All posts tagged: movimento della speranza

P.Magni è giunto a Casa!

4 comments

Questa mattina 4 Settembre 2011 se n'è andata una parte storica del Movimento della Speranza.

Padre Ulderico Pasquale Magni ha raggiunto la Casa del Padre. Chissà quanti avrà trovato a fargli festa! Lui che ci ha confortato con la Sua convinta professione di Fede, può godere della ben meritata gloria di cui sarà circondato! Arrivederci caro Padre, arrivederci con il canto che intonavi sempre ai nostri Convegni Hevenu Shalom Alechem!

 

Un Padre “di Scienza e di Fede”

(v.anche riferimenti in  http://www.graziemiodio.it)

Nel maggio 1992,  nostra figlia Alessandra ci iscrisse al nostro primo convegno “della Speranza”. Un mondo completamente nuovo per noi reduci da un lutto recente (Andrea era mancato nel dicembre ’91) e che non conoscevamo il linguaggio e la casistica di esperienze “paranormali” o di “contatti” con l’aldilà. Io e Mentore portavamo visibilmente i segni del nostro dolore e la “comunione” con altre persone, nelle nostre stesse condizioni fu, fin dall’inizio, un dato positivo. C’erano tutti i principali esponenti di questo “non noto” “Movimento della Speranza” e mai avremmo pensato si potesse incontrare qualche sacerdote. La località era Baveno, sul Lago Maggiore e il Convegno era organizzato da Sandra Albertini che ci accolse con una ospitalità commovente. Fu in quella occasione, in quell’ambiente “magico” e ovattato, immerso nel verde, che si crearono legami e conoscenze che sarebbero perdurati nel tempo e avrebbero fatto consolidare lo spirito religioso e comunitario proprio dei nostri congressi. Seduti nelle ultime file ascoltammo la relazione di un religioso dal parlare umile e modesto, P.Eugenio Ferrarotti che lasciò in noi una pillola di conforto. Ad un certo punto fummo scossi da una voce “tonante” e familiare ad un tempo che presentava con termini complessi un concetto estremamente semplice con una sua precisa teoria: quella del corpo “tipo Luce”.

 

Il corpo tipo-luce è un corpo di onde perché onde e luce appartengono alla stessa famiglia. Quando l’essere umano è concepito, quando vive, quando si esprime e quando muore. L’anima, quindi, ha come sua prima veste, la struttura fotonica ondulatoria. Al momento della morte e del nostro passaggio all’Aldilà portiamo con noi questa struttura fotonica che è poi quella che può manifestarsi nell’aldiquà. Quel corpo costruito quasi dal nulla ha un suo codice genetico, cioè sequenze logiche; cos’è che può reggere una sequenza logica o spazio? Il pensiero. Che cos’è che può rappresentare il pensiero? La cosa più alta che conosciamo nel mondo, cioè le onde.” Quando mettiamo il corpo sotto terra noi dobbiamo pensare che ha lasciato le tre dimensioni spaziali e ha realizzato in pieno la sua quarta dimensione spazio-tempo, la vibrazione, i fotoni.
Leggendo la realtà in questo modo non abbiamo più bisogno di dire spiritismo perché non è più spiritismo. La trasmissione di pensiero non è spiritismo perché avviene mediante il corpo vibratorio tipo-luce, mediante delle onde.
Quando diciamo ALDILA’, non è al di là dei monti o delle pareti stagne, l’ALDILA’ è già in noi ed è nel profondo di noi. L’ALDILA’ è già QUA.”



Fu una cosa, per noi, a dir poco strabiliante perché l’anziano sacerdote toglieva ogni dubbio che solitamente assale i genitori dopo un lutto così lacerante e, con grande convinzione, metteva “aldiqua” e “aldilà” sullo stesso piano, uniti dal filo invisibile e indiscutibile perché avvallato dalla scienza.

Mentore era affascinato dalla presenza di questo esponente della Chiesa, modesto nell’apparenza, ma di sicura portata intellettuale.

La teoria esposta per uno studioso quale era mio marito, nella sua afflizione interiore, alla ricerca di certezze, fu la strada giusta. Ricordo che riuscì anche a parlare con il Padre, cosa quasi impossibile dato il suo carattere restio a nuove conoscenze e gli chiese delucidazioni su alcuni concetti che, nei vari approfondimenti aveva affrontato.

Iniziò in tal modo il perseguire la possibilità di avere un nuovo contatto con un personaggio che, a dire il vero, non aveva nulla di comune. Si aspettò con ansia, perciò, il convegno di Cattolica dove Mentore raggiunse il Padre nel suo albergo, la sera, per esporgli un’esperienza che l’aveva molto scosso. Andando una mattina a far la comunione, aveva pregato intensamente Dio affinché, nostro figlio, mancato a soli ventidue anni, potesse aver beneficio dall’Eucarestia, anche per sue eventuali piccole manchevolezze. Mentore si era avvicinato all’altare per ricevere l'Ostia consacrata con il registratore acceso nel taschino della giacca. Nel momento in cui il sacerdote pronuncia le parole “”Il Corpo di Cristo” nel riascolto del nastro si sente chiaramente “…mi sono comunicato con te!” Questo voleva raccontare Mentore al suo nuovo amico, nella certezza che questi avrebbe trovato la giusta risposta a un fatto tanto singolare. Infatti la reazione che ne ricevette fu di grande entusiasmo: “Ecco, la conferma della Verità che io aspetto da tempo! Questa testimonianza tua ci insegna che, nel momento eucaristico, Cristo diventa carne e si incarna in Tuo Figlio che ti parla in Comunione nel Suo Corpo Mistico”.  Fu un’esperienza straordinaria, questa per Mentore: vedere avvallata una verità di fede da un esponente qualificato della Chiesa e, soprattutto trasmessa attraverso suo figlio, era tutto ciò che poteva convincerlo a proseguire il cammino di ricerca intrapreso.

Da allora mio marito ed io partecipammo ad ogni congresso, vicino o lontano… pur che ci fosse Padre Magni. La sua teoria era sempre la medesima, ma di volta in volta veniva presentata con esempi e particolari nuovi; gli stessi titoli delle sue relazioni lasciavano pensare a nuove scoperte, ma “quel diavolo d’un prete” come direbbe Guareschi, non la smetteva mai di stupirci.

 

Che succede nella nota musicale? Se porti la lunghezza d’onda verso l’alto, la vibrazione ovvero la frequenza si riduce in basso. Io sono un “Duo”, dice il Genoma. Non guardare alla foce. Cerca la sorgente. Cerca la mia comparsa nello Spazio=Tempo. Troverai una nota di luce, modulabile in infiniti modi: si chiama “fotone”.Troverai un “modulatore” superiore, un “eidos” definito “idea”, una specie di demiurgo onnipresente e onnisciente, indicato dalla scienza più alta di frontiera, col nome di “logon”. Unisci questi due termini come una nota musicale, in un coniugio indissolubile, ed avrai la “logofotonica”.”


Non era un sacerdote qualsiasi Padre Magni, perché dietro un’apparenza modesta diceva verità profonde e riportava citazioni che non lasciavano alcun dubbio sulla Sua reale, ampia preparazione e conoscenza delle tematiche trattate, non solo nel campo della fisica, ma soprattutto del paranormale. Seppi allora dei molteplici incarichi, anche elevati quale appartenente all’ordine di San Paolo, fino ad essere compagno di studi del Pontefice Giovanni Paolo II°, ma anche di avere ricevuto dal Vaticano l’incarico di essere presente alle sedute del medium Roberto Setti di cui aveva riferito come manifestazioni di indubbia veridicità. La sua eloquenza derivava anche da una parlata mista ad un “toscano” colorito e carico di termini ridondanti, che sapeva gestire in modo aderente alle tematiche trattate.


«Supponiamo di essere in una stanza completamente chiusa con finestre e porte sigillate. Bene, se accendiamo – dentro questa stanza – un piccolo transistor o apparecchietto radio funzionante con batterie la radio si accende e inizia a trasmettere i programmi. Quindi che cosa succede? Le onde elettromagnetiche passano attraverso le pareti perché rispondono a leggi diverse rispetto a quelle della materia. Le stesse leggi per cui un corpo tipo-luce come quello delle entità spirituali può manifestarsi su una pellicola fotografica, un nastro elettromagnetico, una videocassetta, ecc. ecc.».
“Quando si guarda la televisione si hanno delle immagini che vengono inviate nello spazio da una emittente poi sono captate da un’antenna che le convoglia all’apparecchio televisivo. Quando si usa il telefonino avviene lo stesso, il faac per aprire un cancello è un impulso che non vediamo ma dà il via a un meccanismo, quindi ciò che non si vede può concretamente manifestarsi.
Il corpo tipo-luce è un corpo di onde perché onde e luce appartengono alla stessa famiglia.”

Non mancava mai qualche aneddoto ironico con cui alleggerire l’attenzione e tutto ciò lo rendeva credibile non solo a gente di “cultura” ma anche ad uno stuolo di “mamme della speranza” che lo circondavano e se lo contendevano alla fine di ogni relazione, per poi portarlo vicino a loro in sala da pranzo. In quei momenti di vicinanza comunitaria Padre Magni diveniva di colpo il miglior commensale, non solo per il suo apprezzamento per la buona cucina, accompagnata da un buon bicchiere di vino, ma per le facezie e le storielle comiche che sapeva improvvisare, quasi togliendole da un inesauribile carnet privato. Chissà da dove le estraeva … in verità, nelle sale ove si tenevano i convegni il nostro Padre continuava a scrivere, con una grafia minuscola e a lui solo comprensibile, in piccoli foglietti ed anche se non perdeva la minima parola di quanto veniva detto, rimaneva fisso a guardare i suoi piccoli “geroglifici” che poi scomparivano nelle sue tasche profonde.

 

“Ma figliolina mia, perché piangi il tuo figliolo davanti a quella tomba, in quella terra umida e fredda… lì sotto non c’è il tuo figliolo perché sotto terra si seppelliscono solo le carote!”

 

Egli, in tutti questi anni,  è stato l’ospite  indiscusso di tutti i convegni delle tante associazioni che organizzano incontri di ogni tipo. L’ho visto presente agli incontri “della Speranza”, ma anche a quelli dell’AIDO, delle “Vittime della strada” e di ogni associazione laica o religiosa che lo abbia richiesto per un intervento.

A questo proposito ricordo quando ci si incontrò a Torino in un convegno ove erano presenti qualche decina di sacerdoti della Diocesi, compreso il Vicario del Cardinale Saldarini. Al momento dell’intervento di Padre Magni, mentre lui tranquillamente esponeva la sua teoria, io e Mentore ci guardavamo ammiccanti, non sapendo come sarebbe andata a finire. Eppure il piccolo Padre ebbe modo di concludere “grandiosamente” com’era solito e, alla fine, fu accompagnato da un fragoroso applauso. Solo un  laico presente ebbe il coraggio di ribattere e di far domande perché nessuno dei sacerdoti presenti intervenne … forse non avevano capito o … non era il caso di andare “muro contro muro”.

Noi dell’A.C.S.S.S. avemmo modo di averlo sempre presente ai nostri bellissimi convegni ad Abano Terme, ed io, alle prime armi come organizzatrice e relatrice, ebbi il piacere di beneficiare delle sue critiche che sapevano colpire nel segno. Ricordo una volta che mi azzardai  a dire che, dopo la morte di mio figlio avevo fatto “un braccio di ferro con Dio”. Questa frase non la dimenticò mai e addirittura la citava nei vari convegni ripetendo :”Benedetta fogliolina, come puoi tu permetterti di dir questo … al Padre Eterno…”.

Non posso dimenticare anche le “battute a distanza” fra il nostro Padre Magni e P.Zaccaria Bertoldo, il venerando fraticello che ci ha preceduto nel regno dei cieli; entrambi si tenevano a debita distanza l’uno dall’altro, quasi rappresentando uno la “scienza” e l’altro la “pietas”. Costituivano indubbiamente un bel connubio, ma fedeli ognuno alla propria visione del mondo non si parlavano … ognuno aveva i propri “seguaci” e non amavano il confronto … misteri ecclesiali!

Poi ci fu il momento del “passaggio del testimone” per la presidenza del Movimento della Speranza e, in questo caso, Padre Magni ebbe buona parte perché il progetto andasse in porto, sia per l’opera di convinzione che dovette esercitare su di me che tuttora mi sento inadeguata, sia per la mediazione che egli portò avanti con tutti gli esponenti del Movimento stesso.

Poi  Mentore si ammalò e pian piano P. Magni non mi ha più chiesto di lui … forse ha capito che io sto navigando con un remo solo e che tutto mi riesce ogni giorno più difficile; ma io so che un giorno, nelle praterie del Cielo, in un azzurro splendido, sotto lo sguardo affettuoso del nostro Andrea, si ritroveranno i nostri due amici, e potranno disquisire, in un’atmosfera ben più consona di “angeli e di santi, “di corpo e anima”, “ di scienza e di fede” in quella dimensione dove la Luce vera che ha ispirato ogni parola detta quaggiù, li illuminerà d’infinito.

                                

                                                    Edda Cattani

  

Padre Magni e l’Homo Solaris

                                                                                           di Domenico Caruso

 

 Il 4 settembre c.a. ha raggiunto la Celeste Dimora – alla rispettabile età di 99 anni – Padre Ulderico Pasquale Magni, scrittore ed epistemologo.

 

 «Un vecchio prete alla vigilia di partire per il Grande Incontro con Colui che ci ama», con Dante in visita nel Secondo Regno, fornisce a teologi ed alte autorità ecclesiastiche «pionieri della Nuova Stagione un’idea spunto per un nuovo progetto culturale in sintonia con il nuovo millennio».[1]

 L’idea della morte è sempre presente nei suoi programmi. Riferendosi al colloquio di Gesù che ricorda al proprio Padre quanto lo abbia glorificato in terra, compiendo l’opera affidatagli, Ulderico Magni scrive: «Chi sta per concludere la sua missione ripensa a tutto questo con gioia e con pena: con gioia per quel che di salvezza è trascorso nell’opera sua, con pena per ciò che s’è smarrito lungo la via. Ma, riabbracciando con l’anima i giorni brevi di ognuno, i giorni immensi di questa meravigliosa umanità la cui vicenda si staglia incessantemente nel ritmo delle albe e dei tramonti, delle morti e delle rinascite, chi sta per concludere punta lo sguardo verso l’essenza stessa della vita. Ciò che più urge nel palpito vivo della creazione è la chiamata ad “andare oltre”. Quella chiamata ha potenza redentiva: chi si affida ad essa può operare con fiducia, può chiudere gli occhi contento».[2]

 Pensiero edificante che potrebbe rappresentare il suo testamento spirituale.

 Grande mediatore tra fede, scienza e paranormale Padre Magni  ha saputo farsi apprezzare anche da coloro che si dichiarano ostili a certi fenomeni.

 «Il posto dell’Uomo nel Mondo, indicato dalla conoscenza profonda della Madre Terra, è lo “stato luce”. Una tappa; non un approdo finale».[3]

 Dal segno dell’acqua e del fuoco, della presunzione e dell’umiltà, nasce l’opera del religioso il quale, trovandosi davanti alle problematiche riguardanti l’Aldilà, ha sentito la necessità di approfondire le conquiste scientifiche per giungere al vero scopo della nostra esistenza. Da qui la sua presenza, oltre che nelle più prestigiose istituzioni della Chiesa, nei convegni e nei mezzi di comunicazione.

 Fra le cariche occupate segnaliamo la direzione dello “Studium Christi” di Roma e della rivista “Il Fuoco”, la presidenza dell’Associazione Culturale Akropolis.

 E’ nota la lunga evoluzione umana che dall’Homo habilis (capace di scheggiare la pietra) giunge all’Homo erectus, con un volume di cervello poco inferiore al nostro (che impara a servirsi del fuoco), fino all’Homo sapiens, risalente a circa duecentomila anni fa.

 Sostiene Padre Magni nella sua prefazione: «L’homo erectus di cui parlano i nostri archeologi, può essere un oggetto di studio. L’homo solaris che oggi si muove fra i pianeti e le stelle, è un progetto di conoscenza, di amore, di vita e di speranza. Un progetto che non può naufragare da quando il canto profetico del Salvatore Messia annunciò: “in Sole posuit tabernaculum suum”».[4]

 L’antica amicizia con il Sole registra uno dei momenti forti della costellazione formata da Copernico, Galileo, Kepler e Newton. I quattro grandi aprono una nuova stagione del sapere, ma la realtà è sempre più ricca e stupefacente.

 La scienza, nata dalla meraviglia operativa, è in grado soprattutto di rivelare meraviglie. Facendo tesoro delle precedenti conquiste, il fisico moderno scopre il cronotopo (da “topos” e “cronos”, spazio e tempo) onnipresente.

 La relatività galileiana viene estesa ai fenomeni propri della luce, in tutta la sua gamma. Da Newton si arriva a Maxwell e da questi ad Einstein. Anche nella Trasfigurazione sul Monte Tabor, Gesù – dopo essersi appartato con i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni – cambia aspetto mostrandosi con uno straordinario splendore della persona.

 Nell’evocare i defunti (il più delle volte è proprio dall’Oltre che si ricevono messaggi e richiami al dialogo) occorre una certa prudenza, essendo molti i ciarlatani che approfittano della buona fede della gente. Tutti conosciamo le onde elettromagnetiche che rispondono a leggi diverse da quelle della materia. Dalle molecole, agli atomi, ai quark, alla struttura fotonica ondulatoria è tutto un susseguirsi di conquiste che investono anche l’anima. Dopo la resurrezione Gesù, mentre erano chiuse le porte del luogo, divenendo lunghezza d’onda, appare ai discepoli per augurare loro la pace. Otto giorni dopo riappare e fa mettere a Tommaso, incredulo, il dito nel suo costato. Nell’Aldilà noi portiamo quella struttura fotonica che ci permette la “necromanzia”.

 «“La vita oltre la vita”», sostiene Padre Magni, «comincia ad affacciarsi col pensiero, come coscienza ed autocoscienza, come autotrascendenza e spiritualità. […] Il tramonto dell’età prometeica, a cominciare dalla “teoria della luce” e dalla conoscenza dell’atomo, se pur lascia intatto il godimento dei focolari umani, delle albe terrestri e dei crepuscoli, ci apre a ben diverse dimensioni. Con l’era spaziale l’uomo ha portato nella sua immediata esperienza e fruizione ciò che il mito aveva timidamente annunciato».[5]

 Il racconto dantesco, di eccezionale intensità, con il suo linguaggio allegorico rappresenta l’itinerario che l’uomo deve compiere per sfuggire alle passioni terrene e giungere, purificato dall’espiazione, alla coscienza della verità. Percorrendo la “Scala dell’Evoluzione” con Virgilio, il poeta viene a sapere che tutte le cose create hanno un’anima. Nell’ultima fase del viaggio, in Paradiso, redento per mezzo di Beatrice potrà finalmente arrivare alla visione ineffabile di Dio. Nel blog citato all’inizio, Padre Magni afferma: «Pensare ai nostri cari nell’ “Oltre”, in cammino verso la pienezza dell’essere, verso ciò che fa “conformi a Cristo”, come dice l’Apostolo, è pensare in termini non già di dolore, bensì in termini di amore. Dolore ed amore, nella speranza cristiana, ci rendono partecipi attivi in quella comunione che si chiama “Comunione dei Santi”… “e canterò di quel secondo regno / dove l’umano spirito si purga / e di salire al ciel diventa degno” (Purg. I, 4-6). Purgatorio per il Poeta ha significato di limpidità e, nei confronti dell’ombra, ha significato di luce. Luce più luce sino a quella perfezione suprema che l’Apostolo dichiara “inaccessibile”».

 Il pensiero di Dante, sottolinea il teologo, nel terzo canto del Purgatorio dice esplicitamente che l’anima non è mai “separata”, ma ha un corpo ben diverso da quel che per natura si genera. Si genera mortale. Invece il “corpo” misterioso che la “virtù dispone” accompagna l’anima al di là della morte. Nel cammino verso la vetta della Sacra Montagna quel corpo ha lo stesso carattere dei cieli “diafani” senza la rozzezza della materia.

 Il Sommo Poeta, quindi, sapendo d’aver detto qualcosa di “grosso” che doveva essere ignorato per secoli, annuncia che quel giorno è venuto: «State contenti, umana gente, al quia; / ché se potuto aveste veder tutto, / mestier non era parturir Maria» (Purg. III, 36-38).

 Aggiunge Padre Magni: «Perché abbiamo scoperto il “corpo tipo luce”. Fino al secolo scorso c’era la scienza che lo studiava nel nome dell’ “Ottica”. Era dunque l’occhio il punto di riferimento. E la luce non era che il “medium” perché l’occhio potesse vedere le cose».

 L’argomento meriterebbe una più ampia trattazione, ma non vorrei tediare il lettore. Avendo conosciuto Padre Magni nei Convegni Internazionali sulla sopravvivenza che si tengono a Cattolica (anche quest’anno egli avrebbe voluto porgere il suo particolare saluto ai partecipanti), concludo con la dichiarazione che la dott.ssa Edda Cattani ha riportato nel suo sito: «Non era un sacerdote qualsiasi Padre Magni, perché dietro un’apparenza modesta diceva verità profonde e riportava citazioni che non lasciavano alcun dubbio sulla sua reale, ampia preparazione e conoscenza delle tematiche trattate, non solo nel campo della fisica, ma soprattutto del paranormale».[6]

 Apprezzo e condivido questa sincera testimonianza.

                                                                             Domenico Caruso

                                                        S. Martino di Taurianova (R.C.)

 

 




[1] Dal sito Internet www.escatologis.biz, “Viaggio verso il Corpo di Luce”.

[2] P. Magni, “Sorgete è l’ora” – Ediz. Studium Christi, Roma – 1965.

[3] U. P. Magni, “Homo solaris” – Il Fuoco, Roma – 1982.

[4] P. Magni, “Homo solaris”, op. citata.

[5] P. Magni, “Homo solaris”, op. citata.

[6] www.acsss.it

 

 

 

 

 

 

 

 

Edda CattaniP.Magni è giunto a Casa!
Leggi Tutto

La speranza necessaria

No comments

Oggi viviamo in un mondo angosciante e pieno di lacerazioni di ogni genere e l’uomo è infelice, anche quando dimostra di non esserlo, perché‚ è alla ricerca di qualcosa che gli sembra di non poter raggiungere e di cui non ha esatta cognizione.
Nella realtà odierna manca il tempo per pensare, mentre si rinnovano le conquiste, sempre maggiori, di quel benessere materiale che senz’altro è da perseguire, ma che lascia, comunque, un’amara soddisfazione.

L’uomo è malato e non sa la causa del suo male.
La causa è posta nel suo desiderio di vita e di felicità:
entrambi uniti strettamente ad una catena che avvince e da
cui si è soggiogati.

 

La-speranza-necessaria

 VIDEOCLIP

Non di meno una nuova scienza e una nuova fede si affacciano, in prossimità del terzo millennio, portando sempre maggiori certezze e, sulla base di prove inconfutabili, forniscono risposte agli interrogativi di sempre. "Chi sono? Dove vado? Perché‚ esisto?"


Edda CattaniLa speranza necessaria
Leggi Tutto