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La donna nella bibbia

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In un momento di gravi azioni delittuose nei confronti delle donne, sopraffatte da angherie di ogni genere, penso che torni utile lo studio su fatti storici di cui ci rende conto il noto biblista, per dedurre che i tempi non sono cambiati.

 

LA DONNA NELLA BIBBIA.

(di Alberto Maggi)

Vediamo qual è la condizione della donna all’epoca di Gesù, qual è la condizione nel mondo culturale, nel mondo religioso; ci faremo guidare dai due importanti documenti che abbiamo:

• uno è la Bibbia,

• l’altro il Talmud.

Ebbene nella Bibbia, che è la parola di Dio, ma scritta dagli uomini, le donne sono la causa di tutti i mali, ovunque ci sia una sciagura, ovunque ci sia una disgrazia, ovunque ci sia una situazione negativa la colpa è sempre e unicamente della donna.

Il libro del Siracide, uno dei libri sapienziali della Bibbia, scritto tra l’altro

da un grande intellettuale, un grande teologo – ma questo fa capire cos’era la cultura dell’epoca – dice: “Dalla donna ha avuto inizio il peccato per causa sua tutti moriamo” (25,24). Quindi la prima donna, quella che poi è passata con il nome di Eva, è stata la causa del peccato e a causa sua moriamo tutti quanti Ecco perché nel mondo ebraico, quando c’era il funerale, dietro il morto seguivano subito le donne, perché le donne sono responsabili della morte. Quindi della colpa più grave, del castigo più grave che ha colpito l’umanità, la morte, di chi è la colpa? La colpa è della donna. E guardate non è un testo gretto, un testo scritto da una persona incolta, il libro del Siracide è stato scritto da un grande teologo, da un grande filosofo e da un grande letterato, ma, questa, era la cultura dell’epoca. Continua, il Siracide: “È meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna, una donna che porta vergogna fino allo scherno” (42,14).

Un altro grande teologo si chiama Qoelet, termine che indica il predicatore,

anche questo di grande levatura teologica che ha scritto pagine stupende, lui afferma ispirato ma certamente sconsolato, che: “Un uomo su mille l’ho trovato, ma una donna fra tutte non l’ho trovata” (7,28).

Questi sono i testi più vicini all’epoca di Gesù; questo era il contesto culturale dell’epoca; tant’è vero che gli uomini tre volte al giorno avevano l’obbligo di una triplice benedizione al Signore e questa benedizione diceva: “Ti ringrazio Signore che non mi hai creato pagano, non mi hai creato cafone (cafone significa la persona che lavora la terra quindi incapace di osservare le prescrizioni della legge) e perché non mi hai creato donna”.

Questa benedizione c’è anche al femminile naturalmente con una variante:

“Ti ringrazio Signore perché non mi hai creato pagana, ti ringrazio Signore

perché non mi hai creato cafona e che mi hai fatto secondo la tua volontà”.

Quando nasce un bambino, questa nascita viene preceduta da una preghiera: per quaranta giorni, al momento del concepimento, il maschio prega perché nasca un maschio perché nella concezione maschilista e biologica del tempo era inconcepibile che da un maschio venisse fuori una donna. Quando nasceva una donna significava che il seme era avariato o il maschio era debole, non era virile, un maschio genera un maschio. Era inconcepibile che un maschio generasse una donna e guardate che questo, nella cultura orientale, ancora oggi è vero. Io ho vissuto diversi anni in Palestina, ho degli amici carissimi; ricordo quando un mio amico aspettava il primo bambino e mi diceva: “quando nasce il bambino … quando nasce il bambino …”, e gli dissi: “Ma senti, se è una femmina?”. Lui mi guardò offeso e disse: “Cosa dici? Impossibile sono un uomo forte io, sai”. Gli nacque una bambina. Mi telefonò, ricordo queste esatte parole: “Alberto, è una femmina, ma le si può voler bene lo stesso”. Comunque ha subito dovuto mettere incinta la moglie perché fino a che non nasce un maschio è un po’ disonorevole che ci sia una bambina. Allora quando l’uomo mette incinta la moglie, prega per quaranta giorni che nasca un maschio e poi continua la preghiera “che avvenga secondo la Tua volontà”.

Se nasce una bambina? È un’autentica disgrazia sotto tutti i punti di vista:

una disgrazia sociale, una disgrazia civile, una disgrazia religiosa perché la

Bibbia che è parola di Dio – ma ripeto scritta dai maschi – stabilisce, nel

libro del Levitico, che quando una donna partorisce una femmina sarà impura due settimane (una se era un maschietto). Come al tempo delle sue regole, resterà sessantasei giorni (trentatre se è un maschietto) a purificarsi del suo sangue (Lv 12, 1-5 passim). Voi capite che in quella cultura la nascita di una bambina, per la donna, è un’autentica disgrazia! A parte il fatto che sa che subito dovrà rimanere incinta per dare il maschio al marito, ma tre mesi di purificazioni quotidiane!! Non c’era l’acqua corrente, l’acqua bisognava andare a prenderla alla sorgente, alla fonte ed era compito della donna; per tre mesi la donna deve continuamente fare le abluzioni, purificarsi perché la legge vuole così; io credo che è uno dei crimini più grossi compiuti dalla religione.

Pensate la nascita di un bambino! Io credo che, se dobbiamo usare il termine miracolo, si può usare proprio per la nascita di un bambino, veramente è un miracolo della creazione! Ebbene, la religione arriva a insudiciare tutto questo, quando nasce un bambino la madre è impura, il doppio di giorni naturalmente se è una femmina.

Se sottolineo queste cose è perché queste credenze ebraiche purtroppo si

erano infiltrate, inquinandolo, nel cristianesimo, e forse le persone che hanno la mia età ricorderanno che prima del Concilio Vaticano II quando ci fu il grande cambiamento liturgico, nella chiesa cattolica quando una donna partoriva prima di entrare in chiesa doveva all’ingresso della chiesa ricevere una benedizione dal parroco perché il parto in qualche maniera l’aveva resa impura. Ebbene la nascita di una bambina quindi è una sciagura per la madre che adesso deve purificarsi e per il padre io credo che la descrizione migliore dell’angoscia che prende la nascita di una bambina è sempre nel libro del Siracide dove la Bibbia, la parola di Dio insegna: “Una figlia è per il padre un’ inquietudine segreta, la preoccupazione per lei allontana il sonno, nella sua giovinezza perché non sfiorisca, una volta accasata perché non sia ripudiata, finché ragazza si teme che sia sedotta e che resti incinta nella casa paterna, quando è con un marito che cada in colpa, quando è accasata che sia sterile” (42, 9-10).

Quindi voi capite che la nascita di una bambina veramente toglie il sonno al

povero padre, ma c’è un rimedio, un rimedio abbastanza normale che non

destava scandalo e non era considerato peccato: la si esponeva (termine tecnico con il quale si indicava lo sbarazzarsi della bambina appena nata).

Era normale prassi quando in una famiglia esistevano già una o due bambine che le altre che nascevano venivano, il termine tecnico è, esposte.

Cosa significa esposte? Si prendeva la neonata la si metteva nel crocicchio

del villaggio oppure si allontanava addirittura ai margini del villaggio, in aperta campagna e, quando non veniva sbranata dagli animali notturni, all’alba era tipico il passaggio dei mercanti di schiavi che raccoglievano queste neonate, le allevavano e le istruivano all’arte della prostituzione. Abbiamo i testi che ci dicono che a cinque anni queste bambine erano già in grado di esercitare la prostituzione, a otto anni il primo rapporto completo. Questo teniamolo a mente quando vedremo l’episodio della prostituta e Gesù. La prostituta non è una che dice: “adesso mi metto a fare la prostituta”, è una donna che non ha mai conosciuto la famiglia perché è stata rifiutata fin dalla nascita: era abbastanza normale e non era considerato né un delitto, né un peccato.

Nel libro del profeta Ezechiele il profeta parla di Israele come di una bambina rifiutata e dice: come oggetto ripugnante fosti gettata via in piena campagna il giorno della tua nascita.

C’è eventualmente, se uno proprio non se la sente, un altro rimedio: la fai

crescere e poi la vendi come schiava. La Bibbia – parola di Dio – libro dell’Esodo scrive: quando un uomo venderà la figlia come schiava, è solo questione di mettere il tariffario. Quindi si alleva la bambina e la si vende poi come schiava quindi ci si guadagna un po’ per il disturbo.

http://www.studibiblici.it/conferenze/gesueledonne.pdf

 

 

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Edda CattaniLa donna nella bibbia

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