Le Perle di Lene

Riflessioni… per Lene

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                   Le perle estive del Papà di Lene

questo strano mondo

pubblicata da Lene Farinato domenica 10 luglio 2011 alle ore 23.23

 

forse è l'unica possibilità di dire ciò che pensiamo

forse l'amore è l'unica via per uscirne

forse l'inferno non è poi così caldo come vogliono farci credere

ma nonostante tutto ci nascondiamo nei nostri piccoli universi

vivendo vite che fanno paura a chi le vive

Così chiudiamo gli occhi e diamo per scontato tutto ciò che ci gira intorno

un saluto al mattino

una bevuta alla sera

Così chiudiamo gli occhi e crediamo a tutto ciò che ci dicono come se fosse sacrosanta verità

altrimenti sarebbe facile perdere il controllo in un universo cosi pieno di confusione

allora io mi chiedo dov'è il principio di me stesso e di te stesso?

e forse è proprio di fronte a me che tutto ha avuto inizio

Qui dove non ci sono peccati capitali, né pene da subire o dolori da gridare

ed in questo mondo che stiamo sprecando e che ironicamente ci fa anche sopravvivere

e crediamo che ora la scienza sia la sola nostra bibbia o la sola nostra via d'uscita se non fosse per il fatto che anche la scienza appartiene ai potenti del mercato che vendono anime al prossimo debito corrente per contrarre ed espandere i loro capitali…

ed io mi fermo e capisco che questo è solo uno strano mondo, dove la gente mente per vivere o uccide in nome dell'occhio per occhio e dente per dente

ed io mi fermo e penso che questo è un mondo strano ti basta sognare un solo giorno per vedere la luce ed il giorno dopo quando tocchi il fondo ammazzeresti per il sogno di un'altro

ed io mi fermo e penso che questo è davvero un mondo strano crediamo ancora che tutto vada bene, che sia tutto a posto…

 

Edda CattaniRiflessioni… per Lene
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L’illusione del vivere

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      Continuano le riflessioni di Mario, il Papà di Lene… espressioni d'amore tanto belle da essere raccolte insieme nella categoria "LE PERLE DI LENE"

l'illusione del vivere

 

Cosi pensiamo di controllare la nostra vita, possiamo controllare il volume dello stereo, l'aria condizionata, i nostri colleghi, controllare la camera dei deputati, il consiglio di quartiere e la velocità della nostra autovettura, viviamo in un finto-reale-benessere pensiamo che la nostra vita sia perfettamente sotto controllo, malattie, lavoro, vacanze, soldi.. poi di colpo ci scontriamo con persone che vivono in universo che è talmente lontano dal nostro che non riusciamo a capire, loro si muovono per istinto, non aspettano la pioggia per piangere piangono e basta e non credono nel futuro ma vivono intensamente ogni attimo della loro esistenza.. e così pensiamo di riuscire a possederli, a catturarli a dargli ciò che le loro anime perse e vagabonde cercano da anni.. ma non c'è distanza che possa essere coperta tra le nostre e le vostre anime.. siamo vagabondi, siamo gli zingari di questo mondo appositamente creato per chi ha l'illusione di avere il controllo, noi anime nere ci sediamo a guardare il riflesso nello specchio della vita senza aspettative.. cosi mi ritrovo a 50 anni e faccio il resoconto.. prima mi hanno portato via la dignità, poi la famiglia, poi il lavoro, poi gli amici, poi la mia bambina ed ora la mia identità eppure sono qui.. vivo la mia maledizione con dignità… ed è vero a volte piango…. e penso.. chissà forse tutto questo è un c…o di incubo.. domani mi risveglierò su di un letto di ospedale nel 1973 a Pompei.. sono stato colpito da una forte febbre dovuta al colera perché ho mangiato le cozze ma ora sto bene ed il mio corpo sta reagendo agli antibiotici.. le fotografie della mia bambina, le voci nel registratore o sul computer sono quelle di mia madre che mi dice di risvegliarmi dal coma.. sto vivendo in un probabile futuro che non è il mio… e poi penso.. c…o se cosi fosse mi ammazzerei prima di uscire dall'ospedale… rivivere tutto questo sarebbe la punizione più orribile che un essere umano possa subire, e poi mi fermo e penso…. rifarei tutti gli errori della mia vita per un altro giorno con lei, per il piacere di stringerla tra le mie braccia per dargli da mangiare ancora una volta, per fargli il massaggino alle gambe, per ridere su un campo da calcio con lei per la caduta che ho preso, per avere ancora una volta l'opportunità di accarezzarle il viso mentre dorme, e allora mi accorgo per un attimo cosa significa avere il controllo.. avere il potere… questo pseudo-possesso altri non è che la consapevolezza di vivere in un mondo di illusioni che possono svanire in una bolla di sapone appena il vento soffia più forte, è finzione.. tutto ciò che siamo è pura inutile finzione.. ci illudiamo di possedere la nostra vita.. ma è una finzione.. compriamo auto e case, telefoni e televisori, firmiamo scontrini e andiamo in vacanza.. ma è solo una mera illusione, perché noi non possiamo possedere un bel niente.. siamo burattini agitati dal dio denaro.. ed io ti vengo a cercare… perché il vero potere, il vero controllo è la consapevolezza di essere anima… pura energia scintillante.. sapete c'è una splendida canzone di cat stevens che Lene adorava.. registrai la canzone per l'ultimo natale.. fu il regalo più bello che lei mi disse di avere mai avuto.. conservo il cd nel suo diario ed ora è nella tomba con lei.. quella canzone dice:

e sono seguito dall'ombra della luna,

saltellando e cantando la sua ombra mi segue,

e se dovessi perdere le mie mani, il mio aratro e la mia terra,

non dovrei più lavorare,

e se dovessi perdere i miei occhi

e tutti i colori del mondo divenissero secchi

non dovrei più piangere,

 e se dovessi perdere le mie gambe non mi lamenterei

e nemmeno elemosinerei,

significa solo che non dovrò più camminare,

e se dovessi perdere la mia bocca e tutti i miei denti cadessero

 non urlerei, semplicemente non dovrei più parlare..

perché ci è voluto tempo per capire

ma saltellando con l'ombra della luna ti ho ritrovato…..

ed ora per me questo è ciò che conta, questo è il mio potere, questo è il mio controllo.. saltellando nell'ombra della luna ti ho ritrovato.. il tuo papà per sempre

 

 

Yusuf Islam, nato Steven Demetre Georgiou e a lungo conosciuto con il suo nome d'arte Cat Stevens (Marylebone, 21 luglio 1948), è un cantautore britannico.

Figlio di padre grecocipriota (Stavros Georgiou) e madre svedese (Ingrid Wickman), cresce a Shaftesbury Avenue, nel quartiere di Soho a Londra, sopra il ristorante di proprietà del padre dove veniva spesso suonata musica popolare greca, dalla quale verrà influenzato.

Lo stile musicale che ne esce fuori è quello che contraddistinguerà Cat Stevens per tutta la sua carriera: chitarre acustiche in primo piano, sonorità delicate, richiami alla tradizione greca, testi a metà strada tra la canzone d'amore ed il misticismo, il tutto condito dalla calda vocalità dello stesso Stevens.

Si trasferisce successivamente in Brasile per motivi di tasse, e comincia ad avvicinarsi a tematiche prettamente religiose. Nel 1976, suo fratello, di ritorno da un viaggio a Gerusalemme, gli regala una copia del Corano: avvenimento che segnerà la vita del cantautore.

 

Balza agli onori delle cronache nel 1989 quando apparentemente appoggia la fatwa lanciata contro lo scrittore Salman Rushdie per i suoi I versi satanici: in realtà Islam, il quale si trovava al Kingston Polytechnic di Londra per un incontro con gli studenti, si era limitato a spiegare il perché di quella condanna da parte del mondo musulmano senza mai invocare direttamente alcuna sanzione, precisando successivamente che non avrebbe appoggiato la richiesta dell'Ayatollah Khomeini in quanto lesiva della legislazione britannica. Questa controversia comunque gli avrebbe causato l'ostracismo di gran parte del mondo musicale per lungo tempo.

Da qualche anno a questa parte Islam è tornato a calcare le scene, collaborando di nuovo con Peter Gabriel in occasione di un concerto in onore di Nelson Mandela a Johannesburg nel 2003, duettando con Ronan Keating il brano Father and Son, e progettando un ritorno sulle scene a livello discografico.

 

 

 

Edda CattaniL’illusione del vivere
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Non sai che il cielo è in te?

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“Dove corri? Non sai che il cielo è in te?”

Ricevo non appena deciso di pubblicare un articolo del Papà di Lene. E' tratto da un libro di Christiane Singer, “Dove corri? Non sai che il cielo è in te?”, edizioni Servitium, e questo brano sembra svelare ed esaltare il senso di tutti i passaggi che ci hanno portato a condividere questa esperienza: me, ad altri ancora:  “Non so se ho colpito colui al quale mi rivolgevo; poco importa, dato che il messaggio, anche quando non giunge a chi si è mirato, arriva sempre a qualche destinazione.  Nelle faccende di cuore e di spirito, ci si rivolge alla persona che si ha davanti e, di riflesso, è un altro che riceve il messaggio in pieno cuore: questo conta.
…La vita si rivela solo a coloro i cui sensi sono vigilanti e che si spingono in avanti, come felini tesi, verso il minimo segnale. Tutto sulla terra ci interpella, ci chiama, ma così lievemente che passiamo mille volte senza vedere alcunché. Camminiamo su dei gioielli senza notarli. I sensi ci restituiscono il senso. Quando l’istante scarica la sua linfa, la vita è sempre presente all’appuntamento” .

 

Vediamo cosa ha scritto oggi Mario e guardiamo nella pagina sotto cosa aveva scritto ieri… (Il "dono dei papà di FB)facciamolo lentamente… ci aiuterà a capire il senso del nostro vivere…

 

la chiave del tutto…ieri, anzi in questi giorni passati penso di avere raggiunto degli stati alterati di coscienza, stati alterati che mi hanno permesso però di capire, di approfondire di dare una ragione alla morte.

Premetto che stamane dopo aver fatto un sogno mi sono svegliato come se avessi avuto un'epifania, poi durante il giorno ho capito che dovevo cambiare, non posso più piangere cosi, soffro moltissimo, ma dopo stamane, ho iniziato a capire, e poi non so come né perché ho capito tutto quello che c'è da capire sul nostro mondo ed il loro, sull'anima e sul corpo, sulle fotografie, sulla vita e sulla mia sofferenza, prima di tutto mi sono spogliato di ogni cosa che mi ricordava lei, i suoi capelli appesi al mio collo non erano lì perché volevo ricordarla, ma perché volevo soffrire, ed è anche vero che la sofferenza ed il dolore  sono una cosa importante ed oramai faranno sempre parte della mia vita, ma ora è tempo per me di vivere tutto ciò in maniera diversa.

Dunque, partiamo ora dallo spiegare che cosa siamo noi, noi siamo l'insieme di atomi in perfetta sincronia, ogni piccola parte del nostro corpo è un universo a se stante, ed il nostro corpo interagisce in maniera perfetta con tutti questi miliardi e miliardi di universi, ma esiste una parte di noi che ci permette di provare emozioni, amore, odio, simpatia etc.. questa nostra parte interagisce con il nostro corpo ma ha una sua vita propria, una sua età, un suo ciclo, che a quanto pare risulta essere eterno, perché direte voi, per un motivo semplicissimo, vive e pulsa ad una velocità diversa da quella del nostro corpo.  capisco che posso apparire pazzo, ma è di una semplicità disarmante. tutto dipende dalla velocità di ricezione e codifica degli stimoli esterni.. ad esempio, vi siete mai chiesti perché spesso e volentieri le esperienze di pre-morte sono molto simili alle esperienze raccontate da genitori che hanno ricevuto la notizia della morte del proprio figlio? Perché il nostro corpo ad una notizia talmente orribile reagisce in maniera talmente violenta da accelerare tutte le funzioni vitali, al punto tale che riusciamo a sdoppiarci, ad uscire dal nostro corpo, a vivere un’esperienza di pre-morte, in alcuni casi può anche seguire un collasso cardiaco a notizie talmente sconvolgenti, non pensate che io sia un cinico a parlare di queste cose cosi, perché penso che sappiate che io sono uno di quei padri che ha ricevuto una simile notizia, ed è lì il segreto della comunicazione con i nostri angeli, del resto non li abbiamo sempre chiamati esseri di luce, provate ora a pensare alla velocità della luce?.. il ragionamento fino ad ora non fa una piega, giusto.. ora perché alcuni riescono a sentire le voci via radio, e perché in alcuni casi si mette la registrazione al contrario? è una questione di velocità di recezione.. se voi fate scorrere il nastro molto velocemente o molto lentamente potreste avere gli stessi risultati che invertendolo, ma ora passiamo alla manifestazione attraverso la fotografia.. se io riuscissi ad avere una macchina fotografica in grado di scattare delle fotografie alla velocità della luce, o magari basterebbe semplicemente alterarne di qualche nanosecondo lo scatto, potrei forse riuscire a catturare il mondo dell'invisibile, voi direte… ma che c…o stai dicendo?.. è semplice In fotografia, la velocità della pellicola, detta anche sensibilità o rapidità, indica la sensibilità di una pellicola fotografica (o del sensore in una fotocamera digitale) alla luce… Capite alla luce! questo significa che loro non sono da un'altra parte ma sono con noi e vivono ad una velocità diversa dalla nostra.. persone che come me riescono a mettersi in contatto con loro, non sono sensitive ma sempicemente  pensano in maniera più veloce, qualcuno lo sa e si rende conto, qualcun'altro no… l'anima vive nell'universo ad una velocità diversa dalla nostra… ecco perché a volte riusciamo a sentirli e a toccarli o ne percepiamo i profumi, o udiamo le voci.. perché rallentano per noi i loro ritmi vitali… per permetterci di sentirli o vederli… è solo una questione di velocità, le foto di Lene apparirebbero più chiare e nitide se la macchina fotografica avesse un tempo di esposizione più ridotto, cioè più veloce.. lei non è lontano in paradiso, nessuno trattiene nessuno, perché non c'è nulla da trattenere, lei vive una vita semplicemente più veloce della mia.. e a volte ci incontriamo… forse riescono a fare anche dei "miracoli" perché pensano più velocemente di noi, se io potessi correre come la luce.. saprei già cosa mi accadrebbe domani e potrei evitarlo.. ma siccome sono relegato in un corpo "lento" ho bisogno del mio spazio per percepire il futuro, ma se io altero il mio stato di coscienza, rallentando o accelerando il ritmo… posso sentirla, vederla e parlarle anche conversare con lei.. non è magia.. accendere una candela perché il raccolto vada bene non è magia, ma controllo del tempo e della velocità.. è un'alterazione della nostra percezione nei confronti del domani che a noi sembra incerto, più lentamente pensiamo e viviamo più incerto ci sembra il futuro, tutto dipende dal nostro rapporto di percezione con la realtà. Ecco perché ti voglio bene Lene ecco perché ieri ho chiamato il vento ed il vento è arrivato, non è magia bianca nera arancione o multicolor o treD è percezione rallentata o velocizzata della realtà… perché tu sei sempre con me… sempre con me…. è disarmante la semplicità di un simile ragionamento, sembra quasi logico. Non esiste una porta attraverso la quale si passa per raggiungere un universo parallelo, l'universo parallelo è già qui intorno a noi e solo una mera questione di velocità.

 Mario Farinato

 

 

Edda CattaniNon sai che il cielo è in te?
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Il “dono” dei papà di FB

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 Questa pagina viene tenuta aggiornata con le note di Papà Mario che trovate di seguito alle precedenti…

Ricevuto come un dono

   Grazie Lene per aver dato al tuo Papà il "dono" di farti conoscere come "amore"

  

 

Oggi sei volata via

 

è un anno che sei andata via, ed ancora sento il tuo profumo sui miei vestiti..

io so che tu ora sei un angioletto e voli lbera da un universo all'altro come una farfallina vola da un fiorellino all'altro, dolcemente e lievemente, non fai rumore sbattendo le tue alucce di panna e zucchero a velo, ieri il tuo papà lo sapeva che avrebbe sentito la tua mancanza oggi piu che mai, allora è andato nel bosco ed ha raccolto fiori nuovi e vecchie pigne cadute dall'albero piu vecchio, con le mani poi ha lavorato cera bianca e nove spilli ha usato per inchiodare tutte le cattiverie del mondo, le ha inchiodate all'albero vecchio e bruciato i volti dei cattivi uomini neri, che stanno facendo tanto male alla tua mammina, un po fusa ultimamente ma sempre pronta a sorridere come facevi tu per dimenticare le brutture della vita.. ti ricordi, eravamo a Brighton quando quella stronza di Idy, la figlia di Charlie ti fece arrabbiare e stavi per piangere, ti ricordi cosa ti disse il tuo papà?

occhi per piangere devi avere sol per chi ami davvero, gli altri devono solo vederti ridere ed essere felice, perchè è solo cosi che li puoi distruggere, con tutta l'allegria che hai, dopo di che passeggiamo sulla spiaggia dai sassi bianchi bianchi e volammo sulla giostra colorata.. che buoni i sapori che c'erano quel giorno in quella piccola città inglese di mare cosi lontana dalla nostra terra. dopo quel giorno hai pianto solo un'altra volta, per colpa di Barbara.. ma solo qualche minuto poi hai smesso e mi hai preso la mano e mi hai detto:"pigna andiamo a giocare".. eri e sei tutto cio che la vita puo donare… ora è un anno che sei volata via, chissa come vivi, dove dormi, ogni tanto penso chissa cosa mangerà, spero che tu possa cucinare tutte le ricette che ti ho insegnato, il tuo diario di cucina e qui con me.. se vuoi dagli un'occhio.. e se non ti ricordi come si fa chiamami.. lo sai che per te io sono sempre all'erta

dolce piccola pulcetta.. saltavi come una pulce ridendo e mangiando leccornie rubate dal frigor..

cosi oggi ho acceso tre candele nere e le ho lasciate bruciare insieme ad incenso di pino nella fontana dove ci sono i pesciolini rossi, perchè la notte e fredda e nera… buia e lunga, allora ho pregato che la notte bruci in fretta nei prossimi mesi a venire, e sole risplenda nei nostri cuori tristi.. perchè da quando sei volata via, gioia è dificcile e allegria si è persa, solo le ombre dei tuoi ricordi toccano le ombre dei miei occhi vacui e pieni di lacrime per un angelo che ha amato la vita con tanta forza ed energia che ha deciso di scappare via un pò prima di me… mi batti sempre… ricordi scendevamo giu per la discesa col vecchio monopattino e Bella ci seguiva.. stavi per aver paura della velocità poi iniziasti a ridere che anche Bella nè fu coinvolta…

ora i fiori nuovi sono accanto alla tua foto, quella dove fai la farfalllina e pigne vecchie nella coppa di rame, la casa profuma di resina e fiori di campo e l'incenso bruciando nel giardino ha fatto arrivare anche gli uccellini, tra un pò andrò sulla tua barca ed insieme ascolteremo il vento come abbiamo sempre fatto, perchè hai imparato e ora sai che il vento è nostro amico, porta via il brutto tempo e fa arrivare la pioggia nei giorni di secca, muove le barche e fa cantare gli alberi, e cosi nel bosco dove la vecchia quercia ha visto milioni di anni scorregli sui rami, i cattivi uomini nutriranno con la loro anima nera le foglie dei noccioli per creare cose buone da cattivi umori e rabbie sopite…

perchè tu mi hai insegnato cosa vuol dire amare ed io nè sto facendo tesoro, anche se la tristezza come una sindone a volte avvolge il mio cuore che quasi smette di battere.. i miei occhi ti vedono ovunque, nei fiori di campo che tanto ti piacciono nelle pigne verdi e quelle secche che ancora portano la resina dell'autunno passato e nell'acqua di quel mare dalla quale tutti noi veniamo.. tu la vita la amavi sul serio ecco perchè ancora mi dai la forza ogni giorno di scrivere di te e dei fiori nuovi e delle pigne vecchie.. il tuo amore scalda il mio cuore nei giorni freddi ed i tuoi occhi mi guardano dall'alto, scommetto che non immaginavi che un uomo orso e stregone come il tuo pigna potesse piangere cosi tanto quando sei andata via.. sennò sono sicuro che avresti aspettato ancora.. ma il tempo cambia, ed i giorni scorrono e oggi luce nuova verrà perchè i cattivi sono morti ieri sera e la terra si è nutrita del miele che il tuo papà ha versato per farla felice.. miele e cristalli d'argento per colori nuovi e storie nuove da raccontarti… sempre ti racconterò le mie storie da orsone cicciottone… perchè ti sei il mio piccolo dolce e tenero fiore di campo da proteggere dal vento forte…

TVB con tutto il mio cuore il tuo papà per sempre…

Pigna

 

 

dai Commenti:

" io sono basito.. tutti questi bellissimi commenti mi si sono velati gli occhi di lacrime… Lene devi essere contentissima da lassù a vedere quanta gente ti vuole bene… io sono solo un piccolo blasfemo che arranca sulla strada della vita ma tu sei diventata un angelo stupendo.. ti abbraccio tanto tanto il tuo papà"

 

 

 

Ieri ero un pò stanco e non riuscivo a coordinare la mente ed il corpo, poi stamane ho riguardato il particolare che mi aveva fatto notare tiziana, ed ecco qui il video.. un abbraccio a tutti gli angeli, alla mia lenina e a tutte voi

 

Quel che fa paura

ci agitiamo nelle nostre piccole vite e cerchiamo sicurezze nei supermercati dove gli oggetti si affaticano ad apparire invece che essere.

quel che fa paura è cio che non riusciamo a vedere coi nostri occhi, ci allontaniamo, li chiudiamo.

quel che fa paura è la morte nera e brutta e le nostre anime che sentono ma non riescono a parlarci.

e paghiamo tre volte un litro di benzina per sentirci protetti e sicuri nelle nostre piccole scatole di metallo.

e siamo contenti delle nostre bombe intelligenti che allontanano i cattivi e ci mantengono al caldo nelle nostre grandi grandi case bianche bianche e senza finestre.

quel che fa paura è la mediocrità alla quale ci stiamo lentamente abituando, quel che fa paura sono i soldi da restituire per l'ultima cucina fatta con fiammiferi svedesi.

e paghiamo quattro volte per senitrci dire in televisione dai profeti del vuoto che c'è stata solo una leggera flessione nel mercato dei cambi ma tutto tornerà normale.

quel che fa paura è l'anormalità, il poeta che sogna, lo scultore che raccoglie pietre ai bordi dei fiumi.

perchè siamo anime sole ma ci sforziamo per restare isolati.

e si sognano isole verdi e mari azzurri ma il vento che potrebbe trasportarci al di la dei nostri confini ci spaventa.

ed allora preferiamo credere alle favole e rifiutiamo di credere negli angeli.

quando il mondo diventa insopportabile ci costerniamo nei nostri sensi di colpa e impariamo ad odiare con intensità e vanità nelle nostre pellicce firmate dai capi scout del modernismo ecologisti che ci assicurano che non è pelliccia vera, non li abbiamo scuoiati vivi e nemmeno torturati quei poveri animali, e poi del resto pensa a cosa metti nel tuo piatto quando mangi carne di pollo…

perchè abbiamo paura… e non riusciamo ad elevarci sopra questo letame che ci circonda, ci sommerge, ci affoga i sentimenti gli amori le storie

quel che fa paura è la voglia di vivere che si è persa dopo la lettura dei dieci comandamenti,

quelli che dicono di non rubare e non uccidere

ma giusto per essere sicuri che tutti li ascoltino sganciamo bombe con sorrisi lieti, sicuri nelle nostre timide camice bianche e profumate di fresco, proprio come le lavava mammà

quel che fa paura siamo noi allo specchio

e quando la morte ed il dolore ti preparano ad avere ai tuoi piedi il mondo…..

ancora qualcuno pensa a quel che fa paura….


 

 

Un miracolo d'amore: la storia di Mario Farinato

Una sera, aprendo la mail di Italia Parallela, ci siamo imbattuti in una lettera che ci ha commossi tutti. E' la storia di un padre, Mario, un fotografo professionista, che da pochi mesi ha perso la sua figlia minore, a causa di un collasso cardiorespiratorio. Ha voluto condividere con noi la sua esperienza, raccontandoci una storia che assomiglia tanto ad una favola.

Mario è autistico, soffre della sindrome di Asperger, e a causa di questa sua particolarità, in passato ha avuto molti problemi nell'intregrarsi con gli altri. Nato in una famiglia fortemente attaccata alle tradizioni del Sud Italia, fin da piccolo ha un dono: quello di poter vedere piccoli frammenti del futuro e comunicare con quelli che per lui sono molto più di semplici "amici immaginari".

I genitori non vedono di buon occhio questa sua particolarità e lo sottopongono ad un esorcismo, un esperienza traumatica che lui stesso fatica a ricordare con precisione. Da allora niente più visioni o premonizioni…. Finchè un giorno, anni dopo, accade qualcosa che lo rimette in gioco.

La notte di Halloween nasce la sua secondogenita Lene, una bimba di appena 900 grammi che quasi pare morta: non respira, non piange… Ma all'improvviso inizia a gridare. 

La madre Lucia ha un trauma post-partum a causa del quale vuole tenersi lontana dalla bambina: è convinta di aver dato alla luce un mostro. 

E' così che Mario inizia a prendersi cura in tutto e per tutto della bambina, allattandola artificialmente e aiutandola ad avere il suo primo contatto con il mondo esterno.

Lene è una bambina speciale: tutti le vogliono bene, tutti adorano questa creatura intelligente, curiosa e dolcissima. Una donnina. Riesce a capire chi le sta intorno con una semplicità disarmante.

Purtroppo un giorno a Mario viene diagnosticata una tremenda malattia: un tumore alla mascella causato da una mutazione genetica. La sua alterazione pare sia un fenomeno comune ai cosidetti bambini indaco, e Mario, facendo il cosiddetto uno più uno, si rende conto che tutti i doni avuti anni fa non erano solamente frutto di casualità o elevata sensibilità. Scopre inoltre che questa alterazione genetica è stata trasmessa anche a Lene ed alla primogenita Denise. 

 

Mario ricorda ancora l'ultima telefonata con la piccola Lene. "Le chiedo di passarmi la mamma, lei viveva con la mamma durante i periodi di scuola e con me i week-end ed il resto dell'anno, Lene si arrabbia e mi dice: Perché vuoi parlare con la mamma, hai tutto il tempo che vuoi per parlare con lei adesso stai ancora un po’ con me… immagino, nella mia ingenuità che sia uno sfogo per problemi con le amichette o per problemi a scuola, ma non c'è nulla di tutto questo, allora pazientemente le dico, Lene, non fare la stupidina passami la mamma, lei si arrabbia quasi e mi passa al telefono Lucia, la mamma, parliamo un paio di minuti e poi ritorno a parlare con Lene, ora Lene è più calma, ma mi parla in maniera strana, e la sento molto triste, quasi come se non potesse più rivedermi, come se quella fosse l'ultima telefonata … la stessa notte alle 5,55 Lene entra in collasso cardiorespiratorio i suoi polmoncini si riempiono di liquido e muore annegata…."

Possiamo immaginare il profondo dolore di un padre alla perdita di una figlia di appena 11 anni. Leggendo la sua mail mi cadono le lacrime sulla tastiera. Non si può rimanere impassibili di fronte ad un simile avvenimento. Mi metto nei panni di Mario, mi tremano le gambe. Durante il suo racconto ho vissuto gli sguardi di Lene, ho sentito la sua risata, mi ha contagiata.

Un giorno, mentre Mario si trova in fila dal dottore, la sua macchina fotografica del 1940 (che aveva con sé) scatta casualmente una foto. E quando quella foto viene sviluppata i suoi occhi si riempiono di stupore.  In translucido appare il volto di Lene!

Questa è solo la prima di una serie (casualissima) di foto in cui appare la sua bimba.  Sono foto che hanno un che di  sconvolgente. In ognuna di esse, più o o meno nitidamente, appare il volto di Lene. 

In seguito, Mario viene contattato da Alessandra Bertone, esperta di metafonia, ed assieme a lei riesce addirittura a stabilire un contatto verbale con la piccola, la quale, durante una seduta di metafonia, chiama distintamente il padre "Pii" e "Pigna", i due soprannomi che lei gli aveva dato.

Non posso non credere alle parole genuine di questo padre. Ho visto le foto, che lui mi ha inviato via mail, e le trovo assolutamente autentiche. Non me la sento di pubblicarle sul sito, perché mi sembrerebbe di gettare in pasto agli squali qualcosa di troppo privato e profondo. Tuttavia se qualcuno fosse interessato a vedere qualcosa ce lo dica e lo metteremo in contatto direttamente con Mario.

Non sono solita scrivere articoli inserendo così tanti interventi personali, ma questa commovente storia non mi ha dato alternative. Credo che questo sia un miracolo d'amore, il più grande di tutti. L'amore, quello vero, che non muore mai. 

 Monica Taddia 

Non volevo scrivere subito, ma ho il vizio di vivere   (5 maggio)

 

  A parte il fatto che leggendo i vostri commenti sono rimasto basito da tanto interesse,  poi mi sono incuriosito, perché a volte scrivo di botto velocemente e neanche mi rendo conto di quello che penso, a volte riesco a scrivere simultaneamente, nel senso che penso e scrivo.. e come essere all'unisono con il diavolo.. ti scotti, brucia ma vai avanti perché non riesci a fermarti, e rileggendomi … mi chiedo.. dovevo proprio star male un casino per scrivere e pensare queste cose…. allora mi capisco un po’ di più… vorrei raccontarvi una storia, vorrei raccontarvi di me, dei miei viaggi, del mio mondo fatto di assurdità e di effimero, vorrei poi mi rendo conto che raccontarmi sarebbe inutile, e sarebbe palare di me, del mio passato che ora non conta più niente… a parte i mie undici anni di felicità con quello scricciolo pestifero che sbottava se gli si pestavano i piedini, in fondo lei era la mia fotocopia… calma, tranquilla anche un po’ cicciottella, ma un uragano…. amava la cucina, amava la musica, amava i viaggi, ma quelli veri non da turista, quelli in cui prendi un tovagliolo gli butti dentro una pera e un po’ di pane e lo appendi ad un ramo lo metti sulla spalla e ti incammini… Lene era semplicemente più viva che mai.. aveva una forza ed un energia che nessuno, ma nessuno davvero ha, inoltre il fatto di essere ingenua gli permetteva di vedere il mondo a modo suo.. ma cazzo.. non si sbagliava mai…. la vita non la spaventava, e neanche il dolore la spaventava.. in qualche modo era come se sapesse che doveva approfittarne il più possibile dalla vita stessa, viverla come un fiume in piena, berla tutta senza remore, assaporarla, gustarla, toccarla e forse nel suo piccolo cuore di fatina bionda e peperina, sapeva di avere poco tempo per fare tutto ciò che voleva.. ma c'era una consapevolezza nel suo essere bimba che ti lasciava senza parole, lei era consapevole dei suoi limiti e dei suoi desideri, e te li metteva su di un piatto e ti diceva.. guarda, hai visto che bella è la vita se sai da che parte guardare :).. ricordo che una volta eravamo in macchina, e lei mi diceva, papà che bella la mustang decapottabile.. vero? l'avevamo noleggiata per attraversare la Florida, e poi mi disse, non riuscirò ad essere cosi ricca da comprarla.. ed io ridendo le dissi.. Lene… se davvero vuoi qualcosa basta chiudere gli occhi e desiderare intensamente quella cosa, e poi credere, credere con tutto il tuo cuore che quella cosa e tua..e lei mi rispose mentre guardava dal finestrino.. lo so pigna.. lo so e hai ragione, il problema è che dovresti ripetertelo più spesso… rimasi allibito… ora capisco anche perché mi disse quella frase.. io non so tra noi due chi fosse il maestro e chi l'allievo, ne tantomeno chi il padre e chi la figlia, ma ci bastavamo per essere felici. Ora mi guardo nello specchio ed ogni minuto, ogni istante della mia vita penso a quel suo sguardo… quasi distratto.. mentre con le mani toccava il finestrino dell'auto.. e i capelli biondi che scivolavano lentamente sulle sue spallucce da bambina… e quella frase talmente semplice e cosi piena di forza.. lo so pigna, lo so.. il problema e che dovresti ripetertelo più spesso…. ora me lo ripeto…. a volte ci sono situazioni difficili, a volte la vita ci mette di fronte a delle scelte obbligate, a volte ci sembra che nulla possa redimerci e niente salvarci… invece non è cosi, basterebbe fermarsi e dirsi "Tutto mi appartiene".. mica è facile, eppure è cosi, noi pensiamo che per andare da Milano a Como bisogna usare l'auto, e quindi pensiamo che abbiamo bisogno di un lavoro, e dopo qualche mese pensiamo che andando da un concessionario possiamo fare un prestito e comprare una macchina usata, e pagare le rate, e metterci la benzina e attaccare la cintura di sicurezza e chiudere bene le portiere e pagare l'autostrada, e mentre siamo in viaggio pensiamo, si ho lavorato tanto, ho fatto sacrifici e ho ancora qualche rata d appagare, ma tra meno di venti minuti sarò a Como con la mia auto.. ed improvvisamente l'auto si ferma e rimaniamo senza soldi, senza auto senza lavoro e dobbiamo scegliere se tornare a Milano a piedi o andare a piedi fino a Como… intanto il travestito che passeggia tutte le notti sotto casa nostra passa sfrecciando su una ford mustang decapottabile in direzione di Como…. Ecco questa è la vita.. noi pensiamo che esistano soluzioni logiche, perché ci hanno insegnato ad essere logici, a scuola ci dicono che la logica e la madre delle soluzioni, e noi ci crediamo , perché lo dice il prete, il maestro, la mamma ed il papà… poi quando cresciamo…. la logica e solo un gioco diabolico che non serve a nulla……… a volte basta solo chiudere gli occhi per essere liberi viziarsi vivendo…..

spero che non disturbi il fatto che pubblico i link alle mie note.. con affetto un abbraccio a tutti e tutte.. mammi e mamme   (12 maggio 2011)

 
 
 
 
  e mi sento completamente fuori luogo, fuori dal mio mondo, come se arrivassi da un pianeta sconosciuto e per una fortuita coincidenza sono approdato qui ed ora. Far finta di sentirsi come un uomo, far finta di camminare sotto la pioggia battente, un lampo rimbomba tra le nuvole lontano lontano.. ed io sono perso… faccio quel che faccio per pura necessità esistenziale, guardo i segnali stradali, mi sento in panne, come se guidassi sulla 66 con la macchina in riserva.. devo muovermi lentamente senza consumare troppo carburante altrimenti al prossimo distributore non ci arrivo.. e mi guardo nelle tasche per trovare i ciotoli di un passato cosi stranamente lontano da tutto cio che ora sono.. ed ora sono un nulla.. il niente… rumori di pentole che bollono sul fuoco, ora sono seduto in cucina a guardare uno schermo vuoto.. pieno di frasi distorte dal tempo e da un dolore lancinante che mi cattura il cuore e mi affonda strappandomi le vele… fuori dalla cucina uccelli volano cantano catturano insetti per il prossimo inverno, io mi guardo le mani,,, oramai invecchiate, unico segno della mia età che ora lentamente scorre tra le strofe di una canzone, ed il vento continua a soffiare fuori dalla finestra.. i miei occhi confondono le lettere della tastiera alterandole, distorcendole.. c'è il silenzio ora e iniziamo a camminare insieme io ed il silenzio.. mi affaccio sullo stagno e ti vedo riflessa tra le ninfee ed i pesci rossi, e-mails. lettere, parole, tutto resta in funzione del dopo.. di un domani senza domani.. soldi in tasca ma mi sento povero, abbandonato ad un rumore persistente ed incessante.. la fabbrica dei dolci si è chiusa dietro di me, non c'è piu odore di buono e di torta fresca da mangiare.. ed il sole mi brucia la pelle… ora sono in un deserto, un insetto tra la sabbia rovente che arranca alla ricerca di un buco dove nascondersi e trovare tenere gocce di umidità.. mentre scavalco l'ultimo gradino del piramide di vetro mi brucio le zampe.. mi giro.. mi accorgo che non sono piu io.. ma una parte di me stesso che si allontana nel vuoto dello spazio piu profondo, tra stelle e nebule bluastre.. soffio sulle mie mani alla ricerca di un'emozione e mi accingo a vivere ma il sogno si spegne… ora sono sveglio e mi manchi

l'aggiustatutto

 piccola. dimmi di cosa hai bisogno..io sono qui per amarti.. eccolo che arriva l'uomo tuttofare.. è questa la cosa che voglio dirti.. sono occupato 24 ore al giorno e 7 giorni su 7… aggiusto cuori rotti, metto a posto anime a pezzi.. mi lascio and…are e scivolo sulla vita.. poi mi fermo e sembro arrabbiato e forse lo sono.. ma tu non preoccuparti perché nulla mi spezza.. allora datti da fare e fai  una passeggiata nel parco, prendimi per mano e fammi volar con te.. sono l'uomo tuttofare.. aggiusto storie antiche.. le rimetto a posto dal nulla.. e faccio fiorire i gerani sulla tua veranda.. non sono uno di quelli che usa utensili non sono neanche capace di fare dei piani contorti e complicati.. .. io sussurro dolci parole al vento nella notte e i problemi scorrono via come acqua nei torrenti a primavera… dai .. non aver paura lo sai che sono il tuotuttofare.. ti metto a posto la vita. la rimetto in sesto.. e se il tuo cuore è rotto.. bhè allora chiamami… dillo anche ai tuoi amici cosi correranno da me.. questa è la cosa piò importante che volevo dirti.. io sono molto occupato ad aggiustare cuori.. ma chiamami io arriverò fosse anche dall'altra parte delle stelle.. dolce piccolo amore mio.. quante volte mi hai chiamato.. chissà chi aggiusterà il mio cuore ora.. ma sai che il mio amore non potrà mi fermarsi neanche di fronte alla morte nera.. allora chiamami se hai bisogno pulcetta mia.. io sono occupatissimo ad aggiustare cuori rotti.. ma per te.. per te.. troverò un astronave per attraversare il cielo e aggiustarti il cuore l'anima e la vita.. perché sono il tuo papà e lo  sai che farei tutto per te.. ma proprio tutto… il tuo pigna per sempre 

(17 giugno 2011) Un letto di piume ho sbagliato perché lo volevo, ho scelto di essere uomo e corro fino in fondo, i suoi capelli appesi al mio collo ricordano il suo profumo ed il suo tocco, scivolo sulle convenzioni sociali e mi abbandono ai miei errori, perché chi sono non è cosa sono.. io esisto tanto quanto lei.. e lei vive tanto quanto me.. non posso pentirmi di ciò che sono.. viaggio senza carburante… e non mi fermo alle stazioni per far rifornimento.. il deserto è il mio sentiero.. ma posso perdermi e so che lo farò tante e tante volte.. ma non voglio più fermarmi a pensare.. voglio essere demone di luce ed angelo di fuoco.. perché il deserto mi appartiene.. l'assenza è la mia partenza ed il mio arrivo.. vivo sospeso in una nuvola di ghiaccio al di là dello spazio.. tra freddo e calore che brucia pelle e capelli, galleggio su di me e sui miei pianti amari.. ma non mi chiedo più chi sono e cosa faccio.. perché devo scorrere giù per dare vita e che vita non sia in questo universo senza poli, il vuoto completo, non c'è attrazione né repulsione semplice assenza di gravità.. per ritornare a vivere ci vorrebbe un miracolo…  ma la gola brucia e le mani sono dentro le mie tasche vuote.. i mei documenti li ho persi un anno fa.. non sono perché ero, tantomeno potrei dire che  ero perche potessi essere, ma urlare al vento che io sono perché sono.. viaggio tra sogni incubi panico paure e certezze.. mi chiedo se tutto questo finisse ora.. la perderei ancora?… cosi mi sospendo sul tempo ed aspetto un'altro giorno.. tra delirio e coraggio a metà tra me stesso e lei stessa. dove porte non si aprono e finestre non si chiudono.. guardo le stelle da un letto di piume bianche al centro di un universo senza forza di gravità

 

 

poi ho pensato…

ma ho qualcosa da fare prima di partire anch'io.. devo dare pace alla sua anima.. perché pace sia guerra deve essere dicono è se guerra dovrà venire io combatterò con tutte le mie forze.. il buio non mi fa più cosi paura.. è l'assenza che mi terrorizza. perché l'assenza d'amore, l'assenza di vita è inferno.. è questo che non capiamo..l'inferno ed il paradiso cosi come lo descrivono non esiste.. ma esiste come assenza totale di amore.. senza quel legame che ci unisce da una parte all'altra di questo immenso universo siamo solo dei corpi riempiti di inutili parole che camminano come fantasmi in città vuote di vita e speranza… ma se una goccia beviamo.. allora crediamo e se crediamo viviamo.. ecco .. ora il giorno sta lentamente finendo dietro le gocce di pioggia che sull'asfalto formano ruscelli ed i fiori bevono…. ora che il giorno lentamente si sta spegnendo dietro le montagne.. dalla porta di casa mia vedo le nuvole… vedo quegli attimi di amore che mi hanno reso fiero, felice, gioioso con te.. e allora  resto con te… il tuo papà per sempre

 

 

Edda CattaniIl “dono” dei papà di FB
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