giugno 2010

L’amore è pellegrino

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Cattolica 2010

 

L’AMORE  E’  PELLEGRINO:  un invito per Cattolica

 

“L’amore è pellegrino”: un titolo stimolante per una relazione  che ho tenuto e offerto a tutti gli amici del Movimento della Speranza, riuniti a Cattolica, nel bel mezzo dell’Anno Santo 2000. Chi ha avuto la ventura di leggere il programma e l’invito di quest’anno, presente in questo sito, avrà capito che il ritrovarsi a settembre ha un po’ lo spirito del pellegrinaggio.

 

Sento viva l’esigenza di parlare a tutti voi, in questi giorni di chiusura dei nostri incontri di associazione. So già che molti hanno in previsione di far visita ad un santuario durante l’estate. Io stessa ho sentito parlare di tanti gruppi di giovani che, con lo zaino sulle spalle e il sacco a pelo avvolto, si recheranno al tradizionale incontro a Santiago di Compostela.

 

Come ricordo l’anno Santo e le file dei ragazzi che si recarono all’incontro con il Papa, percorrendo la  Via Romea, quella  che, un tempo, veniva definita, come tante altre, la “strada dei romei” (i pellegrini che raggiungevano la città santa).

 

Mentre stiamo ultimando la spedizione dei programmi, mi sono sentita un po’ “romea” anch’io ed ho pensato che fossero, come me, pellegrine d’amore, tutte le madri che vanno alla ricerca di un segno del loro Figlio perduto. Ho approntato per questo il file-video sui Santuari per far vedere come ognuno abbia un proprio Santuario ove recarsi, come il mio è quello che vedrete nelle ultime DIA di questo inserto.

 

 

 

 

 

 

 

     Ma ritorniamo alle nostre considerazioni: il pellegrinaggio è uno dei grandi segni giubilari, teso a sottolineare il fatto che ‘l’uomo appare nella sua storia secola­re come homo viator, un viandante assetato di nuovi orizzonti, affamato di pace e di giustizia, indagatore di verità, desideroso di amore, aperto all’assoluto e all’infinito’ (così recita la nota n.24 del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, a proposito del pellegrinaggio del Grande Giubileo del 2000).

 

Perché mai, allora, tutti noi, anche quest’anno, non sentirci  “pellegrini”?  Come le storie di grande suggestione, vissute e poi raccontate con freschezza e vivacità dai giovani che si ritrovarono a Roma nella spianata di Tor Vergata, possono diventare espressione di au­tentico amore a Dio e ai fratelli, così, anche noi abbiamo  bisogno di raccontare, di parlarci di meravigliosi eventi, di ringraziare Dio che, ancora una volta, ha voluto farci un dono straordinario che risponde al mio “timido invito”, a compiere quell’atto di amore, generatore d’amore che è il nostro pellegrinaggio a Cattolica.

 

Cattolica dunque un santuario? Cattolica luogo delle apparizioni? Ebbene sì e mi si perdoni la presunzione di volere dichiarare che a Cattolica si incontrano le immagini più sconvolgenti della sofferenza, dichiarata e non, della riconoscenza a Dio per averci soccorso, della fratellanza nel conforto dei bisognosi, dei derelitti del cuore e dello spirito, degli afflitti dimenticati e lasciati a crogiolarsi in un dolore che solo chi ha potuto provarlo può vi si può riconoscere.

 

Cattolica dunque, voluta da chi ci è passato e ha ritrovato un motivo per rigenerarsi, per rinnovare la Fede in Dio, per praticare la virtù della Speranza che, come dice il Manzoni “conforta e consola”.

 

«Voglio cercare l’amato del mio cuore!» Con queste e simi­li parole, la sposa del Cantico dei Cantici (3,2) esprime tutta l’ansia dell’anima in cerca di Dio. Così, almeno, le intendono alcuni antichi e moderni commentatori della Bibbia.

 

Chi ama desidera sopra ogni cosa stare con la persona amata, e quando ne è lontano si mette sulle sue tracce, cerca tutto ciò che la ricorda. Così è di ogni persona di fede nei con­fronti di Dio, come aveva ben compreso Sant’Agostino, se è arrivato a scrivere: «Tu ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te».

 

 

      

 

 

  Ricordo con velata malinconia, i momenti felici del parto… quegli attimi indimenticabili nei quali un medico o un’infermiera, dopo i momenti del dolore, levò in alto la mia creatura tenendola per i piedini dicendomi: “Ecco, questo è suo figlio! E’ bello e sano!” In quel momento guardai  con stupore e meraviglia l’opera sublime della creazione divina nella mia carne e, umilmente, ringraziai Dio per avermi resa partecipe di un disegno tanto importante. A chi mi chiedeva, anche dopo vari anni,  quale fosse stato il momento più bello della mia vita, indicavo quello, in assoluto.

 

Nei giorni scorsi il giardiniere ha tagliato la pianta, ormai grande albero, che il mio Andrea, piccolo fanciullo, aveva messo a dimora e visto crescere. Qualche mese fa un fulmine l’aveva colpita, bruciandone gran parte e destinandola all’abbattimento. Ho pensato che anche questa ultima immagine se ne andava con il tempo felice del mio ragazzo.

 

Nel corso turbinoso degli eventi accade, può accadere, infatti di essere colpiti da un fulmine a ciel sereno e di ritrovarsi all’improvviso, senza quell’essere tanto amato e ricevuto in comunione con Dio e di avere poi, forse, travolti dagli eventi, rinnegato Dio stesso, accusandolo di non averci protetti. Eppure niente, lo dicono anche le leggi della fisica, nulla può andare perduto. Qualcosa doveva riportarmi a quel Dio a cui ho indirizzato i miei “perché” rimasti senza risposta; il solo che poteva soccorrermi  nella vicenda tragica della mia storia personale.

 

Nel corso dei secoli, l’inquieta ricerca di Dio si è tradotta tante volte nell’andare là dove, in qualche modo, Dio appari­va meglio percepibile: vale a dire, la ricerca è diventata pelle­grinaggio a un santuario. Qui, un’apparizione, un’antica tra­dizione, una reliquia, insomma qualche segno di Gesù, o di sua Madre, o dei santi suoi amici, può parlare al cuore. E al­lora, come per chi sale sui monti alla ricerca dell’aria più fine, nel santuario per un poco si placa il segreto bisogno dell’ani­ma, che può respirare liberamente e ristorarsi, prima di ri­prendere il cammino della vita.  

 

 

 

Cattolica rappresenta  tutto questo. Arriveremo da tante parti d’Italia perché ci è stato detto che avremmo trovato conforto.  Si arriva così, a Cattolica, la prima volta e ci si butta nelle braccia del primo fratello che ci dice: “Tuo figlio è qui!” “Ma dove?”, diciamo noi.

 

E’ qui, madre, vicino a te. Non lo vedi… allora ti hanno illuso, sono tutte frottole, elucubrazioni del cervello, fantasie dell’inconscio? Fai un atto di Fede autentica; occorre solo questo: tuo figlio è qui con te, come lo è Dio stesso. E’ qui presente sopra di te, è nell’aria che respiri, è nelle cose che ti dice di fare, è, con tanti altri, in attesa che tu lo raggiunga in quella dimensione in cui, liberi da lacci potrai vedere e conoscere la ragione delle cose.

 

Non te l’hanno detto in Parrocchia, non ti è stato vicino un sacerdote? Non sa che cosa si è perduto. Tu, madre di un figlio travolto innanzi tempo, avresti potuto raccontargliene tante e se non ti ha ascoltato, non sa cosa si è perso!

 

E allora iniziamo insieme questo pellegrinaggio, un pellegrinaggio, dunque, come segno del nostro amore per Dio. Con sorpresa la riflessione che stiamo facendo favorisce la scoperta che quell’atto d’amore è solo una risposta, perché chi ha preso l’iniziativa in realtà è stato il Signore, “ospite e pellegrino in mezzo a noi” come lo chiama la litur­gia. Egli ha preso l’iniziativa di venire alla ricerca dell’uomo, mettendogli in cuore il desiderio profondo di incontrarlo.

 

«Tu ci hai fatti per te…».

 

Il pellegrinaggio, allora, come risposta d’amore all’amore di Dio per noi. Dobbiamo farlo per noi stessi e dobbiamo farlo perché ce lo chiedono i nostri figli. Il loro è un messaggio e un invito alla fede autentica e alla speranza vissuta come testimonianza.

 

 Ma il cerchio non si esaurisce qui: simile al sasso nello stagno, l’amore si espande in cerchi via via più larghi. Eccolo allora, l’amore come motivazione di chi favori­sce il pellegrinaggio, lo rende possibile e fruttuoso: basti pen­sare a quanti un tempo offrivano gratuita ospitalità ai vian­danti, a quanti anche oggi assistono i malati di Lourdes o pre­stano accoglienza, in tante forme diverse, presso ogni santua­rio.

 

Questo siamo tutti noi e in questo si identifica il nostro Movimento. Siamo noi che ci premuriamo di soccorrere i genitori afflitti, colti all’improvviso da un evento ineluttabile. Siamo noi che andiamo a porgere parole di conforto, quando coloro che dovrebbero essere dediti alla pastorale, vengono a mancare. E’ vero che ci affacciamo alle porte con un “messaggino” in mano, ma non lo facciamo per ricavarne benefici, per raccogliere nuovi adepti, per passare per una sorta di “santoni”. Lo facciamo perché abbiamo vissuto sulla nostra pelle la stessa esperienza e sappiamo come ci si sente e quale beneficio si trae da chi sa esserci vicino con umile partecipazione.

 

 Eccolo anche, l’amore, come frutto del pellegrinaggio: tor­nato a casa dopo averlo sperimentato e compreso, il pellegri­no consapevole non può non tradurlo nella vita quotidiana, nella realtà che lo circonda, nel mondo in cui vive, nelle infi­nite diverse situazioni che lo sollecitano.

 

 

Le relazioni che quest’anno offriamo ai partecipanti trat­tano dell’amore provato, dell’evento del dolore in qualche modo legato al camminare per fe­de, al pellegrinaggio. Ma ci sarà motivo anche di guardare oltre, ai nostri tanti progetti delusi e anche alla vita che va avanti, ai nostri piccoli nati, ai grandi eventi.

 

A questo ho pensato ed anche che, quando ci si muove come atto di fede, per supplicare Dio e chiedergli, con nostro figlio, di incontrarlo, si rende possibile proprio a tutti, compiere quell’atto d’amo­re, generatore d’amore, che è il pellegrinaggio: un atto, in cui tutte le  storie delle madri pervenute a Cattolica si manifestano.

 

 Noi occi­dentali concepiamo il pellegrinaggio come il lasciare per bre­ve tempo la vita consueta per recarci, come abbiamo detto, a un santuario, dove “ri­caricarci” spiritualmente per poi, tornati a casa, riprendere la vita di prima con una maggiore fedeltà al Vangelo.

 

Non è così invece per i credenti d’oriente, tra i quali si svi­luppò un tempo l’idea del pellegrinaggio come forma esisten­ziale. In altre parole, c’era chi decideva di fare il pellegrino “a vita”, andando di santuario in santuario fino a quando le for­ze lo consentivano.

 

Oggi, abituati a pellegrinaggi che somigliano più a una vacanza (mezzi di trasporto comodi e veloci, alberghi confor­tevoli, organizzatori e accompagnatori che liberano da ogni preoccupazione, sosta al santuario ma anche visita a bellezze naturali o artistiche), non ci rendiamo conto di com’erano quelli di un tempo.

 

Pensiamo allora a un uomo del Medio Evo, per penitenza deciso a recarsi in un luogo sacro distante anche solo cento chilometri, che oggi si percorrono in un’ora di automobile. Eb­bene: anzitutto quell’uomo faceva testamento, perché non sapeva se sarebbe tornato a casa; partiva infatti, da solo, a piedi, portandosi qual­che soldo, ma confidando soprattutto nella carità del prossi­mo per avere lungo la strada un piatto di minestra e un giaci­glio per la notte, almeno riparato da un portico; soggetto poi ai rischi di briganti e imbroglioni, ai rifiuti spesso sgarbati degli insensibili, alle intemperie, alle malattie…

 

Decisamente, un tempo i pellegrinaggi non erano uno scherzo. Se qualcuno si decideva a compierli e ci risulta che erano in tanti a farlo era proprio per fede. Esporsi poi a questa vita per tutta la vita, era proprio da eroi.

 

Ma perché, quali ragioni anche di fede potevano indurre a farsi perenni pellegrini? Una risposta viene da una bella espressione della liturgia: «Ogni giorno del nostro pellegri­naggio sulla terra è un dono (o Signore) del tuo amore per noi e un pegno della vita immortale».

 

La vita, in altre parole, è un dono di Dio che ci manda nel mondo come pellegrini, cioè come abitanti provvisori, perché la nostra vera patria, stabile e definitiva, non è qui. E’ impor­tante ricordarlo, per comportarci di conseguenza: senza attac­care il cuore  a ciò che presto o tardi dovremo lasciare. Il pellegrinaggio con il suo lasciare sia pure temporaneamente cose e persone care, vuole ricordarci questo; il pellegrinaggio, inteso come forma di vita, pone il distacco dal mondo e l’anelito alla vita eterna come valore primario, come il quadro d’insieme in cui vivere tutti gli altri valori del Vangelo.

 

Ho sentito tante madri dichiarare: “Se non fossi stata colpita da questa sventura non avrei amato tanto l’umanità sofferente” oppure “Quanto ho perduto, ma quanto mi è stato dato!” Tutto questo non è dei santi quelli che sono sugli altari, ma è la santità spicciola, quella del quotidiano, quella che diviene “talento”, quello della parabola, che è ricchezza nelle mani di coloro che lo sanno bene impegnare. Da questo consesso, in questa platea noi gridiamo forte il nostro impegno, lo facciamo in nome dei nostri Figli, i Ragazzi di Luce che ci invitano a farlo, “Impegnati  , essi stessi, nell’impegno!” e … mi si perdoni la  ridondanza.

 

Tutto questo, sia chiaro, non ha nulla a che vedere con chi specula sulla sofferenza, con lo spiritismo di antica maniera che si pratica in luoghi chiusi e misteriosi, con la medianità prezzolata ed esclusivista. Noi madri pellegrine siamo dotate di una generosità smisurata, viviamo nella mortificazione e nella preghiera ed il dono che abbiamo di ricevere le comunicazioni con i nostri figli, non lo teniamo all’ombra di cerchie ammuffite e incancrenite, ma lo gridiamo sui tetti, come dono e riconoscenza a Dio stesso.

 

Il Movimento della Speranza, nel suo vero e autentico spirito, va avanti comunque, malgrado resistenze e delusioni; la sua opera ha già conseguito risultati di portata storica, dentro e fuori la Chiesa, ma, e il Papa lo sa benissimo, se il Duemila era il suo traguardo personale e per la Chiesa solo una tappa, il pellegrinaggio nostro che della chiesa facciamo parte, continua nel tempo, per tutti coloro che si gloriano di essere cristiani.                                                           

                      Arrivederci a Cattolica!!!                                  

 

  (Edda  Cattani)

 

 

 

Edda CattaniL’amore è pellegrino
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La “parapsicologia umanistica”

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Ancora sui fondamenti della parapsicologia umanistica

 

Corrado Piancastelli

 

               

 

         Tonino, un grande amico mio e del CIP e tra i  primi ragazzi che intorno al 1945 formarono il mio primo avventuroso "gruppo", mi scrive da Parma una lettera, concernente la parapsicologia umanistica, che mi offre l’opportunità di chiarire a tutti alcune cose. Dice Tonino (riassumo): nella parapsicologia tradizionale (materialistica o spiritualistica) c’è stato un preciso approccio alla fenomenologia attraverso un metodo che ha portato a certe conclusioni sui fenomeni stessi, o pseudo tali, secondo le linee di tendenza delle singole scuole di pensiero.   

       Invece nella parapsicologia – dice sempre Tonino – non sembra esservi un metodo pratico se non quello filosofico e constatativo dei fenomeni che a questa disciplina si iscrivono, discettando su una branca fenomenologica indimostrabile sul piano pratico. Sarebbe tuttavia esaltante se attraverso un metodo si potesse dimostrare che la  creatività, l’illuminazione, ecc. fossero realmente i segnali dell’Anima.

            Questa, in sintesi, la lettera del mio amico, alla quale cercherò di rispondere nel più breve spazio disponibile.

Punto primo:  l’esame del paranormale, applicato ai fenomeni fisici è pur sempre stata una ricerca sugli aspetti fisici dei fenomeni stessi, perchè la natura o l’origine "altra" di un fenomeno non può essere dimostrata in laboratorio. Il metodo scientifico riconosce soltanto il rapporto causa-effetto e non altro. La causa, quindi, è sempre stata, in parapsicologia, al di là della Natura conosciuta e le leggi che regolano i fenomeni paranormali (se rigorosamente accertati tali) non rientrano nel metodo scientifico che il mondo della scienza si è dato da Cartesio in poi.

            Se ne deduce che i tentativi, finora escogitati, di provare l’esistenza del mondo spirituale (con o senza la presenza dell’Anima individuale) erano (e sono) votati al fallimento perchè nessuno studio di fenomeni fisici che ricadono sotto i sensi e le apparecchiature di rilevamento, controllo e analisi, potrà risalire – osservando il solo porsi del fenomeno – al mondo spirituale.

          Tra l’altro è anche necessario sottolineare che tutti i tentativi "spirituali", di autenticarsi nel fenomeno, cozzano contro il principio stesso del fenomeno, il quale come tale appare sempre denotato in modo materiale. Tutti i filosofi e i teologi sono sempre miseramente falliti di fronte a questo irrefutabile riscontro.

            La parapsicologia classica, ripetendo l’errore della vecchia metapsichica, per conferirsi una identità pseudo-scientifica si è votata al solo studio dell’apparire e non dell’essere, privilegiando la casistica e l’aneddotica. In tal modo si è occupata di apparizioni, di premonizioni, di fenomeni fisici, di trance fisica, di telecinesi, di medium ad effetti fisici, cioè di una gamma di fenomeni visibili supponendo di provare, attraverso ipotesi di lavoro, l’esistenza di una causa spirituale.

            Se ne è avuta un’ultima prova nella discussione, recentissima, sulla rivista del CSP di Bologna, tra il prof. Granone e me. L’illustre scienziato torinese accetta le ricerche sulla mia medianità ma confuta le conclusioni sulla natura spirituale dell’Entità A.

            Il passaggio, cioè, tra una verifica dei fatti e una causa non umana, per la scienza, è ancora da dimostrare. Così stanno i fatti nell’attuale cultura cosiddetta ufficiale.

            La parapsicologia umanistica, nella mia impostazione,  non esclude affatto l’analisi del fenomeno (ci mancherebbe!), ma restituisce al termine "fenomeno" il significato dell’essere; vale a dire che per noi c’è il phainòmenon, da phàinesthai, che significa, sì, l’apparire ma soltanto, husserlianamente, se questo apparire rappresenta l’in-sè della cosa che appare. Detto in altro modo meno tecnico, il "phainòmenon" ci interessa se coincide con il suo essere, poichè se non c’è questa identificazione il fenomeno resta fenomeno, e l’essere vi resta separato e dunque il primo non può risalire al secondo che resta, kantianamente, un noumeno, cioè cosa in sè irriconoscibile. Non c’è alcun dubbio che se il supporto "spirito" potesse manifestarsi, cioè la natura substanziale che possiede, noi, come uomini, non potremmo e non sapremmo riconoscerlo: anzi non lo vedremmo affatto.

            Questa è, a mio avviso, una delle necessarie premesse dell’intero discorso.

            Da qui alla parapsicologia umanistica il passo è brevissimo.

            La coscienza alta dell’uomo si mostra (come fenomeno) attraverso il suo porsi (nella scena evolutiva della vita), solo laddove produce un surplus fenomenico o plusvalore proprio in senso marxiano.

            Cos’è il surplus?  Se da un atto creativo dell’uomo l’effetto prodotto non è solo puramente meccanico e deterministico, cioè non realizza soltanto merce/ prodotto o riutilizzazione socio-economica, vuol dire che c’è un surplus, un plusvalore, tra l’altro dimostrabile: infatti l’evoluzione degli individui o generale del mondo è il risultato non degli atti sociali e umani, o semplicemente della loro sommatoria, ma dal generarsi di questo plusvalore che produce etica in movimento-accrescimento esponenziale, evoluzione e cambiamento: cioè ricchezza conoscitiva ed esperenziale non direttamente proporzionata alla causa che ha generato il movimento. Si pone in atto, cioè,  un demoltiplicatore come cassa di risonanza in cui il rapporto causa-effetto cessa di esistere in senso meccanico.

          Così come marxianamente il valore dell’uomo non coincide col lavoro, perchè c’è un plus-valore irriconosciuto, così l’attività spirituale o etica non è il risultato delle attività dei neuroni (essendo questi di origine materiale) e costituisce proprio quel surplus che io considero l’espressione di un sottosistema non collegabile alla mente, l’Anima cioè.

            E’ chiaro che, a questo punto, io mi vada ora a ricercare tutti quei denotatori che danno corpo al surplus, perchè essi mi diventano automaticamente i segnali di quell’Anima di cui cerco la dimostrazione.

            In un certo senso io lavoro sulle differenze, sugli scarti. Contemporaneamente, poichè queste differenze sono visibili (e dimostrabili), esse rappresentano il phainòmenon in cui la cosa che si mostra è lo stesso essere che si dà all’osservatore esterno.

            Ora, se la differenza tra la natura animale di cui siamo dotati (nel rapporto causa-effetto) e la natura creativa che abbiamo mostrato di possedere nel corso della storia (lo scarto), il plus-valore è un segnale solido che ci differenzia definitivamente dalla materia dei neuroni, allora questo segnale è implicitamente deducibile: forse non sperimentalmente, si capisce, ma sicuramente storicamente. E se la storicità è parte del processo conoscitivo – e dunque ha valore statistico – ne consegue che, concettualmente, il processo storico-statistico ha funzione di verità scientifica al pari delle prove di laboratorio.

            Creatività, intuitività, libertà, simbolizzazione, ecc.  non sono, poi, astrazioni filosofiche, ma precise qualità della Persona umana osservabili e provabili attraverso le scienze del comportamento. La psicologia, comunque,  si limita a descrivere le funzioni, ma non le cause di queste tipologie. Per esempio dell’intuizione dice che è un fenomeno percepibile esterno (empirico) o interno (di natura metafisica); per la creatività, che si tratta di una prestazione lontana ed estranea all’Io che si produce in modo autonomo e non conformista; per l’ispirazione si scomoda una personalità secondaria inconscia dotata di "alta potenza creativa" che si esprime in condizioni poco note dando luogo a prestazioni e conoscenze singolari; confuso è, poi,  il significato di simbolizzazione, almenchè non si tratti di simboli con precisi riferimenti  (la croce, la bandiera, la patria, il sacro, ecc., o simboli come quelli corporei, dei sogni, dei comportamenti verbali individuali o collettivi). Altrettanto complesso è il significato di "immaginazione" vista anche come non dipendente dall’esperienza sensibile tanto che gli antichi la ritenevano originata dall’alto, tranne Aristotele che la considerava legata alle sensazioni nel senso di un proseguimento dell’attività dei sensi, mentre per Plotino si tratta di un momento dell’Essere al pari dell’Anima. All’immaginazione si lega più precisamente l’immaginario (Lacan) che, ad esempio nell’interpretazione di Sartre, è la facoltà della coscienza di trascendere le cose. Nell’immaginario ricadono i miti, i simboli onirici, la creatività poetica. Ma, anche qui, ci sono distanze da prendere perchè la scienza rinuncia a trovare le cause, occupandosi di percorrere le strutture differenziate con cui l’immaginario si presenta. Bachelard, invece, riconosce all’immaginario una funzione complementare allo spirito scientifico, mentre con Lacan esso avrebbe la sola funzione di liberare immagini false da riconoscere attraverso la fase dello specchio.

            Si potrebbe continuare a lungo – peraltro difficile per i non addetti – su questa strada che ho voluto mostrare al nostro Amico (ed a quanti la pensano nello stesso modo) per spiegare che in parapsicologia umanistica non ci arrampichiamo affatto sugli specchi, ma stiamo fondando una metafisica scientifica che abbraccia le neuroscienze e la filosofia, ma non la teologia dove Tonino sospetta che noi si vada a finire separandoci dalla scienza dei fenomeni.

            Dimostrare che tutti questi fenomeni appartengono decisamente all’Anima, sicuramente non sarà facile (se riuscissi a farlo mi darebbero il Premio Nobel!), ma personalmente penso (e Andrea mi dà ragione) che è questa la strada da percorrere: essa parte dall’uomo e non viene dall’alto. Tuttavia, paradossalmente, è l’alto che si mostra nel "fenomeno della vita" e si mostra con segni spuri legati alla struttura dell’Anima che devono essere riconosciuti e interpretati a condizione che si smetta di pensare che siamo corpi in cui abitano le anime, ma che siamo Anime in cui abitano i corpi.

      E’, anche questa, la lezione dell’Entità A.

                                                                           

 

 

 

 

 

CORRADO PIANCASTELLI

 

Corrado Piancastelli, (Napoli), è scrittore, poeta e saggista impegnato su temi metafisici e psicologici concernenti sia l'esistenza e il divenire dell'Essere, che sulla fondazione del soggetto partendo dalla fenomenologia, dalle neuroscienze e da esperienze personali soggettive.

Piancastelli è nato, culturalmente, come critico letterario ad orientamento psicoanalitico occupandosi della lettura psicoanalitica del testo e successivamente della teoria e della pratica delle procedure psicoterapeutiche e delle modificazioni sociali. E' stato docente all' Università Popolare, ha collaborato con " La Fiera Letteraria" e nel 1958 ha fondato e diretto ( fino all'80) la prestigiosa rivista "Uomini e Idee" a cui collaborarono scrittori, critici, artisti e scienziati di livello internazionale. "Uomini e Idee" ha ripreso le pubblicazioni nel 1997, sempre con Piancastelli come direttore. Da tale data la Rivista si occupa definitivamente di neuroscienze, di filosofia e di stati modificati di coscienza.

Piancastelli ha creato, nel 1980, anche una Fondazione scientifica ( ISUP – Istituto di Socio-psicologia Umanistica e Psicoterapia ) di cui è presidente, fondando contemporaneamente una comunità per tossicodipendenti . Organizza, sia con la Fondazione ISUP che con l'Associazione "Uomini e Idee"(che gestisce l'omonima rivista), convegni, seminari di studio e di ricerca intorno a problemi esistenziali di ricerca dell'interiorità e di proposte per la messa a punto di una epistemologia della soggettività su basi scientifiche e filosofiche a partire dal problema della coscienza e dalla rifondazione di un neo umanesimo rivisitato dalle neuroscienze.

E' autore di una quindicina di libri e di centinaia di saggi. Ha anche diretto la rivista di psicoanalisi "Quaderni Reichiani"; ha collaborato, a suo tempo, oltre alla Fiera Letteraria, anche a "La Nuova Sardegna" ed ha tenuto rubriche di psicologia su "Il Mattino" di Napoli e per radio. Tiene conferenze in tutto il Paese ed è seguito da un vasto pubblico.

Due volte "Premio Cultura" della Presidenza del Consiglio dei Ministri; finalista ad un "Viareggio", Premio "Bagutta" Giornalista del mese.

 

prodena@libero.it

Edda CattaniLa “parapsicologia umanistica”
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Le campane tibetane

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Oggi, alla nostra riunione a.c.s.s.s. abbiamo, tra l'altro, avuto il piacere di ospitare due giovani che ci hanno accompagnato ad una meditazione con il suono delle  "campane tibetane"; una sensazione meravigliosa di cui mi piace approfondire il significato.

 

 

 

Le Campane Tibetane (Singing Bowls)

Una pratica per la terapia del suono consiste nell’uso delle Campane tibetane. Esse sono ottenute dalla fusione di sette metalli, ciascuno dei quali rappresenta un pianeta. Sembrano, a prima vista, delle ciotole di metallo e riproducono la calotta cranica, parte anatomica importante nella cultura sciamanica. L’uso delle campane tibetane è sempre più diffuso in occidente ( riproduce la vibrazione creatrice primordiale OM ) in seno ai cultori delle filosofie orientali, che ricercano, nella meditazione e nella musicoterapia il raggiungimento dell’armonia dell’uomo con quanto lo circonda. Le campane tibetane producono quindi suoni in armonia con le vibrazioni delle sfere celesti e trasmettono queste vibrazioni a chi le ascolta. Questo fenomeno si chiama in termini tecnici, “concordanza di fase” ed è lo stesso che mettere 2 pendoli uno accanto all’altro: dopo un certo periodo di tempo iniziano a seguire lo stesso ritmo, come due onde che tendono a unirsi e a vibrare all’unisono. Grazie a questo fenomeno si creano delle forti vibrazioni massaggiando in profondità il corpo fisico ma anche i corpi più sottili. Si viene così a creare una concordanza di fase che produce di solito uno stato di profonda quiete interiore ed esteriore che può andare ben al di là del semplice rilassamento, fino a giungere alle onde teta e delta degli stati meditativi più profondi.
I suoni delle campane tibetane quindi stimolano un processo di auto guarigione e di armonizzazione.
Quando il corpo ritrova le proprie frequenze armoniose, ritrova la salute ed il benessere. Le Campane Tibetane producono suoni in armonia con le vibrazioni cosmiche risvegliando e rimembrando qualcosa che c’è già dentro all’essere umano. Solo che è molto in profondità e lo spesso strato che si è accumulato in superficie non ha fatto altro che allontanarsi da quel suono originale portando uno stato di “non accordatura”, quindi stonatura e dissonanza. Le vibrazioni delle campane tibetane dunque accordano e sintonizzano l’individuo nell’orchestra sinfonica del cosmo sostenendo una condizione di prolungato benessere.
Questa vera e propria terapia del suono, potrà donare effetti benefici soprattutto per il sistema nervoso centrale; poiché questi suoni portano il cervello a lavorare prima su onde alfa e poi su onde theta si possono riscontrare benefici per tutti i problemi di insonnia e irritabilità.
I suoni prodotti agiscono anche a livello mentale, infatti le onde meccaniche prodotte dal suono vengono percepite dalle onde elettromagnetiche cerebrali influenzandone la frequenza e gli stati di coscienza collegati. Questi suoni inducono un rilassamento profondo che interviene in aiuto allo stato di benessere personale dell'individuo riequilibrando ed energizzando il corpo dove necessario. Ricevere i suoni rimanendo aperti e ricettivi, permette di accettare meglio se stessi e gli altri, abbassando i livelli di stress e rendendoli più accettabili.
L'ascolto di queste frequenze, consente di rallentare alcuni ritmi vitali con la conseguenza di migliorare la percezione del proprio corpo, che a poco a poco diventa in grado di sentire il passaggio dallo stato di malessere a quello di benessere.
Le principali applicazioni che ha questo tipo di pratica sono: stimolare l'energia vitale, indurre il rilassamento, combattere l'insonnia, migliorare la concentrazione, sincronizzare l’emisfero destro e sinistro del cervello ed aumentare la creatività.
 
  Il Massaggio Sonoro è indicato per:
– Rapido raggiungimento di uno stato di profondo rilassamento
– Eliminare progressivamente stati di  nervosismo, ansia, angoscia
– Energizzare ed armonizzare il sistema bioenergetico
– Rinforzare le forze di autoguarigione
– Equilibrare i chakra 
– Risolvere i più comuni disturbi del sonno
– Rilassare e tonificare la carica psicofisica
– Creare maggior silenzio interiore e predisposizione alla meditazione
 

 

Edda CattaniLe campane tibetane
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Relazioni convegni 2010-2011

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RELAZIONI CONVEGNI 2011

 

Convegno Internazionale di Ricerche Parapsichiche e Bioenergetiche

In  Bellaria  (Rimini) Aprile 2011 

 Riceviamo da Maria Pizzolitto che ringraziamo per il contributo.

Anche quest’anno il convegno di Bellaria, con  intense giornate di relazioni,  ha offerto una grande occasione di crescita e di apprendimento,  in quelle che sono le tematiche esistenziali  e metafisiche.

Sono alla mia seconda esperienza a Bellaria e devo dire che , anche questa volta,  non c’e’ stata tematica o  relatore che non mi abbia lasciata appagata e riempita di conoscenze affascinanti, illuminanti e  sempre nuove. Nuove perche’,  anche se certe tematiche di base si conoscono, ogni relatore sa portare qualcosa di suo, la propria esperienza , la propria consapevolezza  e spesso il proprio entusiasmo, che come ben sappiamo, e’ contagioso, quando si parla di nuovi indizi, nuove scoperte,  nuove conquiste,  nuove sensazioni,  percezioni e modi di stare nella vita, se  ad essere interessato non e’ soltanto il nostro corpo fisico, ma riguarda soprattutto la nostra anima, il nostro spirito e di conseguenza la nostra vita futura nell’oltre.

I relatori,( ricercatori,  sperimentatori, fisici, scienziati , docenti, guaritori , medici, giornalisti, formatori ecc. ,di fama nazionale ed internazionale) ci hanno fatto capire come percepire il Divino dentro di noi, come lasciarsi sorprendere dal  trascendente, al fine di  poter  assaporare  quell’Aldila’ …non poi cosi’  lontano, gia’ qui ed ora. Hanno fatto presente  quanta capacita’  di guarigione, di benessere e di felicita’, possiamo trovare dentro di noi. Ci hanno resi edotti di quanto siamo interconnessi con tutto cio’ che ci circonda, di quanto possiamo influenzare l’ambiente e  l’intero  cosmo  con il nostro pensiero, con le nostre azioni. E soprattutto di come ci si auspica un cambiamento di questo nostro mondo malato, verso una nuova era, dove una diversa  e piu’ consapevole spiritualita’ possa debellare cio’ che di negativo esiste e resiste.

Sono messaggi positivi anche per tutte quelle persone che hanno incontrato difficolta’ e sofferenze nella vita. Soprattutto sofferenze dovute a malattie , travagli e  perdite di persone care. Ecco, devo dire, come ho gia’ avuto  modo di sostenere,  particolarmente  in questo convegno,  le tematiche del dolore vengono sfiorate per poi  lasciare  spazio  alla speranza, alla fiducia in se stessi, all’autostima, alla voglia di rimettersi in gioco, di perseverare,  anche quando la vita ci ha bastonati. Con tutte queste argomentazioni che sembrano mirate ,  affinche’ ognuno possa  riprendere in mano la propria vita, non resta poi che mettervi qualcosa di proprio  per  riuscire nell’intento, che puo’ essere la buona volonta’,  l’impegno, ma soprattutto  credere che migliorare e cambiare si puo’.

Parecchi giovani spettatori erano  presenti al convegno. Non si puo’ che essere  felici di questo ricambio generazionale , che   ci induce a sperare  che,  questi giovani , dopo  aver fatto il pieno  di tanta  positivita’ , ricchezza  e conoscenza di argomentazioni,   possano poi  essere   fautori di quel cambiamento che noi tutti auspichiamo , per una vita migliore, per un mondo migliore ,… per un percorso  con obbiettivi di pace e di altruismo,… che non possono che spianare la strada ,  verso quel traguardo finale  di gioia e di amore, che attende ciascuno di noi.

 

Maria Pizzolitto

 

RELAZIONI  2010  

SEMINARI CONVEGNI CONGRESSI

Convegno del 24 ottobre 2010: “Oltre il muro d’ombra: legami invisibili tra di noi e col Padre”

 

Qualche ora insieme per alleggerire un po’ il cuore dalla sofferenza di un lutto o dal peso di qualche grande domanda esistenziale: questo l’obiettivo che l’Associazione “Semi di Speranza”, guidata da Armanda Venchiarutti, si è data nell’organizzare il breve convegno che si è tenuto domenica 24 ottobre presso l’Editrice Segno a Feletto Umberto, in periferia di Udine.

Cosa c’è al di là dell’orizzonte ultimo della vita terrena? La presenza di Dio, come altri incontri precedenti hanno già affermato, ma anche una rete di relazioni che l’amore rende indistruttibile al di fuori e al di sopra delle categorie umane di spazio, di tempo, di fisicità. Questo il significato del titolo “Oltre il muro d’ombra: legami invisibili tra di noi e col Padre”, che gli organizzatori  hanno scelto, prendendo a prestito una metafora poetica di Giuseppe Ungaretti, per anticipare di qualche giorno una riflessione non confessionale, ma comunque profondamente spirituale, sul significato delle festività dei primi di novembre e in particolare sulla Comunione dei Santi.

L’argomento è stato sviluppato sotto diverse angolazioni dai relatori che sono intervenuti all’incontro.

Il dott. Alessandro D’Orlando, di Udine, psicologo clinico e psicoterapeuta, ricercatore nell'ambito del funzionamento della coscienza e del rapporto dell'essere umano con la dimensione spirituale dell'esistenza, ha incentrato la sua esposizione sul tema “Campo di coscienza che illumina”, illustrando le modalità di relazione esistenti tra i componenti di una famiglia, viventi di qua o di  là del “muro d’ombra”, e spiegando come sia possibile prenderne consapevolezza, a scopo anche terapeutico, secondo l’esperienza da lui stesso maturata dal 2004 ad oggi quale conduttore delle cosiddette “Costellazioni familiari”.

Don Gabriele Gastaldello, sacerdote di Vicenza, laureato in filosofia all'Università di Padova con dottorato di ricerca sull'umanesimo induista all'università di Benares (India), ha trattato “Gesti, riti, ritmi che danno sapore alla vita”, un intenso momento di riflessione in cui ha fatto convivere efficacemente le risorse umane e spirituali della cultura orientale e di quella occidentale. Portando la sua esperienza di animatore della "Scuola del Villaggio", una “scuola” di vita e di saggezza dove si impara attraverso la reciprocità dei saperi, ha mostrato come l’uso quotidiano di parole, piccole procedure personali, atteggiamenti, pensieri orientati verso modelli positivi possano aiutare ad impostare la vita in modo pieno e sereno anche nella difficoltà del lutto.

La dott. Rossana Franzon, medico, ha invece riferito su Riflessioni di una esperienza di vita e di amore”. Prendendo le mosse da un proprio vissuto di lutto, la relatrice ha analizzato lucidamente i vari momenti attraverso i quali, a piccoli passi, talvolta faticosi, cui bisogna comunque accedere soltanto per libera scelta, è possibile dare significato alla sofferenza e costruire una propria identità più matura e più consapevole, oltre che fiduciosa.

Come già in altre occasioni, non è mancato al convegno il contributo di una coraggiosa testimonianza personale: questa volta si è trattato di quella di Daniela Tibalt Di Barbora, una mamma che, dalla perdita prematura del figlio, ha dovuto affrontare insieme al marito altre durissime prove, ma ha anche acquisito la certezza della presenza di Dio e del suo amatissimo Alessandro a sostegno di un cammino difficile, ma serenamente sostenuto dalla fede e dalla speranza.

Temi di grande profondità e coinvolgimento, quindi, quelli trattati nell’arco di un pomeriggio: “semi di speranza” gettati a pochi giorni dalla più impegnativa riflessione che ciascuno porta in cuore nella visita ai propri Cari, nei cimiteri. Il numeroso pubblico presente ha mostrato di seguire, comprendere, partecipare anche attraverso domande mirate, cui i relatori hanno dato puntuali risposte. Per l’associazione “Semi di Speranza” tutto ciò è una buona premessa per continuare a praticare la strada di questi appuntamenti, puntando sempre sulla presenza di sacerdoti e relatori di grande serietà e sensibilità.

 

Mirella Comino

per il gruppo “Semi di Speranza”

 

Da Adriana Scaficchia

www.cerchioverde.net/relazione_del_23-24Ottobre2010perFossoli.htm

 

 

 

 

 

 

 Riceviamo da Adriana Scaficchia del "CERCHIO VERDE" di Mestre

 

Convegno di Sondrio del 25-26-27 Giugno 2010.

   “ Oltre il visibile “ Esperienza , scienza e fede “.

 

Giovedì 24 ore 18-30 arrivate  alla stazione di Sondrio siamo state accolte con amorevole cordialità da Fabrizio , organizzatore del convegno , assieme alla moglie Silvia , genitori di Valentina diventata un Angelo di Luce .

 

La gente che   partecipava a questo convegno non sapeva nulla della metafonia anzi anche solo a parlarne ne aveva paura .

 

Venerdì 25- nella mia relazione  raccontai  come iniziò  questo cammino di conoscenza e di consapevolezza  divenuta, per me una realtà .

Feci vedere il filmato della Storia del Cerchio Verde, preferendo camminare tra la gente per essere  loro più vicina

e scorgere qualche mesto sorriso di approvazione . Così capii che erano interessati all’argomento  .

Ida fece la sua presentazione , parlò con il cuore di mamma a tutte le mamme presenti . L’applauso che ricevette confermò la condivisione .

 

Informai i presenti che se volevano trovarmi sarei stata nella sala delle riunioni a me concessa per i tre giorni del convegno .

Sia al pomeriggio stesso  del venerdì e alla sera dopo le 21,   così fino a Domenica a mezzogiorno avevamo  sempre tante persone  ,molto attente , non solo per il messaggio ottenuto ma anche (spero ) per imparare una autogestione di questa meravigliosa realtà .

Feci più di 25 messaggi individuali ma fatti tutti in gruppo , come faccio al cerchio  affinchè il messaggio sia una guida per tutti . Finalmente  in questo gruppo ho parlato  anche con molti papà , questo mi ha fatto piacere perché il dolore diviso in due è più “sopportabile “.

 

 

Sono già in contatto con alcuni di loro , spero di aver fatto conoscere un’altra realtà dove il nostro caro vive e dove un giorno vivremo assieme .

La metafonia ci permette ogni tanto di sentire la “Voce “che ci rassicura in modo che noi possiamo continuare a vivere come meglio possibile e renderci conto che anche i famigliari vicino a noi hanno bisogno di noi e noi di loro .

Ognuno di noi ha bisogno dell’altro , sempre , solo con la comunione-condivisione possiamo farcela .

Grazie anche alla dimensione alla quale  prima di partire per questo convegno con la metafonia, chiesi un aiuto …prontamente mi hanno rassicurato così : messaggio del 20-05-2010.

Sarà pur tornare …visita amore …per sempre la luce è con te …

Ora che ti ho dato la risposta …l’avventura ha un regista …abbi costanza …fatele i doni come sai fare ….

 

Tutto si è svolto come Loro volevano .

Grazie a Silvia e Fabrizio , così anche ai loro collaboratori persone splendide per lo svolgimento del convegno fatto con amore e armonia .

 

 A sempre Adriana Scaficchia del Cerchio Verde di Venezia anche a nome di Mamma Ida

 

 

Riceviamo da Luigi Cama 

Si è da poco concluso il primo Meeting PARANORMALE RESEARCH è già si parla del secondo, visti i risultati del primo. Per capire cosa è successo, vi consiglio di visionare la sintesi della relazione corredata di foto e video, al seguente link:
RELAZIONE PRIMO MEETING

Il programma del secondo Meeting lo potete scaricare da qui:
SCARICA PROGRAMMA SECONDO MEETING VARESE

Per chi era presente al primo meeting, consiglio di non divulgare video e foto senza offuscare i volti ove necessario.

BARBARA AMADORI A MILAZZO
Il 24 Luglio ospiteremo l'amica e medium BARBARA AMADORI che sarà disponibile solo per i contatti in gruppo: sabato mattina, sabato pomeriggio e sabato sera.
Il numero dei posti è limitato a 40 e daremo priorità a chi ha reali necessità. Per chi volesse partecipare, può inoltrare una email al sottoscritto scrivendo a luigicama@metavisione.it . Sarà mia premura riferire i vostri recapiti a chi si sta occupando dell'organizzazione dei partecipanti.

Notizie su Metavisione.it e FenomeniParanormali.it
Presto saremo nuovamente online con una struttura più snella. Questi due siti avranno funzione d'archivio per video, foto, audio e testimonianze scritte. Il forum è lo strumento più indicato per scambiare informazioni e sarà potenziato.
 

 

 

Dal VI CONVEGNO NAZIONALE DI ANGELOLOGIA

Santa Maria la Nova 1-2 Giugno 2010

Atti del CONVEGNO

A CURA DI

Don Marcello Stanzione

della Milizia di San Michele arcangelo

Tutta la vita della Chiesa beneficia dell'aiuto misterioso e potente degli Angeli.

Dall'infanzia al trapasso, la vita umana è circondata dalla loro custodia e dalla loro intercessione.

 

 

 

– 4 CONVEGNO SUL MONDO SOTTILE –

giornata di studio Istruzioni sui tempi del cambiamento –

22 maggio 2010 Finale Emilia Estense Park Hotel

organizzazione Volare con gli Angeli

arte cultura e ricerca di Stefania Bellini Corona,

con Grazia Francescato, Enzo Decaro, Fiorella Capuano, Guido Guerrera, Luca Vignali e Piergiorgio Caria –

quando il tempo è arte……..

 

Riceviamo questo bel video. Grazie Stefania!

 

 

 

 

 CONVEGNO DI

SANTA MARINELLA
(12 maggio 2010)

 

Associazione Onlus “Luci tra le Camelie” via delle Camelie 30,  00058 Santa Marinella 3396404231 adcapot@alice.it

Si è concluso il convegno –Amore e Speranza per Rinascere– organizzato dall’associazione Onlus “Luci tra le Camelie” nei giorni 7-8 e 9 maggio presso la Casa per Ferie Mater Gratiae di Santa Marinella.

Lo splendido scenario del luogo, la sottile percezione di spiritualità, l’amore e la delicatezza con cui i relatori hanno dato il loro contributo, hanno creato un’atmosfera di unione e condivisione fra i tanti partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia. Dai volti di molti dei nostri fratelli nel dolore e nell’esperienza del lutto traspariva alla fine del convegno come una sensazione di maggior serenità e pace.

Questo ci conforta e scalda il cuore di noi tutti, così bisognosi di condivisione e approfondimento spirituale, nella ricerca incessante e faticosa di una nuova consapevolezza sul senso dell’esistenza visibile ed invisibile, forse invisibile solo ai nostri sensi.

Il convegno è terminato il 9 maggio, il giorno della festa della mamma, e questa “casualità” ci spinge con maggior forza a credere che i nostri amati, che semplicemente non vediamo, fossero  accanto a noi nel condividere la festa, quando alle mamme è stata offerta una rosa rossa e a tutti una bella e buona torta!

Lo scopo della nostra neonata associazione Luci tra le Camelie è proprio quello di portare la nostra  testimonianza ed esperienza, che ha solo qualche anno in più, perché siamo ugualmente feriti, nonostante il tempo. Ma di questo strappo stiamo tentando di fare tutti insieme un consapevole percorso di crescita spirituale che ci avvicina maggiormente a loro e al senso più profondo dell’esperienza umana e spirituale nella sua essenza.

Siamo convinti che non basti respirare per sopravvivere ma che sia necessario vivere, perché questo è stato il nostro destino, costruendo dal nulla in cui ci siamo un giorno improvvisamente trovati una strada da percorrere tutti insieme con calore umano, amore, dignità e fratellanza.           I nostri cari ci sospingono in questa direzione con tanti segni e tanto amore, quell’amore che non ha fine con l’esperienza terrena, ma che rimane, e che forse ciascuno di noi ha letto negli sguardi dei propri fratelli durante il Convegno.        

Ci auguriamo di poter riunire nuovamente i tanti partecipanti nella seconda settimana di maggio del prossimo anno e desideriamo ringraziare tutti per l’affettuosa partecipazione e la divulgazione che è stata fatta per il convegno. 

 Un abbraccio affettuoso dai soci della

Associazione OnlusLuci tra le Camelie

 

L’UOMO E IL MISTERO: SI E' SVOLTO A RICCIONE DAL 28 APRILE AL 2 MAGGIO LA 18° EDIZIONE DEL CONGRESSO INTERNAZIONALE  L’UOMO E IL MISTERO” PROMOSSO DALLE EDIZIONI MEDITERRANEE E COORDINATO DA PAOLA GIOVETTI

 

Si è svolta dal 28 aprile al 2 maggio, presso il Centro Congressi Le Conchiglie di Riccione, la 18° edizione del congresso internazione L’UOMO E IL MISTERO promosso dalle Edizioni Mediterranee e coordinato da Paola Giovetti.

I giorni 28 e 29 aprile sono stati dedicati a seminari esperienziali di due giorni, e il giorno 2 maggio a seminari di un giorno. Il congresso vera e proprio si è svolto dal 30 aprile al 2 maggio

Tra i vari relatori e docentine segnaliamo alcuni di particolare pregnanza: primo fra tutti, il fisico ricercatore americano Russell Targ, che per vent’anni è stato coordinatore del progetto di ESPionage da lui stesso messo a punto presso il prestigioso Stanford Research Institute e sostenuto dalla CIA e dalla NASA.  ESPionage significa spionaggio sensitivo, grazie a militari e poliziotti dotati di capacità paranormali che indagavano con la ESP le postazioni militari sovietiche, lo sviluppo delle armi, lo stato di salute degli ostaggi ecc., con risultati che hanno fatto sì che il programma venisse finanziato per anni con milioni e milioni di dollari. Nel corso del suo seminario Russell Targ ha insegneto come sviluppare ed esercitare le doti ESP per divenire padroni del remote viewing (la visione a distanza) allo scopo di vedere cose lontane e fare diagnosi e terapie. Targ ha anche tenuto poi una conferenza per i congressisti e presenteto il suo nuovo libro La fine della sofferenza (Edizioni Mediterranee 2010).

Da segnalare inoltre la presenza dello studioso israeliano Nadav Crivelli, che per la prima volta partecipa a un congresso delle Mediterranee, grande esperto di Cabalà che ha tenuto un seminario sugli angeli secondo questa antichissima tradizione e poi, nel corso della manifestazione, ah intrattenuto i congressisti con la sua grande cultura e simpatia personale.

Il francese Hubert Jaoui, imprenditore e psicologo ha spiegato i segreti della creatività, questa grande dote capace di rendere più ricca e felice l’esistenza, e l’attore Enzo Decaro ha condotto una T.R. sul tema appunto “Sogno e creatività”.

E ancora, fra i tanti temi proposti: la regressione a vite precedenti e la progressione a quella future del dottor Osvaldo Sponzilli, il mistero della Madonna di Guadalupe di Flavio Ciucani, autore anche di un bel filmato su questo caso straordinario, l’esoterismo di Leonardo da Vinci di Michele Proclamato, la magia della basilica di Collemaggio all’Aquila di Maria Grazia Lopardi, Maria Montessori e la sua attualissima battaglia per il bambino, “padre dell’uomo”, di Paola Giovetti, i cerchi nel grano e gli Ufos di Piergiorgio Caria e del contattato Antonio Urzi, gli anni segreti di Gesù in India del teologo tedesco Holger Kersten, il magico mondo dei dervisci di Guido Guidi Guerrera, il mandala di sabbia di Lama Tashi e dei suoi monaci che costruito durante il convegno e “disperso” in mare l’ultimo giorno.

Molto spazio alla musica: le campane tibetane di Mauro Pedone, il concerto del “Gruppo medicina dell’ottimismo” di Toni Pizzecco, la musica e il canto di Morgana Montermini e Marco Remondini ispirati al famoso libro Dialoghi con l’angelo di Gitta Mallacz, che narra di straordinari incontri angelici negli anni bui della deportazione degli ebrei in Ungheria.

Come sempre, un congresso di grande ricchezza e intensità, una immersione totale nel mondo dei misteri, della spiritualità, della ricerca interiore.

 

 

16° Convegno Internazionale

 di Ricerche Parapsichiche e Bioenergetiche

 

IL MISTERO dell'ESISTENZA UMANA

     dalla Mente all'Interiorità

 Bellaria (Rimini) 15, 16, 17 e 18 aprile 2010

Riceviamo dalla Sig. Maria Pizzolitto Lui

 

 

 Convegno Internazionale di Ricerche Parapsichiche e Bioenergetiche

In Bellaria (Rimini) Aprile 2010

 

Trascorsi alcuni giorni dal convegno di Bellaria, passata la iniziale  euforia che è  tipica di questi  incontri, tornata  a casa, sono rientrata nella normalità della mia vita, con una marcia in più.

Mi sono chiesta: cosa mi hanno dato questi quattro giorni, questa “full immersion” nelle tante tematiche trattate? Devo dire che mi hanno dato molto, come credo a tante persone che,  come me sono state non solo spettatrici di tanta conoscenza trasmessa, ma spesso coinvolte  emotivamente .

 Finora avevo avuto esperienza di convegni che aiutano ad elaborare il lutto ( da sei anni abbiamo una figlia in cielo), che hanno come obbiettivo la ricerca dei propri cari, la consapevolezza  della loro presenza accanto a noi, le testimonianze, la condivisione con altri genitori, le conferme  della scienza , che parla di vita oltre questa nostra vita. E tanto hanno aggiunto alle mie certezze questi incontri!

E se questo  tema e’ stato  toccato anche a Bellaria da parte di insigni relatori, la gran parte dei temi e delle discipline trattate, a mio avviso miravano  ad un altro aspetto.

Questo aspetto io lo  chiamerei “fase due”. Dopo il dolore, dopo una qualsiasi  sofferenza (non necessariamente dopo un lutto), ecco che qui apprendi  tanto,  per riappropriarti della tua vita, per dare una svolta alla tua vita.

Relatori a livello internazionale hanno dato una panoramica di tutto quello che ognuno di noi può apprendere per migliorare le sue capacità, le sue potenzialità per  vivere meglio , spaziando dal campo fisico, al campo mentale , al campo spirituale ed emozionale.

Si tratta in sostanza di espandere la propria coscienza, di pensare positivo(ricordiamoci che il pensiero crea), di guardare oltre la materia, di riappropriarci di emozioni , sensazioni e  rituali i che non ci appartengono  più  o che pensiamo perduti , di abbandonare vecchi schemi  mentali, abbracciandone di nuovi.

Beh, c’era  veramente tanta ”carne sul fuoco”, come si suol dire. Basta mettersi d’impegno  e voler cambiare per migliorare se stessi e chi ci e’ accanto. Credo proprio  che,  chi era presente , non fosse li per caso. ( come del  resto in ogni convegno che si rispetti  e… per fortuna ce ne sono molti!)

I partecipanti, erano senz’altro persone che , come me, cercavano  nuove motivazioni per  il proprio percorso, nuovi obbiettivi, nuova energia, dopo vicende più  o meno dolorose che spesso la vita riserva.

Un relatore ha  giustamente detto,  che eravamo li in quanto “risvegliati”…..Lo credo anch’io. Ed eravamo in tanti!  Persone di tutte le età,  ma  soprattutto tanti  giovani. E ben venga questo!  Il  mondo , il futuro è nelle loro mani e c’è tanto bisogno di un cambiamento,… di una svolta verso il bene.

 

Maria Pizzolitto (mamma di Vera)

 

 Riceviamo da Luigi Cama, relatore al congresso di Reggio Calabria:

La prossima settimana ed esattamente il 24 e 25 Aprile, sarò a Varese per il convegno "Esistenza dopo esistenza, la vita si manifesta".
Per il programma:
http://www.luigicama.it/download/varese24-25aprile2010.zip
 
Il primo convegno a Reggio Calabria ha riscosso un discreto successo. Sul piano informativo ha ottenuto l'attenzione della stampa e delle emittenti locali, della RAI e della rete regionale ReggioTV (il venerdì sera siamo stati ospiti per uno speciale di due ore sul tema "La vita oltre la vita").
Nei prossimi mesi saranno pubblicati video e foto dell'evento.

Un ringraziamento speciale all'organizzatore, Dott. Paolo Mobrìci, presidente del Lions Club "Castello Aragonese" di Reggio Calabria e a tutti gli amici relatori: Paolo Presi, Daniele Gullà, Mario Zampardi, Fulvia Cariglia e Francesca Scarrica.

Grazie di cuore a tutti i partecipanti, per l'affetto, la pazienza e l'attenzione dimostrati.

Un ringraziamento anche all'amico Elio Spadaccino che si è prodigato per portare al convegno Marcello Bacci che purtroppo, non ha potuto dare il suo contributo a chi si aspettava almeno una piccola dimostrazione d'affetto. Il tempo passa per tutti e forse Marcello ha dato ciò che poteva dare entro i suoi limiti umani. Ma l'esperienza in questo campo ci insegna che chiuso un capitolo se ne apre un altro. Grazie Marcello, per aver contribuito significativamente alla ricerca italiana.

Un super-iper ringraziamento all'amico Riccardo Di Napoli, eccellente metafonista, per le ore dedicate a chi attendeva un piccolo riscontro (purtroppo non è stato possibile accontentare tutti). Un affettuoso saluto e un arrivederci a Varese, dove effettueremo un esperimento supportando metafonia e metavisione insieme.


Un caro saluto a tutti.

Luigi Cama, webmaster e ricercatore di metavisione.it

Edda CattaniRelazioni convegni 2010-2011
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I Bambini delle stelle

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A Cattolica, quest'anno avremo Cristina Garavaglia, una relatrice particolarmente impegnata nello studio dei bambini, soprattutto di coloro che appaiono dotati di peculiari elementi distintivi e, per questo, vengono definiti "figli delle stelle" o "indaco, cristallo, arcobaleno…" Sono…

 

I Bambini con gli occhi di Sole. 

 

 

La mia nascita

di Cristina Garavaglia

 

 

La mia nascita di Cristina Garavaglia

tratto da  Diario di una Nascita Anima Edizioni

 

Non importano le date,importano i momenti e ci sono momenti che ti portano la consapevolezza che niente sarebbe stato più uguale per Te dopo averli vissuti.

 Il giorno del mio primo ricordo è proprio uno di questi momenti.

Era estate,  e stavo nella mia camera da letto, c’erano le finestre aperte e la luce filtrava nella stanza, fuori era buio ma il chiarore della notte estiva, in contrasto con il buio interno della stanza, mi accompagnava nel sonno.

      Bruciava un incenso aromatizzato alla rosa, l’aria fresca dell’esterno accarezzava il mio corpo disteso nelle lenzuola ed io stavo serenamente sprofondando nel sonno.

All’improvviso provai diverse sensazioni con tutto il corpo: u come se tutti i miei sensi si fossero risvegliati e ….anche se ancora c’era buio attorno a me…mi sentivo sveglia ed attiva.

      Già un buio intenso ed allora dove ero?

Mi posi mentalmente questa domanda ed immediatamente mi sentii riempire da una incredibile quiete … e nei miei pensieri si formò la consapevolezza di una risposta : Sono nel Mio Luogo, questo è il mio posto, sto bene qua, mi sento protetta e tranquilla. E’ la mia casa, ne conosco ogni angolo ed ogni centimetro, sono al caldo, protetta e perfettamente a mio agio.

      All’ improvviso, mentre mi beavo in questi pensieri di tranquillità  ci fu un sussulto, era come se tutto intorno a me, l’ambiente che identificavo “il Mio Luogo”, fosse stato colto da uno spasmo che lo faceva tremare… Come un terremoto…. non ne ho mai vissuto uno ma forse potrebbe essere un’ efficace similitudine.

Ed i pensieri e le mie consapevolezze furono di natura diversa: paura, attenzione estrema, concentrazione…. Ma che succede?  Pensavo. Cosa sta succedendo al mio luogo, mi sentivo prima così protetta ed al sicuro ed ora sento che tutto attorno a me sta cambiando.

      Insieme a questi pensieri arrivarono le sensazioni tattili, era come se anche le mie cellule,il mio corpo,i suoi organi potessero ricordare, e a distanza di anni, lì nel mio letto nella provincia di Milano rivivevo qualcosa di antico, non solo con pensieri ma anche con la mia memoria molecolare.

Mi sentivo sballottata a destra e a sinistra, tutto il mio corpo mi sembrava immerso nell’ acqua e  mi sentivo un legnetto sbatacchiato dalle onde.

Aiuto, pensavo, che sta succedendo al Mio Luogo protetto e sicuro? Che cosa è questo cambiamento? Che succede?

Ancora una volta ai pensieri si accavallarono sensazioni tattili e corporee, all’improvviso iniziai a sentirmi scivolare verso il basso, lentamente verso il basso, ogni centimetro di scivolamento significava per me l’allontanamento dal Mio Posto Sicuro ed il panico cresceva insieme ad una grande necessità…quella di cercare di tornare sopra, risalire verso la mia casa, il mio posto sicuro.

“Voglio tornare lassù, lì c’è il Mio Posto, lì si sta bene, si è protetti, e si è sicuri.

Che cosa sta succedendo? Scivolo, vorrei aggrapparmi ma è impossibile e tutto continua a muoversi ed inesorabilmente scivolo… io voglio tornare lassù…

Poi cominciò un’ inaspettata sensazione di “schiacciamento” era come se tutto intorno a me fosse diventato improvvisamente piccolo e mi sentivo avvolta dalle pareti che prima mi circondavano ed ora queste pareti mi schiacciavano verso il basso…inesorabilmente verso il basso…

 

Aumentava l’incertezza e la voglia di risalire ma non ci si riusciva… anche la sensazione di schiacciamento aumentava e mi sembrava di essere in un tunnel così stretto da rimanerne incastrata e poi..poi era proprio il tunnel che appicicandosi a me mi spingeva giù…

Questa sensazione durò a lungo..come il mio assoluto terrore… e poi …poi all’improvviso tutto attorno a Me si allargò, enormemente, fu come essere immersi in uno spazio vastissimo…e provai un dolore gelido e lancinante, come se qualcosa entrasse in me dal mio naso e,dilatandoli,  mi spaccasse narici e polmoni… per usare una similitudine oggi vi direi che era come respirare acqua gelida dal naso…

      La domanda che continuavo a pormi assillantemente era che cosa sta succedendo??? Dove ero???

Mi risvegliai di soprassalto, ero di nuovo nella mia stanza con il fresco estivo della notte ed i raggi di luna che penetravano dalla finestra .. scossa mi sedetti sul letto e risentii per la prima volta il mio grande corpo da adulta… mi sedetti sul letto e capii di aver rivissuto la mia nascita… già ed il liquido gelido non era altro che aria ed il dilatante dolore il primo respiro.

      Avevo avuto una regressione spontanea ed avevo rivissuto la mia nascita, il ricordo si era manifestato a livello mentale con i pensieri ed a livello  corporeo con le sensazioni fisiche.

Dopo tanto tempo, sono passati quasi due anni da allora, mi sono convinta che quello che più mi abbia colpito di questo ricordo sia stata la mancanza di informazioni.

Continuavo a chiedere cosa stesse succedendo ma non ricevevo nessuna risposta…. E lo stress del cambiamento della forma del Mio Luogo di origine da confortevole a troppo stretto  era stato enorme.

Ora nasce un'altra domanda e  mi chiedo:” E se qualcuno mi avesse spiegato? se qualcuno mi avesse preparato? se qualcuno mi avesse chiamato dicendomi che mi aspettava alla fine dello stretto tunnel… sarebbe stato diverso?  Sono sicura di sì.

Così come mi sentivo collegata al luogo che mi circondava a cui ponevo le mie domande, così avrei ricevuto risposte e pensieri.

Immaginatevi allora come sarebbero mutate le mie sensazioni se vi fosse stato un dialogo, se qualcuno mi avesse preparato a ciò che stava succedendo, se questo qualcuno mi avesse rassicurato mentre tutto accadeva….

Se questo qualcuno che mi circondava mi avesse trasmesso la naturalezza di questo distacco e la semplicità del cambiamento….Beh…Credo che tutto sarebbe stato diverso.

Io stavo entrando senza nessun supporto in una dimensione più fisica fatta di impulsi più forti e dove il mio corpo ed i miei cinque sensi sarebbero stati più sollecitati. Nessuna preparazione,nessun corso solo la meccanicità di un evento subito.

      Il viaggio dei bambini…non sarebbe  forse diverso se fosse fatto insieme a qualcuno?

Ebbene sì io credo che i bambini ci sentano e non solo, credo che siano esseri dotati di intelligenza e personalità già formate.

Devono solo imparare un nuovo linguaggio e soprattutto devono imparare il loro corpo fisico.

Ora accompagnatemi in questo breve esercizio di immaginazione:

 

Immaginate per un attimo di essere trasportati in un ambiente completamente diverso dal vostro, su un pianeta lontano, dove tutto è sconosciuto: linguaggio, colori, odori, paesaggi forme, persone e non solo, immaginate di non avere più il corpo a cui siete abituati, potreste essere in un'altra forma…quella di un animale ad esempio…come vi sentireste? Non sareste spaesati? Non dovreste di nuovo imparare a vedere, parlare, sentire? A muovervi con il nuovo corpo che vi è stato dato? Immaginate la sconvolgente forza di questo processo di ambientamento soprattutto applicata alla difficoltà di un corpo anche esso in crescita ed in mutamento.

Non credete sia difficile?

Ed allora fate ancora un altro passo immaginate il posto da dove vengono i bambini. Immaginate sia un mondo meraviglioso, dove si comunica con la telepatia e si rimane collegati con ogni altro essere che ci circonda dove tutto ciò che ci manca ci viene dato senza essere richiesto, dove si è liberi di andare, correre, spostarsi senza dover muovere dei muscoli od appoggiare i piedi su terreni duri…

 

Chiudete gli occhi ed immaginatevi la semplicità di un mondo dove si naviga nell’ amore dell’ universo e delle anime che ci circondano…. Ci riuscite? Sentite quella rilassante e piacevole sensazione pervadervi? Ebbene ora immaginate di nascere sulla terra, tornate al vostro corpo, ai vostri sensi al luogo da dove siete partititi con questa piccola meditazione…come vi sentite ora?

      Ebbene sappiate che questa sensazione di disagio non è che un decimo di quella dilaniante sensazione di separazione che prova il bambino alla nascita.

      E’ allora importante che le madri siano consapevoli del lungo viaggio che il bambino ha fatto per giungere fino a loro, delle avventure che ha affrontato dei luoghi che ha attraversato ma soprattutto delle mutazioni che lo hanno coinvolto.

      Immaginate un angelo che sceglie di giungere sulla terra per diventare umano….lascia il suo luogo ed i suoi talenti per diventare completamente Umano e provare questa esperienza…ebbene…questo è quello che è accaduto al Vostro bambino e prima di Lui a tutti noi.

 

Tutto questo è il piano divino.

 


Edda CattaniI Bambini delle stelle
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Bambini angeli veggenti.

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Angela Volpini che, da bambina, vide la Madonna

 

A Cattolica quest'anno avremo la possibilità di interrogarci sulle visioni mariane; infatti sarà con noi Angela Volpini che, da bambina, vide la Madonna e che, gentilmente, ha voluto accordarci la possibilità di raccontarlo direttamente al nostro uditorio.

Protagonista di un’esperienza mistica straordinaria, avvenuta dal ’47 al ’56, che ancora bambina la catapultò al centro della cronaca e dell’attenzione di moltitudini di persone e di fedeli, Angela Volpini si distingue nettamente da ogni altra persona che ha vissuto analoghe esperienze di apparizioni della Madonna, per il coraggio e la capacità di rielaborare questa sua esperienza in un pensiero la cui peculiarità principale è quella di aiutare l’uomo a rendersi consapevole delle sue infinite possibilità di sviluppo, e a riconoscere la felicità nella qualità della relazione con gli altri: "E’ cambiando la concezione del sacro e del divino che l’uomo può cambiare il modo stesso di guardare al mondo e alla sua vita.
Solo se ha una visione positiva di sé e del
proprio futuro, infatti, l’uomo può assumersi fino in fondo le sue responsabilità, fare scelte orientate al suo bene e al tempo stesso al bene dell’umanità, fino a divenire persona in grado di progettare la comunità come arte di vivere insieme nella gioia".

 La creatività della persona serve per rendere il mondo come noi lo immaginiamo nel nostro desiderio d’amore e armonia. La creatività di ogni persona è il dono singolare che essa può fare agli altri e a tutto il mondo. Ed è, appunto, con la creatività che ci si pone in relazione unica e originale con ogni altra persona. E questa relazione fra le persone è l’inizio della comunità. Non ci può essere comunità se non vi è persona…. Non c’è persona se non c’è relazione creativa tra le persone…. E la persona nasce da un proprio autonomo atto creativo ispirato dal desideriodesiderio, il quale contiene sia il nostro fine che la nostra identità, appunto, come desiderio". – Per meglio proporre questa sua innovativa visione dell'uomo e del mondo, nel 1958 Angela fonda il Centro culturale "Nova Cana", quale luogo di confronto e di dialogo in cui fosse realmente possibile valorizzare e riconoscere nelle istanze, nei desideri e nelle esigenze profonde della persona umana, il fondamento della libertà e della creatività. Oltre ad aver fondato e promosso "Nova Cana", Angela si è sempre dedicata anche all’accoglienza e all’"ascolto" delle migliaia di persone che hanno visto in lei un riferimento sia sul piano personale che culturale; ha scritto decine di saggi e articoli a circolazione ristretta; ha pubblicato i libri: "Resurrezione di Dio" (1984), "La Madonna accanto a noi" (1990) e "Capire Maria" (2003); ha tenuto cicli di conferenze sia in Italia che all’estero e si è via via confrontata con molti tra i maggiori intellettuali e scienziati del nostro tempo.

Tutti i dettagli di questa meravigliosa esperienza nel sito della veggente:

http://www.angelavolpini.it/it/home.htm
 

Edda CattaniBambini angeli veggenti.
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