da qualche parte sopra l’arcobaleno

Nostalgia: l’amore che rimane

Maria Pizzolitto Lui

Un’amica, una madre, una testimone…

…e Vera continua…

C’è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c’era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.
     (Ivano Fossati)

 

“Non posso fare a meno di immaginare un posto, un luogo, una dimensione oltre la nostra, dove chi ci ha preceduto dimora, nella pace e nella felicità più assoluta. Mi affascina pensare al prosieguo della vita, a quello che noi saremo, a quando nuovamente ci incontreremo, con coloro che abbiamo amato e che ci aspettano, lassù, da qualche parte, sopra l’arcobaleno. Sull’onda di questi pensieri, ha preso forza il desiderio di continuare a raccontarmi. Da quando Vera non è più fra noi, abbiamo imparato a misurare il tempo in riferimento al prima e al dopo la sua dipartita. Uno spartiacque importante che ha determinato un mutamento radicale delle nostre vite. Tanto dolore, ma anche tanto arricchimento, per il percorso intrapreso. Oggi, a distanza di anni, lo posso affermare. Difficile da comprendere per chi non ci è passato.”

 

 

Come si fa a sapere quando una canzone, un’opera, un quadro, una storia, un racconto, sia finito? Non ci sono regole… te lo senti all’improvviso come un pugno dentro lo stomaco.. e volano fino alla fine del corpo, ti fanno contorcere le membra fino quando qualcosa a cui ti sei dedicato con amore e con passione non sia completato.

Ed ecco Vera che continua libera il suo volo e con la Mamma costruiscono insieme il loro capolavoro, qualcosa che è iniziato proprio nel momento in cui Vera è morta. Inutile addolcire la pillola, la verità è questa; ora siamo a metà tra la fine e l’inizio, tra la vita e la morte… in un mare primordiale di emozioni.

Quando l’ineluttabile giunse improvviso ed imprevisto, sembrò spezzare, in maniera dirompente, l’amplesso fatto di parole e di gesti, di sensazioni e di stati d’animo, di silenziose complicità, di amorevolezza infinita.  

Di fronte a questo accadimento, Mamma Maria cercò risposta alla domanda: “Quale sorte è toccata alla figlia che ho generato…  Dov’è andato quel soffio, quell’energia vitale?”  

Ora le “prove per assenza” aiutano ad apprezzare ciò che c’è, che ancora esiste.  Qualsiasi evento sopraggiunga Vera può dire: “Sono qui, sono viva, sono quello che sono, apprezzo ciò che c’è e metto armonia in ciò che vivo.” 

Ecco cara Mamma Maria, tu e Vera insieme, state costruendo qualcosa di geniale.. di unico, state mostrando al mondo cosa significa abbattere le barriere della morte e attraversarle, renderle superflue.

Con Vera stai superando i confini del tempo.. state costruendo qualcosa di unico.. state trasformando l’ordinario in straordinario.
Il tuo sguardo fiducioso verso la vita ci aiuta a scoprire e a creare senso…

Tutte le parole scritte in questo libro, penetrano nella mente inconscia, fanno compagnia e poi affiorano quando ce n’è bisogno.

Grazie, continuate il vostro volo, una perfetta combinazione di alta ingegneria e queste perfette combinazioni ci consentono di PENSARE e RINGRAZIARE.

Cara Vera, tu sei pittore, il mondo acquista i tuoi colori!

 

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Edda CattaniNostalgia: l’amore che rimane

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