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La gioia del “perdono”

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Alla riscoperta del   «sacramento del perdono»

Oggi i miei piccoli Simone e Tommaso hanno ricevuto il primo Sacramento che si impartisce ai bambini: la Confessione.

Spiegare ai bimbi cosa sia il peccato e cosa significhi confessarsi non è cosa facile, tanto più in una società ove l'infanzia è sottoposta ad ogni sorta di bombardamento mediatico di dubbio contenuto… Eppure fare avvertire loro che anche una leggera manchevolezza può recare danno a qualcuno o anche a se stessi, è già iniziare a piccoli passi la loro formazione che diventerà un processo di crescita. 

Il mio ricordo attraverso il tempo è volato al giorno in cui anche Andrea ha ricevuto il Sacramento del perdono e ai nostri scrupoli sopraggiunti in seguito per la sua partenza imprevista ed improvvisa… Sapevamo comunque che la sua fede aveva un solido fondamento tanto che, ormai ufficiale dell'esercito, diceva a suo padre: "Stai tranquillo papà perchè ogni sera dico le mie preghiere". Gliel'abbiamo trovata nel taschino della giacca la "preghiera del soldato" ed i suoi amici ci hanno riferito che quando passavano in gruppo davanti ad un capitello non mancava mai di farsi il segno della Croce.

Ecco perchè confido in un Dio amorevole che accoglie queste giovani creature non ancora contaminate dai vizi e dalle inquietudini che tormentano l'esistenza degli uomini e li fa partecipi di una realtà di Luce pari a quella degli Angeli.

Dopo l'evento, Mentore assisteva ogni messa pregando per la serenità di Andrea ed un giorno, in quel tempo così doloroso, si recò come al solito a fare la comunione dicendo in cuor suo:"Signore, se mio figlio, come tutti i giovani, può avere mancato per qualche sua debolezza, perdonalo e accetta questa mia condivisione del Tuo Corpo, come se fosse lui presente qui, al posto mio!"

Avevamo partecipato al nostro primo seminario del "Movimento della Speranza" ed avevamo saputo della possibilità di registrare le voci dei nostri Cari scomparsi, come aveva dichiarato a Papa Pio XII° lo stesso Padre Gemelli. Mentore convinto del fenomeno, aveva comprato un piccolo registratore che teneva nel taschino della giacca e quel giorno, prima di ricevere l'ostia consacrata, l'aveva attivato per poi staccarlo tornando al proprio posto, nel banco della chiesa. Giunto a casa lo sentii chiamarmi con agitazione ed entrambi udimmo registrate queste parole, dopo quelle del sacerdote "… mi sono comunicato con te!". Così quel figlio tanto amato aveva partecipato al Sacramento ricevuto da suo padre e ne dava testimonianza con la sua stessa voce.

 

Questa giornata è anche stata allietata da una ricorrenza che si è festeggiata a:

 Sassello per la beatificazione di Chiara Luce Badano

 

 

Sassello. E’ stata festeggiata oggi a Sassello la beatificazione di Chiara ‘Luce’ Badano, la ragazza che nel 1990 morì all’età di 19 anni dopo che le era stato diagnosticato un osteosarcoma. Nell’occasione, è stata celebrata una messa solenne, trasmessa sia su Rete 4 che su Radio Maria.

La beatificazione di Chiara arrivò a settembre scorso ed oggi il paese dell’entroterra savonese è diventato meta di migliaia di pellegrini arrivati da tutte le regioni d’Italia, ma anche di molti stranieri che hanno conosciuto Chiara attraverso il movimento dei Focolari ed hanno voluto andare a visitare i luoghi in cui visse. All’eucarestia celebrata nella chiesa della Santissima Trinità dal parroco, don Albino Bazzano, anche i genitori della ragazza. Il parroco durante l’omelia ha ricordato commosso la vita della giovane beatificata l’anno scorso in Vaticano. “Chiara Luce è un dono di Dio – ha detto don Bazzano – è un dono per i suoi genitori che l’hanno avuta dopo 11 anni di matriminio. Lei ha illuminato con la sua presenza la nostra comunità. Con la sua sofferenza ha edificato la nostra comunita”.

 

«Amare, amare sempre, amare tutti. Alla fine di ogni giornata poter dire: "Ho sempre amato"»  (Chiara)

 

 

 

 

 

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Edda CattaniLa gioia del “perdono”

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  • Peter Versac - 29 aprile 2011 reply

    Ricordando Chiara Luce rifletto su come l’Amore più Folle e Appassionato prenda sostanza e corpo nell’aprire la porta della Fede, nel “valico” del Getsemani che attende ogni essere vivente. E’ tutta la sua giovinezza che sfugge alla morsa del Nulla con un battito d’ali, s’incanala in un impeto d’amore verso Gesù. E Cristo era là, inginocchiato e piangente al capezzale, dove giaceva quel che si mostrava del corpo di Chiara Luce, prosciugato dal male.
    Sì, Cristo è lì, non beato in una gloria lontana, ma commosso fino alle lacrime come nel giorno segnato per Lazzaro, presente e turbato ancor oggi nell’attimo della morte di ogni creatura. 

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