dicembre 2015

Benigni e i Comandamenti

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Benigni e i 10 Comandamenti

 

 

Su Rai1 trionfo d'ascolti per il comico toscano: l'analisi di Alberto Maggi.

"Benigni è riuscito a scontentare tutti, sia i conservatori, sia i reazionari, sia i progressisti…"dice Alberto Maggi …

Dopo la lettura di Benigni i comandamenti non sono più gli stessi. Chi potrà mai dimenticare che il comandamento “Non rubare”, Dio l’ha scritto direttamente nella lingua italiana, in quanto insegnamento esclusivo per la corrotta Italia! Forse se la Chiesa avesse insistito meno sul sesso (tema ignorato da Gesù nel suo insegnamento) e più sul peccato di corruzione, sull’avidità, sull’ingordigia – atteggiamenti denunciati con forza da Gesù in quanto ritenuti la causa di ogni ingiustizia umana – la società sarebbe differente. E si spera che la Chiesa cattolica di Papa Francesco cancelli definitivamente dal Catechismo della Chiesa l’infelice articolo nel quale si legittima la pena di morte. In uno dei momenti più alti di tutto il programma, l’attore, con i tratti del volto tesi, ha infatti denunciato una società omicida che sopprime solo per legittimare i propri interessi e mai per giustizia. Alla fine comunque Roberto Benigni è riuscito a scontentare tutti, sia i conservatori reazionari (come si è permesso ridicolizzare l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla sessualità?) sia i progressisti, sempre con la puzza sotto il naso, che hanno trovato non abbastanza provocatoria l’interpretazione che ha dato dei comandamenti di Mosè. Eppure nella prima serata i tradizionalisti avevano esultato vedendo con quale enfasi, quasi da telepredicatore pentecostale, Benigni aveva presentato i primi tre comandamenti, quelli esclusivi del popolo di Israele, centrati sull’unicità di Dio. Ma poi Benigni ha rovinato tutto ieri sera, denunciando il crimine di una Chiesa sessuofoba che ha manipolato la stessa parola di Dio e trasformato il comandamento “Non commettere adulterio” in “Non commettere atti impuri”, rovinando così generazioni di adolescenti che si sono sentiti colpevolizzati per quelli che erano solo fenomeni dovuti all’esuberanza di ormoni in circolo. Ma da vero genio dello spettacolo, l’asso nella manica Roberto l’ha tirato fuori proprio verso la fine della seconda serata. Dopo aver presentato in maniera teologicamente corretta e profonda i comandamenti, e la figura di Mosè e del Dio d’Israele, accentuando e magnificandone le luci e tacendo o sorvolando sulle ombre (secondo la Bibbia ha ammazzato più ebrei Mosè per liberarli dalla schiavitù egiziana che il faraone per trattenerli), il grande attore, con nonchalance, ha assestato il colpo basso. Roberto Benigni ha raccontato infatti, come Gesù interrogato da uno degli scribi – i teologi ufficiali dell’istituzione religiosa – su quale fosse il comandamento più importante, nella sua risposta abbia ignorato provocatoriamente le tavole di Mosè, e si sia rifatto all’“Ascolta Israele”, il “Credo” che gli ebrei recitavano due volte il giorno: “Il più importante è “Ascolta Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. La domanda dello scriba concerneva un solo comandamento, il più importante. Ma secondo Gesù l’amore per Dio non è completo se non si traduce in amore per il prossimo, e per questo aggiunge alla sua risposta un precetto contenuto nel libro del Levitico: “E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”.La disinvoltura di Gesù verso i comandamenti di Mosè è infatti a dir poco sconcertante. Quando l’uomo ricco gli chiese quali comandamenti osservare per ottenere la vita eterna, Gesù nella sua risposta omise quelli che riguardavano gli obblighi verso Dio e gli elencò solo i doveri verso gli uomini. Per Gesù non sono indispensabili per la salvezza i tre comandamenti esclusivi di Israele, la cui osservanza garantiva a questa nazione lo “status” di popolo eletto: Cristo ha preferito ribadire il valore di cinque essenziali comandamenti validi per ogni uomo, ebreo o pagano, credente o no, che riguardano basilari atteggiamenti di giustizia nei confronti del prossimo: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e la madre”.“Con dieci parole fu creato il mondo” (Pirqé Aboth 5,1), insegnava la teologica ebraica con riferimento alle dieci parole di Esodo 34,28: “Scrisse sulle tavole le parole dell’alleanza, le dieci parole”. L’evangelista Giovanni nel prologo al suo vangelo non è d’accordo. Prima ancora della creazione del mondo c’era il Logos, un’unica Parola in base alla quale tutto fu creato (“In principio era la Parola”, Gv 1,1), una sola Parola che si formulerà nell’unico comandamento che Gesù lascerà ai suoi: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Con Gesù il credente non è più colui che ubbidisce a Dio osservando le sue Leggi, ma colui che assomiglia al Padre praticando un amore uguale a quello che del Padre è proprio.

 

 

L’AUTORE – Alberto Maggi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche Marianum e Gregoriana di Roma e all’École Biblique et Archéologique française di Gerusalemme. Fondatore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» (www.studibiblici.it) a Montefano (Macerata), cura la divulgazione delle sacre scritture interpretandole sempre al servizio della giustizia, mai del potere. Ha pubblicato, tra gli altri: Roba da preti; Nostra Signora degli eretici; Come leggere il Vangelo (e non perdere la fede); Parabole come pietre; La follia di Dio e Versetti pericolosi. E’ in libreria con Garzanti

 

Chi non muore si rivede – Il mio viaggio di fede e allegria tra il dolore e la vita

 

Anche Papa Bergoglio telefona a Benigni?


Una telefonata che non si dimentica. È quella che ha ricevuto Roberto Benigni da Papa Francesco. Dal Vaticano nessuna conferma o smentita, ma monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia "non sorprende" questo ulteriore gesto di Bergoglio. "Non sorprende affatto – ha detto monsignor Paglia – che Papa Francesco abbia chiamato Roberto Benigni. La sua trasmissione sui Dieci Comandamenti si inserisce bene nel solco della Chiesa 'in uscita' voluta da Bergoglio. In questo caso si tratta di 'artisti in uscita' che sanno utilizzare il bagaglio della sapienza biblica senza però tanti orpelli". Monsignor Paglia ha sentito l'attore toscano al telefono: "Era molto sorpreso da questo boom di ascolti. Non mi ha detto i contenuti della chiamata (con Papa Francesco, ndr) ma l'abbiamo presupposto", ha aggiunto ridendo in una intervista a Famiglia Cristiana, senza però, come ha anche detto in altra occasione, volere confermare o smentire in modo, come dire, ufficiale. 
"Non confermiamo ma neanche smentiamo la notizia – dice il vicedirettore della sala stampa vaticana, padre Ciro Benedettini -. Si tratta di telefonate private del Santo Padre" e normalmente l'ufficio deputato alla comunicazione della Santa Sede in questi casi non interviene. Ma sono invece diverse le fonti vaticane secondo le quali quella telefonata c'è stata. Lo afferma l'agenzia Ansa. Il Papa argentino ha voluto complimentarsi di persona con Benigni. "Lo ha chiamato dopo la prima puntata", precisano le stesse fonti. Secondo quanto raccontano le persone più vicine al pontefice, normalmente Francesco non guarda la televisione. Non vide neanche la finale dei Mondiali, con la sua Argentina, nonostante sia un appassionato di calcio. Ma forse in questo caso, per "I dieci comandamenti" di Benigni, dicono sempre le varie fonti vaticane all'Ansa, potrebbe aver fatto un'eccezione.  (da Avvenire.it)

Edda CattaniBenigni e i Comandamenti
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Straordinario ritorno di un figlio

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Il ritorno straordinario

di Giampiero Campana.

 

(Evelina Bencivenga e Gina Campana)

 

 

 

Ero  da poco tempo entrata nella grande famiglia del Movimento della Speranza ed ebbi modo di sentire parlare di Gina Campana e dello straordinario ritrovamento del figlio, mancato tragicamente.

 Ho portato a Cattolica questa Mamma straordinaria, guidata da una Fede inossidabile e anche, oggi sì perché si è dichiarata, la donna-mamma-medium straordinaria Evelina Bencivenga che ha aiutato Gina a ritrovare Gianpiero.

 

Mamma Gina ci ha consegnato fotocopia del documento originale con cui Padre Gino Concetti, uno dei teologi più competenti del Vaticano, ha detto in una intervista: "Secondo il catechismo moderno, Dio consente ai nostri cari defunti, che vivono in una dimensione ultraterrena, di inviare messaggi per guidarci in certi momenti difficili della nostra vita. La Chiesa ha deciso di non proibire più il dialogo con i morti, a condizione che questi contatti siano motivati da seri propositi religiosi e scientifici".

 

 

Sono andata alla ricerca dei documenti passati da internet che riportano tuttora questo caso espostoci prima nel ridotto del Teatro di Cattolica e poi in teatro dalle due protagoniste.

 

Dal Portale di Pignataro Maggiore  1 dicembre 2005:

Intervistata Gina De Matteo la professoressa caiatina che riceve messaggi (tramite medium) dal figlio scomparso tragicamente.

 

Il Caso

 

Una donna della provincia di Caserta

RICEVE MESSAGGI DALL’ALDILA’ CON LA STESSA GRAFIA DEL FIGLIO MORTO 13 ANNI FA!

 

Contenuto dei messaggi sottoposto a tre revisori Canonici della Chiesa e ai Padri Superiori Gesuiti e Dehoniani.

La perizia grafologica è stata effettuata da Jeanne Lecerf, che lavora per il Vaticano e per i tribunali francesi.

E’ risultata la stessa grafia di Giampiero da “vivo”!

 

SUL “CASO GIAMPIERO”, SI’ SONO ESPRESSI IN MODO ILLUMINANTE: PADRE GENTILI, TEOLOGO SCRITTORE; P.MAGNI, SUPERIORE DELLA COMPAGNIA S.PAOLO- VICEPRESIDENTE DEL CENTRO INTERNAZIONALE DI COMPARAZIONE E SINTESI DI ROMA; PADRE MARTINETTI, GRANDE ESPERTO IN MATERIA; PADRE FRANCOIS BRUNE di PARIGI; PADRE PASSIDOMO, GESUITA; PADRE CENNAI, BENEDETTINO.

 

 

Scheda di Padre Guido Sommavilla autore del libro “ DI LA’ QUALCUNO CI SCRIVE”, seconda edizione, pubblicata con licenza dei Superiori e secondo il Decreto di Paolo VI

 

Gesuita a 20 anni, è laureato in lettere(germanistica), filosofia e teologia.

Ha pubblicato articoli e libri di letteratura, filosofia e teologia, con Rizzoli, Rusconi, San Paolo, Jacca Book. Ha tradotto dal tedesco importanti opere di Hans Urs von Balthasar e di Romano Guardini. Già redattore di Letture e Communio; collaboratore di La civiltà cattolica.

 

 

CAIAZZO- (CASERTA)

L’incredibile testimonianza di una mamma casertana

MIO FIGLIO MI SCRIVE DALL’ALDILA’!

Luisa De Matteo da anni tramite una medium, riceve messaggi dal figlio scomparso tragicamente nel 1992

(di Giuseppe Sangiovanni)

 

Di morti che si fanno vedere o sentire, con i classici tre colpi, ne sono piene le storie!

Bufale, montature, leggende, illusioni o trucchi? Forse no. Almeno da quanto vedremo in avanti, nella vicenda raccontata, senza pretendere di spiegare compiutamente un fenomeno che lascia senza fiato.

 

 

 

 

VOLATO IN CIELO A DICIOTTO ANNI

Una storia al limite della credibilità, difficile da raccontare. La storia di un ragazzo, di una mamma, da anni in “corrispondenza”, con il figlio morto tragicamente alcuni anni fa. Una storia straordinaria, appassionante ed inquietante. Secondo i punti di vista. Una vicenda che sfugge alla logica comune, difficile da spiegare con la forza della ragione. Per comprenderla meglio, c’è bisogno di fede. Di tanta fede, unita a prove scientifiche.

Un fenomeno che va studiato ed analizzato, per capire “dinamiche” fai da te. Troppo spesso, “congenite”. Per evitare dissacrazioni e demonizzazioni facili.

La storia di Giampiero Campana, un bellissimo ragazzo, di appena diciotto anni, rapito da un destino crudele: volato nel mondo dei più, il 10 marzo del 1992- che da più di un decennio, invia messaggi divini dall’aldilà ai familiari, servendosi di una medium, “mamma spirituale”, come ama definirla Giampiero nei messaggi inviati alla signora prescelta – che mediante scrittura automatica(una “forza” che muove e manovra misteriosamente la mano, a suo arbitrio), trascrive, pensieri, considerazioni, invocazioni e raccomandazioni – con l’esatta sua grafia.

 

STESSA GRAFIA DI GIAMPIERO DA VIVO

La stessa del brillante e gioviale studente liceale. Il tutto confermato scientificamente dopo esami grafologici e una meticolosa perizia grafica, di un’importante grafologa francese, Jeanne Lecerf, che ha lavorato per i Tribunali francesi e per il Vaticano: che ha fondato nella capitale l’omologa della Societè de Grapfologie Francais- coadiuvata dalla professoressa Tina Beretta Trezzi, docente alla Sorbona di Parigi. Studi su cui ruota la verità e l’autenticità di questa straordinaria storia.

Teatro dell’incredibile vicenda, Caiazzo, comune di seimila anime dell’entroterra casertano.

All’inizio degli anni novanta, Giampiero, brillante studente liceale- fino allora, un giovane allegro, solare, dinamico, intelligente- con tanta voglia di vivere, dopo aver partecipato ad una seduta spiritica- accusa i primi malesseri.

Esperienza che lo segnerà profondamente, che lo farà chiudere a riccio: cupo, triste, taciturno- con la tristezza e la malinconia a farla da padroni. Poca voglia di uscire da casa, abbandonato dagli amici, dalla fidanzata. Emarginato. Chiuso a chiave nella sua cameretta. A soffrire.

Talvolta furioso con le sorelle e l’adorata mamma, Luisa De Matteo, docente di disegno e storia dell’arte, del locale liceo scientifico.

Furibondo, riusciva però sempre a controllarsi. A fermarsi ed evitare il peggio.

“Non sono Giampiero, sono Giaco”!(nome che ricorda Jago, personaggio diabolico di Otello)”!- la sua sorprendente risposta, dopo gli affettuosi richiami della mamma.

 

Mai la mamma, le sorelle, il padre, funzionario della Regione Campania- avrebbero immaginato, il gesto disperato del loro caro, lanciatosi dal terzo piano della sua abitazione, “volato in cielo”, prima di impattare sul cemento.

Agli occhi dei medici del pronto soccorso di Caserta, il corpo del giovane risultato intatto: senza un graffio, una tumefazione, un’ecchimosi. “Senza evidenti importanti lesioni esterne”- come attestò il dott. Alfonso Marra. Era il 10 marzo 1992.

 

“DITE A MAMMA CHE NON DEVE DISPERARSI”

 

Una settimana dopo l’evento luttuoso, la medium- dotata di carisma nuovo, spontaneo, insolito, riceve il primo messaggio di Giampiero: mai conosciuto in vita.

“Voi dovete telefonare a mia mamma Gina Campana a Caiazzo e dirle che sono suo figlio Giampiero, che sono vivo e salvo e che non deve disperarsi”.

Intercettazioni medianiche, messaggi che comincerà, dopo titubanze e timore di essere presa per folle a consegnare alla signora Luisa, alcuni mesi dopo.

Dotata di una visione bilocata retrospettiva: come si dice in gergo. Trovatasi diverse volte in due luoghi diversi in simultanea. “Rapita” dal cielo per aiutare angeli in missione sulla terra- come si legge in una dotta pubblicazione sul caso.

Dono della bilocazione (lo stesso di Padre Pio, che lasciava il corpo a casa e viaggiava per apparire a km di distanza) – provato e verificato personalmente dal gesuita Padre Guido Sommavilla S.J, autore del libro “ DI LA’ QUALCUNO CI SCRIVE”- edizioni Dehoniane, dedicato a Giampiero Campana, pubblicato alla fine degli anni novanta. Un’ampia analisi e valutazione sul Caso Giampiero, sul contenuto dei messaggi, sottoposto a tre revisori Canonici della Chiesa e ai Padri Gesuiti e Dehoniani. Un’antologia che comprende una parte delle lettere-messaggio, inviate per la maggiore alla mamma naturale.

 

Edda CattaniStraordinario ritorno di un figlio
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Il miracolo della creazione

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Il miracolo della creazione

(…ricordando…)

 

Nasce Gesù: Buon Natale! E’ questo il lieto messaggio che ci riporta alla nascita di Dio a Betlemme e che dona ovunque conforto e speranza. Purtroppo il nostro tempo, il tempo di noi tutti, è funestato da eventi tristi di ogni genere e la vita stessa ha bisogno di senso, di pace, di fraternità su tutti coloro che soffrono per la guerra, la fame e la malattia. Viene spesso di chiedersi il perché di tanto male… eppure la venuta di Cristo sulla terra è un evento storico. Dio, duemila anni fa si è veramente fatto uomo per dare all’umanità una luce e la sua dottrina dilagò sino alle frontiere più lontane del mondo e delle anime. Tanti furono i martiri che insanguinarono le arene per rendere testimonianza, ma oggi la fede è venuta a mancare del suo pilastro più importante: la speranza. Non si crede abbastanza e il tempo dei miracoli operati da Gesù sembra essere lontano, quasi paragonabile a quello delle favole.

Nei nostri congressi annuali, ho voluto anche parlare di “miracoli” per rendere la mia personale testimonianza e dire a tutti che quel Dio che sembra avvolto in un velo di silenzio, quel Dio che a volte non ci fa ascoltare la Sua voce, è presente e, a volte, fra coloro che meno se l’aspettano, a coloro che forse non ne sono degni, accadono fatti straordinari.

La mia vita, come tutti sanno non è stata facile e, anche il mio recente pensionamento ha accompagnato una vicenda familiare ormai precaria; malattia e passaggio di mia madre ormai anziana e soprattutto il compagno della mia vita, il papà di Andrea, dopo una lunga malattia demolitrice, ha raggiunto il suo adorato figlio. Unica gioia, sempre presente, è quella della presenza dei miei nipotini, Giulio, Simone e Tommaso, questi tre pargoletti che sembrano arrivati per allietare e dare un sorriso alle mie quotidiane fatiche.

 Nell’ottobre del 2006, dopo una estate intensa per accudirli e sollevare le loro mamme, le mie due figlie, improvvisamente il piccolo Simone, uno dei miei adorati gemellini, di appena quattro anni, fu colto da una perdita di coscienza che ci costrinse al ricovero urgente in neurologia pediatrica con accertamenti che hanno dato poco spazio a qualsiasi forma di recupero.

Una coltre di piombo accompagnò le nostre ore, in oltre quaranta giorni di degenza, in cui non mancò la fede in un intervento diretto del Signore. Debbo dire che prima di lasciare il territorio dove ho trascorso gran parte della mia vita, nel maggio precedente, giorno della ricorrenza dell’apparizione della Madonna a Fatima, ho dedicato una delle mie scuole a “Carol Wojtyla, Giovanni Paolo II°” pensando anche di averlo come protettore, lui che, come me ha tanto amato i giovani. Ebbene, nel momento della disperazione sono ricorsa a Lui, per averne l’intercessione, chiedendo a Dio il miracolo della guarigione del mio amato nipotino.

 Il fatto si svolse in questo modo: stavo registrando, mentre pregavo, il discorso della montagna, letto dal Papa stesso ed ascoltavo tutte le beatitudini espresse con la Sua voce calda e suadente. Al termine della registrazione andai nel riascolto per poterle sentire ancora una volta e, proprio alla fine, sul nastro registrato sentii questa parola: GUARITO! Erano le 15.30 dell’8 novembre e proprio allora il piccolo Simone apriva gli occhi.

 Ho voluto riportare questa vicenda nella quale siamo stati messi a dura prova e che richiede ancora tanta fede, in quanto il mio piccolo procede tuttora a rapidi passi nel suo percorso positivo. In questi giorni di serena letizia, chiedo perciò a tutti fraternamente, una preghiera per i miei bimbi, ringraziando il Signore perché sono convinta che la svolta nella salute di Simone sia proprio stata data dall’intervento miracoloso di un grande Santo che ha trovato ascolto al cospetto di Dio.

Vorrei aggiungere che tutt’oggi, sia la malattia della mia mamma prima, del mio Mentore poi e del piccolo hanno ricevuto segni continui di presenze amiche, e lo zio Andrea, svolge una costante assistenza a loro e a me, accompagnando il mio cammino come segno della misericordia divina verso di noi.

 

 

 

 

 Auguri tanti, Auguri dai componenti della mia Famiglia anche se c'è chi ha "svoltato l'angolo"

 

 

Per questo torno sovente a parlare di “miracoli” dicendo a tutti che credere nei miracoli non è peccare di infantilismo tanto più che, al giorno d’oggi, quasi tutta l’umanità dichiara di esserne stata diretta testimone almeno in una occasione. In realtà, milioni di persone, tutti i giorni, in tutto il mondo, chiedono a Dio, ai Santi o anche ai defunti di intervenire sulla propria vita. Ne ho incontrate tante, in questi lunghi anni di percorso spirituale e sono rimasta edificata dalle manifestazioni di fede, soprattutto da parte delle creature più semplici. Naturalmente esistono anche coloro che non credono ai miracoli più di quanto non credano alla befana o al principe azzurro. Per costoro i miracoli sono residui della immaginazione infantile, ma per coloro i quali ci credono, che cosa sono esattamente i miracoli?

Il “miracolo”

 

 

I miracoli (dal latino mirari, “guardare con stupore”) sono presenti in quasi tutte le religioni, ma soprattutto in quella cristiana che sull’essenza del soprannaturale fonda il messaggio evangelico. Nel Nuovo Testamento sono menzionati molti miracoli compiuti da Gesù Cristo, come la moltiplicazione dei pani e dei pesci o le guarigioni degli infermi, ma il miracolo più importante è la sua stessa resurrezione.

Ricordo l’espressione del regista Zeffirelli, uomo di grande cultura e di formazione religiosa, il quale, in una trasmissione, affermava la sua personale convinzione che tutti i miracoli espressi nel Vangelo, possono trovare una giustificazione a supporto della loro venuta, ma la resurrezione di Cristo, del Suo stesso corpo, non ha spiegazione giustificabile da qualunque teoria scientificamente provata.

Spesso, quando si parla di miracoli, si fa riferimento ad eventi che non presentano necessariamente carattere religioso, ma semplicemente escono dall’ordinario al punto da essere notati e suscitare in molti meraviglia e stupore. Per il credente, invece, l’evento definito miracoloso è un messaggio, un fatto in cui scopre l’intervento di Dio in suo favore. Per questo, mentre rilevavo la profonda sofferenza di tanti piccoli spedalizzati e la lacerante attesa delle loro madri, ho ritenuto di essere stata graziata da un accadimento miracoloso.

Un miracolo non è d’altra parte, la violazione delle leggi di natura in quanto essi non verrebbero accettati non solo dalla scienza, ma nemmeno dalla Chiesa. La scienza non accetta tutto ciò che viola le leggi di natura semplicemente perché violare quelle leggi significherebbe sovvertire l’ordine naturale delle cose.  E la Chiesa riconosce che la vera grandezza di Dio è quella di mantenere le leggi della natura che egli stesso ha stabilito così come sono e che Lui stesso non può cambiare arbitrariamente il corso di ciò che proprio Lui ha organizzato con precisione assoluta. Se per caso Dio cambiasse l’ordine del mondo con un miracolo questo dovrebbe essere interpretato non come un atto di forza, ma di debolezza.

     Attualmente la posizione della Chiesa cattolica nei confronti dei miracoli consiste non tanto nel valutare l’effetto fisico in sé, ma le conseguenze spirituali che quell’evento produce, ovvero la conversione e la preghiera della gente. I miracoli, in altre parole, non sarebbero niente di eccezionale, ma dimostrerebbero semplicemente l’interesse e il coinvolgimento di Dio nelle vicende terrene.

Ed ecco allora il meraviglioso intervento di Dio nella Creazione che si manifesta come atto di misericordia e di amore, indipendentemente da chi lo riceve; perciò non vale la convinzione del fatto che Dio salva solo i più buoni: in Africa muoiono bambini a migliaia tutti i giorni e sono tutti bambini buoni! La verità è che il vero credente non dovrebbe avere bisogno dei miracoli per rafforzare la sua fede, proprio come per il non credente non sono sufficienti mille miracoli per fargli cambiare idea.

Io stessa mi reputo la più reietta e indegna di una tale grazia e proprio per questo voglio esserne testimone in quanto ho toccato con mano che le guarigioni miracolose non sono qualche cosa che la scienza non è in grado di spiegare, ma semplicemente un segno, un messaggio rivolto più agli altri che al diretto interessato. In questo modo, però, i miracoli non sono più miracoli: sono atti di fede.

In questi giorni di attesa dell’arrivo del Santo Bambino, con tanto coinvolgimento della tradizione e della poesia delle genti, vorrei ripetere che i tempi si sono compiuti: Gesù è venuto nella nostra storia ed è presente nel suo popolo; ma l’attesa non è terminata. Io credo che ciascuno di noi debba attendere Gesù ogni giorno perché Egli continua a venire e ci fa sentire la Sua presenza e il Suo intervento diretto, anche se, a volte, sembra non ascoltare il nostro richiamo. Continuiamo Cari Amici a credere, a volerci bene, a ringraziare di quanto ci è dato… quanto spesso dimentichiamo di farlo!

Mentre chiamavo al videofonino il mio piccolo all’ospedale, tutti i presenti hanno sentito chiaramente inserirsi la voce di Andrea: “Andrea è per sempre! Andrea è qui con tutti voi!”

Auguri a tutti! Che il Santo Natale porti un attimo di ristoro alla sofferenza del mondo, ai piccoli ammalati nelle corsie degli ospedali, nelle nostre famiglie, nella Chiesa… e sia con voi tutti il mio ringraziamento per le preghiere che mi avete donato. Dio ve ne renda merito!

L’anima ardente di Sant’Agostino chiedeva: “Come dunque ti cercherò, mio Signore?” e subito venne la risposta: “Ecco, nelle angustie in cui ti trovi, non sopravviene ciò che desideri, ma è presente colui che cerchi. E cerca colui che non può mai essere assente”.

 

 

 

 

 

 

Edda CattaniIl miracolo della creazione
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