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Tutto è compiuto!

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Tutto è compiuto!

Così anche Mentore è andato alla Casa del Padre… o meglio, come dice il servita Padre Alberto Maggi “…Il tuo sposo non va alla casa del Padre… Perché lui era questa casa! Noi siamo l'unica dimora di Dio. La morte non ci allontana dai nostri cari ma ci avvicina sempre più!"

 Ora è il tempo del silenzio e della memoria. Ricordo i primi tempi, quando si manifestarono i sintomi del terribile morbo che l’avrebbe distrutto poco alla volta, nemico inesorabile, caparbio, irriducibile! Si cominciò a frequentare, con frequenza diurna “Casa Madre Teresa”: il mattino lo portavo e il pomeriggio lo riprendevo. La chiamava “la mia scuola” e ne parlava con i nipotini come di una nuova esperienza. Diceva loro “Sapete anch’io frequento una scuola dove mi insegnano tante cose." Il momento del ritorno era sempre gioioso: ”Com’è andata la giornata?” “Bene” “E cosa hai fatto oggi con i tuoi amici?”  “Abbiamo letto” “Raccontami su… avete letto il quotidiano?” “ Siì “  “…e di cosa avete parlato?”  “…di tante cose!” “Dimmi qualcosa…” “ Mi chiamano il santo…!”

Non poteva essere diversamente… si rendeva conto della sua condizione che accettava con umiltà, sorridendo, tornando quasi bambino, a quella infanzia che forse, dati i tempi, gli era mancata. Passando al semaforo guardava con nostalgia il ragazzo con i fiori in mano che bussava al finestrino: “Vuoi regalarmi una rosa?” “Sì”… e mi tornava alla mente la canzone di Simone Cristicchi:

Ti regalerò una rosa

Una rosa rossa per dipingere ogni cosa

Una rosa per ogni tua lacrima da consolare

E una rosa per poterti amare

…Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare…

 

 Ed è stato così… il ricordo di me non è mai sfumato, è rimasto vivo fino all’ultimo istante. “Ti ho lasciato sola…!” ripeteva con amarezza quando fummo costretti a prendere la drastica decisione del ricovero permanente. Il mattino che lo trasferii nella struttura credevo d’impazzire mentre lui mi confortava con le sole parole possibili, pacato e sereno: “Cosa vuoi, questa è la vita!” Ci vedevamo ogni giorno e molte erano le volte che provavo a trattenerlo nella “nostra” casa… quella casa dove ormai regnava il silenzio, interrotto solo dal vociare dei bambini, quando le figlie me li lasciavano per emergenze. Una vita di solitudine e dolore, soprattutto per lui, sempre più rattrappito, immobilizzato in quella poltrona, divenuta poi un giaciglio per un corpo lacerato.

 

Lunghi giorni e lunghi anni… non più festività insieme, ma ormai in “famiglia” a Casa Madre Teresa, divenuta la dimora stabile per entrambi. Ho vissuto con il mutare delle stagioni, il cambiamento delle situazioni… persone entrate autonome ridotte a vegetali dementi… Mentore no! Solo gli occhi si sono mossi fino all’ultimo, in cerca del mio incoraggiamento; io sono stata la sola persona a cui ha rivolto lo sguardo fino all’estremo istante, ancor quando lo supplicavo: “Lasciati andare Mentore, vai caro, ora puoi volare! Cosa aspetti? Basta soffrire… vedi, ti tengo la mano e Andrea è dall’altra parte che ti sorride… Vai, amor mio, vai!!!”

 

 

Gli ho messo fra le mani lo scapolare della Madonna del Carmine di cui siamo devoti e l’ho dato a Maria, donato a Lei nella settimana dell’Assunta.

Il giorno che l’ho portato nella struttura era il 22 maggio: 22 sono gli anni di Andrea e in quella data si festeggia Santa Rita, la Santa degli impossibili. Ricordo quand’ero adolescente e andavo ancora a scuola, nella mia parrocchia c’era un’altarino dedicato a Santa Rita e non mancava giorno che non facessi una visita prima di recarmi alle lezioni, pregavo per la riuscita di un compito, di una interrogazione… ora le ho affidato mio marito, il mio compagno, il papà di Andrea, l’ultima figura della mia famiglia rimasta a tenere la fiammella accesa di una casa sgretolata e dove ormai sarò sola.

 

Nel giardino però non sono mai cessate le sorprese: Andrea mi ha fatto trovare petali a forma di cuore dappertutto, mentre pregavo Dio di perdonarmi per la mia debolezza e perché non venisse meno la forza di andare avanti. Troppo grande la mia presunzione di avere pagato il pedaggio con le mie precedenti sciagure e di non dovere più soffrire; ora capisco Signore che non mi avresti abbandonato  mettendo al mio fianco una spalla su cui piangere e con cui condividere il dolore, una creatura che potrà alleviare ogni mia pena con un segno di conforto.

Ora è passato tutto, tutto è compiuto! Sono rimasta con lui fino all’ultimo… non ho voluto accanto nessuno in quest’ultimo viaggio… Noi soli, anche alle esequie, fatte nel raccoglimento, con le mie figlie e gli operatori: il cero pasquale indice di Fuoco dello Spirito e un cuoricino di rose bianche con i nomi dei miei nipotini. Lui, grande presenza al centro, pronto per raggiungere in cappella Andrea, sopra di lui, finalmente!!!

 

 

 

Ma debbo ringraziare le Mamme degli Angeli di FB che, fino dai primi momenti dell’agonia mi sono state accanto a decine, impareggiabili nei commenti e nell’esortazione all’accettazione e alla fiducia in Dio. Chi poteva pensare che dai mezzi elettronici potesse venirmi tanta umanità? Chi lo conosceva di persona non si è presentato in tutti questi anni…e, dagli ultimi, i più lontani, coloro che sono stati colpiti da lutti raccapriccianti, ne è venuta la solidarietà e la preghiera dell’anima a sollievo della sofferenza!

GRAZIE!!! GRAZIE A TUTTI

Ed ora… per coloro che hanno FEDE!!!

 

L'ho visto volare e mi ha dato un messaggio… che più bello di così … "…mia sposa io ora sto bene…è grande il sacrificio… i tuoi fiori tutti per me. Il tuo dolore nella prova è stato grande… COSPARGI IL TUO PROFUMO AL VENTO E RIGENERA IL TUO ABITO DI FOGLIE E DI FIORI… "… cosa debbo desiderare di più! La morte non esiste e gliela farò anche questa volta…

 

 Un grande abbraccio e GRAZIE!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Edda CattaniTutto è compiuto!

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