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Dio è amore infinito

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DIO E’ AMORE  INFINITO

 

Credo in me, un piccolo nulla cui il Padre ha regalato un cuore. Innestato nel suo.Se ogni mattina, a ogni risveglio, sapessi ascoltare la sua voce che mi sussurra: «Io ti amo, io ti amo, io ti amo», allora diventerei come un bambino preso in braccio, che anche se è sollevato da terra, anche se si trova in una posizione instabile, si abbandona felice e senza timore fra le braccia dei suoi genitori. E questa è la fede!  Ermes Ronchi(Il cuore semplice della fede)

 

Una telefonata, la ricerca disperata di conoscere qualcuno che ascolti e capisca lo smarrimento, il brancolare nel buio alla ricerca di una parola di conforto che confermi che quel figlio non è morto, che c’è ancora ed anzi è più vivo di prima e ci si deve solo mettere in ascolto per renderlo felice. Sono tante le persone che si affacciano timidamente alla nostra porta perché conoscono la nostra vicenda… Dio sa come vorremmo raggiungerle tutte per portare in pienezza la nostra testimonianza che, attraverso gli anni, si è arricchita di sempre nuove conoscenze e di tangibili interventi dei nostri Cari che ci seguono e ci indicano il percorso da seguire.

Difficile è trovare da soli questo percorso; ci sono i convegni, ma costano e, a volte, sono lontani dalla nostra dimora. Ecco allora nascere tanti piccoli gruppi di volonterosi che si ritrovano, ogni settimana, ogni mese in un luogo  ove scambiare le proprie esperienze, le proprie preoccupazioni, i pensieri, le incertezze. Presenta difficoltà anche trovare il luogo adatto; tutti noi si vorrebbe l’aiuto di un sacerdote, magari illuminato, diciamo più aperto e disposto ad ascoltarci. Non sempre capita, come è successo a me di individuare una persona che, messa a conoscenza della nostra straordinaria esperienza, si è inginocchiata e con umiltà, ha ringraziato il Signore per aver conosciuto, in modo così tangibile, la Sua Grazia.

Come dicevo sono tante piuttosto le lagnanze, le lacerazioni che si incontrano, in alcune località in cui i ministri della chiesa non ci aiutano e puntano il dito ad indicarci che non sappiamo accettare la volontà di Dio ed anzi parliamo con esseri che sono più vicino al demonio, o, peggio ancora che noi, con la nostra ricerca, disturbiamo i Nostri Amati e li costringiamo ad un percorso in cui non c’è evoluzione, anzi c’è tormento e assenza di Luce. Ma come?!? …se i nostri Ragazzi facessero parte di questo contesto non chiederebbero la comunicazione con noi e noi stessi non sentiremmo le loro parole di amore e di speranza!

Quanti delusi, in rivolta contro Dio hanno ritrovato la Fede vera, non quella della messa la domenica e dell’attività in parrocchia, ma piuttosto del contatto diretto con quel Dio che i nostri Cari, ora, come dice S.Paolo, vedono “faccia a faccia”. Abbiamo, attraverso gli anni, acquistato anche l’umiltà nel sentirci derisi e non compresi, quasi fossimo reietti, lebbrosi dai quali guardarci. Ma i Figli stessi ci indicano come comportarci: “… Papà, mamma… abbi coraggio! Fate tutto zitti, zitti…” Quanta tenerezza, quante attenzioni… mi chiedo, a volte, se la nostra sia piuttosto una grande ricompensa che ci è stata data, piuttosto che una perdita. Ma quello che può convincere i più scettici è la testimonianza attraverso i comportamenti, i fatti di tutti i giorni che denotano il nostro atteggiamento di disponibilità, di compassione, di amore generoso verso il prossimo, di partecipazione autentica nel senso di sapere “patire insieme” agli altri.

 

Parlavo della telefonata che mi ha raggiunto qualche sera fa, al termine della quale, dopo che si era parlato di passaggio, di un mondo di completezza in cui potremo raggiungere i nostri figlioli, mi sono sentita dire: “Ma allora… Dio è amore!” Certo, Dio è amore e bastano, a convincerci di questo, alcune parti del primo documento ufficiale del pontificato del grande Papa che ha sostituito degnamente il precedente Giovanni Paolo II°.

“Deus Caritas Est”: Dio è amore. E’ la prima enciclica  di Papa Benedetto XVI a raccogliere le nostre riflessioni e a interessare la nostra fede. Questo documento  contiene infatti un’appassionata presentazione dell’amore, che ci coinvolge e ci fa sentire simili quando affermiamo la difesa spirituale della nostra identità. Anche noi, Mamme del Movimento della Speranza, sentiamo profondamente il nostro essere oggetto di questo amore divino, quando con la stessa passione affermiamo la nostra comunione e la nostra comunicazione con i nostri Figli per l’amore che Dio ci ha dato come dono in seguito al nostro grido disperato di aiuto.

Nell’enciclica assieme alla valorizzazione della preghiera, vi sono alcune righe di grande fascino sulla situazione di noi credenti nel mondo odierno: «I cristiani infatti continuano a credere, malgrado tutte le incomprensioni e confusioni del mondo circostante, nella “bontà di Dio” e nel “suo amore per gli uomini”. Essi, pur immersi come gli altri uomini nella drammatica complessità delle vicende della storia, rimangono saldi nella certezza che Dio è Padre e ci ama, anche se il suo silenzio rimane incomprensibile per noi».

Ancora una volta si parla di “silenzio di Dio” da cui nascono tutti i nostri perché: “ Perché Signore, perché la morte, perché è toccato proprio a me…?” Ma Dio, contrariamente a quanto si dice non è silenzioso, Dio parla alla nostra mente e al nostro cuore anche se noi, persi nella nostra disperazione, lo rifiutiamo e non ascoltiamo il Suo richiamo. Abbiamo più volte parlato di segni dei tempi e di carismi, dati a gente semplice ed umile che non aveva chiesto nulla; ed è Dio stesso a cercare queste povere creature e a dare Loro risposta a tanti essenziali interrogativi.

Il nostro cammino deve essere perciò, conoscere, condividere e partecipare: ce lo chiedono i nostri Figli che da una realtà d’amore ci danno segnali di grande speranza che diviene meravigliosa certezza. Era la sera dell’ultimo anniversario della dipartita di Andrea ed io, ormai molto stanca, ritornavo a tarda sera alla mia abitazione. Poche le macchine per strada e tutto buio intorno. Pregavo sottovoce: “Figlio mio, oggi non ho avuto il tempo di pensarti, di parlarti, di sentire la tua presenza accanto a me…” Improvvisamente mi sono trovata davanti all’abbazia di Praglia che si stagliava luminosa, con tutte le sue luci, inspiegabilmente accese, contro il colle ove dimora. Un’immagine stupenda e di grande fascino che parla attraverso i secoli della storia e della fede degli uomini… e dalla radio dove fino a qualche tempo prima, trasmettevano un dibattito politico mi hanno raggiunto all’istante le dolci e meste note della canzone di Freddy Mercuri, “I’ll survive! … Io sopravviverò… la stessa che lui ascoltava quella terribile sera del trapasso.

Sì, i nostri Figli sopravvivono e ci aspettano. Ce lo confermano ad ogni istante e ci chiedono impegno, dedizione, partecipazione finché un giorno li raggiungeremo per condividere il meraviglioso loro cammino… e sarà gioia senza fine!

 

 

 

 

 

 

Edda CattaniDio è amore infinito
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