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L’amore è pellegrino

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Cattolica 2010

 

L’AMORE  E’  PELLEGRINO:  un invito per Cattolica

 

“L’amore è pellegrino”: un titolo stimolante per una relazione  che ho tenuto e offerto a tutti gli amici del Movimento della Speranza, riuniti a Cattolica, nel bel mezzo dell’Anno Santo 2000. Chi ha avuto la ventura di leggere il programma e l’invito di quest’anno, presente in questo sito, avrà capito che il ritrovarsi a settembre ha un po’ lo spirito del pellegrinaggio.

 

Sento viva l’esigenza di parlare a tutti voi, in questi giorni di chiusura dei nostri incontri di associazione. So già che molti hanno in previsione di far visita ad un santuario durante l’estate. Io stessa ho sentito parlare di tanti gruppi di giovani che, con lo zaino sulle spalle e il sacco a pelo avvolto, si recheranno al tradizionale incontro a Santiago di Compostela.

 

Come ricordo l’anno Santo e le file dei ragazzi che si recarono all’incontro con il Papa, percorrendo la  Via Romea, quella  che, un tempo, veniva definita, come tante altre, la “strada dei romei” (i pellegrini che raggiungevano la città santa).

 

Mentre stiamo ultimando la spedizione dei programmi, mi sono sentita un po’ “romea” anch’io ed ho pensato che fossero, come me, pellegrine d’amore, tutte le madri che vanno alla ricerca di un segno del loro Figlio perduto. Ho approntato per questo il file-video sui Santuari per far vedere come ognuno abbia un proprio Santuario ove recarsi, come il mio è quello che vedrete nelle ultime DIA di questo inserto.

 

 

 

 

 

 

 

     Ma ritorniamo alle nostre considerazioni: il pellegrinaggio è uno dei grandi segni giubilari, teso a sottolineare il fatto che ‘l’uomo appare nella sua storia secola­re come homo viator, un viandante assetato di nuovi orizzonti, affamato di pace e di giustizia, indagatore di verità, desideroso di amore, aperto all’assoluto e all’infinito’ (così recita la nota n.24 del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, a proposito del pellegrinaggio del Grande Giubileo del 2000).

 

Perché mai, allora, tutti noi, anche quest’anno, non sentirci  “pellegrini”?  Come le storie di grande suggestione, vissute e poi raccontate con freschezza e vivacità dai giovani che si ritrovarono a Roma nella spianata di Tor Vergata, possono diventare espressione di au­tentico amore a Dio e ai fratelli, così, anche noi abbiamo  bisogno di raccontare, di parlarci di meravigliosi eventi, di ringraziare Dio che, ancora una volta, ha voluto farci un dono straordinario che risponde al mio “timido invito”, a compiere quell’atto di amore, generatore d’amore che è il nostro pellegrinaggio a Cattolica.

 

Cattolica dunque un santuario? Cattolica luogo delle apparizioni? Ebbene sì e mi si perdoni la presunzione di volere dichiarare che a Cattolica si incontrano le immagini più sconvolgenti della sofferenza, dichiarata e non, della riconoscenza a Dio per averci soccorso, della fratellanza nel conforto dei bisognosi, dei derelitti del cuore e dello spirito, degli afflitti dimenticati e lasciati a crogiolarsi in un dolore che solo chi ha potuto provarlo può vi si può riconoscere.

 

Cattolica dunque, voluta da chi ci è passato e ha ritrovato un motivo per rigenerarsi, per rinnovare la Fede in Dio, per praticare la virtù della Speranza che, come dice il Manzoni “conforta e consola”.

 

«Voglio cercare l’amato del mio cuore!» Con queste e simi­li parole, la sposa del Cantico dei Cantici (3,2) esprime tutta l’ansia dell’anima in cerca di Dio. Così, almeno, le intendono alcuni antichi e moderni commentatori della Bibbia.

 

Chi ama desidera sopra ogni cosa stare con la persona amata, e quando ne è lontano si mette sulle sue tracce, cerca tutto ciò che la ricorda. Così è di ogni persona di fede nei con­fronti di Dio, come aveva ben compreso Sant’Agostino, se è arrivato a scrivere: «Tu ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te».

 

 

      

 

 

  Ricordo con velata malinconia, i momenti felici del parto… quegli attimi indimenticabili nei quali un medico o un’infermiera, dopo i momenti del dolore, levò in alto la mia creatura tenendola per i piedini dicendomi: “Ecco, questo è suo figlio! E’ bello e sano!” In quel momento guardai  con stupore e meraviglia l’opera sublime della creazione divina nella mia carne e, umilmente, ringraziai Dio per avermi resa partecipe di un disegno tanto importante. A chi mi chiedeva, anche dopo vari anni,  quale fosse stato il momento più bello della mia vita, indicavo quello, in assoluto.

 

Nei giorni scorsi il giardiniere ha tagliato la pianta, ormai grande albero, che il mio Andrea, piccolo fanciullo, aveva messo a dimora e visto crescere. Qualche mese fa un fulmine l’aveva colpita, bruciandone gran parte e destinandola all’abbattimento. Ho pensato che anche questa ultima immagine se ne andava con il tempo felice del mio ragazzo.

 

Nel corso turbinoso degli eventi accade, può accadere, infatti di essere colpiti da un fulmine a ciel sereno e di ritrovarsi all’improvviso, senza quell’essere tanto amato e ricevuto in comunione con Dio e di avere poi, forse, travolti dagli eventi, rinnegato Dio stesso, accusandolo di non averci protetti. Eppure niente, lo dicono anche le leggi della fisica, nulla può andare perduto. Qualcosa doveva riportarmi a quel Dio a cui ho indirizzato i miei “perché” rimasti senza risposta; il solo che poteva soccorrermi  nella vicenda tragica della mia storia personale.

 

Nel corso dei secoli, l’inquieta ricerca di Dio si è tradotta tante volte nell’andare là dove, in qualche modo, Dio appari­va meglio percepibile: vale a dire, la ricerca è diventata pelle­grinaggio a un santuario. Qui, un’apparizione, un’antica tra­dizione, una reliquia, insomma qualche segno di Gesù, o di sua Madre, o dei santi suoi amici, può parlare al cuore. E al­lora, come per chi sale sui monti alla ricerca dell’aria più fine, nel santuario per un poco si placa il segreto bisogno dell’ani­ma, che può respirare liberamente e ristorarsi, prima di ri­prendere il cammino della vita.  

 

 

 

Cattolica rappresenta  tutto questo. Arriveremo da tante parti d’Italia perché ci è stato detto che avremmo trovato conforto.  Si arriva così, a Cattolica, la prima volta e ci si butta nelle braccia del primo fratello che ci dice: “Tuo figlio è qui!” “Ma dove?”, diciamo noi.

 

E’ qui, madre, vicino a te. Non lo vedi… allora ti hanno illuso, sono tutte frottole, elucubrazioni del cervello, fantasie dell’inconscio? Fai un atto di Fede autentica; occorre solo questo: tuo figlio è qui con te, come lo è Dio stesso. E’ qui presente sopra di te, è nell’aria che respiri, è nelle cose che ti dice di fare, è, con tanti altri, in attesa che tu lo raggiunga in quella dimensione in cui, liberi da lacci potrai vedere e conoscere la ragione delle cose.

 

Non te l’hanno detto in Parrocchia, non ti è stato vicino un sacerdote? Non sa che cosa si è perduto. Tu, madre di un figlio travolto innanzi tempo, avresti potuto raccontargliene tante e se non ti ha ascoltato, non sa cosa si è perso!

 

E allora iniziamo insieme questo pellegrinaggio, un pellegrinaggio, dunque, come segno del nostro amore per Dio. Con sorpresa la riflessione che stiamo facendo favorisce la scoperta che quell’atto d’amore è solo una risposta, perché chi ha preso l’iniziativa in realtà è stato il Signore, “ospite e pellegrino in mezzo a noi” come lo chiama la litur­gia. Egli ha preso l’iniziativa di venire alla ricerca dell’uomo, mettendogli in cuore il desiderio profondo di incontrarlo.

 

«Tu ci hai fatti per te…».

 

Il pellegrinaggio, allora, come risposta d’amore all’amore di Dio per noi. Dobbiamo farlo per noi stessi e dobbiamo farlo perché ce lo chiedono i nostri figli. Il loro è un messaggio e un invito alla fede autentica e alla speranza vissuta come testimonianza.

 

 Ma il cerchio non si esaurisce qui: simile al sasso nello stagno, l’amore si espande in cerchi via via più larghi. Eccolo allora, l’amore come motivazione di chi favori­sce il pellegrinaggio, lo rende possibile e fruttuoso: basti pen­sare a quanti un tempo offrivano gratuita ospitalità ai vian­danti, a quanti anche oggi assistono i malati di Lourdes o pre­stano accoglienza, in tante forme diverse, presso ogni santua­rio.

 

Questo siamo tutti noi e in questo si identifica il nostro Movimento. Siamo noi che ci premuriamo di soccorrere i genitori afflitti, colti all’improvviso da un evento ineluttabile. Siamo noi che andiamo a porgere parole di conforto, quando coloro che dovrebbero essere dediti alla pastorale, vengono a mancare. E’ vero che ci affacciamo alle porte con un “messaggino” in mano, ma non lo facciamo per ricavarne benefici, per raccogliere nuovi adepti, per passare per una sorta di “santoni”. Lo facciamo perché abbiamo vissuto sulla nostra pelle la stessa esperienza e sappiamo come ci si sente e quale beneficio si trae da chi sa esserci vicino con umile partecipazione.

 

 Eccolo anche, l’amore, come frutto del pellegrinaggio: tor­nato a casa dopo averlo sperimentato e compreso, il pellegri­no consapevole non può non tradurlo nella vita quotidiana, nella realtà che lo circonda, nel mondo in cui vive, nelle infi­nite diverse situazioni che lo sollecitano.

 

 

Le relazioni che quest’anno offriamo ai partecipanti trat­tano dell’amore provato, dell’evento del dolore in qualche modo legato al camminare per fe­de, al pellegrinaggio. Ma ci sarà motivo anche di guardare oltre, ai nostri tanti progetti delusi e anche alla vita che va avanti, ai nostri piccoli nati, ai grandi eventi.

 

A questo ho pensato ed anche che, quando ci si muove come atto di fede, per supplicare Dio e chiedergli, con nostro figlio, di incontrarlo, si rende possibile proprio a tutti, compiere quell’atto d’amo­re, generatore d’amore, che è il pellegrinaggio: un atto, in cui tutte le  storie delle madri pervenute a Cattolica si manifestano.

 

 Noi occi­dentali concepiamo il pellegrinaggio come il lasciare per bre­ve tempo la vita consueta per recarci, come abbiamo detto, a un santuario, dove “ri­caricarci” spiritualmente per poi, tornati a casa, riprendere la vita di prima con una maggiore fedeltà al Vangelo.

 

Non è così invece per i credenti d’oriente, tra i quali si svi­luppò un tempo l’idea del pellegrinaggio come forma esisten­ziale. In altre parole, c’era chi decideva di fare il pellegrino “a vita”, andando di santuario in santuario fino a quando le for­ze lo consentivano.

 

Oggi, abituati a pellegrinaggi che somigliano più a una vacanza (mezzi di trasporto comodi e veloci, alberghi confor­tevoli, organizzatori e accompagnatori che liberano da ogni preoccupazione, sosta al santuario ma anche visita a bellezze naturali o artistiche), non ci rendiamo conto di com’erano quelli di un tempo.

 

Pensiamo allora a un uomo del Medio Evo, per penitenza deciso a recarsi in un luogo sacro distante anche solo cento chilometri, che oggi si percorrono in un’ora di automobile. Eb­bene: anzitutto quell’uomo faceva testamento, perché non sapeva se sarebbe tornato a casa; partiva infatti, da solo, a piedi, portandosi qual­che soldo, ma confidando soprattutto nella carità del prossi­mo per avere lungo la strada un piatto di minestra e un giaci­glio per la notte, almeno riparato da un portico; soggetto poi ai rischi di briganti e imbroglioni, ai rifiuti spesso sgarbati degli insensibili, alle intemperie, alle malattie…

 

Decisamente, un tempo i pellegrinaggi non erano uno scherzo. Se qualcuno si decideva a compierli e ci risulta che erano in tanti a farlo era proprio per fede. Esporsi poi a questa vita per tutta la vita, era proprio da eroi.

 

Ma perché, quali ragioni anche di fede potevano indurre a farsi perenni pellegrini? Una risposta viene da una bella espressione della liturgia: «Ogni giorno del nostro pellegri­naggio sulla terra è un dono (o Signore) del tuo amore per noi e un pegno della vita immortale».

 

La vita, in altre parole, è un dono di Dio che ci manda nel mondo come pellegrini, cioè come abitanti provvisori, perché la nostra vera patria, stabile e definitiva, non è qui. E’ impor­tante ricordarlo, per comportarci di conseguenza: senza attac­care il cuore  a ciò che presto o tardi dovremo lasciare. Il pellegrinaggio con il suo lasciare sia pure temporaneamente cose e persone care, vuole ricordarci questo; il pellegrinaggio, inteso come forma di vita, pone il distacco dal mondo e l’anelito alla vita eterna come valore primario, come il quadro d’insieme in cui vivere tutti gli altri valori del Vangelo.

 

Ho sentito tante madri dichiarare: “Se non fossi stata colpita da questa sventura non avrei amato tanto l’umanità sofferente” oppure “Quanto ho perduto, ma quanto mi è stato dato!” Tutto questo non è dei santi quelli che sono sugli altari, ma è la santità spicciola, quella del quotidiano, quella che diviene “talento”, quello della parabola, che è ricchezza nelle mani di coloro che lo sanno bene impegnare. Da questo consesso, in questa platea noi gridiamo forte il nostro impegno, lo facciamo in nome dei nostri Figli, i Ragazzi di Luce che ci invitano a farlo, “Impegnati  , essi stessi, nell’impegno!” e … mi si perdoni la  ridondanza.

 

Tutto questo, sia chiaro, non ha nulla a che vedere con chi specula sulla sofferenza, con lo spiritismo di antica maniera che si pratica in luoghi chiusi e misteriosi, con la medianità prezzolata ed esclusivista. Noi madri pellegrine siamo dotate di una generosità smisurata, viviamo nella mortificazione e nella preghiera ed il dono che abbiamo di ricevere le comunicazioni con i nostri figli, non lo teniamo all’ombra di cerchie ammuffite e incancrenite, ma lo gridiamo sui tetti, come dono e riconoscenza a Dio stesso.

 

Il Movimento della Speranza, nel suo vero e autentico spirito, va avanti comunque, malgrado resistenze e delusioni; la sua opera ha già conseguito risultati di portata storica, dentro e fuori la Chiesa, ma, e il Papa lo sa benissimo, se il Duemila era il suo traguardo personale e per la Chiesa solo una tappa, il pellegrinaggio nostro che della chiesa facciamo parte, continua nel tempo, per tutti coloro che si gloriano di essere cristiani.                                                           

                      Arrivederci a Cattolica!!!                                  

 

  (Edda  Cattani)

 

 

 

Edda CattaniL’amore è pellegrino
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Relazioni convegni 2010-2011

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RELAZIONI CONVEGNI 2011

 

Convegno Internazionale di Ricerche Parapsichiche e Bioenergetiche

In  Bellaria  (Rimini) Aprile 2011 

 Riceviamo da Maria Pizzolitto che ringraziamo per il contributo.

Anche quest’anno il convegno di Bellaria, con  intense giornate di relazioni,  ha offerto una grande occasione di crescita e di apprendimento,  in quelle che sono le tematiche esistenziali  e metafisiche.

Sono alla mia seconda esperienza a Bellaria e devo dire che , anche questa volta,  non c’e’ stata tematica o  relatore che non mi abbia lasciata appagata e riempita di conoscenze affascinanti, illuminanti e  sempre nuove. Nuove perche’,  anche se certe tematiche di base si conoscono, ogni relatore sa portare qualcosa di suo, la propria esperienza , la propria consapevolezza  e spesso il proprio entusiasmo, che come ben sappiamo, e’ contagioso, quando si parla di nuovi indizi, nuove scoperte,  nuove conquiste,  nuove sensazioni,  percezioni e modi di stare nella vita, se  ad essere interessato non e’ soltanto il nostro corpo fisico, ma riguarda soprattutto la nostra anima, il nostro spirito e di conseguenza la nostra vita futura nell’oltre.

I relatori,( ricercatori,  sperimentatori, fisici, scienziati , docenti, guaritori , medici, giornalisti, formatori ecc. ,di fama nazionale ed internazionale) ci hanno fatto capire come percepire il Divino dentro di noi, come lasciarsi sorprendere dal  trascendente, al fine di  poter  assaporare  quell’Aldila’ …non poi cosi’  lontano, gia’ qui ed ora. Hanno fatto presente  quanta capacita’  di guarigione, di benessere e di felicita’, possiamo trovare dentro di noi. Ci hanno resi edotti di quanto siamo interconnessi con tutto cio’ che ci circonda, di quanto possiamo influenzare l’ambiente e  l’intero  cosmo  con il nostro pensiero, con le nostre azioni. E soprattutto di come ci si auspica un cambiamento di questo nostro mondo malato, verso una nuova era, dove una diversa  e piu’ consapevole spiritualita’ possa debellare cio’ che di negativo esiste e resiste.

Sono messaggi positivi anche per tutte quelle persone che hanno incontrato difficolta’ e sofferenze nella vita. Soprattutto sofferenze dovute a malattie , travagli e  perdite di persone care. Ecco, devo dire, come ho gia’ avuto  modo di sostenere,  particolarmente  in questo convegno,  le tematiche del dolore vengono sfiorate per poi  lasciare  spazio  alla speranza, alla fiducia in se stessi, all’autostima, alla voglia di rimettersi in gioco, di perseverare,  anche quando la vita ci ha bastonati. Con tutte queste argomentazioni che sembrano mirate ,  affinche’ ognuno possa  riprendere in mano la propria vita, non resta poi che mettervi qualcosa di proprio  per  riuscire nell’intento, che puo’ essere la buona volonta’,  l’impegno, ma soprattutto  credere che migliorare e cambiare si puo’.

Parecchi giovani spettatori erano  presenti al convegno. Non si puo’ che essere  felici di questo ricambio generazionale , che   ci induce a sperare  che,  questi giovani , dopo  aver fatto il pieno  di tanta  positivita’ , ricchezza  e conoscenza di argomentazioni,   possano poi  essere   fautori di quel cambiamento che noi tutti auspichiamo , per una vita migliore, per un mondo migliore ,… per un percorso  con obbiettivi di pace e di altruismo,… che non possono che spianare la strada ,  verso quel traguardo finale  di gioia e di amore, che attende ciascuno di noi.

 

Maria Pizzolitto

 

RELAZIONI  2010  

SEMINARI CONVEGNI CONGRESSI

Convegno del 24 ottobre 2010: “Oltre il muro d’ombra: legami invisibili tra di noi e col Padre”

 

Qualche ora insieme per alleggerire un po’ il cuore dalla sofferenza di un lutto o dal peso di qualche grande domanda esistenziale: questo l’obiettivo che l’Associazione “Semi di Speranza”, guidata da Armanda Venchiarutti, si è data nell’organizzare il breve convegno che si è tenuto domenica 24 ottobre presso l’Editrice Segno a Feletto Umberto, in periferia di Udine.

Cosa c’è al di là dell’orizzonte ultimo della vita terrena? La presenza di Dio, come altri incontri precedenti hanno già affermato, ma anche una rete di relazioni che l’amore rende indistruttibile al di fuori e al di sopra delle categorie umane di spazio, di tempo, di fisicità. Questo il significato del titolo “Oltre il muro d’ombra: legami invisibili tra di noi e col Padre”, che gli organizzatori  hanno scelto, prendendo a prestito una metafora poetica di Giuseppe Ungaretti, per anticipare di qualche giorno una riflessione non confessionale, ma comunque profondamente spirituale, sul significato delle festività dei primi di novembre e in particolare sulla Comunione dei Santi.

L’argomento è stato sviluppato sotto diverse angolazioni dai relatori che sono intervenuti all’incontro.

Il dott. Alessandro D’Orlando, di Udine, psicologo clinico e psicoterapeuta, ricercatore nell'ambito del funzionamento della coscienza e del rapporto dell'essere umano con la dimensione spirituale dell'esistenza, ha incentrato la sua esposizione sul tema “Campo di coscienza che illumina”, illustrando le modalità di relazione esistenti tra i componenti di una famiglia, viventi di qua o di  là del “muro d’ombra”, e spiegando come sia possibile prenderne consapevolezza, a scopo anche terapeutico, secondo l’esperienza da lui stesso maturata dal 2004 ad oggi quale conduttore delle cosiddette “Costellazioni familiari”.

Don Gabriele Gastaldello, sacerdote di Vicenza, laureato in filosofia all'Università di Padova con dottorato di ricerca sull'umanesimo induista all'università di Benares (India), ha trattato “Gesti, riti, ritmi che danno sapore alla vita”, un intenso momento di riflessione in cui ha fatto convivere efficacemente le risorse umane e spirituali della cultura orientale e di quella occidentale. Portando la sua esperienza di animatore della "Scuola del Villaggio", una “scuola” di vita e di saggezza dove si impara attraverso la reciprocità dei saperi, ha mostrato come l’uso quotidiano di parole, piccole procedure personali, atteggiamenti, pensieri orientati verso modelli positivi possano aiutare ad impostare la vita in modo pieno e sereno anche nella difficoltà del lutto.

La dott. Rossana Franzon, medico, ha invece riferito su Riflessioni di una esperienza di vita e di amore”. Prendendo le mosse da un proprio vissuto di lutto, la relatrice ha analizzato lucidamente i vari momenti attraverso i quali, a piccoli passi, talvolta faticosi, cui bisogna comunque accedere soltanto per libera scelta, è possibile dare significato alla sofferenza e costruire una propria identità più matura e più consapevole, oltre che fiduciosa.

Come già in altre occasioni, non è mancato al convegno il contributo di una coraggiosa testimonianza personale: questa volta si è trattato di quella di Daniela Tibalt Di Barbora, una mamma che, dalla perdita prematura del figlio, ha dovuto affrontare insieme al marito altre durissime prove, ma ha anche acquisito la certezza della presenza di Dio e del suo amatissimo Alessandro a sostegno di un cammino difficile, ma serenamente sostenuto dalla fede e dalla speranza.

Temi di grande profondità e coinvolgimento, quindi, quelli trattati nell’arco di un pomeriggio: “semi di speranza” gettati a pochi giorni dalla più impegnativa riflessione che ciascuno porta in cuore nella visita ai propri Cari, nei cimiteri. Il numeroso pubblico presente ha mostrato di seguire, comprendere, partecipare anche attraverso domande mirate, cui i relatori hanno dato puntuali risposte. Per l’associazione “Semi di Speranza” tutto ciò è una buona premessa per continuare a praticare la strada di questi appuntamenti, puntando sempre sulla presenza di sacerdoti e relatori di grande serietà e sensibilità.

 

Mirella Comino

per il gruppo “Semi di Speranza”

 

Da Adriana Scaficchia

www.cerchioverde.net/relazione_del_23-24Ottobre2010perFossoli.htm

 

 

 

 

 

 

 Riceviamo da Adriana Scaficchia del "CERCHIO VERDE" di Mestre

 

Convegno di Sondrio del 25-26-27 Giugno 2010.

   “ Oltre il visibile “ Esperienza , scienza e fede “.

 

Giovedì 24 ore 18-30 arrivate  alla stazione di Sondrio siamo state accolte con amorevole cordialità da Fabrizio , organizzatore del convegno , assieme alla moglie Silvia , genitori di Valentina diventata un Angelo di Luce .

 

La gente che   partecipava a questo convegno non sapeva nulla della metafonia anzi anche solo a parlarne ne aveva paura .

 

Venerdì 25- nella mia relazione  raccontai  come iniziò  questo cammino di conoscenza e di consapevolezza  divenuta, per me una realtà .

Feci vedere il filmato della Storia del Cerchio Verde, preferendo camminare tra la gente per essere  loro più vicina

e scorgere qualche mesto sorriso di approvazione . Così capii che erano interessati all’argomento  .

Ida fece la sua presentazione , parlò con il cuore di mamma a tutte le mamme presenti . L’applauso che ricevette confermò la condivisione .

 

Informai i presenti che se volevano trovarmi sarei stata nella sala delle riunioni a me concessa per i tre giorni del convegno .

Sia al pomeriggio stesso  del venerdì e alla sera dopo le 21,   così fino a Domenica a mezzogiorno avevamo  sempre tante persone  ,molto attente , non solo per il messaggio ottenuto ma anche (spero ) per imparare una autogestione di questa meravigliosa realtà .

Feci più di 25 messaggi individuali ma fatti tutti in gruppo , come faccio al cerchio  affinchè il messaggio sia una guida per tutti . Finalmente  in questo gruppo ho parlato  anche con molti papà , questo mi ha fatto piacere perché il dolore diviso in due è più “sopportabile “.

 

 

Sono già in contatto con alcuni di loro , spero di aver fatto conoscere un’altra realtà dove il nostro caro vive e dove un giorno vivremo assieme .

La metafonia ci permette ogni tanto di sentire la “Voce “che ci rassicura in modo che noi possiamo continuare a vivere come meglio possibile e renderci conto che anche i famigliari vicino a noi hanno bisogno di noi e noi di loro .

Ognuno di noi ha bisogno dell’altro , sempre , solo con la comunione-condivisione possiamo farcela .

Grazie anche alla dimensione alla quale  prima di partire per questo convegno con la metafonia, chiesi un aiuto …prontamente mi hanno rassicurato così : messaggio del 20-05-2010.

Sarà pur tornare …visita amore …per sempre la luce è con te …

Ora che ti ho dato la risposta …l’avventura ha un regista …abbi costanza …fatele i doni come sai fare ….

 

Tutto si è svolto come Loro volevano .

Grazie a Silvia e Fabrizio , così anche ai loro collaboratori persone splendide per lo svolgimento del convegno fatto con amore e armonia .

 

 A sempre Adriana Scaficchia del Cerchio Verde di Venezia anche a nome di Mamma Ida

 

 

Riceviamo da Luigi Cama 

Si è da poco concluso il primo Meeting PARANORMALE RESEARCH è già si parla del secondo, visti i risultati del primo. Per capire cosa è successo, vi consiglio di visionare la sintesi della relazione corredata di foto e video, al seguente link:
RELAZIONE PRIMO MEETING

Il programma del secondo Meeting lo potete scaricare da qui:
SCARICA PROGRAMMA SECONDO MEETING VARESE

Per chi era presente al primo meeting, consiglio di non divulgare video e foto senza offuscare i volti ove necessario.

BARBARA AMADORI A MILAZZO
Il 24 Luglio ospiteremo l'amica e medium BARBARA AMADORI che sarà disponibile solo per i contatti in gruppo: sabato mattina, sabato pomeriggio e sabato sera.
Il numero dei posti è limitato a 40 e daremo priorità a chi ha reali necessità. Per chi volesse partecipare, può inoltrare una email al sottoscritto scrivendo a luigicama@metavisione.it . Sarà mia premura riferire i vostri recapiti a chi si sta occupando dell'organizzazione dei partecipanti.

Notizie su Metavisione.it e FenomeniParanormali.it
Presto saremo nuovamente online con una struttura più snella. Questi due siti avranno funzione d'archivio per video, foto, audio e testimonianze scritte. Il forum è lo strumento più indicato per scambiare informazioni e sarà potenziato.
 

 

 

Dal VI CONVEGNO NAZIONALE DI ANGELOLOGIA

Santa Maria la Nova 1-2 Giugno 2010

Atti del CONVEGNO

A CURA DI

Don Marcello Stanzione

della Milizia di San Michele arcangelo

Tutta la vita della Chiesa beneficia dell'aiuto misterioso e potente degli Angeli.

Dall'infanzia al trapasso, la vita umana è circondata dalla loro custodia e dalla loro intercessione.

 

 

 

– 4 CONVEGNO SUL MONDO SOTTILE –

giornata di studio Istruzioni sui tempi del cambiamento –

22 maggio 2010 Finale Emilia Estense Park Hotel

organizzazione Volare con gli Angeli

arte cultura e ricerca di Stefania Bellini Corona,

con Grazia Francescato, Enzo Decaro, Fiorella Capuano, Guido Guerrera, Luca Vignali e Piergiorgio Caria –

quando il tempo è arte……..

 

Riceviamo questo bel video. Grazie Stefania!

 

 

 

 

 CONVEGNO DI

SANTA MARINELLA
(12 maggio 2010)

 

Associazione Onlus “Luci tra le Camelie” via delle Camelie 30,  00058 Santa Marinella 3396404231 adcapot@alice.it

Si è concluso il convegno –Amore e Speranza per Rinascere– organizzato dall’associazione Onlus “Luci tra le Camelie” nei giorni 7-8 e 9 maggio presso la Casa per Ferie Mater Gratiae di Santa Marinella.

Lo splendido scenario del luogo, la sottile percezione di spiritualità, l’amore e la delicatezza con cui i relatori hanno dato il loro contributo, hanno creato un’atmosfera di unione e condivisione fra i tanti partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia. Dai volti di molti dei nostri fratelli nel dolore e nell’esperienza del lutto traspariva alla fine del convegno come una sensazione di maggior serenità e pace.

Questo ci conforta e scalda il cuore di noi tutti, così bisognosi di condivisione e approfondimento spirituale, nella ricerca incessante e faticosa di una nuova consapevolezza sul senso dell’esistenza visibile ed invisibile, forse invisibile solo ai nostri sensi.

Il convegno è terminato il 9 maggio, il giorno della festa della mamma, e questa “casualità” ci spinge con maggior forza a credere che i nostri amati, che semplicemente non vediamo, fossero  accanto a noi nel condividere la festa, quando alle mamme è stata offerta una rosa rossa e a tutti una bella e buona torta!

Lo scopo della nostra neonata associazione Luci tra le Camelie è proprio quello di portare la nostra  testimonianza ed esperienza, che ha solo qualche anno in più, perché siamo ugualmente feriti, nonostante il tempo. Ma di questo strappo stiamo tentando di fare tutti insieme un consapevole percorso di crescita spirituale che ci avvicina maggiormente a loro e al senso più profondo dell’esperienza umana e spirituale nella sua essenza.

Siamo convinti che non basti respirare per sopravvivere ma che sia necessario vivere, perché questo è stato il nostro destino, costruendo dal nulla in cui ci siamo un giorno improvvisamente trovati una strada da percorrere tutti insieme con calore umano, amore, dignità e fratellanza.           I nostri cari ci sospingono in questa direzione con tanti segni e tanto amore, quell’amore che non ha fine con l’esperienza terrena, ma che rimane, e che forse ciascuno di noi ha letto negli sguardi dei propri fratelli durante il Convegno.        

Ci auguriamo di poter riunire nuovamente i tanti partecipanti nella seconda settimana di maggio del prossimo anno e desideriamo ringraziare tutti per l’affettuosa partecipazione e la divulgazione che è stata fatta per il convegno. 

 Un abbraccio affettuoso dai soci della

Associazione OnlusLuci tra le Camelie

 

L’UOMO E IL MISTERO: SI E' SVOLTO A RICCIONE DAL 28 APRILE AL 2 MAGGIO LA 18° EDIZIONE DEL CONGRESSO INTERNAZIONALE  L’UOMO E IL MISTERO” PROMOSSO DALLE EDIZIONI MEDITERRANEE E COORDINATO DA PAOLA GIOVETTI

 

Si è svolta dal 28 aprile al 2 maggio, presso il Centro Congressi Le Conchiglie di Riccione, la 18° edizione del congresso internazione L’UOMO E IL MISTERO promosso dalle Edizioni Mediterranee e coordinato da Paola Giovetti.

I giorni 28 e 29 aprile sono stati dedicati a seminari esperienziali di due giorni, e il giorno 2 maggio a seminari di un giorno. Il congresso vera e proprio si è svolto dal 30 aprile al 2 maggio

Tra i vari relatori e docentine segnaliamo alcuni di particolare pregnanza: primo fra tutti, il fisico ricercatore americano Russell Targ, che per vent’anni è stato coordinatore del progetto di ESPionage da lui stesso messo a punto presso il prestigioso Stanford Research Institute e sostenuto dalla CIA e dalla NASA.  ESPionage significa spionaggio sensitivo, grazie a militari e poliziotti dotati di capacità paranormali che indagavano con la ESP le postazioni militari sovietiche, lo sviluppo delle armi, lo stato di salute degli ostaggi ecc., con risultati che hanno fatto sì che il programma venisse finanziato per anni con milioni e milioni di dollari. Nel corso del suo seminario Russell Targ ha insegneto come sviluppare ed esercitare le doti ESP per divenire padroni del remote viewing (la visione a distanza) allo scopo di vedere cose lontane e fare diagnosi e terapie. Targ ha anche tenuto poi una conferenza per i congressisti e presenteto il suo nuovo libro La fine della sofferenza (Edizioni Mediterranee 2010).

Da segnalare inoltre la presenza dello studioso israeliano Nadav Crivelli, che per la prima volta partecipa a un congresso delle Mediterranee, grande esperto di Cabalà che ha tenuto un seminario sugli angeli secondo questa antichissima tradizione e poi, nel corso della manifestazione, ah intrattenuto i congressisti con la sua grande cultura e simpatia personale.

Il francese Hubert Jaoui, imprenditore e psicologo ha spiegato i segreti della creatività, questa grande dote capace di rendere più ricca e felice l’esistenza, e l’attore Enzo Decaro ha condotto una T.R. sul tema appunto “Sogno e creatività”.

E ancora, fra i tanti temi proposti: la regressione a vite precedenti e la progressione a quella future del dottor Osvaldo Sponzilli, il mistero della Madonna di Guadalupe di Flavio Ciucani, autore anche di un bel filmato su questo caso straordinario, l’esoterismo di Leonardo da Vinci di Michele Proclamato, la magia della basilica di Collemaggio all’Aquila di Maria Grazia Lopardi, Maria Montessori e la sua attualissima battaglia per il bambino, “padre dell’uomo”, di Paola Giovetti, i cerchi nel grano e gli Ufos di Piergiorgio Caria e del contattato Antonio Urzi, gli anni segreti di Gesù in India del teologo tedesco Holger Kersten, il magico mondo dei dervisci di Guido Guidi Guerrera, il mandala di sabbia di Lama Tashi e dei suoi monaci che costruito durante il convegno e “disperso” in mare l’ultimo giorno.

Molto spazio alla musica: le campane tibetane di Mauro Pedone, il concerto del “Gruppo medicina dell’ottimismo” di Toni Pizzecco, la musica e il canto di Morgana Montermini e Marco Remondini ispirati al famoso libro Dialoghi con l’angelo di Gitta Mallacz, che narra di straordinari incontri angelici negli anni bui della deportazione degli ebrei in Ungheria.

Come sempre, un congresso di grande ricchezza e intensità, una immersione totale nel mondo dei misteri, della spiritualità, della ricerca interiore.

 

 

16° Convegno Internazionale

 di Ricerche Parapsichiche e Bioenergetiche

 

IL MISTERO dell'ESISTENZA UMANA

     dalla Mente all'Interiorità

 Bellaria (Rimini) 15, 16, 17 e 18 aprile 2010

Riceviamo dalla Sig. Maria Pizzolitto Lui

 

 

 Convegno Internazionale di Ricerche Parapsichiche e Bioenergetiche

In Bellaria (Rimini) Aprile 2010

 

Trascorsi alcuni giorni dal convegno di Bellaria, passata la iniziale  euforia che è  tipica di questi  incontri, tornata  a casa, sono rientrata nella normalità della mia vita, con una marcia in più.

Mi sono chiesta: cosa mi hanno dato questi quattro giorni, questa “full immersion” nelle tante tematiche trattate? Devo dire che mi hanno dato molto, come credo a tante persone che,  come me sono state non solo spettatrici di tanta conoscenza trasmessa, ma spesso coinvolte  emotivamente .

 Finora avevo avuto esperienza di convegni che aiutano ad elaborare il lutto ( da sei anni abbiamo una figlia in cielo), che hanno come obbiettivo la ricerca dei propri cari, la consapevolezza  della loro presenza accanto a noi, le testimonianze, la condivisione con altri genitori, le conferme  della scienza , che parla di vita oltre questa nostra vita. E tanto hanno aggiunto alle mie certezze questi incontri!

E se questo  tema e’ stato  toccato anche a Bellaria da parte di insigni relatori, la gran parte dei temi e delle discipline trattate, a mio avviso miravano  ad un altro aspetto.

Questo aspetto io lo  chiamerei “fase due”. Dopo il dolore, dopo una qualsiasi  sofferenza (non necessariamente dopo un lutto), ecco che qui apprendi  tanto,  per riappropriarti della tua vita, per dare una svolta alla tua vita.

Relatori a livello internazionale hanno dato una panoramica di tutto quello che ognuno di noi può apprendere per migliorare le sue capacità, le sue potenzialità per  vivere meglio , spaziando dal campo fisico, al campo mentale , al campo spirituale ed emozionale.

Si tratta in sostanza di espandere la propria coscienza, di pensare positivo(ricordiamoci che il pensiero crea), di guardare oltre la materia, di riappropriarci di emozioni , sensazioni e  rituali i che non ci appartengono  più  o che pensiamo perduti , di abbandonare vecchi schemi  mentali, abbracciandone di nuovi.

Beh, c’era  veramente tanta ”carne sul fuoco”, come si suol dire. Basta mettersi d’impegno  e voler cambiare per migliorare se stessi e chi ci e’ accanto. Credo proprio  che,  chi era presente , non fosse li per caso. ( come del  resto in ogni convegno che si rispetti  e… per fortuna ce ne sono molti!)

I partecipanti, erano senz’altro persone che , come me, cercavano  nuove motivazioni per  il proprio percorso, nuovi obbiettivi, nuova energia, dopo vicende più  o meno dolorose che spesso la vita riserva.

Un relatore ha  giustamente detto,  che eravamo li in quanto “risvegliati”…..Lo credo anch’io. Ed eravamo in tanti!  Persone di tutte le età,  ma  soprattutto tanti  giovani. E ben venga questo!  Il  mondo , il futuro è nelle loro mani e c’è tanto bisogno di un cambiamento,… di una svolta verso il bene.

 

Maria Pizzolitto (mamma di Vera)

 

 Riceviamo da Luigi Cama, relatore al congresso di Reggio Calabria:

La prossima settimana ed esattamente il 24 e 25 Aprile, sarò a Varese per il convegno "Esistenza dopo esistenza, la vita si manifesta".
Per il programma:
http://www.luigicama.it/download/varese24-25aprile2010.zip
 
Il primo convegno a Reggio Calabria ha riscosso un discreto successo. Sul piano informativo ha ottenuto l'attenzione della stampa e delle emittenti locali, della RAI e della rete regionale ReggioTV (il venerdì sera siamo stati ospiti per uno speciale di due ore sul tema "La vita oltre la vita").
Nei prossimi mesi saranno pubblicati video e foto dell'evento.

Un ringraziamento speciale all'organizzatore, Dott. Paolo Mobrìci, presidente del Lions Club "Castello Aragonese" di Reggio Calabria e a tutti gli amici relatori: Paolo Presi, Daniele Gullà, Mario Zampardi, Fulvia Cariglia e Francesca Scarrica.

Grazie di cuore a tutti i partecipanti, per l'affetto, la pazienza e l'attenzione dimostrati.

Un ringraziamento anche all'amico Elio Spadaccino che si è prodigato per portare al convegno Marcello Bacci che purtroppo, non ha potuto dare il suo contributo a chi si aspettava almeno una piccola dimostrazione d'affetto. Il tempo passa per tutti e forse Marcello ha dato ciò che poteva dare entro i suoi limiti umani. Ma l'esperienza in questo campo ci insegna che chiuso un capitolo se ne apre un altro. Grazie Marcello, per aver contribuito significativamente alla ricerca italiana.

Un super-iper ringraziamento all'amico Riccardo Di Napoli, eccellente metafonista, per le ore dedicate a chi attendeva un piccolo riscontro (purtroppo non è stato possibile accontentare tutti). Un affettuoso saluto e un arrivederci a Varese, dove effettueremo un esperimento supportando metafonia e metavisione insieme.


Un caro saluto a tutti.

Luigi Cama, webmaster e ricercatore di metavisione.it

Edda CattaniRelazioni convegni 2010-2011
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