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Questa è la vita!

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Questa è la vita!

 

… e poi  ti capita di trovarti alla sbarra, al limite delle forze e ti accorgi di non essere nulla e che la vita non ha senso se non è inquadrata in un grande disegno in cui qualcun altro tira le fila…

Oggi, nonostante il tanto pane condiviso, mi ritrovo a pezzi…. ed il ritorno dalla terra del sole, mi ha lasciato un’eredità precaria difficilmente curabile…. QUESTA E’ LA VITA!!!!

“Ogni giorno ha il suo affanno” è stato detto, ma quando tu le hai provate tutte cercando di superare il tuo vuoto egoismo, quando hai dato tutto te stesso per superare limiti e apparenti dissensi e ti accorgi che con chi era simile a te, con le persone che avevano condiviso le tue gioie e i tuoi dolori, con coloro che credevi amici non c’è più dialogo, manca la condivisione e addirittura arrivi alle mortificazioni e al biasimo sul tuo operato, allora vale la pena di prendere in mano il Vangelo e provare ad approfondire temi conosciuti da sempre e che Gesù maestro ci ha indicato come lettura del nostro percorso. Vediamo come:

Un modesto fratello, incontrato sulle pagine di FB, presenta in questo modo la “Buona novella” della domenica e così la commenta:

 ‘Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua ..’ (Mc 6,4) La ragione è profonda…mente ‘politica’, con buona pace di coloro che intendono il Vangelo solo come una esortazione moralistica, privata, rituale. Infatti il profeta è sempre un disturbatore della vita ordinaria, quotidiana, dell’omologazione consolidata, e soprattutto della pigrizia del non-vedere, del non-sentire, del ‘si è sempre fatto così’ o del ‘bisogna fare così’. Il profeta apre al futuro, rompe l’oggi e lo riempie di domani, suscita speranze soffiate dal vento e dà luce ai cuori che attendono primavere impazienti. Il profeta chiede che si continui a domandare, a interrogarsi sul giorno e sulla notte, sul senso del tempo, della storia e della vita, portando nel suo cuore innamorato le paure e le attese della città su cui veglia, come ‘una sentinella del mattino’ che scruta i segni della nuova aurora senza cedere al sonno della ragione. Il profeta abita lo spazio ai margini della città dove la visuale è più sgombra e dove ‘le diversità si toccano e imparano a conoscersi’ .. E sa vivere e poi morire, nel disonore, ma soprattutto sa guarire gli occhi che non vedono e le ferite che sanguinano, e dare luce alle buie fessure di solitudine, facendo danzare la vita con passi sognati e ribelli, come crepe di luce di una nuova architettura del mondo ..  (fra Benito)

Dal mio quotidiano divenire

 

Gli scorsi anni, di questi tempi andavo e venivo dalla mia casa di residenza, sotto un sole rovente che rasentava i 40° in autostrada, al ritorno dal mare dove lasciavo i nipotini che accudivo, richiamata dalle condizioni fisiche di mio marito, convinta più che mai della mia condizione che doveva essere, com’é stata al suo fianco fino all’ultimo respiro. Quando si sono condivisi cinquant’anni di vita familiare, tutto diviene ovvio e non pesa la fatica, ma ha tanto sopravvento il dolore. Giungevo alla soglia di Casa Madre Teresa dove il mio Caro alloggiava  da un triennio, e tutto dovevo aspettarmi quale   immagine ormai evidente di una condizione al limite. Ora Mentore ha raggiunto Andrea e mi sovviene il ricordo di lui, ridotto ad uno scheletro che con quegli occhi, i suoi occhi …manifestavano una forza, un’energia, una determinazione non comune. Gli bastava vedermi arrivare stanca, spettinata, sconvolta per farsi capire e comunicarmi che mi aspettava, che voleva guardarmi e leggere nel mio volto non il suo, ma il “mio” sentire. Era lui, in quei brevi movimenti appena accennati che tendeva la mano a me e sembrava dirmi: “Io non ti lascio sola, ci sarò sempre, sarò con te anche quando tutti ti verranno a mancare!” Per dire questo non servivano tante parole… c’era, c’è e ci sarà nella vita e oltre. Questa è la vita… e questa è la vera espressione dell’amore! Ora mi ritrovo sola, ancora più stanca e a volte disarmata a fronte degli impegni sempre assillanti… ma lui c’è sempre… e c’é Andrea, felice di essere…finalmente… con il suo Papà!!!

 

Ora, nel ritorno alla mia abitazione penso a questo ed agli eventi di questi giorni e, nella mia solitudine, rifletto sulle parole di Fra Benito: “ Guarda, sono arrivata a questa età credendo di avere raggiunto un equilibrio e manifesto tanta fragilità! Ancora continuo a non capire e mi scontro con i mulini a vento della mia faticosa quotidianità!”

 

Vediamo un particolare: da tempo scrivo su FB, nelle varie bacheche di persone amiche i miei messaggi di conforto, di condivisione, di speranza… Passo a volo d’uccello, cercando fare sentire che condivido, che mi piace quando altri postano qualcosa di interessante ma alle volte tutto questo non basta. Mi sono imbattuta in una storia di violenza su un bambino e ho perso il controllo. La mia attività di psicologa che ho svolto e continuo a svolgere anche ora, mi porta a sentire come “nervo scoperto” qualunque intervento fatto da persone non qualificate… ed ecco che si rompe un’amicizia, perché non bastano le mie scuse successive, ma, come dice Fra Benito,  “nemo profeta in patria sua”… Fossi stata una persona non preparata mi si  poteva leggere come “caduta di stile” ma fatto da me è sembrato inqualificabile!

 

Ritorno sulle parole del nostro fratello che commenta:

… il profeta è sempre un disturbatore della vita ordinaria, quotidiana, dell’omologazione consolidata, e soprattutto della pigrizia del non-vedere, del non-sentire, del ‘si è sempre fatto così’ o del ‘bisogna fare così’

E penso ad un altro passaggio di questi giorni in cui individuo in una tragedia familiare una possibile causa di conflitto e lo dichiaro. Assumere posizione infrange le “regole” e mi mette fuori campo. Non avrei dovuto parlare, informare, prendere parte… a nulla vale richiamare lo sforzo, la fatica impiegata, la buona fede, i risultati ottenuti… Non c’è margine per la verità. Meglio occultare!

Potrei andare oltre e guardare con attenzione il pieghevole di invito al Convegno del Movimento della Speranza di settembre. Per non far torto a nessuno ho equiparato i partecipanti: la nota psicologa, come il cattedratico, il teologo con il laico medium spiritualista… ma c’è stato chi si è sentito non sufficientemente valorizzato.

 

Tre storie, tre episodi della mia quotidianità in cui una persona provata, attempata, animata da generosità, professionale … non riesce a raggiungere l’animo delle persone e a condividere con loro il pane quotidiano… Le mie parole esposte più volte in questo sito non hanno valore, sono canne al vento. Noi siamo nessuno… c’é chi al di là di noi, tira le fila…

 

Ma fra Benito continua:  Il profeta chiede che si continui a domandare, a interrogarsi sul giorno e sulla notte, sul senso del tempo, della storia e della vita, portando nel suo cuore innamorato le paure e le attese della città su cui veglia, come ‘una sentinella del mattino’ che scruta i segni della nuova aurora senza cedere al sonno della ragione.

E tutto questo mi conforta, perché c’è Mentore che mi richiama e vuol dirmi: “ Ti capisco, vedo la tua amarezza, ma non mollare! Sii te stessa e vai avanti per la tua strada… anche quando ti sentirai sola, affaticata e stanca ci sarà chi ti porgerà una brocca d’acqua al termine del tuo cammino e ne trarrai tanto conforto più di mille parole scritte su fogli sparsi al vento…”

Sì il profeta, ogni profeta, ciascuno di noi: …   sa vivere e poi morire, nel disonore, ma soprattutto sa guarire gli occhi che non vedono e le ferite che sanguinano, e dare luce alle buie fessure di solitudine, facendo danzare la vita con passi sognanti e ribelli, come crepe di luce di una nuova architettura del mondo ..

Grazie Fra Benito!

 

 

 

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Edda CattaniQuesta è la vita!

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