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21 Novembre: dedicato a mio padre

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Caro Papà… te ne andasti tanto giovane ed io ancora in crescita … ma sei sempre a me stato presente e voglio ricordarti così … con le parole di un Padre a un Figlio:

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Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite

E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,

E perdere e ricominciare di nuovo dal principio

E non dire una parola sulla perdita;

Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi

A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,

E a tener duro quando in te non resta altro

Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”.

 

Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,

E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,

Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,

Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;

Se riesci a occupare il minuto inesorabile

Dando valore a ogni minuto che passa,

Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,

E – quel che è di più – sei un Uomo, figlio mio!

 

Rudyard Kipling

La Basilica della Madonna della Salute
a Venezia

 

    Dedicato a mio Padre  

Mio Padre se ne andò alle prime ore del 21 novembre. Un male terribile lo distrusse in breve tempo, dopo indicibili sofferenze. Io rimasi senza la sua guida, che per me era stata determinante, con il carico morale di mia madre cagionevole di salute ed un fratello di appena undici anni.

Il ricordo di questa data è rimasto indelebile nella memoria perchè legato al senso profondo della devozione alla Madonna della salute.

Papà mi aveva raccontato fin da piccola, di aver fatto il militare a Venezia, all’isola di San Giorgio, dove c’era una caserma sostituita attualmente dalla Fondazione Cini.

Innamorato dell’arte e della cultura popolare aveva visitato la città lagunare nei suoi angoli più nascosti e sapeva raccontarmi con quell’eloquio colorito che gli era proprio, realtà sconosciute, storie e leggende. A volte pensavo quanto arricchimento avesse portato ad un povero giovane vissuto nell’indigenza, quel periodo di servizio alla patria, prestato con tanto entusiasmo e desiderio di conoscenza.

Pittore fin da fanciullo, cresciuto a Comacchio sotto la guida di un vecchio sacerdote che gli aveva insegnato ad affrescare i soffitti delle case e delle chiese, aveva dipinto una meravigliosa tela di cui mi spiegava le caratteristiche e i particolari.

Si trattava proprio della Basilica della Salute, ubicata nell’isola di San Giorgio dove si venerava la “Madonna Nera” che aveva salvato dalla peste  la città di Venezia  nel diciassettesimo secolo. 

Mio padre se ne andò in pochi mesi, ma la sua fede nella “sua Madonna” non venne mai meno. Egli era solito dire: “Il 21 novembre si festeggia la Madonna della Salute e io so che la Madonna verrà da me!”si festeggia la Madonna della Salutesi

E così fu!

La Basilica della Salute a Monteortone

Ma il mio legame con questa devozione non cessò negli anni e continua tuttora a significare che il mio caro papà mi ha seguito e portato a seguire un cammino direi quasi “guidato”. Infatti, dopo la dipartita di Andrea ci siamo trasferiti ad Abano Terme e sui Colli Euganei, in periferia di Abano Terme, si trova un famoso santuario mariano, che da oltre cinque secoli, in seguito ad una apparizione della Vergine, è luogo di convergenza della fede cristiana delle popolazioni limitrofe veneto-euganee.  

I miei nipotini il giorno della Prima Comunione al Santuario della Madonna della Salute 

“ Anche questo richiede una storia: è il santuario della Madonna della Salute di Monteortone, artistico monumento di fede, che consacra alla Madre di Dio questo fortunato tratto di terra veneta, prodigiosamente visitata e miracolosamente benedetta dalla materna assistenza di Maria. Si racconta che Pietro Falco, uomo d’arme, reduce da molte battaglie, a seguito di ferite riportate che gli rendevano faticosa l’articolazione degli arti inferiori, si recò a Monteortone (frazione di Abano) su consiglio di amici e di medici in cerca di salute o, almeno, di un po’ di ristoro. La cura, da tempo iniziata, non dava alcun risultato. Non volle disperare. Si rivolse a Dio con fede. Dentro il boschetto, folto di verde, pieno del canto degli uccelli, gorgogliava l’acqua di una sorgente tiepida, ignorata e trascurata dagli abitanti del luogo. Qui ancora una volta Pietro si ritirò a pregare. La meditazione si tramutò in estasi, in visione. Come scesa dal monte, una nube luminosa coprì il boschetto e lasciò apparire la bianca figura della Vergine che disse a Pietro di lavarsi con quell’acqua e di scavare fino a trovare un quadretto con la sua immagine.  Pietro ubbidì e nel bagno le sue membra ripresero vigore e agilità. Recuperata così la salute, si ricordò delle promesse della Madonna. Frugò fra i sassi della fonte e, con non minore meraviglia scoprì il quadro, per niente rovinato dall’acqua termale, riproducente la Madre di Dio in atteggiamento squisitamente materno, con alla destra S.Cristoforo martire e alla sinistra S.Antonio Abate. Era il maggio del 1428.

Crescendo la fama dell’apparizione e l’afflusso dei pellegrini, i rettori di Padova decretarono di costruire un tempio degno della Madre di Dio. Con la chiesa si decise la costruzione di un convento per i custodi del santuario, che furono i religiosi Eremiti di S.Agostino, già presenti a Padova, conosciuti e stimati. Dalla città vennero i primi due frati Agostiniani, i quali presiedettero ai lavori della fabbrica e incrementarono la devozione alla Vergine. S’impose allora l’avvio ai lavori del progettato convento: “grandioso nelle sue linee architettoniche, monumentale nella sua facciata di tardo stile gotico-veneziano e primo rinascimento”.

Ed ora, tornando alla mia famiglia debbo dire che fin da piccolo Andrea venne accompagnato a visitare il tempio e a pregare la Madonna della Salute; questo si ripetè con mia madre e anche con il mio caro Sposo. I miei nipotini, i piccoli Simone e Tommaso di cui ho tanto parlato, abitano pure loro ad Abano Terme sotto la giurisdizione della Parrocchia del Sacro Cuore, ma per scelta della famiglia, frequentano la Parrocchia di Monteortone sede del Santuario della Madonna della Salute e in quel luogo benedetto ricevono i loro primi Sacramenti.

Sono certa che Nonno Lino ci ha guidato tutti e vi assicuro che è ancora presente accanto a me e mi parla… con la stessa tenerezza di un tempo, accompagnando i miei passi, ora che sono rimasta sola, nel mio ultimo cammino.

 

 

 

Il 21 novembre a Venezia, Festa della Madonna della Salute

Attorno alla metà del diciassettesimo secolo, il nord Italia subisce una delle più gravi epidemie di peste, quella stessa che fornirà spunto ai “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni.
Particolarmente colpita la città di Mantova, che oltre al morbo si trova a dover affrontare anche la carestia causata dal cordone sanitario che gli stati confinanti le hanno imposto.

Il ducato dei Gonzaga è faccia a faccia con il totale annientamento, e in un impeto di disperazione riesce a far passare clandestinamente lungo la rotta fluviale un gruppo di ambasciatori diretti a Venezia (cui Mantova è legata da un gemellaggio fra città d’acqua e arte, più che da alleanze politiche), con la richiesta di inviare aiuti alimentari per via fluviale.

La Serenissima onora il patto di mutuo soccorso e accoglie l’ambasceria, mettendola però in quarantena nell’isola di San Servolo, allora disabitata. Si da incarico ad alcuni “marangoni” di approntare ricoveri per l’alloggio dei dignitari, e sarà uno di questi artigiani, abitante nella zona di San Vio, il veicolo attraverso cui l’epidemia azzannerà anche Venezia. L’escalation dell’infezione è impressionante, dopo la morte del falegname e di tutta la sua famiglia, già nella settimana seguente i morti si contano a decine nel quartiere e in quella ancora seguente a centinaia in tutta la città.

In un breve volgere di tempo, nonostante i bandi sempre più severi dei Savi alla Sanità, la popolazione è letteralmente decimata. La malattia non risparmia l’aristocrazia né il clero: periscono anche il Doge e gran parte della sua famiglia.

Sul limitare dell’inverno è la Dominante che a sua volta si confronta con il pericolo di venire totalmente cancellata.

 Fallisce ogni ricerca di rimedio far- macologico, nonostante i ricchissimi premi promessi a chi ne avesse scoperto di efficaci ad arginare l’epidemia.
Famoso resta quel bando che ordinava, a chiunque si sentisse i sintomi del male, di orinare subito e di berne almeno mezzo litro; quasi già allora qualche illuminato cerusico avesse intuito la dinamica degli anticorpi.

 Ancora una volta governo e popolo di Venezia si volgono alla religione.
Si organizza una processione cui partecipa la pressoché totalità dei sopravvissuti, circa 10.000 anime che girano incessantemente attorno a Piazza San Marco per tre giorni e tre notti con fiaccole e statue votive.
Viene infine pronunciato il voto solenne che qualora la città scampi alla totale rovina si edificherà un tempio di ringraziamento alla Madonna di proporzione e bellezza mai viste sino ad allora.

 E ancora una volta il Cielo sembra venire in aiuto alla Repubblica. La settimana seguente lo svolgersi della processione l’epidemia arresta la sua scalata e nel giro di altre due scema completamente.
In rispetto del voto pronunciato viene subito indetto un concorso d’ingegni per il progetto del tempio votivo e, dopo non poche discussioni sul luogo più opportuno per l’edificazione, si sceglie infine la Punta della Dogana da Mar, dove era appena stato demolito un insieme di abituri malsani.

 La demolizione di baraccamenti e la dispersione di comunità numerose come caserme e seminari era uno dei sistemi messi in atto nel tentativo di arginare il contagio.

Il concorso viene vinto dal giovanissimo architetto Baldassare Longhena, portabandiera del nuovo (per Venezia, sempre molto conservatrice in fatto di stili architettonici) stile Barocco. L’area viene possentemente palificata per reggere il peso dell’enorme edificio in pietra. Si narra che siano stati impiegati oltre 300.000 pali di rovere, per il consolidamento della fondazione.

 L’edificio sarà ultimato in circa vent’anni di lavoro e diventerà un modello esemplare di Barocco, studiato e imitato da architetti di tutta l’Europa di allora.
Il tempio viene consacrato il giorno 21 novembre che da allora per i Veneti diviene il giorno della Madonna della Salute.

Liberamente tratto dalla pubblicazione di mons. Antonio Niero

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Edda Cattani21 Novembre: dedicato a mio padre
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“when i’m gone”

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Oggi lo dedico a mio padre…. che mi manca tanto….

"when i'm gone"

EMINEM

 

 

 

 

 

Hai mai amato qualcuno talmente tanto da darle un braccio?

Non solo parole,no,letteralmente darle un braccio?

quando loro sanno di essere il tuo cuore

e tu sai che eri la loro fortezza

e tu ammazzeresti chiunque osi toccarli

ma cosa succede quando la buona stella ti si rigira contro e ti morde?

e tutto quello per cui hai sempre combattuto ti si rivolta contro e ti disprezza?

cosa succede quando tu diventi la fonte principale di dolore?

 

 

 

 

"Papà guarda che cosa ho fatto",papà ha da preparare una scaletta

"Papà dov'è la mamma?Non la riesco a trovare,dov'è?"

non lo so,va' a giocare Hailie,bambina il tuo papà è occupato

papà sta scrivendo questa canzone,la canzone non si scriverà mica da sola

ti darò una spinta sull'altalena e tu dovrai farcela da sola a spingerti

poi gira intorno in sta canzone e dille che le vuoi bene

e metti le mani su sua madre,che è l'immagine sputata di lei

questo è Slim Shady yeah baby,Slim Shady è pazzo

e quando me ne sarò andato,continua a vivere,non addolorarti

risollevati ogni volta che senti il suono della mia voce

e pensa che io sto vegliando su di te sorridendo

e non ho sentito nulla,quindi bambina non soffrire

sorridimi solo

e quando sarò andato,continua a vivere,non addolorarti

risollevati ogni volta che senti il suono della mia voce

e pensa che io sto vegliando su di te sorridendo

e non ho sentito nulla,quindi bambina non soffrire

sorridimi solo

Sto continuando ad avere questo sogno,sto spingendo Hailie sull'altalena

lei continua a gridare,non vuole che io canti

"Stai facendo piangere la mamma,perchè? Perchè mamma sta piangendo?"

Piccola,papà non se ne andrà più "Papà tu stai mentendo,hai sempre detto così

mi hai sempre promesso sarebbe stata l'ultima volta che andavi a cantare"

"Ma non andartene più,papà tu sei mio"

Lei mette degli scatoloni di fronte alla porta provando a bloccarla

 

 

 

"Papà per favore,Papà non andartene,Papà- No smetti!"

prende il suo portagioie,tira fuori un ciondolo per la collana,

c'è una fotografia dentro "questa ti proteggerà papaà,portala con te"

la guardo,ci sono solo io di fronte allo specchio

questi fottutissimi muri devono avere il dono della parola perchè gente io

li posso sentire mi stanno dicendo "Hai soltanto un altra possibilità di farcela,ed è stasera"

Ora va fuori e dimostra al pubblico che li ami prima che sia troppo tardi

e come se uscissi solo dalla mia camera da letto

mi ritrovo sul palco,loro sono andate via,i riflettori sono accesi

e sto cantando

e quando me ne sarò andato,continua a vivere,non addolorarti

risollevati ogni volta che senti il suono della mia voce

e pensa che io sto vegliando su di te sorridendo

e non ho sentito nulla,quindi bambina non soffrire

sorridimi solo

e quando sarò andato,continua a vivere,non addolorarti

risollevati ogni volta che senti il suono della mia voce

e pensa che io sto vegliando su di te sorridendo

e non ho sentito nulla,quindi bambina non soffrire

sorridimi solo

60.000 persone,tutte che saltano sulle loro sedie

il sipario cala,mi stanno lanciando rose rosse ai miei piedi

faccio una pausa e ringrazio tutti per essere venuti qui stasera

stanno facendo un grande casino,guardo per l'ultima volta la folla

guardo giù e non posso credere in quello che sto vedendo

"Papà sono io,aiuta la mamma.i suoi polsi stanno sanguinando"

ma bambina siamo in Svezia,come ci sei arrivata fino in Svezia?

"Ti ho seguito papà,mi hai detto che non stavi andando via,

mi hai mentito papà, e ora hai reso la mamma disperata

ti avevo comprato questa moneta,dice "il Papà N.1"

questo era tutto quello che volevo,volevo solo darti questa moneta

"Ho capito tutto,molto bene,io e la mamma ce ne andiamo"

ma bambina aspetta "No è troppo tardi papà,hai preso una decisione

ora vattene e dimostra al pubblico che lo ami più di noi"

e' quello che loro vogliono,vogliono te Marshall,continuano a gridare il tuo nome

non mi sorprende che tu non riesca più a dormire,dai prenditi un altra pillola

yeah,scommetto che lo farai.

Ci canti sorpra,yeah,parole,rendile reali

sento gli applausi,tutte quelle volte che non mi rendevo conto

che i sipari stavano calando su di me

mi rigiro,trovo una pistola sulla strada,la prendo

me la punto alla tempia e grido "Shady crepa" a la premo

il cielo diventa scuro,la mia vita mi appare in un flash,i progretti che avevo cadono a terra,si spezzano e rompono

qui è quando mi sveglio,la sveglia sta suonando,c'è un uccellino che canta

è primavera e Hailie è fuori sull'altalena,vado direttamente da Kim e la bacio

le dico che mi è mancata tanto,Hailie sorride e ammicca alla sua sorellina

quasi come per restare

 

e quando me ne sarò andato,continua a vivere,non addolorarti

risollevati ogni volta che senti il suono della mia voce

e pensa che io sto vegliando su di te sorridendo

 

e non ho sentito nulla,quindi bambina non soffrire sorridimi solo

e quando sarò andato,continua a vivere,non addolorarti

risollevati ogni volta che senti il suono della mia voce

e pensa che io sto vegliando su di te sorridendo

e non ho sentito nulla,quindi bambina non soffrire

sorridimi solo

Edda Cattani“when i’m gone”
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