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La Chiesa e l’occultismo

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Sentiamo il parere dell'esperto:

(da www.ricercapsichica.it)

 

LA  CHIESA  E  L’OCCULTISMO

IL  MAGISTERO  ECCLESIALE  SULLO  SPIRITISMO

 

Ma, venendo al vero e proprio Magistero della Chiesa, il recente Nuovo Catechismo, approvato dal Concilio Vaticano II, si pronuncia ufficialmente e definitivamente sulla materia di cui stiamo parlando, dedicandogli un apposito paragrafo – peraltro molto breve, segno che tali problemi non sono certo in cima ai pensieri e alle preoccupazioni della Chiesa – intitolato appunto e molto significativamente "Divinazione e magia". (Le sottolineature sono di questa redazione per evidenziare i punti essenziali del Magistero e delle relative proibizioni)

 

DIVINAZIONE E MAGIA

2115. Dio può rivelare l'avvenire ai suoi Profeti o ad altri Santi; tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell'abbandonarsi con fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne il futuro e nel rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo L'imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità”.

 

2116. Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione di morti o altre pratiche che a torto si ritiene che svelino l'avvenire. La consultazione degli oroscoptl l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia e infine sugli uomini ed insieme un desiderio rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con' l'onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio, solo”.

 

2117. Tutte le pratiche di magia e stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio e ottenere un potere soprannaturale sul prossimo – fosse anche per procurargli la salute – sono gravemente contrarie alla virtù della religione. Tali pratiche sono ancor più da condannare quando si' accompagnano a una intenzione di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all'intervento dei demoni. Anche portare amuleti è  biasimevole. Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli. Il ricorso a pratiche mediche dette `tradizionali' non legittima né l'invocazione di potenze cattive, né lo sfruttammento della credulità altrui”.

 

Tutto qui, in questi tre canoni. Da una attenta loro lettura si evince con tutta chiarezza che non c’è assolutamente nulla contro e per vietare il ritrovamento per amore e attraverso la messaggistica spirituale e per via paranormale i propri cari scomparsi. Quello di cui la Chiesa, nell'esercizio del proprio Magistero, si vuole occupare per mettere in guardia i fedeli sono soltanto: a) la divinazione, cioè le pratiche per voler conoscere il futuro; b) la magia, cioè il ricorso a potenze soprannaturali, preternaturali e, comunque, sovrumane fatto allo scopo di ottenerne un potere non naturale, fosse anche a fin di bene. Infatti, a queste due sole specifiche pratiche fanno sempre e solo riferimento esplicitamente e letteralmente i suddetti canoni e il titolo dei paragrafi, con conseguente delimitazione della materia. In particolare per riguardo al cosiddetto “spiritsmo”, non meglio altrimenti definito, il Magistero, nel punto in cui lo nomina, mette in guardia da esso (e non lo proibisce esplicitamente) soltanto se e in quanto dovesse implicare pratiche divinatorie e di magia.. In particolare, la ricerca per ritrovare un colloquio con i propri cari defunti – che tanto scandalizza molti sacerdoti e che, ben oltre quello che dice il Magistero ufficiale della Chiesa, costitusce il principale bersaglio della loro condanna – si dice espressamente che esso viene respinto non di per sé ma anch’esso solo e in quanto dovesse comportare pratiche di divinazione o di magia. Questa puntualizzazione è molto importante.

 

A) Cominciando dalla divinazione:

1) si premette, in positivo, che spetta solo a Dio rivelare l'avvenire a speciali persone da Lui prescelte (sarebbero i Profeti ed altre persone chiamate a svolgere già sulla terra un ministero di santità). Questo, però, significa anche che la possibilità del fenomeno della precognizione viene senz'altro riconosciuta e, nei giusti casi, è anche ammessa dalla Chiesa;

2) la ratio del divieto della divinazione va trovata nel fatto che l'uomo non deve abdicare dalla propria responsabilità e dal dovere di decidere personalmente, con cognizione di causa e con propria determinazione, sulle proprie azioni e sul da farsi nelle occasioni della vita, rimettendosi passivamente a pronostici e presagi e a maghi e declinando così dal proprio responsabile libero arbitrio. L’altra ratio del divieto di divnazione sta nel fatto che bisogna avere piena fiducia in Dio e nella sua Provvidenza. Al riguardo è da dire che, anche da un punto di vista laico, è obbligo morale dell'uomo, se vuole rispettarsi e rispettare il proprio essere uomo, prendere in prima persona le proprie responsabili decisioni;

3) ma è ancor più inammissibile la pretesa di voler dominare il tempo – ciò a cui tendono spesso le pratiche divinatorie – e questo soprattutto quando, a tal fine, si ricorre a forze e potenze  occulte sovrumane. Qui l'accento viene posto sul “dominare il tempo”; ma, anche qui, questa volontà di prevaricazione del normale andamento delle cose non è moralmente ammissinile anche da un punto di vista laico. E' immorale in sé, indipendentemente dal fattore e da un divieto religioso, voler esercitare un potere che non si ha e asservire con questo il corso degli eventi al nostro interesse, preconoscendo tali eventi o soverchiando gli altri, facendo ricorso a forze occulte allo scopo di averne la capacità (anche perché poi questa concessione di potenza da parte di quelle forze in genere viene poi fatta pagare cara e si finisce con il diventarne degli schiavi e dei posseduti). L'uomo nell'agire nel mondo deve far affidamento sulle proprie forze e possibilità conoscitive normali. La divinazione fatta a questo scopo è effettivamente e di per sé immorale ma nulla a che vedere con essa hanno lo studio e il rivolgere l'attenzione ai casi di precognizione (e agli altri fenomeni paranormali) fatti non a scopo di potenza o di passiva rinuncia al dovere di prendere liberamente e personalmente le proprie decisioni.

4) Venendo poi al “punctum dolens”, lo spiritismo, esso è proibito solo se e quando comporta la divinazione o l’uso della magia. Nei messaggi intrattenuti con i propri cari non vi è nulla di questo.

 

B) Più in particolare, riguardo alla magia:

1) sono proibite le pratiche intese ad esercitare nel mondo e sulle altre persone un potere non naturale ma sovrumano, utilizzando forze occulte soprannaturali o preternaturali (le quali, in questo modo, riescono a insinuarsi nel mondo degli uomini per i loro scopi e finiscono con l'impadronirsi dell'apprendista stregone che le ha evocate e farne un proprio servitore;

2) un tale ricorso a queste forze occulte costituisce una grave prevaricazione e una indebita sopraffazione degli altri. Anche sotto questo riguardo, dunque, la posizione della Chiesa non innova nulla rispetto a quello che è anche un dovere morale laico dell'uomo;

3) anche il portare e l'affidarsi ad amuleti e talismani rientra in questo inammissibile (anche da un punto di vista laico) ricorso a poteri occulti, in quanto rappresenta una forma di abdicazione morale dalla propria volontà e obbligo morale dell'uomo di determinarsi personalmente e liberamente, facendo affidamento sulle proprie capacità, forze ed espressioni;

4) tornando di nuovo allo spiritismo, anche qui la Chiesa non ne pone la proibizione in sé ma in quanto implichi pratiche magiche nel senso sopraddetto; in quanto cioè l'evocazione o l’invocazione degli Spiriti vengano fatte per ottenerne il potere, per dominare cioè con forze soprannaturali o preternaturali gli altri uomini e le cose. Nulla del genere vi è nella messagistica tra noi e i nostri cari passati all’Altra Dinebsione

 

Questo è quanto. Punto e basta. Non c'è altro che dica il Magistero della Chiesa. E se ne deduce che – e scusate se mi ripeto – due cose:

1) Queste due giuste proibizioni (della divinazione, cioè del voler conoscere il futuro; e della magia, cioè del voler ottenere e far uso di forze sovrumane per propri interessi materiali) trovano fondamento nel fatto che esse rappresentano o una abdicazione dalla propria volontà e libera, personale capacità di determinazione ovvero una prevaricazione e sopraffazione esercitata sugli altri, sul mondo e sulle cose (per così dire, un “dumping” e un doparsi per vincere).

2) Ma tutto questo ha valore non solo dal punto di vista religioso e della Chiesa ma innanzitutto sotto l'aspetto della dignità dell'uomo e del rispetto delle altre persone. Queste pratiche, fatte con questi scopi, sono immorali e inammissibili anche da un punto di vista laico.

3) Se dunque singoli sacerdoti, per lo più disinformati, legati a vecchi schemi e non aggiornati con l'attuale Catechismo, vanno oltre con le loro proibizioni, intimidazioni, minacce, affermazioni o negazioni, essi non esprimono il Magistero della Chiesa ma soltanto il proprio punto di vista personale. Esprimono soltanto valutazioni e avvertimenti fatti come uomini qualunque, come paterni consiglieri – ignoranti però della materia del paranormale – ma non come esercitanti il Magistero ecclesiale, non nell’esercizio di rappresentanti quel Magistero.

4) Per quanto riguarda l'esatto ambito – come sopra precisato – delle prescrizioni e del divieto della Chiesa, non possiamo che essere pienamente d'accordo con quanto dice il Catechismo (esattamente inteso). Voler conoscere il futuro a scopo di potenza o per debolezza morale, voler esercitare magicamente un perverso dominio sugli altri e sulle cose è assolutamente immorale ed è incompatibile con l'essere uomini, capaci di agire in prima persona. Tanto più se questo si cerca di ottenerlo ricorrendo a potenze negative, a forze non umane ovvero evocando i morti. E' perverso voler tentare Dio, come fece Satana con Gesù nel deserto; voler cioè sovvertire le leggi che il Sommo Principio ha posto a governo del mondo, prevaricando a nostro vantaggio queste leggi e l'ordine naturale delle cose; ciò equivarrebbe alla follia e alla volontà orgogliosa e prevaricatrice dell'Angelo ribelle che voleva eguagliarsi all'onnipotenza divina.

5) Non costituiscono una tale volontà di sovvertimento l'osservazione del paranormale, anche spiritico, fatta per finì di studi ovvero per la ricerca di un contatto con l'altra dimensione allo scopo di ritrovare una persona cara perduta, per amore e per rendersi così conto che tale persona esiste ancora, che la morte non è la fine e l'annientamento totale della persona, che c'è una sopravvivenza e che la vita “dopo” continua (come, del resto, insegna la stessa Chiesa).

6) La Chiesa, quella ufficiale del Magistero, nella perennità del suo cammino e del suo insegnamento, non si è mai sognata di proibire queste ricerche; e l'ultimo Catechismo, che abbiamo letto, non fa altro che riprendere quanto, agli albori della nostra religione cristiana, dissero i Padri nel combattere contro il paganesimo e le sue pratiche divinatorie e magiche; e quanto, ancor prima e archetipicamente. era proibito dal Vecchio Testamento, attraverso il racconto esemplare dell'episodio di Saul che volle consultare la maga di Endor perché evocasse dall’aldilà lo Spirito del profeta Samuele. Quella consultazione e evocazione dello Spirito del Profeta venne fatta da Saul, non scordiamolo mai, non per amore ma solo a scopo di divinazione, voleva conoscere l’esito che avrebbe avuto la sua battaglia contro i filistei il giorno dopo. Mal gliene incolse. Nihil sub sole novi, anche allora la condanna era per la divinazione. Se il fine fosse stato invece, per esempio, per averne un insegnamento o un messaggio d’amore – come avviene con le comunicazioni di cui stiamo parlando – credo che non ci sarebbe stata nessuna condanna.

 

(Felice Masi)

 

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