Gli Ultimi Articoli

Umiltà nel servizio

No comments

Umiltà nel servizio 

Giorni di preparazione alla grande Festa della Resurrezione di Cristo trascorsi con segni di semplicità e tenerezza rivolti a noi da Papa Francesco.

 

 

Già nell’omelia del Giovedì Santo Papa Bergoglio ha rivisitato quali siano le vere attribuzioni di colori che esercitano il mandato sacerdotale … mansioni anche valide per tutti coloro che svolgono apostolato laico.

 

“Chi non esce da sé, invece di essere mediatore, diventa a poco a poco un intermediario, un gestore. Tutti conosciamo la differenza: l’intermediario e il gestore “hanno già la loro paga” e siccome non mettono in gioco la propria pelle e il proprio cuore, non ricevono un ringraziamento affettuoso, che nasce dal cuore. Da qui deriva precisamente l’insoddisfazione di alcuni, che finiscono per essere tristi, preti tristi, e trasformati in una sorta di collezionisti di antichità oppure di novità, invece di essere pastori con “l’odore delle pecore” – questo io vi chiedo: siate pastori con l’”odore delle pecore”, che si senta quello, siate pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini. È vero che la cosiddetta crisi di identità sacerdotale ci minaccia tutti e si somma ad una crisi di civiltà; però, se sappiamo infrangere la sua onda, noi potremo prendere il largo nel nome del Signore e gettare le reti. È bene che la realtà stessa ci porti ad andare là dove ciò che siamo per grazia appare chiaramente come pura grazia, in questo mare del mondo attuale dove vale solo l’unzione – e non la funzione -, e risultano feconde le reti gettate unicamente nel nome di Colui del quale noi ci siamo fidati: Gesù”.

 





Già da tempo, dall’ esigenza di un rinnovamento della Chiesa ci venivano pensieri quali:

 

II Dio a servizio degli uomini, che considera figli suoi, rende inutile il culto inteso quale offerta o servizio reso a un Dio che ormai non chiede né ha bisogno di qualcosa. Su questo culto si fondava la religione.

 

L'alternativa proposta di Gesù è la fede, intesa quale risposta dell'uomo al dono d'amore che Dio fa di se stesso. Mentre nella religione il culto diminuiva l'uomo che si privava di qualcosa per donarlo a Dio, nella fede il nuovo culto, inteso come prolungamento agli uomini dell'amore comunicato da Dio (Gv 4,21-24; Rm 12,1), potenzia l'uomo, e lo arricchisce della stessa vita divina.

 

Mentre la religione prescrive il sacrificio nei confronti di Dio, Gesù insegna l'amore nei confronti degli altri, riallacciandosi a quanto espresso da Osea: Misericordia io voglio e non sacrificio (Os 6,6; Mt 9,13; 12,7).

 

L’unico culto che il Padre richiede e cerca è quello in spirito e verità (Gv 4,24) mediante l'accoglienza del suo amore e il prolungamento all'umanità. Dare culto al Padre significa collaborare nella sua attività creatrice, stando sempre a favore degli uomini, nella costante pratica di un amore fedele.

 

 

 

Ora Papa Francesco inaugura una modalità semplice di rivolgersi al Signore: quella dell’umiltà e della misericordia che diviene addirittura tenerezza…  

 

Seguendo la cronaca del Venerdì Santo è tutto un richiamo a questa linearità non priva di una precisa chiarezza e determinazione:

 

PAPA Francesco arriva poco dopo le 21 nell’area dei Fori imperiali. La serata romana è fresca, ma spira aria di primavera. Attorno al Colosseo sono assiepati già migliaia di persone, fedeli, turisti, giovani. È la prima Via Crucis al Colosseo di Jorge Mario Bergoglio. Evento trasmesso in mondovisione. Il Papa argentino il pomeriggio era nella Basilica di San Pietro per il rito dell’Adorazione della Croce: il pontefice si è tolto la mitra e si è steso sul pavimento.

 

 

 

Al Colosseo papa Francesco è arrivato con il suo stile ormai consueto. Scende dall’auto blu del Vaticano con un sorriso largo e cordiale, saluta i fedeli da lontano, stringe mani, chiacchiera con il sindaco di Roma Gianni Alemanno e con il suo vicario per la diocesi della città eterna, il fedelissimo cardinale Agostino Vallini, che ha portato la croce per la prima e l’ultima Stazione. Poi, avvolto in un cappotto bianco, il Papa si siede su una poltrona rossa sotto il gazebo installato sul colle Palatino antistante l’anfiteatro Flavio.

 

 

E cala in uno stato meditabondo, serio, silenziosissimo. Nel 2005, Giovanni Paolo II, che si avvicinava alla morte, aveva affidato le meditazioni al suo erede naturale, quel cardinale Joseph Ratzinger che proprio al Colosseo denunciò la ‘sporcizia’ presente nella Chiesa, quasi un programma di governo degli otto anni successivi, marcati da scandali come la pedofilia e i veleni del un Vaticano. Ora Papa Francesco ne ha raccolto il testimone e molti dei cardinali che lo hanno eletto in Conclave sperano che sappia purificare la Santa Sede e fare uscire la Chiesa cattolica da una crisi che riecheggia la passione di Gesù.

 

 

Aiutaci Signore a nutrire sentimenti di Fede autentica, ponendoci al tuo cospetto con atteggiamenti di abbandono, in quanto  “…l’anima appesantita non è derubata della libertà… perché Dio ci giudica amandoci!”

 

 

 

 

Commenti

Commenti di facebook

Edda CattaniUmiltà nel servizio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *